Abstract
Questo breve saggio ha lo scopo di illustrare alcuni
degli aspetti più rilevanti dei processi di sviluppo delle
relazioni nei gruppi virtuali.
Ciò viene effettuato prevalentemente attraverso
il report di un esperimento sullo sviluppo delle relazioni online
effettuato da ARIPS nel novembre 98, utilizzando una
struttura simile ad un T-Group.
Gli esiti dellesperimento mostrano come i processi
di sviluppo delle relazioni nei gruppi online sono simili a quelli
riscontrati nei t-group "reali" e come il laboratorio "online" possa
essere uno strumento utile ad evidenziare alcuni fenomeni (come la
pluriappartenenza, la fondazione intersoggettiva della realtà,
la funzione delle "protesi" o maschere nelle relazioni, ecc.).
Lautore, che ha fatto parte del gruppo di ricerca
ARIPS che ha realizzato lesperimento denominato "Virtual
T-group" è allievo della Scuola Specializzazione Formatori
di ARIPS e si interessa particolarmente dellutilizzo della teledidattica
in contesti di formazione psicologica.
Le Relazioni nei gruppi virtuali
La Comunicazione Mediata dal Computer (CMC).
Con il termine CMC si intende la "Comunicazione Mediata
dal Computer".Nellultimo decennio, con la diffusione dei sistemi
di comunicazione attraverso il computer (prima attraverso le BBS e
le reti amatoriali come FIDONET, adesso quasi esclusivamente attraverso
la rete INTERNET e le INTRANET aziendali), è cresciuta lattenzione
nei confronti dei fenomeni socio-psicologici che questa modalità
di comunicazione-relazione determina.
La CMC può assumere forme diverse a seconda
che preveda la possibilità di trasmettere immagini video (ferme,
in videolento o a velocità normale), audio o testo scritto.
La modalità testuale è storicamente
la più diffusa, soprattutto per questioni di tipo tecnologico
(legate alla differenza tra la quantità di informazioni/secondo
da trasmettere ed elaborare se si inviano caratteri o una sequenza
integrata di immagini e suoni).
La comunicazione testuale può svolgersi secondo
due modalità fondamentali: in modo sincrono (on-line) o asincrono
(off-line).
La modalità asincrona è tuttora quella
più diffusa, consiste nellinviare messaggi scritti
- direttamente nella casella postale del/degli interlocutore/i
- ad un computer che li smista (attraverso un programma) nelle caselle
postali degli interessati
- ad un computer (server) che li ospita in modo da renderli disponibili
alla consultazione di chi voglia farlo in un secondo momento.
E il caso tipico della rete di newsgroup USENET.
In tempo di "internet" questi messaggi sono detti
E-mail (posta E-lettronica) o anche semplicemente "messaggi" (se il
contesto in cui si scambiano è il terzo).
La modalità sincrona prevede che le persone
che interagiscono siano contemporaneamente collegate nello stesso
momento.
Questo tipo di relazione avviene solitamente attraverso
tre tipi di strumenti:
CONFERENCE
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Strumenti come ad es. Netmeeting, permettono
il collegamento tra più utenti, si determina una situazione
simile a quella di un "dibattito" virtuale
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IRC (Internet-Related.Chat)
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Questi sono programmi per chat, per "chiacchierare".
Prevedono un server (un computer ospite), cui le persone si
collegano. Di solito sono previste diverse "stanze" tematiche,
dove le persone interessate possono conversare tra loro.
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MUD, MOO*,
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Questi sono "ambienti" testuali, in cui
diversi partecipanti si trovano ad interagire. Spesso sono
di ambientazione fantasy, sono molto utilizzati in ambito
educativo
In linea di massima la comunicazione, in
questi ambienti avviene principalmente in forma testuale (anche
se alcuni ambienti integrano il supporto vocale o video o
altri, es. Palace, utilizzano dei simulacri visivi (detti
AVATAR): immagini, variamente agghindate che rappresentano
il partecipante, che quindi può anche interagire con
lo spazio).
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Gruppi virtuali e ricerca psicosociale
Cè spesso un atteggiamento scettico,
soprattutto tra gli operatori "psico-sociali quando si parla di relazioni
nei gruppi virtuali. Chi sostenendo che "in quanto virtuali" non si
può parlare di gruppi, chi sostenendo che, per la stessa motivazione,
non si può parlare di "relazioni". Sperando, in questo modo,
di sottrarsi al disagio di confrontarsi con una delle frontiere dellumano,
la zona di confine tra uomo e macchina.
A mio parere, sostenere, come alcuni fanno, che non
si ha a che fare con gruppi "perché non ci si vede" o "perché
mancano i corpi" è conseguenza di almeno due assunti erronei
che, per un verso, consistono nella riduzione del concetto di gruppo
a quello di "gruppo faccia a faccia e per laltro comportano
la rimozione di una parte rilevante degli studi di psicologia sociale
degli anni 50 (si pensi agli esperimenti condotti sulla struttura
della comunicazione da Leavitt proprio utilizzando una macchina che
non permetteva la comunicazione diretta tra i partecipanti)(Brown,
1990, pp.105-106)
Se ripercorriamo, invece, le definizioni più
ricorrenti del termine "gruppo" (Brown, 1990, pp.) non è possibile
negare che i "gruppi virtuali" siano tali, quando presentino alcune
caratteristiche minimali: i partecipanti si riconoscano come membri
dello stesso gruppo e questa caratteristica sia riconosciuta da un
terzo "esterno".
Gli studi sulle caratteristiche dei "gruppi virtuali"
e delle comunicazioni e relazioni che in essi avvengono, sono divenuti
sempre più numerosi a partire dalla metà degli anni
80 nel momento in cui la comunicazione a distanza, sia in ambito
educativo che produttivo diventa sempre più importante.
Mantovani (1995) riporta le tesi di Sproull e Kiesler
che hanno argomentato circa la povertà di informazioni riguardo
le situazioni relazionali interpersonali presente nella CMC e ne critica
la concezione "che identifica il contesto sociale con linsieme
delle relazioni interpersonali " confrontandola con le elaborazioni
successive, in particolare di Spearls e Lea, per sostenere che il
sociale non è nelle relazioni ma nei processi di simbolizzazione
(di sé, dellaltro, della situazione, ecc.). I riferimenti
espliciti cui questa lettura si richiama sono la teoria dellidentità
sociale di Tajfel e quella della categorizzazione del sé di
Turner.
I due filoni sopracitati (rappresentati da un lato
da Sproul e Kiesler, dallaltro da Spearls e Lea) costituiscono
i poli principali nel dibattito sulle caratteristiche della CMC; di
fatto riproducono la storica differenziazione nella lettura dei fenomeni
di gruppo tra le letture interazioniste e quelle "gruppali" di derivazione
lewiniana.
Da allora si sono moltiplicate le analisi e la ricerca
sulle caratteristiche dei "gruppi virtuali"; analisi che hanno preso
in considerazione la struttura della comunicazione, linfluenza
dei ruoli e dello status, il processo decisionale. Indagati sono stati,
in particolare, aspetti come le strategie di approccio, le identità
multiple, il cambiamento di genere, le relazioni sentimentali, lanonimato,
la leadership, la partecipazione, la differenza di genere, la deindividualizzazione,
ecc. I principali autori di riferimento sono ancora quelli che si
sono occupati negli anni 50-70 di gruppi e comunità.
Le metodologie utilizzate fanno riferimento prevalentemente
ad approcci di tipo sociologico ed antropologico, con una netta prevalenza
dell osservazione" più o meno partecipante.
E rimasta in secondo piano, probabilmente per
il minor interesse (o la maggiore difficoltà), la ricerca sullo
sviluppo dei processi affettivi nei gruppi virtuali.
Virtual T-Group 15 novembre 1998
Le premesse
Ai fenomeni psicologici legati allinterazione
con o attraverso il computer ARIPS dedica attenzione e ricerca da
anni. Personalmente ricordo ancora (anche perché fu una delle
mie prime esperienze con un Pc) una sessione di "Giocare per imparare
il 10 novembre 1990, dedicata alle componenti educative e psicologiche
dei giochi con il computer.
I.Drudi e M.V.Sardella presentarono tra gli altri
Elisa (un programma che simulava un colloquio), Lastronave condannata
e Lanello di Lucrezia Borgia, due giochi di avventura in cui
lambiente era solo testuale.
Questa forma di comunicazione, fondata solo sul testo,
anche se verrà probabilmente col tempo soppiantata da altre
che permetteranno di sostituire la parola scritta con la voce e con
le immagini degli interlocutori, si presta e si è prestata
ad interessanti ed affascinanti ipotesi di ricerca sui temi della
comunicazione, dellidentità, della corporeità,
della sensitività.
A partire da questa fascinazione, ARIPS ha deciso
nel marzo 97 di dar vita ad un progetto di ricerca sulle relazioni
in un "gruppo virtuale costituendo un gruppo di lavoro di cui ho fatto
parte.
I principali motivi di interesse, a mio parere, erano
i seguenti:
- la possibilità di esplorare, per una organizzazione che
da più di venti anni si occupa dello sviluppo di relazioni
in gruppi e comunità, cosa succede quando alle relazioni
si "tolgono i corpi": che sensi si sviluppano, che strategie relazionali
si utilizzano, come si sentono e cosa sentono le persone che in
quel momento interagiscono;
- linteresse nei confronti di una tecnologia (la comunicazione
a distanza) che può essere utile per rispondere ad alcuni
problemi che si pongono in ambito formativo, come quello dellapplicazione
delle tecniche formative su scala di massa o delle potenzialità
e limiti dellauto-formazione,
- la speranza di riuscire ad utilizzare la comunicazione elettronica
per aumentare la quantità e lefficienza delle comunicazioni
con organizzazioni e persone sparse in sedi diverse;
I principali motivi di perplessità (pure presenti),
oltre ad avere alcune radici ideologiche (relative al rapporto necessario
tra gruppalità e corporeità), a mio parere costituivano
(e costituiscono) prevalentemente una forma di difesa nei confronti
delle mirabolanti promesse degli ideologi della "comunicazione virtuale"
che sembrano riproporre (sperando in un maggior successo) convinzioni
che hanno caratterizzato alcuni approcci "manageriali" agli interventi
nelle organizzazioni:
- lenfasi che viene posta sui cambiamenti che lutilizzo
di queste tecnologie può portare nelle relazioni interpersonali
("si può comunicare con tutti"), ripropone la convinzione
che le relazioni interpersonali si possano migliorare attraverso
"protesi": proponendo soluzioni tecnologiche a problematiche "psicologiche";
- lenfasi che viene posta sulle ruolo che le tecnologie e
la strutturazione dellambiente possono avere per facilitare
processi psicologici (che si ritrova in particolare nella letteratura
sul CSCW e sui GDSS), ripropone la convinzione che
i problemi di relazione siano risolvibili reingegnerizzando gli
scambi comunicativi e definendo procedure rigorose da seguire nellinterazione
e nel processo decisionale
- la convinzione che l "anonimato" possa essere un fattore
facilitante lo sviluppo di un gruppo, (per la riduzione della pressione
sociale legata ai ruoli ed allo status) rimanda allidea che
le idee si affermino quasi per forza propria, scorporate da chi
le sostiene.
- la riduzione della relazione a scrittura, mediata dal computer,
contrasta con la necessità (avvertita soprattutto dalla componente
femminile del gruppo di ricerca) di utilizzare canali corporei (olfattivi,
tattili, visivi, uditivi) per veicolare e "sentire" laffettività.
Il mezzo tecnologico, ad alcuni di noi, sembra più adatto
a trasmettere informazioni che a costruire relazioni e sviluppare
affetti ed investimenti.
Pure, nonostante i dubbi, relazioni in rete si costruiscono
e si mantengono. Strumenti per il lavoro di gruppo mediato dal computer
si diffondono nelle aziende e nella formazione. Strumenti per la chiacchiera
o il gioco di gruppo mediato dal computer si diffondono nel tempo
libero.
Come si costruisce un gruppo "virtuale"? Come fanno
le persone ad entrare in contatto, a costruire relazioni, a definire
una struttura? Attraverso quali processi si definiscono i ruoli, la
leadership, si sviluppano conflitti e regole? Che stabilità,
durata, capacità di contenimento ha un gruppo "virtuale"? Queste
sono alcune delle domande che ci siamo posti.
Precisamente questi aspetti, con lesperimento
condotto da ARIPS, nel novembre 98 si è voluto andare
a verificare: osservare le modalità di sviluppo relazionale
in gruppo autocentrato (mentre quasi tutte le ricerche sinora si sono
svolte su gruppi eterocentrati) e confrontarle con le tradizionali
fasi evolutive di un gruppo che si osservano durante un T-Group.
Lesperimento
Lesperimento, detto "virtual (o cyber) t-group"
si è svolto domenica 15 novembre 1998.
La sua struttura organizzativa era la seguente:
Promo: sulla rete internet attraverso newsgroups
e mailing list italiane e straniere di area psicologica, sociale e
didattica; pagina web su sito Egeo web, notiziario interno, marketing
personale.
Struttura temporale e durata: 5 unità
da 90 minuti per complessive ore 7.30. Ogni unità era intervallata
da una pausa di 30 che i partecipanti potevano utilizzare per
riposarsi e compilare i questionari
Staff e ruoli: dott.ssa MV Sardella (trainer),
dott.ssa C.Bertazzoni (co-trainer), L.Bacchetta (osservatore), dott.I.
Drudi (resp. ricerca). I primi tre erano online durante tutta la durata
dellesperimento e potevano interagire tra loro e con i partecipanti.
Partecipanti: n. iscritti 5; n. partecipanti
3
Strumenti e modalità di valutazione:
sono stati costruiti due questionari per la misurazione dello sviluppo
delle relazioni e del "clima" del gruppo che sono stati somministrati
dallosservatore al termine di ogni sessione di lavoro.
Strumenti e modalità di collegamento:
il collegamento si è realizzato tra computer collocati in diverse
città italiane, collegati tra loro mediante la rete Internet
e lutilizzo del software Netmeeting di Microsoft
Nella giornata del 21 novembre 98 a Molinetto
si è tenuta una giornata di studio, nel corso della quale si
è discusso dellesperimento e dei suoi risultati.
Come si sviluppano la relazioni nei gruppi "virtuali".
Le modalità di sviluppo dei processi di socializzazione
negli esperimenti di comunicazione in rete cui ho partecipato, sono
state molto simili nelle diverse situazioni, anche in presenza di
rilevanti mutamenti di contesto (collocazione distribuita vs.aula,
virtual t-group vs. chat). Modalità molto simili anche alle
fasi di sviluppo dei processi di socializzazione nei gruppi faccia
a faccia. Nelle pagine seguenti utilizzeremo brani tratti dal "virtual
T-group", per illustrarle.
Le fasi iniziali sono caratterizzate da:
- lingresso dei partecipanti
- la loro presentazione
- i primi approcci.
Concordemente con quanto affermato da Byrne [1994],
il nome diventa nella comunicazione elettronica il primo oggetto su
cui si sviluppano le fantasie dei partecipanti. Viene scelto da loro
e poi sarà lunico elemento stabile a rappresentarli.
A partire dal nome cominciano le interazioni;
15/11/98 9.32.56"Tomm
."Forse è arrivata Sofia, ciao Sofia"
"15/11/98 9.33.13"Sofia Filo"grazie. Ho usato
uno pesudonimo, problemi ?""
15/11/98 9.33.31"Cristina -cotrainer ."Buongiorno
Sofia"
"15/11/98 9.33.42"Tomm ."No affatto, ma mi
chiedevo il perché di quello"
"15/11/98 9.34.23"Vittoria trainer"Dalle
informazioni che ho manca Antonella Pippo, ma sembra collegata
ad una discussione"
"15/11/98 9.35.04"Tomm ."Prima si era collegata,
ma poi non so"
|
Certo chiamarsi Antonella Pippo non ha la
stessa capacità evocativa che chiamarsi Sofia Filo.
Che il nome costituisca lessenza della paersona (della
maschera, dellavatar) è evidenziato subito dallo
scambio di battute successivo:
|
"15/11/98 9.35.37"Sofia Filo"è il
primo che mi è venuto in mente, e si collega a un libro
che ho letto che mi è piaciuto molto"
"15/11/98 9.35.49"Sofia Filo"Antonella forse
ha delle difficoltà"
"15/11/98 9.35.56"Tomm ."Il mondo di Sofia?"
"15/11/98 9.36.08"Sofia Filo"ESATTO! era
troppo facile "
"15/11/98 9.36.29"Tomm ."l''ho letto anch''io,
molto bello davvero"
"15/11/98 9.37.18"Sofia Filo"alcuni passaggi
sono un po'', come dire ostici, soprattutto per una che non
ha studi classici, però affascinante. ti viene la voglia
di approfondire"
"15/11/98 9.37.35"Tomm ."hai letto altro
dello stesso autore?"
|
|
"15/11/98 9.46.34"Sofia Filo"bello Sofia,
non trovi?"
"15/11/98 9.47.20"Tomm ."Antonella, perché
pippo?"
"15/11/98 9.47.35"Antonella pippo"perché
pippo è il mio secondo nome"
"15/11/98 9.47.43"Tomm ."giura"
"15/11/98 9.47.52"Sofia Filo"me ne ricorderò"
"15/11/98 9.47.53"Antonella pippo"perché
dovrei mentire"
"15/11/98 9.48.11"Sofia Filo"raccontala giusta!"
"15/11/98 9.48.14"Tomm ."no ti credo è
che mi sembra strano"
"15/11/98 9.48.21"Antonella pippo"perché
dovrai ricordartene, Sofia"
"15/11/98 9.48.35"Sofia Filo"così...."
"15/11/98 9.48.40"Antonella pippo"strano
che cosa"
"15/11/98 9.48.40"Tomm ."perché non
gli hai risposto"
"15/11/98 9.48.55"Tomm ."strano pippo come
secondo nome"
"15/11/98 9.48.59"Antonella pippo"così
perché"
"15/11/98 9.49.15"Tomm ."perché non
gli hai risposto"
"15/11/98 9.49.22"Antonella pippo"il vostro
secondo nome a cosa corrisponde"
|
Cosa succede qui: Sofia tenta di attirare
lattenzione (di Tomm?) sul suo pseudonimo. Questi invece
si incuriosisce per la bizzarria dello pseudonimo di Antonella.
Antonella Pippo sostiene che Pippo è
il suo secondo nome.
Ha un conflitto con Sofia che non crede sia
vero e promette di ricordarsene in futuro.
Tomm. si limita a dire che è strano.
Non insiste per cercare di capire lidentità sessuale
del suo interlocutore. "Antonella Pippo" invita gli altri
a dirsi qual e il proprio secondo nome.
|
"15/11/98 9.49.31"Sofia Filo"cambiamo argomento,
altrimenti sembra un discorso tra pazzi!"
"15/11/98 9.49.42"Tomm ."Alberto"
"15/11/98 9.49.48"Sofia Filo"ah, scusa non
ho visto la domanda"
"15/11/98 9.49.55"Tomm ."non fa niente"
"15/11/98 9.49.59"Sofia Filo"prova a leggere
prima il cognome e poi il nome ..."
"15/11/98 9.50.28"Tomm ."Bellissimo : - )"
"15/11/98 9.50.28"Sofia Filo"Aberto cosa
?"
"15/11/98 9.50.33"Antonella pippo"molto interessante"
"15/11/98 9.50.43"Tomm ."Alberto è
il mio secondo nome"
"15/11/98 9.50.59"Sofia Filo"uno vale un
altro. Il bello della rete è proprio questo no ?"
|
Sofia Filo interviene prima scusandosi per
non aver visto la richiesta di Antonella Pippo, ma senza rispondere
(9.49.48) e subito dopo (9.49.59) dicendo (ad uno degli interlocutori)"prova
a leggere prima il cognome e poi il nome".
Sofia sta tentando di riportare lattenzione
su di sé, ancora una volta offrendo ciò che
lo pseudonimo evoca come possibile oggetto dinteresse.
Tomm. risponde, "Bellissimo
:-)
Sofia, prima gli chiede cosa fosse "Alberto"
e , appreso che si tratta della risposta alla richiesta di
Antonella, dichiara: "uno vale un altro seguito da "Il bello
della rete è proprio questo, no?"
|
Sono trascorsi solo circa 20 minuti, i primi 20 di
interazione e pure sono subito evidenti alcuni dei temi principali
che caratterizzeranno lintera giornata:
1) la funzione del nome come rappresentazione di
sé; rappresentazione che è al contempo gravida di significato
:"si collega ad un libro... che mi è piaciuto moltissimo",
"prova a leggere prima il cognome e poi il nome" (15 dopo) ed
un vuoto simulacro: "il primo che mi è venuto in mente ", "uno
vale laltro";
2) il processo per la definizione dei ruoli.
3) linterazione a livello di superficie. "Uno
vale laltro. Il bello della rete è proprio questo, no?"
Nel corso della giornata, il dibattito sul nome,
anche se condizionerà la prima parte di esplorazione reciproca,
non durerà ancora a lungo, ci si sposterà presto sugli
interessi (veri o presunti) dei partecipanti.
Altri aspetti delle evoluzione del "gruppo virtuale",
hanno richiamato immediatamente alla memoria le dinamiche che si manifestano
in un t-group "reale": il manifestarsi di buona parte delle difese
di gruppo, o lemergere (per dirla con Bion) dei principali assunti
di base (prevalentemente "accoppiamento" e "attacco-fuga")
Consideriamo ad esempio queste interazioni:
"15/11/98 10.11.03"Cristina
-cotrainer ."PIU'' CHE UNA RETE E'' UNA GABBIA"
"15/11/98 10.11.20"Antonella pippo"dipende"
"15/11/98 10.11.22"Tomm ."in che senso una
gabbia?"
|
Cristina fa un intervento provocatorio;
Antonella si colloca a metà (dipende)
ed ecco che parte larea del dissenso:
chi in termini svalutativi: apparentemente
richiedendo un chiarimento,
|
"15/11/98 10.12.43"Tomm ."per restare in
tema Sofia cosa stai mangiando?"
|
ma subito dopo passando ad altro argomento;
|
"15/11/98 10.12.53"Sofia Filo"Ah, ecco lo
sapevo che qualcuno doveva essere negativo! Come al solito
si confonde. L''automobile è un pericolo mortale per
quelli che si ammazzano il sabato sera e un mezzo strepitoso
se hai bisogno di un''ambulanza! Non è il mezzo che
condiziona ma l''uso che se fa."
"15/11/98 10.13.11"Tomm ."concordo"
|
Chi trasformando lintervento in un
"delitto di lesa rete" che permette una invettiva contro i
suoi nemici.
Tomm risponde "concordo"...
|
|
|
"15/11/98 10.14.08"Sofia Filo"Anto, che dici
della gabbia?"
"15/11/98 10.14.09"Tomm ."ma l''uso che se
ne fa dipende solo da noi? dalla nostra volontà?"
"15/11/98 10.14.57"Sofia Filo"dipende da
quanto è forte la tua volontà"
"15/11/98 10.15.33"Antonella pippo"infatti
sono ancora ferma al concetto di gabbia, qui è tutto
così veloce"
"15/11/98 10.15.53"Sofia Filo"se ti fai condizionare
o no. Tutti ci facciamo condizionare, certo, ma possiamo anche
dire stop. Ecco secondo me la forza di volontà si misura
in QUANDO sei capace di dire stop"
"15/11/98 10.16.19"Tomm ."quindi le volontà
deboli possono essere influenzate dal mezzo"
"15/11/98 10.16.44"Sofia Filo"in un certo
senso sì. ma ogni caso fa a sé"
"15/11/98 10.17.04"Antonella pippo"dipende
da cosa intendi per debole"
"15/11/98 10.17.18"Antonella pippo"pensa
al concetto di persuasione"
|
E Sofia passa a verificare la posizione di
Antonella
Prima che questa risponda, ecco che Tomm.
sposta la discussione su un piano "teorico-filosofico"
|
Abbiamo assistito in questi cinque minuti ad una
serie di movimenti:
- una coalizione contro il co-trainer
- il tentativo di Sofia di guidare la rivolta
- la sua richiesta di adesione ad Antonella (dopo aver acquisito
il consenso di tomm.)
- il tentativo di Tomm di riprendere una leadership fondata sulla
intellettualizzazione e la riflessione culturale, come modalità
che permette la fuga dalla relazione (modalità che viene
immediatamente accolta);
- il non definirsi di Antonella, ne rispetto il conflitto gruppo/trainers,
né rispetto il conflitto Tomm./Sofia
Linterazione seguente sembra confermare quanto
abbiamo appena visto.
"15/11/98 10.17.35"Vittoria
trainer"VA BENE CHE SIAMO "VIRTUALI" MA...SCENDETE PER TERRA!"
"15/11/98 10.17.42"Sofia Filo"???????????"
"15/11/98 10.17.46"Antonella pippo"risata"
"15/11/98 10.18.06"Tomm ."Vittoria c''è
un motivo per cui voi URLATE?"
"15/11/98 10.18.14"Tomm ."tu e Cristina"
|
|
"15/11/98 10.18.24"Sofia Filo"mi sembrava
molto concreto come discorso..tra un biscotto e un osrso di
tè ci stava alla grande..."
"15/11/98 10.18.42"Tomm ."buono l''orso di
te :- )"
|
|
"15/11/98 10.18.48"Sofia Filo"è per
sottolineare il POTERE"
"15/11/98 10.19.01"Antonella pippo"che parolona"
"15/11/98 10.19.05"Tomm ."ribelliamoci!"
"15/11/98 10.19.15"Sofia Filo"POTERE ALLE
CHAT!!"
|
Attacco....
|
"15/11/98 10.19.56"Antonella pippo"Filo,
cos''è una chat"
"15/11/98 10.20.01"Sofia Filo"oh,scherzavo...vi
siete offesi?"
|
Fuga...
|
"15/11/98 10.21.11"Sofia Filo"Dicasi Chat
Line un collegamento aperto al momdo in cui è possibile
intervenire e dire il proprio pensiero su tutto quello che
ti viene in mente"
"15/11/98 10.21.35"Tomm ."non è proprio
vero"
"15/11/98 10.21.50"Tomm ."non puoi dire tutto
quello che ti viene in mente"
|
|
"15/11/98 11.21.21"Sofia
Filo"cosa succede in questo momento intorno a voi ?"
"15/11/98 11.21.44"Tomm ."Niente a parte
un po'' di musica"
"15/11/98 11.22.36"Sofia Filo"sì,
anch''io la musica: mio figlio e un suo amico stanno provando
una canzone di natale con il pianoforte e il flauto :-("
"15/11/98 11.22.37"Tomm ."e cosa succede
attorno a te?"
"15/11/98 11.23.21"Sofia Filo"Anto tu sarai
ranquilla, forse anche troppo eh ?"
"15/11/98 11.23.23"Antonella pippo"io sento
voci uscire dalla portineria, la musica in ufficio, e le auto
in strada che sfrecciano"
|
|
"15/11/98 11.23.34"Vittoria trainer"E IN
Voi che cosa succede?"
"15/11/98 11.23.34"Sofia Filo"bello !"
"15/11/98 11.23.44"Antonella pippo"tu cosa
dici"
"15/11/98 11.24.16"Tomm ."sonno, principalmente
(non per colpa vostra è che sono andato a letto tardi)"
"15/11/98 11.24.22"Antonella pippo"tu cosa
dici era riferito a Sofia, in me..........curiosità"
"15/11/98 11.24.45"Sofia Filo"non ho capito"
"15/11/98 11.25.22"Antonella pippo"cosa"
"15/11/98 11.26.17"Sofia Filo"se volete sapere
IN me non succede niente: sto bene, sono rilassata e positiva,
mi sto divertendo. mi piacerebbe trovare un argomento interessante
per tutti"
|
Qui vediamo gli esiti ad un altro intervento
del trainer, con cui tenta di spostare lattenzione del
gruppo dallesterno "cosa succede attorno a voi" allinterno
"in voi cosa succede".
Come si può notare, questo intervento
è seguito da un florilegio, di comportamenti elusivi,
di difese, di inviti (agli altri) a scoprirsi, ecc.
|
"15/11/98 11.26.42"Tomm ."ok, suggerimenti?"
"15/11/98 11.27.12"Vittoria trainer"l''argomento
c''è. Siamo NOI"
|
|
"15/11/98 11.27.32"Sofia Filo"tanti, ma magari
interesano solo a me. Come faccio a sapere di cosa volete
chiaccherare se non vi conosco (a pare un poco anto)?"
"15/11/98 11.27.43"Antonella pippo"perché
dici che in te non succede niente: stai bene, sei rilassata,
sei positiva e ti stai divertendo, altro?"
"15/11/98 11.27.52"Sofia Filo"Ah, così
sul personale intimo ?"
|
|
"15/11/98 11.28.11"Sofia Filo"mi domando
cosa ci diremo fino a stasera"
"15/11/98 11.28.30"Tomm ."molte cose interessantissime"
"15/11/98 11.28.43"Sofia Filo"sì,
ma nessuno si vuole scoprire mi pare"
|
|
"15/11/98 11.28.50"Antonella pippo"sono d''accordo,
come vedi non di sono spazi vuoti"
"15/11/98 11.29.30"Sofia Filo"a cosa ti riferivi?"
"15/11/98 11.29.32"Tomm ."cosa intendi per
spazi vuoti?"
"15/11/98 11.29.35"Antonella pippo"su questo
non sono d''accordo, hai appena scritto che mi conosci, un
po''"
"15/11/98 11.29.45"Antonella pippo"silenzi
virtuali"
|
|
"15/11/98 11.29.49"Sofia Filo"sì,
appunto, troppo poco"
"15/11/98 11.30.06"Antonella pippo"prova
a scoprire di più"
|
|
"15/11/98 11.30.33"Tomm ."perdono, mi sto
perdendo, non capisco di cosa parlate"
"15/11/98 11.30.42"Sofia Filo"mi sembra di
essere invadente, fatti avanti tu "
"15/11/98 11.30.54"Tomm ."tu chi?"
"15/11/98 11.30.57"Sofia Filo"anto"
"15/11/98 11.31.09"Antonella pippo"fino a
quando no provi....... come fai a sapere"
"15/11/98 11.31.49"Cristina -cotrainer ."Allora
prova"
"15/11/98 11.32.17"Tomm ."prova"
"15/11/98 11.32.22"Tomm ."cosa?"
|
|
"15/11/98 11.32.27"Sofia Filo"beh, io mi
rtattengo perché il mio più groso difetto è
che paro volentieri di me e di quello che sta intorno a me:
Ho sempre voglia di raccontare quello ce faccio e che mi succede
a tutti e penso che magari a gli altri non importa un fico
secco, quindi non trascinatemi su questo terreno se no non
vi salvate +"
"15/11/98 11.33.01"Tomm ."tanto di tempo
ne abbiamo parecchio"
"15/11/98 11.33.37"Sofia Filo"sì,
ma non è dettop che dobbiate impiegarlo ad ascolatrmi
!"
"15/11/98 11.33.55"Sofia Filo"e poi il discorso
dovrebbe essere a 3!"
"15/11/98 11.34.14"Tomm ."uff non ti far
pregare, se ci stufiamo tra due ore ti interrompiamo"
|
|
"15/11/98 11.58.07"Vittoria
trainer"Antonella pippo ha quasi rischiato scrivendo "anche
in questo caso stai sostenendo un ruolo" ma poi non ha detto
quale. Quello sarebbe stato un rischio."
|
Altro tentativo di riportare il gruppo a
parlare di ciò che sta avvenendo lì.
|
"15/11/98 11.58.47"Sofia Filo"ok, anto vai
avanti, così capisco"
|
Intervento di Sofia che cerca di "sbolognare"
ad Antonella la "patata bollente"
|
"15/11/98 11.59.51"Vittoria trainer"Prova
Tu, Sofia, che ruolo state sostenendo Anto, Tom e anche Tu?"
|
Il trainer interviene, tentando di interrompere
"il gioco del cerino" e di far definire Sofia
|
"15/11/98 11.59.53"Antonella pippo"secondo
te, qual''è i ltuo ruolo in questo momento"
"15/11/98 12.00.00"Antonella pippo"all''nterno
di questo piccolo gruppo"
|
Antonella interviene due secondi dopo, tentando
di utilizzare a suo vantaggio lintervento del trainer;
|
"15/11/98 12.00.44"Sofia Filo"scusate io
sarò un tarda, ma non ci arrivo, e quando non ci arrivo
mi arrabbio! Io non sto sostennendo nessun ruolo sono io e
basta"
|
Sofia reagisce rispolverando la tecnica dell'
"urlo", che le avevamo già visto usare prima.
|
"15/11/98 12.01.05"Tomm ."concordo, al massimo
il ruolo di parlante"
|
Tomm., (come aveva già fatto quasi
due ore prima) interviene dicendo "concordo" ed autoattribuendosi
il ruolo di "parlante" (in questo modo contemporaneamente
appoggia Sofia e dà una pseudo-risposta al quesito
posto
|
"15/11/98 12.01.07"Antonella pippo"sofio,
non puoi cavartela"
|
Antonella continua il pressing
|
"15/11/98 12.01.12"Sofia Filo"se mi conosceste
lo spareste"
"15/11/98 12.01.21"Sofia Filo"saperste= sapreste"
"15/11/98 12.01.23"Antonella pippo"non accetto
la tua risposta"
"15/11/98 12.01.34"Sofia Filo"uffa, allora
dimmi cosa vuoi"
"15/11/98 12.02.01"Antonella pippo"rispondi
alla domanda"
"15/11/98 12.02.11"Sofia Filo"quale?"
|
Sofia si difende.
|
"15/11/98 12.02.34"Antonella pippo"non capisco,
e qui sono lenta"
"15/11/98 12.02.50"Sofia Filo"ok prendi tempo
aspetto"
"15/11/98 12.02.58"Tomm ."io pure"
|
Ribaltone.
Approfittando della dichiarazione momentanea
difficoltà di Antonella, Sofia è riuscita a
liberarsi dellimpiccio.
Si conferma lalleanza Sofia-Tomm.
|
"15/11/98 12.03.56"Antonella pippo"il fatto
stesso che stiamo comunicando dalle h 11.20 vuol dire che
qualcosa sta succedendo"
"15/11/98 12.04.12"Antonella pippo"chi apre
la comunicaizone"
"15/11/98 12.04.17"Sofia Filo"sì,
ma non abbiamo proroddo niente"
|
Antonella tenta di fare alcuni esempi (senza
però definirsi) sui contenuti dei ruoli (potere della
competenza? mah, lo fa con un tono così down...)
|
"15/11/98 12.04.21"Cristina -cotrainer ."Comunicando
o parlando?"
|
Intervento provocatorio del co-trainer
|
"15/11/98 12.04.23"Antonella pippo"chi cambia
argomento"
"15/11/98 12.04.33"Antonella pippo"bella
domanda"
|
Antonella, apparentemente, pare colpita dallintervento
ma...
|
"15/11/98 12.04.53"Tomm ."parlare è
un modo di comunicare"
|
quando Tomm. la ributta sullintellettuale...
|
"15/11/98 12.05.02"Antonella pippo"parlare
posso circoscriverlo alla voce, quindi 1 canale"
"15/11/98 12.05.12"Antonella pippo"comunicare
più canali"
"15/11/98 12.05.16"Antonella pippo"no"
|
prontamente lo segue...
|
"15/11/98 12.05.28"Cristina -cotrainer ."COMUNICARE=METTERE
IN COMUNE"
|
Altro tentativo del co-trainer per stimolare
alla riflessione sulla interazione
|
"15/11/98 12.05.51"Antonella pippo"ok"
|
Altro commento positivo di Antonella...
|
"15/11/98 12.05.57"Tomm ."questa l''ho già
sentita, ma non mi convince del tutto"
"15/11/98 12.06.08"Tomm ."come la mettiamo
con le comunicazioni conflittuali"
"15/11/98 12.06.10"Tomm ."?"
|
Altro spostamento sul dibattito intellettuale
di Tomm...
|
"15/11/98 12.06.11"Sofia Filo"scusate, abbiamo
messo in comune qualcosa?"
|
Intervento polemico di Sofia (ce l'ha con
il co-trainer o con gli altri partecipanti? Mah!)
|
"15/11/98 12.06.12"Antonella pippo"che cosa
tom non ti convince"
"15/11/98 12.06.36"Antonella pippo"il tempo
che abbiamo trascorso e che trascorreremo"
"15/11/98 12.06.44"Tomm ."non penso che la
comunicazione sia sempre un modo di mettere qualcosa in comune"
"15/11/98 12.06.55"Antonella pippo"se tu
non avessi deciso di partecipare non avresti messo nulla in-comune"
"15/11/98 12.07.19"Sofia Filo"vero, non ci
avevo pensato, però potremmo passare anche il tempo
insieme dormendo e non avremmo scambiato nulla"
|
Antonella si barcamena tra Tomm e Sofia
|
"15/11/98 12.07.23"Antonella pippo"quindi,
tom, che cos''è per te la comunicazione"
"15/11/98 12.07.47"Tomm ."un rituale"
"15/11/98 12.07.59"Antonella pippo"la comunicazione
è un rituale"
|
Quando si passa dalla filosofia alla comunicazione
si può tentare un duello di "cervelli" ... e magari
una relazione...
|
"15/11/98 12.08.12"Tomm ."un microrituale
di tipo goffmaniano"
"15/11/98 12.08.26"Sofia Filo"avvisatemi
quando avete finito"
|
Ma qualcuno non gradisce lesclusione...
|
"15/11/98 12.08.27"Antonella pippo"aiuto"
"15/11/98 12.09.04"Antonella pippo"tom continua"
"15/11/98 12.09.09"Tomm ."un rituale il cui
scopo è condividere una visione della realtà
ed una sua categorizzazione"
"15/11/98 12.09.25"Antonella pippo"condivisione"
|
Così si continua sull "intellettuale"
|
"15/11/98 12.09.26"Tomm ."Se mi date due
minuti mi spiego meglio ok?"
"15/11/98 12.09.30"Antonella pippo"mettere
in comune"
"15/11/98 12.09.36"Antonella pippo"scusa"
|
|
"15/11/98 12.10.22"Tomm ."Allora certamente
la comunicazione è un modo di mettere qualcosa in comune,
ma solo in un senso molto generale"
"15/11/98 12.10.57"Antonella pippo"io sono
più pragmatica"
"15/11/98 12.11.00"Tomm ."nel senso di condividere
un quadro di rifewrimento"
"15/11/98 12.11.03"Antonella pippo"spiegati
meglio"
|
|
"15/11/98 12.11.15"Vittoria
trainer"Perché non avete risposto alla mia DOMANDA?"
|
Attenzione!
|
"15/11/98 12.11.35"Tomm ."io penso che la
realtà sia un continuum una specie di flusso indistinto"
"15/11/98 12.11.51"Tomm ."per poterci orientare
abbiamo bisogno di misurarla"
"15/11/98 12.11.57"Tomm ."un modo è
la scienza"
"15/11/98 12.12.09"Tomm ."un altro è
la comunicazione (conversazione)"
|
|
"15/11/98 12.12.12"Sofia Filo"la parola chat,
vuol dire chiacchere disimpegnate, vi ricordate? la gente
usa le chat per conoscere altra gente (solo in modo virtuale),
e passare il tempo.....così mi annoio"
"15/11/98 12.12.33"Tomm ."ok scusa, ma è
una cosa che mi appassiona"
"15/11/98 12.12.54"Sofia Filo"mi rendo conto,
ma è troppo tecnica per me"
"15/11/98 12.13.15"Tomm ."ok ri-scusa"
"15/11/98 12.13.34"Antonella pippo"perché
le stai chiedendo scusa"
"15/11/98 12.13.51"Tomm ."perché l''ho
annoiata e non mi sembra bello"
|
|
"15/11/98 12.14.12"Antonella pippo"io devo
ancora capire "gorfmann""
"15/11/98 12.14.13"Sofia Filo"noi abbiamo
una differenza rispetto alla e chat. Nelle chat normali la
gente sta un tempo che lei stessa stabilisce, qui noi abbiamo
dei tempi obbligati e quindi ci sentiamo in obbligo di riempirli
con chiacchere sensate"
|
|
"15/11/98 12.14.38"Vittoria trainer"Perché
non avete risposto alla mia DOMANDA?"
|
Nuovo tentativo. Il primo era stato assolutamente
ignorato
|
"15/11/9812.14.47"Sofia Filo"QUALEEEEEEEE????????????????????"
|
Attenzione alla risposta:
Sofia fa almeno due operazioni:
a) nega di averla vista; b) urla, mettendosi
in competizione col trainer
|
"15/11/98 12.14.51"Tomm ."Goffman è
il mio sociologo preferito"
"15/11/98 12.15.13"Tomm ."Goffman ha applicato
la teoria del rituale religioso alla vita quotidiana"
"15/11/98 12.15.19"Tomm ."molto bello"
|
Passa quasi un minuto in cui Tomm. continua
ad occuparsi daltro, prima di affrontare il conflitto
appena esploso.
|
"15/11/98 12.15.34"Tomm ."Vittoria quale
domanda?"
"15/11/98 12.16.02"Sofia Filo"ah, non sono
la sola, cominciavo a sentirmi stupida"
"15/11/98 12.16.25"Tomm ."secondo te ci risponde?"
"15/11/98 12.16.29"Antonella pippo"altro
esempio di difesa"
"15/11/98 12.16.49"Sofia Filo"ochio e croce
direi di no"
"15/11/98 12.17.07"Tomm ."Vittoriaaaa rispondiciiii"
"15/11/98 12.17.21"Sofia Filo"uffa, che palle
con questa difesa, non c''è nessuna difesa ho soo chiesto
di ripetere la domanda. Chiedo troppo ?"
"15/11/98 12.17.51"Tomm ."secondo me no"
"15/11/98 12.18.26"Antonella pippo"se non
ti risopnde"
|
Nelle situazioni di conflitto con il "potere",
rappresentato dai trainers, il gruppo sembra assumere sempre
la stessa configurazione:
Sofia allattacco, Tomm. a sostegno,
Antonella sulla soglia che tenta di appoggiarsi agli interventi
del trainer per guadagnare spazio
|
"15/11/98 12.18.39"Sofia Filo"Se lo scopo
del gruppo è quello di misurare l''incazatura della
gente rispetto al grado di impotenza derivato dal fatto di
non poter obbligare una persona e rispondere, beh, ci state
riuscendo"
|
Il problema di Sofia pare essere quello di
non poter obbligare il trainer a risponderle;
|
"15/11/98 12.18.40"Antonella pippo"potresti
far scivolare il cursore e cercare la domanda"
|
Questa sequenza dimostra che si trattava
davvero di un problema di "potere" e non di comprensione:
tutti i partecipanti avrebbero potuto, se
lavessero dimenticata, recuperare la domanda semplicemente
facendo scorrere il loro cursore lungo la finestra di lettura
(recuperando così quanto si era detto)
|
"15/11/98 12.19.13"Tomm ."mi ricordo la domanda,
ma vorrei che la precisasse"
"15/11/98 12.19.25"Tomm ."parlava dei ruoli
(credo)"
|
Tomm: lo riconosce, ma tenta un salvataggio
in extremis "vorrei la precisasse"
|
"15/11/98 12.20.17"Tomm ."non capisco cosa
intende"
"15/11/98 12.20.34"Antonella pippo"un esperto
di Gofmann"
|
"Non capisco" dice.
Commento ironico di Antonella che lo "pizzica"
sul suo sociologo preferito
|
"15/11/98 12.21.43"Tomm ."i ruoli sono dettati
dalle istituzioni, ma qui non essendoci istituzioni non ci
sono ruoli"
"15/11/98 12.22.05"Tomm ."a parte quelli
ovvi di parlante-ascoltatore"
"15/11/98 12.22.25"Vittoria trainer"e...Zaratustra!"
|
Negazione
|
"15/11/98 12.22.47"Antonella pippo"anche
il ruolo dell''amante è dettato dalle istituzioni?"
"15/11/98 12.22.58"Tomm ."certo"
|
Antonella ritenta con la "stimolazione intellettuale"
|
"15/11/98 12.23.11"Sofia Filo"io credevo
si dovessero fare 4 chiacchere, se ci sentiamo in obbligo
di fare dotte citazioni, o ci triceramo dierti frasi sibilline,
allora sì che non c''è comunicazione! Noi siamo
associati da questo mezzo ma potremo avere gusti diversissimi
e niente in comune"
|
Sofia ribadisce che questo tipo di interazione
non le garba
|
"15/11/98 12.23.15"Antonella pippo"spiegamelo"
"15/11/98 12.23.26"Tomm ."il ruolo dell''amante
è descritto dai libri, dal cinema, dai libri"
"15/11/98 12.23.50"Tomm ."l''ultimo dai libri
voleva essere un dalla televisione""
15/11/98 12.24.00"Antonella pippo"e quindi"
"15/11/98 12.24.23"Tomm ."i ruoli sociali,
proprio in quanto tali devono essere codificati"
"15/11/98 12.24.46"Tomm ."e le istituzioni
sono ciò che li codifica"
|
Antonella invita Tomm. a proseguire
e lui lo fa....
|
"15/11/98 12.25.03"Tomm ."ma io non vogli
annoiare Sofia"
|
ma con un occhio rivolto a Sofia...
|
"15/11/98 12.25.15"Tomm ."non voglio il ruolo
dell''annoiatore"
"15/11/98 12.25.37"Antonella pippo"forse
quello del filosofo"
|
Cominciamo a parlare di ruoli?
|
"15/11/98 12.25.40"Tomm ."Sofia, parliamo
di gusti?"
"15/11/98 12.25.59"Sofia Filo"se non vi fa
schifo tornare tra i mortali...."
"15/11/98 12.26.08"Tomm ."nemmeno quello
del filosofo, siete voi che mi provocate"
|
...no cambiamo argomento...torniamo a Sofia
|
"15/11/98 12.26.22"Tomm ."Ok a me piace molto
il jazz"
"15/11/98 12.26.27"Antonella pippo"la provocazione
è partita da me"
"15/11/98 12.26.37"Antonella pippo"anzi"
"15/11/98 12.26.42"Antonella pippo"ne sono
partite ben due"
|
e ad un terreno più saldo...
Ma come, io ti provoco...e tu cosa fai? Preferisci
parlare daltro con Sofia?
Antonella protesta per il repentino abbandono
di Tomm che mostra di preferire cambiare argomento e riportare
Sofia al centro dellinterazione.
|
Dalle interazioni che abbiamo riportato sopra emergono
in modo abbastanza chiaro, come dicevamo, ruoli, modalità relazionali,
e difese.
Le modalità con cui si sviluppano le relazioni,
ripercorrono la successione di fasi prevista dalle teorie citate da
Byrne (1994): la Social Penetration Theory di Altman e Taylor e la
Attraction Theory di Levinger e Snoek
Corrispondono anche alle tappe con cui si sviluppa
un gruppo faccia a faccia: primo contatto, esplorazione, orientamento...
Se dovessimo tentare di definire lo stadio di sviluppo
raggiunto dalle relazioni al termine della giornata, potremmo collocare
il gruppo nella fase di "scambio affettivo esplorativo" (secondo Altman
e Taylor) o di "contatto superficiale" (secondo Levinger e Snoek).
Oppure ancora nella Fase 1-sottofase1 (Dipendenza-sottomissione) secondo
la sequenza di fasi di sviluppo di gruppo elaborata da Bennis e Shepard,
riportata da Luft (1973)
Laspetto più caratteristico di questa
esperienza però, a mio parere, sta nel fatto che permette di
far esplodere, in tutta la sua evidenza una modalità relazionale
che ho prima definito "interazione a livello di superficie".
Questo fenomeno, che le caratteristiche dellambiente
fanno "esplodere" (lassenza di fisicità, lanonimato,
lintangibilità delle emozioni dichiarate, la distanza
fisica), è pure presente nelle relazioni interpersonali "reali".
"Considerare le persone a livello dellinterfaccia"
astenersi dallandare in profondità, dallapertura
personale, elevare la chiacchera ("chat") a modello di relazione.
Sono tutti fenomeni che sperimentiamo nella vita quotidiana, che vediamo
materializzarsi nei gruppi di formazione, che nel t-group "virtuale"
hanno però assunto una evidenza abbagliante.
Non sappiamo (non avendolo provato) se una durata
prolungata dellesperimento avrebbe portato alla condivisione
di vissuti personali intensi (è però quanto è
avvenuto nelle-mail training group cui avevo partecipato nel
97) e se (come è probabile) il mantenimento delle relazioni
su un livello superficiale sia funzione della durata dellesperimento
(cè bisogno di più tempo per fidarsi?).
La mia convinzione è che, per le sue caratteristiche
strutturali, il contesto della CMC favorisca, comunque, questa modalità
di relazione.
Consideriamo due strutture:
Cosa le differenzia:
- nella prima la cornice esterna, è ben definita e contiene
le forme, le aree interne hanno unampia superficie di contatto
tra loro e la loro forma e dimensione è determinata da sé
e dalle relazioni con le forme attigue; il processo conflittuale
che porta alla modifica di forme e dimensioni coinvolge tutta la
superficie di contatto;
- nella seconda la cornice è meno definita, delimita meno
il confine tra interno ed esterno, non "contiene" le forma interne;
la "distanza" tra le forme aumenta: non è più la relazione
con le altre forme che determina lidentità, ma la propria
capacità di esistere di per sé (e automantenersi preservandosi
dalla scomparsa); la superficie di contatto con laltro di
riduce ad un collegamento, precario ed instabile. Collegamento,
daltra parte vitale, perché garante dellesistenza.
Svolgendosi la relazione solo attraverso quel ponte (e non più
distribuendosi lungo la superficie di contatto) lenergia che
si sviluppa in un eventuale conflitto è fortemente concentrata,
il conflitto esplode improvvisamente, mettendo a rischio i collegamenti.
Si determina, però, una strana situazione in cui le relazioni,
meno estese, più precarie, diventano ancora più importanti
per garantire l'esistenza. Si esiste finché si è in
contatto, anche solo formalmente. L'isolamento è la morte.
Quindi, se si ritiene opportuno mantenere, con lidentità,
le relazioni, questo si realizza "anestetizzando" i conflitti, riducendo
la quantità di energia (di traffico) lungo i ponti. Anche
perché, essendo in gran parte utilizzata per automantenere
il sistema (non contribuendo più allo scopo le forme attigue),
lenergia disponibile per le relazioni è decisamente
inferiore.
Se la prima figura può, in qualche modo, rappresentare
la situazione che si verifica in un T-Group (e la cornice esterna
può rappresentare la situazione di contemporanea presenza in
una stanza, in un contesto "neutro" ma condiviso e la forza strutturante
della presenza fisica e psicologica dei partecipanti), la figura a
destra può rappresentare il contesto del t-group virtuale dove
la cornice esterna è data da alcuni scarsi elementi del setting
(la lavagna con gli orari, la definizione dei ruoli dello staff, le
modalità di collegamento, ecc.) e soprattutto dallidea
di star condividendo una esperienza (anche se nessuno poteva ad esempio
sapere se in realtà il trainer fosse sempre fisicamente presente
o meno); non è condiviso lo spazio fisico, che è invece
individuale (ognuno stava da solo) e appartenente allesterno
del gruppo (la casa, lufficio) con eventualmente la presenza
di terzi (marito, figli, genitori, ecc.).
E impressionante come la configurazione che
viene promossa da questo ambiente di rete, permetta lesplorazione
di alcuni dei fenomeni (individuali e di gruppo) più interessanti
e attuali.
- la pluriappartenenza: con persone che si trovano contemporaneamente
insieme e separate, contemporaneamente coinvolte sul compito comune
e contemporaneamente viventi esistenze separate in contesti diversi.
Il gruppo esiste in un "campo" che è solo psicologico, separato
dallambiente fisico in cui nel frattempo la persona vive (magari
coinvolta da altre relazioni). Ambiente fisico che, a differenza
di quanto avviene nei t-group o nei gruppi faccia a faccia, non
è manipolabile dagli altri partecipanti;
- la funzione delle "protesi" allinterno delle relazioni;
cosa vuol dire comunicare attraverso simulacri, avvicinarsi restando
lontani, avere relazioni senza toccarsi;
- il rapporto tra oggettivo e soggettivo nella lettura di
ciò che sta accadendo nel gruppo;
- il ruolo della simulazione nella costruzione della realtà.
Alcune considerazioni conclusive
Il gruppo osservato: la temporalità come motore
emozionale
Nella comunicazione testuale mediata dal computer,
tutta linterazione si svolge solo a portata di sguardo. Tutto
ciò che accade, prende la forma di caratteri, parole, frasi
che si compongono sul mio monitor. Cosa cera di meglio per un'analisi,
ed un'osservazione, "oggettiva(nte)"?
Eppure, per me non è stato possibile. Un altro
fattore entrava in gioco: IL TEMPO, LO SCORRERE DEL TEMPO. Penso si
tratti di questo, perché non ho rivissuto le stesse emozioni
quando, in seguito, ho letto i listati che riportavano tutte le parole
scritte dai partecipanti con segnato accanto il momento in cui quellevento
si era realizzato.
Dal vivo, mentre il processo si sviluppava, le frasi
si succedevano, le parole si animavano, si trasformavano in immagini.
Quelli che erano solo nomi scritti sul monitor, prendevano vita propria,
assumevano un'identità. Era un intero teatro che dal monitor
- attraverso i miei occhi - si trasferiva nella mente.
Non è come leggere un libro. Quando leggo
un libro decido io i tempi, il ritmo, gli stop, se tornare indietro,
quando saltare le pagine. Online le parole, le frasi, si imprimono
nei miei occhi, nella mia mente con moto proprio, con forza propria
o...non arrivano....
Il silenzio è assenza
Soprattutto nellesperienza del V-Tgroup, forse
per la forza strutturante del sistema simbolico (la definizione, la
struttura temporale, i ruoli organizzativi), ho sperimentato il peso
dell "assenza"; mi sono trovato a fremere, desiderando veder
materializzarsi un intervento, una risposta, una domanda. A posteriori
mi sono reso conto che, in realtà, gli intervalli tra un intervento
ed un altro erano al massimo di pochi secondi. Niente a che vedere
con le decine di minuti sperimentati nei T-Group "tradizionali". Il
tempo vuoto, lassenza di scrittura, la durata del silenzio,
"pesano" in modo diverso nella comunicazione online.
La psiche fonda la realtà (La socialità
è nella psiche)
Ciò che appare evidente, soprattutto nella
comunicazione "virtuale è il ruolo della nostra interpretazione,
nel "costruire" ciò che "avviene". Dovendosi - la realtà
-fondare solo
sul testo che
scorre sul monitor
|
sulle interazioni tra gli Avatar dei partecipanti
|
e sulle emozioni che esse provocano in chi
legge
|
ciò che succede è ciò che noi
sentiamo avvenire, confermato (o disconfermato) dalle azioni degli
altri partecipanti.
In questo processo di comunicazione non ci si scambiano
semplicemente informazioni, ma "visioni del mondo" che, condivise,
costituiscono il contesto sociale.
La psichicità è sociale
Ecco così ri-confermato un altro assunto delle
psicologie e delle sociologie di derivazione gestaltica.
"il contesto sociale non è qualcosa che sta
al di fuori, o al di sopra, delle persone e delle organizzazioni,
ma sta dentro di esse, come elemento costitutivo della loro identità"
(Mantovani, p.471).
In modo simile a quanto avvenuto per S.Turkle, con
la filosofia post-strutturalista di Deleuze e Guattarí, il
passaggio per linterazione attraverso il computer mi ha permesso
di sperimentare questi ultimi due assunti con un'evidenza decisamente
superiore a quella sperimentata nelle mie interazioni faccia a faccia.
Ciò che per me prima era soprattutto una convinzione
(filosofica, ideologica) si è trasformata, grazie ad una serie
di esperienze "virtuali" in una evidenza corporea.
Appendice 1: il ruolo dellosservatore in un
t-group-virtuale
Losservatore ed il gruppo virtuale
Il termine osservare indica una modalità di
esplorazione effettuata (prevalentemente) con lo sguardo in cui il
"guardato" è oggettivato, analizzato, ricomposto in schemi
cognitivi razionali, significativi per losservatore.
Osservare sembra quindi una modalità "oggettiva
scientifica, razionale di usare lo sguardo.
Lutilizzo della figura dellosservatore
è diffusissima nelle scienze umane e nelle pratiche socio-psicologiche.
Dovrebbe essere la figura che, meno coinvolta emotivamente e praticamente
del trainer (dello psicoterapeuta, delleducatore, del docente),
riesce più facilmente a cogliere i processi in corso.
Losservatore nei T-Group è una persona
che si affianca al trainer e "sta" nel gruppo "osservando" landamento
dei comportamenti, delle interazioni, ecc. E una presenza silente,
immota, il più possibile inespressiva . Dovrebbe funzionare
da alter-ego, da "specchio oscuro" del trainer e dei partecipanti.
Dovrebbe, come un convitato di pietra, far convergere su di sé
parte delle fantasie più oscure del gruppo, aiutandolo in questo
modo a rivelarle ed elaborarle. Catalizza di solito le fantasie paranoiche,
i vissuti di controllo. Semplicemente, a volte, viene ignorato.
Nella comunicazione virtuale, losservatore
"sparisce".
In un mondo in cui si esiste solo in quanto presenti
sul video con la parola scritta, chi non interviene non esiste. Sparisce
dal campo psicologico dei partecipanti. O almeno questa è stata
la mia sensazione. Ad un certo punto dellesperimento abbiamo
anche introdotto lescamotage di far apparire a video, ogni tanto,
un segnale che manifestasse la persistenza di questa presenza nel
gruppo, per vedere se poteva catalizzare un qualche interesse, ma
ciò non è praticamente mai avvenuto. Ritengo quindi
che losservatore online non svolga alcuna utile funzione nei
confronti del gruppo. Può essere daiuto allo staff ?
Penso che sia utile, nel corso di una esperienza così intensa
avere qualcuno con cui discutere le diverse percezioni circa i fenomeni
in atto ed i possibili interventi. Probabilmente escluderei dalla
sua funzione (in quanto è impropria anche nei t-group "normali",
anche se utilizzata) le attività di assistenza tecnica e somministrazione
dei questionari, in modo da massimizzarne la "trasparenza" ai partecipanti.
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