Michael Albert intervista Noam Chomsky sull'Iraq (traduzione/estratto da The Experiment . L'intera intervista su ZMagazine di Ottobre)
1. Saddam è davvero un diavolo come i media dicono? Verso l'interno? Verso l'estero?

E' un diavolo in gara con Suharto e altri mostri dell'epoca moderna. Nessuno vorrebbe essere nel suo mirino. Fortunatamente il suo mirino non va troppo lontano. Sul piano internazionale, Saddam ha invaso l'Iran (con l'aiuto occidentale) e quando quella guerra comincio' ad andare male si affido' alla armi chimiche (anche qui con l'aiuto occidentale). Ha invaso il Kuwait ed è stato subito respinto. La maggior preoccupazione di Washington subito dopo l'invasione era che Saddam si ritirasse velocemente imponenbdo un governo fantoccio, con la soddisfazione di tutto il mondo arabo (Colin Powell, allora Capo di Stato Maggiore). Il Presidente Bush era preoccupato che l'Arabia Saudita potesse accettare un regime fatntoccio in Kuwait, prima che gli Usa anticipassero il ritiro dell'Iraq. La preoccupazone, in breve, era che Saddam imitasse quello che gli Usa avevano appena fatto a Panama (a parte il fatto che l'America Latina era tutto fuorchè soddisfatta). Dal primo momento
gli Usa sperarono di evitare un tale "scenario d'incubo". Una storia che dovrebbe essere analizzata con più attenzione. I peggiori crimini di Saddam sono stati all'interno, come l'uso di armi chimiche contro i Curdi e il loro sterminio nei tardi anni Ottanta, con torture barbariche e ogni altra forma di crimine immaginabile. Questi sono i principali crimini della lista per cui egli è giustamente condannato. Ma dobbiamo chiederci quanto spesso le denunce appassionate e le eloquenti espressioni di sdegno sono accompagnate da tre piccole parole:" Col nostro aiuto". I crimini erano ben conosciuti da sempre, ma senza alcuna preoccupazione da parte dell'Occidente. Saddam ha ricevuto leggere reprimende. Severe condanne da parte del Congresso, sono state considerate troppo estreme da noti commentatori. Reagan e Bush padre hanno continuato a considerare il mostro come un alleato e valido partner commerciale, malgrado le sue atrocità. Bush ha autorizzato prestiti per l'acquisto di tecnologie avanzate utilizzabili per armi di distruzioni di massa (WMD), proprio nei giorni precedenti l'invasione del Kuwait anche contro le resistenze del Congresso. La Gran Bretagna autorizzava l'esportazione di armi e materiali radioattivi anche pochi giorni dopo l'invasione. Quando Charles Glass, corrispondente ABC ed ora commentatore ZNet, denunciò questo commercio di armi biologiche, le sue rivelazioni furono immediatamente negate dal Pentagono e la storia scomparve. Riapparse quando Saddam commise il suo primo vero crimine, disubbidendo agli ordini Usa (forse equivocandoli) con l'invasione del Kuwait, e si trasformò immediatamente da amico nella reincarnazione di Attila. Le stesse facilitazioni fattegli furono usate per dimostrare la sua natura diabolica. Quando Bush padre
annunciò nuovi regali al suo amico nel dicembre 1989 (anche aiuti agricoli e industriali), si considerò la cosa troppo insignificante. Pochi mesi più tardi, poco prima dell'invasione del Kuwait, una delegazione del Senato, guidata dal futuro candidato presidenziale Bob Dole, visitò Saddam portando i saluti presidenziali e invitandoil brutale assassino di massa a non preoccuparsi per le critiche che sentiva divolgare da reporters cialtroni. Saddam era stato capace di sottrarsi all'accusa di attacco ad un simbolo della marina Usa, la Stark, che ha procurato la morte di dozzine di membri dell'equipaggio. Questo è rimarchevole. La sola altra nazione che ha avuto questo privilegio fu Israele, nel 1967. Per deferenza verso Saddam il Dipartimento di Stato evitò ogni contatto con l'opposizione democratica iraqena, mantenendo questa politica anche durante la guerra del Golfo, mentre Washington autorizzava Saddam a soffocare la ribellione Sciita che avrebbe potuto detronizzarlo - allo scopo dipreservare la "stabilità" spiegò la stampa. Che Saddam sia un grande criminale non c'è dubbio. Questo non cambia il fatto che gli Usa e la Gran Bretagna hano guardato alle sue peggiori atrocità come insignificanti, per la ragion di Statoprima e anche dopo la guerra del Golfo.

2. Guardando al futuro, Saddam è pericoloso come i media dicono?

Non c'è dubbio che il mondo darebbe migliore, se Saddam non ci fosse. Sicuramente l'Iraq vorrebbe che non ci fosse. Ma egli non è pericoloso come quando lo aiutavano gli Usa e la Gran Bretagna, fornendogli tecnologia che poteva usare per fare armi nucleari e chimiche, cosa che probabilmente ha fatto. Dieci anni fa il Comitato del Senato per le audizioni delle banche, rivelò che l'amministrazione Bush dava licenze su tecnologie e "materiali che sono stati più tardi utilizzati dal regime iraqeno per creare armi nucleari e chimiche". Più tardi ci furono altre audizioni, rapporti giornalistici e tesi di laurea su questo tema (oltre che molta letteratura dissidente). La guerra del 1991 fu molto distruttiva, e dopo che l'Iraq è stato devastato da un decennio di sanzioni, che probabilmente hanno rafforzato Saddam (indebolendo ogni possibile resistenza in una società fiaccata), sicuramente si sono ridotte di molto le sue capacità belliche e di supporto al terrorismo. Inoltre, dal 1991 il regime è stato costretto in "no fly zones", regolarmente sorvolate e bombardate, con una sorveglianza molto stretta. E' possibile che i fatti dell'11 settembre l'abbiano ulteriormente indebolito. Se ci sono legami fra Saddam e al-Qaeda, è molto più difficle mantenerli ora che i controlli e la sorveglianza si sono intensificati. Invero, i legami non sono molto probabili. Malgrado enormi sforzi per collegare Saddam all'attacco dell'11 settembre, non è stato trovato niente, il che non sorprende. Saddam e Bin Laden sono stati nemici e non c'è nessuna ragione particolare per supporre che abbiano avuto scambi. La conclusione razionale è che Saddam è forse meno pericolo oggi che prima del 9-11, e molto meno di quando era appoggiato da Usa, Gran Bretagna (e molti altri). Il che solleva alcune domande. Se Saddam è questa minaccia alla civiltà oggi che il mondo è pronto alla guerra, perche' non lo era un anno fa? O peggio, prima del 1990?

3. Come dovremmo trattare la questione della esistenza e dell'uso delle armi di distruzione di massa nel mondo?

Dovrebbero essere eliminate. Il Trattato di non proliferazione impegna i Paesi che possiedono armi nucleari a precedere verso la loro graduale eliminazione. Lo stesso dicono i trattati contro le armi chimiche e biologiche. La principale risoluzione del Consiglio di Sicurezza che rigurada l'Iraq (687, 1991) invita all'eliminazione delle armi
di distruzione di massa in tutto il Medio Oriente, e delle armi chimiche in tutto il pianeta. Bell'invito. L'Iraq non è nella situazione peggiore a questo riguardo. Basta ricordare il generale Lee Butler, capo del Comando Strategico di Clinton (primi anni novanta) che dice:"..è molto pericoloso che nel crogiuolo delle animosità che chiamiamo Medio Oriente, una Nazione sia armata, ostentatamente con riserve di armi nucleari, forse a centinaia, ispirando le altre Nazioni a fare altrettanto". Egli parlava di israele, ovviamente. Le autorità militari isarealiane dichiarano di disporre di forze aeree e terrestri più numerose e più avanzate di quelle della NATO (Yitzhak ben Israel, Ha'aretz, 4-16-02).Esse anche annunciano che il 12% dei loro bombardieri e aerei da combattimento, sono di stanza nella Turchia orientale, a fianco di analoghe forze nelle basi turche, per le necessità di contrastare evevtuali sollevazioni della popolazione curda. L'aviazione di Israele in Turchia effettua voli di ricognizione sui confini iraniani come parte di una strategia Usa-Israelo-Turca per il controllo dell'Iran. E ovviamente dell'Iran. (Robert Olson, Middle East Policy, June 2002). Ireale usa senza dubbio le basi aeree Usa in Turchia, e i bombardieri Usa sono presumibilmente armaticon armi nucleari. Israele è virtualmente una bas militare Usa offshore. E il resto dell'area è armato fino ai denti.

Se l'Iraq fosse governato da Gandhi, svilupperebbe i sistemi d'armamento possibili, forse maggiori di quelli che può permettersi oggi. Questo continuerebbe, forse accelerando, se gli usa prendessero il controllo dell'Iraq. India e pakistan sono alleati Usa, ma stanno marciando verso lo sviluppo di WMD e sono spesso vicine all'uso di armi nucleari. La stessa cosa è vera per gli altri clienti e alleati Usa. Tutto questo continuerà a meno che non si avvii una generale riduzione degli armamenti nell'area. Sarebbe d'accordo Saddam? Non lo sappiamo. Nel gennaio 1991, l'Iraq apertamente offerse di ritirarsi dal Kuwait nel contesto di una negoziazione regionale sulla riduzione degli armamenti, un'offerta che i funzionari del Dipartimento di Stato descrissero come serio e negoziabie. Ma non sappiamo niente su questo, perchè gli Usa respinsero la proposta senza risposta, e la stampa non ne parlò più. E' tuttavia di un certo interesse che a quel tempo - prima del bombardamento - i sondaggi rivelarono che i due terzi degli americanisostenevano la proposta di Saddam, preferendola all'attacco. Se la gente fosse stata informata, la maggioranza sarebbe stata anche maggiore. Sopprimere i fatti è un importante servizio alla causa della violenza. Potevano questi negoziati avere corso? Potrebbero queste idee essere riproposte? L'unico modo di saperlo è tentare.

 

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.