La democrazia è la caricatura di se stessa (Mircea Meti, 2021)


La democrazia è diventata la caricatura di se stessa. Se non riusciremo a rinnovarla alla radice, ci aspetta un futuro totalitario.
Negli Usa va di moda contestarele elezioni , come nell'ultimo Paese africano o sudamericano, per presunti brogli. In Ingilterra, patria della democrazia moderna, da tre anni continua un grottesco balletto sulla Brexit, votata dal popolo ma inattuata. In Spagna si mettono in carcere i secessionisti catalani, come accade in tutti i regimi dittatoriali. In Venezuela si arriva al doppio Presidente, come il doppio Papa nella Chiesa. In Francia i gilets gialli; in Turchia come in Cile e in Argentina i "pentolari"; a Hong Kong gli ombrelli mettono a ferro e fuoco le città. In tutta Europa si vagheggiano elezioni annuali.
In Italia, il dibattito fra maggioranza e opposizione si fonda su temi come: "il governo è litigioso"; l'alleanza di governo è "innaturale"; i ministri sono "impresentabili" (stupidi o brutti o indagati); "dove troverà i soldi?" il governo; "aumenteranno le tasse" (vero, non vero?); "la UE va cambiata"; "l'opposizione mente". Il paradosso comico è che opposizione e governo si alternano, ma usano le stesse argomentazioni insulse. Quando l'opposizione diventa maggioranza, non fa mai quello che predicava. Quando la maggioranza diventa opposizione, disconosce quello che ha fatto o non fatto, quando governava.
La democrazia in Occidente è in una crisi evidente e gravissima, che ricorda la situazione di Weimar. Che aprì le porte al malefico nazismo. La prevenzione di questa possibile catastrofe non avviene proibendo le canzoni o i fumetti contro la democrazia, ma operando una profonda trasformazione evolutiva della forma democratica.

La democrazia si fonda su una costruttiva dialettica fra maggioranza e opposizione. Ma questo fondamento si basa a sua volta sull'accettazione della legittimità sia della maggioranza che dell'opposizione, perchè i voti di entrambe non sono altro che opinioni condivise fra gruppi diversi di cittadini. Invece oggi prevale il concetto, di ispirazione dittatoriale, della personalizzazione della democrazia. Secondo questa concezione, i capi non rappresentano gruppi di cittadini ma li influenzano, li manipolano, li ingannano per meri scopi personali. I cittadini sono idioti impotenti che votano a caso o sulla base di emozioni indotte dai leaders politici. Così, le leggi sono in carico a questo o un altro leader, invece che il prodotto di una maggioranza di cittadini rappresentati da un Parlamento.

In una vera democrazia, la maggioranza, di qualunque orientamento sia, rappresenta una maggioranza di cittadini intelligenti e responsabili, che condividono gli stessi orientamenti e delegano dei rappresentanti per concretizzarli. In una vera democrazia, l'opposizione, di qualunque orientamento sia, rappresenta una minoranza di cittadini intelligenti e responsabili, che condividono gli stessi orientamenti e delegano dei rappresentanti per concretizzarli. La prima è necessaria per governare, la seconda è indispensabile per influenzare, correggere, migliorare le decisioni di governo. La maggioranza deve riconoscere la legittimità e l'utilità dell'opposizione, affinchè le sue decisioni rappresentino la totalità della popolazione e non solo i propri sostenitori. L'opposizione deve riconoscere la legittimità e l'utilità della maggioranza, senza la quale le leggi sarebbero impossibili e il governo rapprenterebbe solo la maggioranza o addirittura la minoranza della popolazione.

I voti sono opinioni condivise, in una democrazia. Non sono invenzioni di leaders disonesti o impazziti, come sarebbe in una dittatura. I leaders in una democrazia non si impongono con la forza, ma col consenso dei loro rappresentati. In democrazia, i cittadini sono complici e corresponsabili delle decisioni dei loro rappresentanti. Per questo i rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione devono reciprocamente rispettarsi, non perchè siano personalmente degni, ma perchè insultare loro significa insultare i cittadini che rappresentano.

Facciamo un esempio astratto. Se la maggioranza decide che l'inno nazionale "Il canto degli italiani" più noto che l'inno di Mameli o "Fratelli d'Italia", vada sostituito con il "Va pensiero" di Verdi, non è per un'idea stravagante di qualche leader disonesto, ma perchè la maggiortanza dei cittadini lo chiede. Un'opposizione seria non si mette a insultare, ostacolare, interdire la decisione, ma riconosce la volontà di una maggioranza della popolazione, che va rispettata. Può chiedere che la decisione venga dilazionata o attuata gradualmente; oppure che entrambi gli inni vengano mantenuti ed usati in occasioni diverse; o, come compensazione, che siano aumentati gli stanziamenti a favore delle bande militari; o ancora, che il vecchio inno sia usato come inno della televisione pubblica.
Se la maggioranza accoglie una o più di queste richieste, otterrà che la decisione di cambiare l'inno sia accettata da una maggioranza più ampia di quella che rappresenta. E la minoranza potrà dire ai propri rappresentati di avere corretto e migliorato una decisione ineluttabile.

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.