Socio-diversità e democrazia

Bio e socio-diversità

La bio-diversità è un paradigma relativamente recente, proposto dalle scienze naturali. Il principio di fondo di questa disciplina è che il pianeta Terra deve il suo sviluppo e la sua sopravvivenza alla infinita varietà e diversità delle specie animali e vegetali che la abitano. Per salvare la bio-diversità occorre difendere le specie in via di estinzione. Dove la bio-diversità si riduce, diminuiscono le possibilità di continuazione ed evoluzione della vita. Varietà significa infatti moltiplicazione delle opzioni, maggiore possibilità di emersione di biotipi vincenti, rafforzamento della vita nel suo insieme. L'ostilità, assai estesa, per i sistemi di procreazione che superino l'accoppiamento fra geni diversi (come la clonazione o la recente partenogenesi) si fonda anche sul timore della riduzione della biodiversità.

Se tutto ciò è vero per la sfera biologica, non è meno vero per la sfera antropologica. La socio-diversità si esprime in una moltitudine di razze, lingue e dialetti, culture, religioni e credenze, costumi e stili di vita. Tali diversità consentono scambi, innesti e contaminazioni, o semplici influenzamenti, che offrono all'umanità sempre maggiori opzioni e soluzioni creative ai problemi della Storia. Salvare i panda non è più importante che preservare l'integrità di una tribù amazzonica o una minoranza vietnamita. Difendere un habitat ostile come il mondo artico, ha almeno lo stesso valore che salvaguardare una lingua parlata solo da poche decine di esseri umani. La bio-diversità ha il suo corrispettivo antropologico nella socio-diversità.

La specie umana sta da qualche secolo minacciando la biodiversità del pianeta, e dalla fine del XX secolo sta sviluppando un progetto di azzeramento della socio-diversità.

Morte del futuro e fine della Storia

Il tratto più distitivo della post-modernità dell'Occidente è forse quello rappresentato dalla "morte del futuro" unita alla convinzione di "fine della Storia" umana. Tutta la Modernità aveva il suo propellente nel concetto di "sviluppo", cioè di evoluzione, cambamento, trasformazione. L'Evo immateriale, cioè la Tarda e Post Modernità, sembra pervaso dal concetto di conservazione, cristallizzazione, replicazione. I soli scenari profetici attualemente diffusi hanno a che fare con le catastrofi: ambientale, virale, climatica. Non si conosce alcun Progetto forte per l'Occidente o per il pianeta, che superi il brevissimo termine. La civilizzazione occidentale, coi suoi apparati concettuali di Stato nazionale, democrazia rappresentativa, mercato e stile di vita urbano e piccolo borghese, si considera l'ultimo e definitivo modello di società. Il cui unico progetto è quello della colonizzazione planetaria. L'evidente disegno imperiale dell'Occidente si fonda, in senso ideologico, sull'assunto dichiarato della esportazione della propria ideologia, anche in modo violento, quando i modi non violenti non bastano. Esiste un quasi totale consenso di tutte le forze politiche su questo assunto. Il cosiddetto centro-sinistra bombarda Belgrado, e il cosiddetto centro-destra occupa l'Iraq: in antrambi i casi per il "bene" dei popoli, che così possono fare proprio il "modello finale" dell'Occidente.

Questa ideologia è il più grande attacco alla socio-diversità della storia umana, per l'ampiezza del disegno e dei mezzi impiegati. La giustificazione di questo attacco risiede nel'idea che non esista oggi, nè sia possibile in futuro, un'alternativa migliore (o se non migliore, legittima) alla società occidentale con tutto il suo apparato ideologico. Fatto di Stato nazionale, democrazia rappresentativa, libero mercato, lavoro, welfare, ruolo della donna, comportamenti sessuali, educazione, istruzione e informazione. I più ambiziosi imperi della storia si limitarono ad esportare su larga scala alcuni aspetti della civiltà più forte, oppure tutti gli aspetti ma in porzioni limitate del pianeta. L'impero post-moderno d'Occidente intende esportare tutta la sua civiltà in tutti gli angoli del pianeta. Il mondo come fotocopia dell'Occidente. L'Occidente come frattale del mondo.

La socio-diversità viene annullata, e la vita del pianeta rischia la fine per la vittoria di uno mono-cultura.

Autodeterminazione dei popoli e tempo

La socio-diversità può essere tutelata solo dal vecchio principio dell'autodeterminazione dei popoli, che ha ispirato la nascita di tutti gli Stati moderni, ma che la globalizzazione, nel suo lato più colonialista, sta uccidendo. Questo principio si basa sull'assunto che qualsiasi regime un popolo abbia, è un regime scelto o tollerato dalla sua maggioranza. Non esiste un popolo governabile da una minoranza, senza il consenso della maggioranza, se non per un breve tempo. E se questo popolo esiste, non è pronto per un regime migliore. Nessuna Costituzione "octroyée" può fondare una vera democrazia. La quale non vive di dichiarazioni o di idealtipi ma di cultura, ceti intermedi, senso della comunità unita al valore dell' individuo, competenze, laicità.

Da un certo punto di vista, nemmeno le democrazie rappresentative sono regimi che raccolgono il generale consenso. Il che è provato dalle crescenti aree di astensionismo elettorale. Qualcuno sostiene che l'Occidente si caratterizza per avere democrazie rispettose dei diritti civili, ma l'affermazione è più ideologica che concreta. Si può dire che vengono rispettati i diritti civili dei cittadini che sono dentro il sistema, ma ciò avviene in tutti i regimi del pianeta (anche nei peggiori). I cittadini devianti o antagonisti in Occidente, non sono poi così' rispettati se pensiamo all'irredentismo irlandese, al separatismo basco o corso, alla pena di morte o ai due milioni di carcerati negli Usa (in prevalenza neri).

La principale questione correlata all'autodeterminazione è quella del tempo. Non si possono paragonare regimi diversi, se non tenendo conto del tempo soggettivo di ciascuno dei popoli. L'aggressione di Saddam all'Iraq è stata un atto imperialistico, ma per nulla diverso da quelli fatti dagli inglesi in Africa meno di 100 fa. La repressione delle minoranze in molti Paesi totalitari, non divergono (se non per il tempo) da quella che gli USA hanno fatto subire ai pellerosse prima ed ai neri poi. L'apartheid del Sudafrica è stato molto più criticato di quello sperimentato negli USA, che hanno dato il voto ai neri alla fine degli Anni Sessanta ed hanno continuato per almeno un decennio a praticare la segregazione. L'Europa si è liberata dalla pena di morte: sarebbe un buon motivo per decidere sanzioni contro gli Stati Uniti? Le donne islamiche usano spesso il velo, come le nostre suore, ma anche come le donne europee che usavano i cappelli con veletta e le gonne alla caviglia, negli Anni Trenta. Sbandieriamo l'istruzione obbligatoria come se fosse un nostro patrimonio secolare, mentre ce l'abbiamo da meno di 40 anni e siamo ancora oggi qui a registrare tassi significativi di "evasione" . Ci scandalizziamo per l'ingerenza della religione nella politica dei Paesi islamici, ed abbiamo avuto un regime demo-cristiano per mezzo secolo.

Ogni popolo ha il regime e lo stile di vita che sceglie o accetta la sua maggioranza. I Paesi esteri possono influenzare, stimolare, richiedere, aiutare, fornire assistenza, ma sono credibili solo se basano queste azioni sullo scambio leale e la reciproca contaminazione. Che non può essere: noi vi imponiamo la nostra civilizzazione con le armi, ed in cambio vi facciamo aprire chioschetti del kebab ad ogni angolo di strada. E non è insensibilità, ma rispetto, assistere impotenti a fatti di sangue, guerre civili o stragi che si registrano nei Paesi non democratici. Anche l'Inghilterra, la Francia, gli Usa, l'Italia e la Spagna sono nate da guerre civili, stragi e terrorismo. Avremmo accettato un intervento islamico per "pacificare" la Rivoluzione francese, il conflitto anglo-irlandese, la guerra fra Nord e Sud degli Usa? Accetteremmo che l'Unione degli Stati arabi arrivasse in armi a Gaza per "normalizzare" la zona?

Esportare l'ideologia, non la civilizzazione reale.

L'Occidente vuole imporre la sua ideologia, non la sua civilizzazione reale. La sovranità nazionale è un punto centrale dell'ideologia, ma in concreto l'impero occidentale ritiene inviolabile la propria sovranità e molto limitata quella altrui. Cosa succederebbe se l'Italia, volesse chiudere tutte le basi americane sul suo territorio? La democrazia parlamentare rappresentativa, secondo punto cardine della ideologia, è già molto traballante nella realtà concreta dell'Occidente, ma nei Paesi colonizzati è sempre simulacro. Sarebbe concesso all'Iraq un Primo Ministro fondamentalista, sia pure eletto liberamente? (Algeria docet). Il libero mercato, altro idolo dell'ideologia occidentale, viene invocato istericamente nei Paesi poveri, ma costantemente contraddetto nel cuore dell'Impero, con barriere doganali, normative esclusive, legislazioni corporative. Il lavoro viene dichiarato un diritto universale, garantito, tutelato, salvo poi essere in concreto un privilegio, sempre più indifeso e soprattutto sempre più insensato. La donna, deve essere libera di decidere, ma in Francia non può scegliere il velo. L'informazione deve essere libera, purchè sia conforme ai dettati del potere dominante. La controinformazione in Occidente sta nelle "riserve", come i samiszdat nei vecchi regimi comunisti. Accusiamo Al Jazeera di essere troppo filo-islamica, ma nessuno nota quanto sia filo-Usa la Rai.

La vera democrazia si fonda sulla socio-diversità e sull'autodeterminazione, fino a accettare che questa arrivi a negare la democrazia. Altrimenti è una forma mascherata di totalitarismo. La democrazia e lo Stato moderni non hanno mai saputo superare la contraddizione del rapporto con coloro che li rifiutano. Ed in ciò denunciano la loro natura cripto-totalitaria.

L'Occidente: un predatore suicida

L'Occidente si comporta come una razza predatrice che mangia tutte le razze dell'ecosistema, fino a non avere più niente per alimentarsi. Ed allora potrbbe iniziare a mangiare se stesso. Naturalmente è prevedibile che questo non avverrà perchè la Storia non è affatto finita, e ci sono almeno altre due specie di predatori competitori che non possono essere "mangiati": le civilizzazioni islamica e zen. Ma è l'atteggiamento che conta. L'Occidente non accetta la socio-diversità ed usa tutti i mezzi ideologici per legittimare ogni aspetto di se stesso.

Il terrorismo, per esempio. Il terrorismo è una pratica ingiustificabile, quanto la guerra che ne è l'immagine speculare. Ma in epoca moderna il terrorismo è stato inventato dall'Occidente, non dall'Islam. Anzitutto da gruppi di origine cristiana: irlandesi, baschi, corsi, tirolesi, anarchici, brigatisti. Poi anche da ebrei: lo Stato di Israele è stato partorito anche col terrorismo dell'Irgun. Il terrorismo è stato usato anche dalla Resistenza italiana e francese. Cosa ci autorizza ad affermare che il terrorismo dell'Occidente era buono, mentre quello iracheno è cattivo?

Ma la questione riguarda ogni aspetto della civilizzazione. Un Occidente che dà una legittimazione esclusiva alle proprie forme politiche, alla propria ideologia del lavoro, alla propria concezione dei ruoli sessuali, dei sistemi di istruzione ed educazione, di fatto riduce ad un solo sentiero la ricchezza dell evoluzione antropologica del pianeta. Rendendo illegittima la diversità, la nostra civilizzazione allucina la "fine della Storia" e si nega ogni possibile cambiamento futuro. Anche in questo risiede la radice della evidente depressione e senescenza psichica del glorioso Occidente. Ed anche per questo, il XXI secolo ha dato il via ad un conflitto globale dai tratti evidentemente suicidari.

Mircea Meti

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.