E
nel 1921 - quando gli scontri
tra le due etnie, quella ebraica
e quella arabo-palestinese si
intensificano - che i leader storici
del movimento sionista (tra i
quali Ben Gurion, futuro
premier dello Stato di Israele)
decidono di dar vita a un'organizzazione
paramilitare di difesa popolare,
Haganah: le promesse
inglesi fatte in tempo di guerra
(la prima guerra mondiale) restavano,
infatti, lettera morta.
Prende così lavvio quella
che sarà una interminabile lotta
tra due popoli, una lotta senza
soluzioni di continuità, né, purtroppo,
interventi internazionali degni
di tale nome.
Il movimento armato di lotta ebraico
in Palestina si organizza lungo
tre direttrici, diversificate
non tanto dall'obiettivo politico,
quanto da differenti scelte strategiche.
Così, accanto alla pura e semplice
autodifesa organizzata dall'Haganah
- con militanti provenienti da
questa organizzazione - un altro
dei leader storici, Vladimir
Jabotinski, che fin dagli
anni Venti aveva costituito un
Movimento Sionista Revisionista,
fonda una vera e propria organizzazione
segreta combattente, l'Irgun
Zvai Leumi (Organizzazione
Militare Nazionale), che agisce
a partire dal 1937. Inquadrato
secondo una rigida ed estremistica
disciplina militare, l'Irgun
viene quasi subito condannata
dall'ala democratica dello stesso
movimento sionista, che tuttavia
stava cominciando a subire in
Europa la più terribile condanna
che a un popolo possa essere inflitta:
la persecuzione razziale, che
avrebbe raggiunto nella Germania
hitleriana le dimensioni allucinanti
rivelate dalla scoperta dei forni
crematori alla fine della seconda
guerra mondiale.
Quando nel 1939 la Gran
Bretagna decide di bloccare l'immigrazione
ebraica in Palestina, ai 450.000
residenti appare logico incrementare
le forme organizzative paramilitari,
alcune di contenuto terroristico,
allo scopo di mantenere gli insediamenti
già realizzati (i kibbuz) e difenderli
dagli attacchi arabi.
Lo spirito di moderazione dell'Haganah
è così facilmente scavalcato dalla
determinazione dell'Irgun
che trasforma le sue azioni terroristiche,
adattandole ad un duplice scopo:
opporsi alla resistenza araba
e risvegliare la combattività
e lo spirito di ribellione della
popolazione ebraica, al fine di
suscitare in essa anche la consapevolezza
nazionale e unitaria.
LIrgun passa così
ad azioni su vasto raggio, come
quando il 27 febbraio 1939,
nello spazio di un'ora, semina
il terrore contemporaneamente
in diversi villaggi e nei quartieri
arabi delle città.
Lo scontro è ormai aperto: in
Palestina si combatte una guerra
che si sarebbe innestata nel più
grande conflitto militare della
storia, la seconda guerra mondiale.
Allo scoppio della guerra in Europa,
l'Agenzia ebraica propone di contribuire
allo sforzo bellico antinazista
costituendo, sotto la bandiera
britannica, una Brigata ebraica
di 130.000 combattenti: nella
brigata entrano a far parte molti
giovani che, sfuggiti alle persecuzioni,
erano emigrati clandestinamente
in Palestina e persino i terroristi
che erano stati incarcerati dagli
inglesi vengono liberati. |
Tra
questi ultimi c’è Abraham
Stern, un ebreo
polacco nato nel 1907,
di tendenze estremistiche,
non privo di simpatia
per la personalità trascinante
di Benito Mussolini.
Egli è destinato a incarnare
una terza posizione
nel quadro della strategia
del terrorismo ebraico
per la formazione dello
Stato: e se l'azione
dell'Irgun si
distacca dall'Haganah
per la maggior aggressività
militare e in ogni caso
per la sfiducia nella
trattativa e nella diplomazia,
così la Banda
Stern (che agirà
con questo nome anche
dopo la morte del fondatore,
avvenuta il 12 febbraio
1942, dopo una spietata
caccia all'uomo da parte
delle forze britanniche)
sarebbe rimasta nel
ricordo dei sopravvissuti
come la versione più
violenta ed efferatamente
terroristica dell'intero
movimento.
Alcune tappe segnano,
con il sangue, le ulteriori
vicende della lotta
armata ebraica. Nel
1940 sono terroristi
ebrei a portare a termine
un’azione di assoluto
cinismo: l’affondamento
della nave Patria,
carica di immigrati
ebrei clandestini, con
la finalità di alimentare
il fuoco antiarabo ed
antibritannico. Le vittime
sono 252. E 254 sono
i cadaveri contati tra
le macerie del villaggio
arabo di Deir Yassin,
raso al suolo dai guerriglieri
ebrei.
Il 24 febbraio 1942
un’altra nave, carica
di quasi ottocento profughi
ebrei, respinta dai
porti mediorientali,
affonda con tutto il
suo carico umano. Da
allora la Banda Stern
ha un solo obiettivo:
colpire il presunto
responsabile della decisione,
l'alto commissario britannico
Mac Michael.
Non vi riuscirà; sarà
invece lord Moyne,
segretario di Stato
inglese, a essere abbattuto
al Cairo il 6 novembre
1944.
L'azione più impressionante
è l'attentato
al King David Hotel
di Gerusalemme, sede
dei quartier generale
inglese. E’ il 22
luglio 1946 e le
quasi 200 persone colpite
sono tra le prime vittime
del dopoguerra. Tra
i capi del commando
era anche Menachem
Begin, ai giorni
nostri ben più noto
per essere stato primo
ministro di Israele
e per aver condotto
le prime trattative
di pace con il presidente
egiziano Sadat
(il che varrà a entrambi
il premio Nobel nel
1978).
Come nascondersi, allora,
che il terrorismo può
essere vincente?
Israele sarebbe nato
senza la disperata lotta
ed il sacrificio dei
suoi terroristi?
Fonte
: Luigi Bonanate – Terrorismo
Internazionale, pp.
54-58 – Giunti editore
1994 /
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L’HAGANAH
L’IRGUN
LA BANDA STERN
IL MOVIMENTO DI RESISTENZA EBRAICO
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