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patti con la Cina di Chalmers Johnson
Ricordo che 40 anni fa, quando ero
un professore appena arrivato che lavorava nel campo delle relazioni
internazionali cinesi e giapponesi, Edwin O. Reischauer disse: il
grande risultato della nostra vittoria del 1945 fu un Giappone disarmato
in maniera permanente. Nato in Giappone e studioso di storia
giapponese ad Harvard, Reischauer è stato ambasciatore a Tokio
sotto le amministrazioni Kennedy e Johnson. Strano a dirsi, dalla
fine della Guerra Fredda nel 1991, e in particolar modo sotto l'amministrazione
Bush, gli Stati Uniti hanno fatto il possibile per incoraggiare e,
talvolta, accelerare il riarmo del Giappone.
Un simile atteggiamento provoca ostilità tra le due superpotenze
dell'Est asiatico, Cina e Giappone, e sabotapossibili soluzioni pacifiche
nelle due aree problematiche: Taiwan e Corea del Nord, residui della
guerra civile cinese e coreana. Crea, inoltre, le basi per un possibile
conflitto cino-americano che gli Stati Uniti perderebbero quasi
sicuramente.
Non è chiaro se gli ideologi e i guerrafondai di Washington
capiscano cosa stanno provocando - un possibile scontro tra la Cina,
l'economia industriale più rapida del mondo, e il Giappone,
la seconda economia più produttiva del mondo (sebbene in leggero
calo). Uno scontro di cui gli Stati Uniti sarebbero i promotori e
in cui verrebbero certamente coinvolti.
Chiariamo il fatto che quando ci si rivolge all'Est Asiatico non si
fa riferimento a una piccola guerra di cambio di regime come quella
che Bush e Cheney vorrebbero. Dopotutto, la caratteristica più
evidente delle relazioni internazionali dell'ultimo secolo è
stata l'incapacità dei poteri ricchi e forti - Gran Bretagna
e Stati Uniti - di risolvere pacificamente la nascita di nuovi centri
di potere in Germania, Giappone e Russia. Il risultato furono due
guerre mondiali sanguinose, una Guerra Fredda di 45 anni tra Russia
e Occidente e innumerevoli guerre di liberazione nazionale
(come quella in Vietnam) contro l'arroganza e il razzismo dell'imperialismo
e il colonialismo europeo, americano e giapponese.
Il problema più grande per il XXI secolo è verificare
se questa letale incapacità di adattarsi ai cambiamenti nella
struttura del potere globale può essere superata. Finora i
segnali sono negativi. Stati Uniti e Giappone, la versione attuale
delle ricche potenze di un tempo, possono risolvere l'emergenza della
Cina - la civiltà più antica, di imperitura esistenza
- questa volta in qualità di superpotenze moderne? O la crescita
della Cina verrà segnata da una nuova guerra mondiale, laddove
le pretese della civiltà europea nelle sue proiezioni americane
e giapponesi finiranno per essere frantumate? Questa è la posta
in gioco. (Traduzione di
Nuovi Mondi Media)
Continua >>>>>
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