Londra.
Un tranquillo week-end di terrore: cronache dalla guerra
infinita
(Sbancor - dello stesso autore v.anche 1
- 2 -
3 - 4 - 5
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Questa settimana Roma già era vuota. E io comunque
non ho più molti amici. Alla fine eravamo in due
a commentare la situazione internazionale. Entrambi praticavamo
il cinismo: l'ultima arma degli intellettuali
contro l'orrore che avanza.
Alla mia battuta che Bernard Henry Levy aveva ragione
quando aveva detto che il Libano era come la Spagna del
'36, ma che come avenne anche nel '68 si era messo dalla
parte sbagliata della barricata e che
il Libano era veramente la speranza di fermare la guerra
al terrorismo, prima che diventasse la III guerra mondiale,
il mio amico rispose con il suo accento barese" Ehi
bast n'attentado d'Al Cheda e ricomincia a' cummedia!"
Il giorno dopo leggevo della "strage evitata"
all'Areoporto di Londra. Rapidamente costruivo la griglia
delle possibilità: 1) Al Qaeda alleata agli Sciti
di Hezb, non assolutamente impossibile, ma molto bassa:
non sopra il 5%. 2) I sunniti di Al Qaeda che vogliono ritornare
al centro dell'attenzione delle masse mussulmane, rimaste
impressionate dalla capacità di resistenza di Hezb.
Probabilità media 25%. 3) Ipotesi complottista pura:
Al Qaeda ha sede a Langley, Virginia molto bassa 5%. 4)
Ipotesi semi complottista tratta da "John Le Carré,
in Amici Assoluti". La polizia inglese e l'MI5 tenevano
d'occhio la situazione da un lungo tempo, in parte forse
l'avevano agevolata attraverso l'I.S.I, il servizio segreto
pakistano, l'altro ieri anti-russo e filoamericano, ieri
molto vicino ai talebani e oggi "filoamericano".
Un complesso intreccio di istigazione e repressione, si
controlla, ma non si arresta, si provoca e poi decide quando
frenare.
Fino a far scoppiare il caso nel giorno migliore: il Giorno
prima che all'Onu si parlasse del Libano, con gli anglo-americani
in difficoltà. " La lotta è contro i
fascisti islamici," ha dichiarato George Bush che come
è noto è ebreo e comunista. A questa ipotesi
do il 65% di probabilità. Tanto non lo sapremo mai.
Il capo della Polizia inglese dichiara che per le indagini
ci vorranno mesi. Dopo la Guerra Infinita siamo all'Indagine
Infinita!
Richiamo il mio amico. Cercavamo una risposta al disastro
mediorientale. Ci ripetevamo la guerra essere la forma naturale
di una economia in crisi da sovrapproduzione, e cinicamente
osservavamo che i morti in fondo sono ancora pochi, rispetto
alle grandi guerre dell'800 e del '900. In qualche modo
è dal 2001 che gli USA stanno evitando una crisi
peggiore di quella del 1929.
Certo sono costretti a creare una bolla speculativa dietro
l'altra, dalle azioni "new economy", alla Enron,
dai mutui fondiari ai derivati, fino ai metalli ed al petrolio.
Tutto per evitare la "trappola della liquidità"
e rinviare il riequilibrio della propria bilancia commerciale.
Così vivono al di sopra delle proprie possibilità.
E finché l'economia tira cosa sono i centomila morti
iracheni, i cinquantamila afgani, i mille libanesi? (dei
palestinesi
credo essersi persa ormai qualsiasi contabilità).
Uscire dalla crisi del 1929 costò una cifra assai
più alta in termine di vite umane: 25 milioni di
militari e 37 milioni di civili.
La forma moderna della guerra rifugge dallo "scontro
interimperialistico" globale del '900: è una
rete logica di guerre locali, basate su concetti arcaici:
etnie, religioni, interessi economici locali.
E' una guerra infinita per definizione, in quanto il suo
compito è regolare le asimmetrie economiche e sociali.
Per questo è stata creata. La "Guerra Infinita"
è generalmente una guerra a bassa intensità
e asimmetrica. Un "guerra infinita" non si può
vincere, come giustamente ha notato Franco Berardi "Bifo".
L'intelligenza del conflitto, cioè il suo valore
aggiunto è affidato non più agli stati nazionali,
ma alle "corporations" coordinate da organismi
internazionali: enti inutili, e spesso dannosi, come la
Nato e L'OSCE. A volte va legittimata dall'ONU, altre no.
In gran parte anche gli eserciti vengono privatizzati: in
Iraq i "mercenari" sono il terzo contingente della
coalizione, ma presto potrebbero superare anche le truppe
di sua maestà.
La Guerra Infinita richiede una forte manipolazione mediatica:
l'umano che ancora ci abita si renderebbe subito conto della
follia medioevale di queste mattanze. Intossicare, mentire
spudoratamente, contraddire
con violenza qualsiasi opinione diversa, screditare ogni
visione alternativa. Le parole diventano ossessive. Le immagini
ripetitive. Le frasi fatte. Sarebbe errato attribuirlo alla
cretinaggine dei giornalisti, che pure di questa dote non
sono sprovvisti, anzi. No, questo è "lavaggio
del cervello". Goebbels era un dilettante al
confronto. Bisogna risalire a Pulitzer e a Hearst durante
la guerra fra l'America e la Spagna per la "liberazione"
di Cuba e delle "Filippine", per trovare qualcosa
di simile. Compreso l'autoaffondamento del "Maine"
nel porto dell'Avana.
Ma questo non si può dire: appartiene alla "teoria
del complotto".
I giornalisti indipendenti presenti nei teatri di guerra
vengono fucilati sul campo come traditori. E, in effetti,
essi tradiscono davvero lo spirito della Guerra Infinita.
Si arriva all'assurdo che mentre giornali israeliani come
Haaretz e Mavir dichiarano la sconfitta militare nella guerra
ad hezbollah, i nostri inviati, accucciati dietro i carri
Merkaza descrivono avanzate degne del Feldmaresciallo Guderian!
Il Libano del 1976 fu forse il primo esempio di "Guerra
Infinita". Una guerra combattuta interamente da "milizie",
senza che l'esercito regolare entrasse mai in campo. Una
guerra che si rinnovava continuamente, in cui le alleanze
cambiavano quasi settimanalmente, in cui i massacri venivano
ricordati solo da chi li aveva subiti. Qualcuno ricorda
Damour? O i villaggi dello Chouf, o le guerre fra milizie
cristiane ed il massacro dell'intera famiglia Chamoun? Leaders
da operetta come Walid Jumblatt, come Geagea, come l'avvocato
Berri, il generale Lahoud, fino allo stesso Yasser Arafat,
che dopo aver contribuito in modo non secondario alla distruzione
di Beirut se ne scappò con il lasciapassare israeliano,
abbandonando il suo popolo a
Sabra e Chatila.
Lì dove le milizie maronite guidate da Hobeika,
illuminate dalle fotoelettriche israeliane del Generale
Sharon fecero il lavoro sporco. Qualche anno fa Hobeika
voleva testimoniare contro Sharon. La sua macchina esplose,
come tante macchine a Beirut.
Il Libano del 2006 è diverso. Forse è davvero
la Spagna del '36. Ci sono pure degli anarchici, insieme
a comunisti, gay, pacifisti che organizzano scuole e assistono
13.000 sfollati: (www.samidoun.org)
C'è la Caritas e la Mezzaluna Rossa. Ci sono pacifisti
che vogliono organizzare una carovana di aiuti per il Sud.
Bisogna aiutarli. Il comportamento dell'Europa è
miserabile. Stiamo assistendo alla distruzione di Tiro,
Sidone, Beirut Sud, di migliaia di villaggi come ieri i
francesi e gli inglesi guardavano a Guernica!
Una guerra totale condotta dal cielo in seguito a una scaramuccia
di confine con un gruppo di guerriglieri? Milosevic è
andato davanti alla Corte dell'Aja per molto di meno in
Kossovo! Gli hezbollah possono
resistere mesi a sud del Litani, ma il Libano intanto sta
morendo E se gli hezb dovessero vincere "da soli"
avremo la Repubblica Islamica del Libano. Bel risultato!
Che qualcuno lo spieghi a Fiamma Nirenstein!
Gli Israeliani, d'altra parte, ormai ragionano come uno
"Stato Arabo", come Saddam con i Curdi, come i
Turchi con gli Armeni, come i Pakistani con gli Sciti .
Penso che gran parte dello spirito di Spinoza, di Freud,
di Marx, di Thomas Mann di Einstein di Hanna Arendt sia
stato disperso per sempre sotto il paradosso più
folle che il novecento abbia trasmesso al 2000: l'idea della
superiorità della razza e della nazione israeliana
(mi rifiuto, per vecchio antifascismo, di chiamarla ebrea!).
Lo si vede nella politica degli "omicidi mirati",
nelle "punizioni collettive", nei "bombardamenti
indiscriminati", lo si legge nei volantini che ordinano
agli abitanti
di un paese sovrano di abbandonare le proprie case, lo si
capisce daun lessico militare degno del Colonnello Kappler!
Lo si legge infine nelle dichiarazioni che non tutte le
morti sono uguali: i morti per "terrorismo" valgono
di più, mentre quelli sepolti sotto le macerie della
loro casa sono meno importanti: lo ha detto il rappresentante
USA all'Onu, John Bolton.
Ma se non fermiamo ora la "guerra al terrorismo",
nella forma inutile e tragica che ha preso in Afghanistan,
Iraq, Palestina e ora Libano, la Guerra Infinita si alimenterà
per decenni da sola, senza neanche più bisogno dei
servizi americani. Regolando forse gli squilibri commerciali
e finanziari degli USA, ma rendendo questo mondo assai meno
degno di essere vissuto da parte dei suoi abitanti. (Fonte:
Information Guerrilla)
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