Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.

 


La democrazia tradita (Mircea Meti)

La democrazia è un sistema formale di organizzazione della società, basato sul principio della maggioranza. I sistemi precedenti erano basati su principi diversi come la violenza, l'eredità, l'oligarchia o l'investitura divina. Non si tratta di fare retorica: la democrazia è l'organizzazione che sembra meno fallibile, più efficiente, più giusta delle precedenti.

La democrazia si fonda sull'idea che un popolo debba regolarsi come la sua maggioranza ritiene giusto. Il principio ha via via assunto dei limiti fra i quali il rispetto di regole-quadro chiamate costituzioni, il diritto alle libertà fondamentali, il rispetto delle minoranze. Insomma, la maggioranza può decidere, attraverso i suoi rappresentanti, tutto ciò che sta entro i limiti suddetti. Non può cambiare da sola la costituzione. Non può andare contro l'habeas corpus: cioè non può imprigionare a piacere chi vuole. Non può perseguitare le minoranze o il dissenso in quanto tali.

Ogni Paese ha una sua Carta fondamentale (che si chiami o no Costituzione) che prevede istituzioni e procedure di funzionamento, il rispetto delle quali non è solo un fatto di bon ton, ma è l'essenza stessa del patto sociale che supporta la forma democratica. Tutta questa architettura è pensata a prescindere dalle transitorietà storiche, cioè qualsiasi siano le maggioranze che vanno a crearsi nei popoli nei diversi momenti storici. E' cruciale che tutti rispettino le istituzioni e le procedure proprio perchè ogni deroga autorizza chiunque a ripeterla. Se una maggioranza, in un certo momento storico, travisa o tradisce un'istituzione, autorizza anche la minoranza a farlo, da subito o una volta diventata maggioranza.

Allora, non possiamo non chiederci che ruolo hanno la minoranza e il dissenso in democrazia, se la maggioranza può decidere tutto ciò che sta al di qua dei limiti fondamentali. Non va dimenticato che in democrazia una maggioranza parlamentare è data dal libero voto dei cittadini, e che dunque essa rappresenta un numero di cittadini maggiore di quello rappresentato dalle minoranze. Il gioco democratico sostanziale imporrebbe che la maggioranza, in quanto tale, abbia il diritto ma anche il dovere di guidare il paese nella direzione che ha scelto. Un premier, un ministro, un gruppo di parlamentari possono essere stupidi o disonesti, ma il punto è che rappresentano (finchè stanno al loro posto) la maggioranza dei cittadini. Insultare i primi significa anche insultare i secondi. Impedire ai primi di fare ciò che legalmente è possibile, significa anche negare la sovranità dei secondi. Il ruolo della minoranza e del dissenso può essere quello del convincimento, del rallentamento, della negoziazione, ma mai quello dell'impedimento. Questo perchè domani maggioranza e minoranza possono essere l'inverso di quello che sono oggi. Impedire alla maggioranza oggi di fare ciò che ha scelto, significa consentirle di fare altrettanto quando sarà minoranza. Il risultato complessivo di questo processo ostativo è la paralisi di tutte le istituzioni, a prescindere dalla maggioranza esistente in un certo periodo storico. Un sistema scelto per la sua maggiore efficienza e giustizia rispetto ai precedenti, può diventare meno efficiante e meno giusto anche si alcuni di quelli.

Basti un esempio semplice. In una comitiva si crea un grande dibattito sul fatto che si debba andare da Roma a Torino oppure a Venezia. Si vota, e la maggioranza sceglie Torino. La minoranza che preferiva Venezia può convincere la maggioranza a fare il viaggio in tappe lente; o a fare soste o deviazioni per Firenze o Genova. Può chiedere che il sacrificio di andare un una città non condivisa sia compensato da una colazione più ricca pagata dalla maggioranza. Può anche chiedere che il prossimo viaggio sia a Venezia. Quello che non può fare è sabotare il treno, o qualsiasi altra cosa che impedisca di arrivare prima o poi a Torino, perchè è lì che la maggioranza vuole andare e perchè la democrazia per definizione è un sistema cea concede alla maggioranza più peso che alla minoranza. Impedire l'arrivo a Torino, anche con mezzi legali, significa autorizzare la maggioranza a sabotare il prossimo viaggio. In sostanza significa paralizzare la comitiva o scioglierla.

Gli ammiratori di un Presidente Napolitano che si pone in un ruolo "magistrale" invece che neutrale, devono rendersi conto che stanno autorizzando allo stesso ruolo interventista anche il prossimo Presidente che potrebbe anche essere un Casini, o addirittura un Berlusconi. Gli amici di un Fini che presiede la Camera come un attivo oppositore della maggioranza, devono pensare che stanno creando un precedente che potrebbe essere sfruttato da una futura Presidenza, magari in mano a Bossi o Grillo. Quelli che ripetono il mantra che un Governo con solo 10 voti di maggioranza non può governare, pensano di poter dare vita in Italia a un Governo con 100 voti di maggioranza ? Dovrebbero rendersi conto che autorizzano l'opposizione che avranno quando saranno loro in maggioranza, a fare altrettanto. Gli entusiasti fans dei magistrati inquirenti e del Cms, dovrebbero ricordare che per quasi metà del XX secolo sia i primi che i secondi erano al servizio della maggioranza e che ci vuole poco perchè si torni alla persecuzione delle opposizioni per via giudiziaria. Gli abitanti della Val di Susa hanno probabilmente ragione, ma sono in minoranza visto che sia la maggioranza al governo sia l'opposizione hanno deciso di fare quella maledetta ferrovia veloce. Il comportamento dei NoTav può essere giustificato da mille punti di vista, ma autorizza ogni comunità locale a sabotare una decisione presa a maggioranza anche in futuro, quando magari al governo ci saranno solo ambientalisti.

Interpretare la democrazia come un gioco di veti e negazioni rende inutile sforzarsi di diventare maggioranza, e rende inutile votare. Giocare alla negazione delle scelte della maggioranza significa tradire la democrazia e trasformarla in un'organizzazione inefficiente, ingiusta e più fallibile.