Nonostante quanto si è tentato di farci credere, la
sicurezza nazionale non è mai stata una delle preoccupazioni principale
degli strateghi degli alti funzionari americani. Il dato storico lo conferma
chiaramente. Solo pochi tra gli analisti più seri si sono mostrati
in disaccordo con la posizione di George Kennan, per cui "non è
la potenza militare dei russi a minacciarci, è la loro influenza
politica" (ottobre 1947); o con la radicata convinzione del presidente
Eisenhower, secondo la quale i russi non avrebbero mai tentato alcuna conquista
dell'Europa Occidentale e che il ruolo principale della Nato fosse quello
di "coagulare intorno a sé un sentimento di fiducia nelle popolazioni
a rischio; una fiducia che li renderà più fermi, dal punto
di vista politico, nel ribellarsi all'avanzata comunista".
Allo stesso modo, gli Usa hanno respinto ogni tentativo di soluzione pacifica
alla Guerra Fredda, perché essa avrebbe lasciata intatta la "minaccia
politica". Nella sua storia delle armi nucleari, McGeorge Bundy scrive
che non gli "risulta sia stata fatta alcuna seria proposta contemporanea...
perché i missili balistici fossero in un modo o nell'altro banditi,
tramite un accordo, prima che venissero dispiegati", e ciò anche
se essi rappresentano la sola potenziale minaccia militare verso gli Stati
Uniti. È stata sempre la minaccia "politica" del cosiddetto
"comunismo" la loro preoccupazione principale.
(Ricordo qui che "comunismo" è un termine
assai vasto, che comprende tutti coloro che hanno "l'abilità
di ottenere il controllo sui movimenti popolari... cosa che noi non siamo
in grado di imitare", come ebbe a lamentarsi, in privato, il segretario
di stato John Foster Dulles parlando con il fratello Allen, direttore della
Cia. E aggiunse poi: "Essi esercitano il loro fascino sui poveri che,
in fondo, hanno sempre voluto derubare i ricchi". Perciò devono
essere sconfitti: per proteggere la nostra dottrina, seconda la quale sono
i ricchi che devono depredare i poveri.) [32]
Naturalmente, sia gli Usa che l'Urss avrebbero preferito la semplice scomparsa
dell'avversario. Ma poiché questo avrebbe implicato, ovviamente,
l'annientamento reciproco, fu instaurato un sistema di gestione globale,
chiamato Guerra Fredda. [33]
Secondo l'opinione convenzionale, la Guerra Fredda sarebbe stata un conflitto
tra due superpotenze, originata dall'aggressività sovietica, nella
quale noi americani cercavamo di costituire una barriera per l'Urss al fine
di proteggere il mondo da essa. Se tale opinione rappresenta una dottrina
teologica, un dogma di fede, non occorre stare a discuterne. Se esse intende
invece gettare qualche lume sulla storia recente, possiamo facilmente sottoporla
a verifica, tenendo a mente un semplicissimo fatto: se si vuol capire la
Guerra Fredda, bisogna osservare gli avvenimenti che hanno caratterizzato
quel periodo. Così facendo, il quadro che ne emerge è profondamente
diverso.
Per quanto riguarda l'Unione Sovietica, gli avvenimenti caratterizzanti
la Guerra Fredda sono stati i ripetuti interventi in Europa Orientale: carri
armati a Berlino Est, a Budapest ed a Praga. Tali interventi ebbero luogo
lungo la via che, solo per tre volte in questo secolo, era stata utilizzata
per attaccare e quasi distruggere la Russia. L'invasione dell'Afghanistan
è il solo esempio di intervento al di fuori di tale percorso, ed
anch'esso è avvenuto sul confine sovietico.
Per quanto riguarda gli americani, essi sono invece intervenuti in tutto
il mondo, un dato che riflette lo status raggiunto dagli Usa di prima potenza
realmente globale della storia.
Sul fronte interno, la Guerra Fredda aiutò l'Unione
Sovietica a rafforzare il potere sulla propria classe dirigente di stampo
militar-burocratico, e offrì agli Stati Uniti la maniera di per forzare
l'opinione pubblica interna a finanziare l'industria ad alta tecnologia.
Non è facile dare a bere tutto questo alla propria popolazione. La
tattica utilizzata fu la stessa di sempre: la paura del grande nemico.
La Guerra Fredda servì anche a questo scopo. Non importa quanto fosse
assurda l'idea che l'Unione Sovietica, con i suoi tentacoli, stesse per
strangolare l'Occidente: l' "Impero del Male" era effettivamente
un male, era un impero, ed era brutale. Ciascuna superpotenza controllava
il nemico principale - cioè la propria popolazione - terrorizzandola
con i crimini (abbastanza reali) dell'altra.
Da molti punti di vista fondamentali, perciò, la Guerra Fredda rappresentò
una sorta di tacito accordo tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti, grazie
al quale gli Usa potevano condurre le loro guerre nel Terzo Mondo e controllare
gli alleati in Europa, mentre i governanti sovietici mantenevano una presa
ferrea sul loro impero interno e sui paesi satelliti dell'Europa dell'Est
- e ognuna delle due parti si serviva dell'altra per giustificare la repressione
e la violenza nei propri domini.
Allora perché la Guerra Fredda è finita, e in che modo questa
fine ha cambiato le cose? Già negli anni '70, le spese militari sovietiche
andavano riducendosi, mentre crescevano i problemi interni, con il ristagno
dell'economia e l'aumento delle pressioni per mettere fine al duro regime
interno. Sul piano internazionale il potere sovietico era di fatto in declino
da circa trent'anni, come dimostra un documento del Centro Informazioni
per la Difesa del 1980. Non molti anni più tardi, il sistema sovietico
crollerà del tutto. La Guerra Fredda si concluderà con la
vittoria di quello che è sempre stato il giocatore più ricco
e più potente. Il crollo dell'Urss fa parte della più generale
catastrofe economica che caratterizza gli anni '80, e che ha devastato in
realtà più il Terzo Mondo controllato dall'Occidente che non
l'impero sovietico.
Come abbiamo già osservato, la Guerra Fredda aveva
molti dei tratti che caratterizzano il conflitto Nord-Sud (per usare l'eufemismo
contemporaneo con cui si descrive la conquista europea del mondo). Molta
parte dell'impero sovietico era costituita dalle ex dipendenze semi-coloniali
dell'Occidente. L'Urss aveva intrapreso una via indipendente, fornendo assistenza
ai possibili obiettivi degli attacchi occidentali e fungendo da deterrente
contro la peggior violenza degli Usa e dell'Europa. Con il crollo del regime
sovietico, la maggior parte della regione tornerà con ogni probabilità
al proprio stato tradizionale, con gli ex burocrati della nomenklatura a
interpretare il ruolo delle élite del Terzo Mondo, che si arricchiscono
servendo gli interessi degli investitori stranieri.
Tuttavia, mentre questa particolare fase si è conclusa, il conflitto
tra Nord e Sud prosegue. Uno dei concorrenti può essersi chiamato
fuori ma l'altro, gli Usa, continua come prima - anzi, più liberamente
di prima, ora che la deterrenza sovietica appartiene al passato. Non dovrebbe
aver soppresso nessuno che George Bush abbia celebrato la fine simbolica
della Guerra Fredda, ovvero la caduta del Muro di Berlino, invadendo immediatamente
Panama e dichiarando forte e chiaro che gli Usa avrebbero rovesciato il
risultato delle elezioni in Nicaragua, mantenendo lo strangolamento economico
e l'attacco militare, a meno che non vincessero i "nostri".
Ed Elliott Abrams non ha avuto bisogno di eccezionali doti
di perspicacia per osservare che l'invasione americana di Panama costituiva
qualcosa di nuovo, perché aveva potuto essere portata a termine senza
il timore di una reazione sovietica in qualunque altra parte del mondo;
lo stesso vale per i numerosi opinionisti che durante la Crisi del Golfo
sottolinearono che ora Usa e Gran Bretagna erano libero di fare un uso illimitato
della forza contro i nemici del Terzo Mondo, dal momento che non erano più
frenati dal deterrente sovietico.
Naturalmente, la fine della Guerra Fredda porta con sé anche qualche
problema. Soprattutto per quanto riguarda la tattica per il controllo della
popolazione interna, che ha dovuto subire dei cambiamenti. Un problema che,
come abbiamo già visto, è emerso alla fine degli anni '80.
Se è reso necessario inventare nuovi nemici. Ed è divenuto
più difficile nascondere il fatto che i veri nemici sono, da sempre,
"i poveri che vogliono derubare i ricchi" - soprattutto quei miscredenti
del Terzo Mondo che cercano di sfuggire al loro ruolo di servi.
32. Telefonata di John Foster Dulles ad Allen Dulles, 19 giugno
1958 riportata in "Minutes of Telephone Conversations of John Foster
Dulles and Christian Herter", nella biblioteca Dwight D. Eisenhower
di Abilene, Kansas. Citato in "A View from Below", Diplomatic
History, inverno 1992.
33. Chomsky, Turning the Tide, cap. 4; Deterring Democracy.
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