Non c'è paese, per quanto insignificante possa essere,
che sia esonerato da questo trattamento. Anzi, sono proprio gli stati più
deboli e più poveri che spesso scatenano le peggiori reazioni isteriche.
Consideriamo, ad esempio, il Laos negli anni '60, probabilmente il paese
più povero del mondo. La maggior parte dei suoi abitanti non sapeva
nemmeno che esistesse qualcosa chiamato Laos: sapeva solo di vivere in un
piccolo villaggio che vicino c'era un altro piccolo villaggio.
Ma non appena laggiù iniziò a svilupparsi una
rivoluzione sociale a livello di base, Washington sottopose il Laos ad un
sanguinoso "bombardamento segreto", praticamente cancellando dalla
faccia della terra vaste regioni abitate nel corso di operazioni che, come
fu riconosciuto in seguito, non avevano nulla a che vedere con la guerra
che gli Usa stavano combattendo nel Vietnam del Sud.
Grenada ha un centinaio di migliaia di abitanti che producono un po' di
noce moscata, ed è difficile trovarla sull'atlante. Ma quando lì
si iniziò a realizzare una modesta rivoluzione sociale, Washington
si mosse con grande rapidità per sventare la minaccia.
Dalla rivoluzione bolscevica del 1917 fino al crollo dei governi
comunisti in Europa Orientale alla fine degli anni '80, fu possibile giustificare
qualunque attacco americano con la necessità di doversi difendere
dalla minaccia sovietica. Perciò quando gli Stati Uniti invasero
Grenada nel 1983, il capo degli Stati Maggiori Congiunti spiegò che,
nell'eventualità di attacco sovietico in Europa Occidentale, una
Grenada ostile avrebbe potuto intercettare le forniture petrolifere dai
Caraibi all'Europa e noi non saremmo stati in grado di difendere i nostri
alleati in difficoltà. Oggi tutto ciò suona ridicolo, ma questo
genere di storie serve a mobilitare il consenso popolare in favore di aggressioni,
dell'uso del terrore e della sovversione.
L'attacco al Nicaragua venne ad esempio giustificato con la pretesa che,
se "loro" non fossero stati bloccati in patria, avrebbero oltrepassato
il confine ad Harlingen, in Texas - che è a soli due giorni di macchina.
(Per la gente più smaliziata erano disponibili varianti più
sofisticate, ma altrettanto fantasiose.)
In realtà, per quanto riguarda l'economia americana, il Nicaragua
potrebbe anche sparire e nessuno se ne accorgerebbe. Lo stesso vale per
il Salvador. Ma entrambi sono stati sottoposti ai sanguinosi attacchi degli
Usa, al prezzo di centinaia di migliaia di vite umane e di molto miliardi
di dollari.
C'è una ragione per tutto ciò. Più debole
e più povero è una paese, e più diventa pericoloso
come esempio. Se un piccolissimo e povero paese come Granada riesce a garantire
una vita migliore al suo popolo, qualche altro stato con maggiori risorse
potrebbe chiedersi "perché noi no?".
Questo è stato vero anche nel caso dell'Indocina, che è piuttosto
grande e possiede delle risorse significative. Benché Eisenhower
ed i suoi consiglieri abbiano fatto un gran chiasso a proposito del riso,
dello stagno e della gomma,la vera paura era che se il popolo dell'Indocina
avesse ottenuto indipendenza e giustizia, il popolo della Thailandia avrebbe
voluto imitarlo; e se avesse funzionato lì, ci avrebbero provato
anche in Malaysia, e ben presto l'Indonesia avrebbe intrapreso il cammino
dell'indipendenza, e a quel punto una porzione significativa della Grande
Area sarebbe andata perduta.
Se si persegue un sistema globale subordinato agli interessi degli investitori
americani, non si può consentire che qualche pezzo se ne vada per
conto suo. Colpisce pensare come tutto questo sia chiaramente esplicitato
nei documenti ufficiali - persino nei documenti pubblici dell'epoca. Pensiamo
al Cile di Allende.
Il Cile è un paese decisamente grande, che possiede
numerose risorse naturali ma, anche in questo caso, se fosse divenuto indipendente
certamente gli Stati Uniti non sarebbero crollati. Perché invece
erano tanto preoccupati? Secondo Kissinger, il Cile era un "virus"
che avrebbe "infettato" la regione, e i suoi effetti si sarebbero
sentiti fino in Italia.
Nonostante 40 anni di operazioni della Cia, l'Italia aveva ancora un movimento
operaio. Un governo socialdemocratico che avesse riportato dei successi
in Cile, avrebbe inviato agli elettori italiani il messaggio sbagliato.
E se questi si fossero fatti strane idee come, ad esempio, prendere il controllo
del loro paese e ridare vita ai movimenti dei lavoratori che la Cia aveva
minato negli anni '40?
Gli strateghi americani, dal segretario di Stato alla fine degli anni '40,
Dean Acheson, fino all'attuale, hanno sempre ammonito che "una mela
marcia può guastare il cesto". Il rischio è che il "marcio"
- lo sviluppo sociale ed economico dei paesi subordinati - possa espandersi.
La "teoria della mela marcia" è data in pasto al pubblico
come teoria del dominio. La versione usata per spaventare l'uomo della strada
vede Ho Chi Minh che sale su una canoa e sbarca in California, e così
via. Magari alcuni leader americani credono a queste scemenze - è
possibile - ma i lucidi strateghi certamente no. Essi capiscono che l'autentica
minaccia viene dal "buon esempio".
A volte il nocciolo della questione viene spiegato con grande
chiarezza. Quando, nel 1954, gli Stati Uniti stavano progettando rovesciare
la democrazia guatemalteca, un funzionario del Dipartimento di Stato sottolineò
che "il Guatemala è diventato una minaccia sempre più
pericolosa per la stabilità dell'Honduras e del Salvador. La sua
riforma agraria è una potente arma di propaganda; il suo vasto programma
sociale di aiuti ai lavoratori e ai contadini in una lotta vittoriosa contro
le classi dominanti e le grandi multinazionali esercita un potente fascino
sulle popolazioni vicine all'America Centrale, dove le condizioni sono molto
simili".
In altre parole, quel che vogliono gli Usa è la "stabilità",
intendendo con essa la protezione delle "classi dominanti e delle grandi
società straniere". [11] Se tale obiettivo
può essere conseguito con i convenzionali strumenti democratici,
bene; altrimenti, la "minaccia per la stabilità" rappresentata
dai buoni esempi deve essere distrutta prima che il virus infetti qualcun
altro.
Ecco perché anche la più piccola macchiolina costituisce una
grave minaccia, e può essere necessario cancellarla.
11. Peiro Gleijeses, Shattered Hope, Princeton University Press, 1991, pp. 125, 365.
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