Livelli elevati di uranio riscontrati in soldati e civili
(tratto da"Le 25 notizie più censurate del 2004")
Le popolazioni civili di Afghanistan e Iraq e le trupe d'occupazione sono state contaminate con livelli sorprendenti di uranio radioattivo impoverito e non impoverito a seguito dell'impiego da parte degli Usa, dopo l'11 settembre, di tonnellate di munizioni all'uranio. I ricercatori affermano che anche i paesi limitrofi ne subiranno le conseguenze.

Nel 2003, gli scienziati dell'Uranium Medical Research Center (UMRC, Centro di ricerca medica sull'uranio) hanno analizzato campioni di urina di civili afgani, riscontrando che il 100% dei campioni prelevati presentava livelli di uranio non impoverito (NDU) molto elevati, tra il 400 e il 2000%, rispetto ai valori normali. L'equipe di ricerca dell'UMRC ha studiato sei siti, due a Kabul e gli altri nell'area di Jalalabad. I civili sono stati sottoposti agli esami quattro mesi dopo gli attacchi in Afghanistan da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati.
L'uranio non impoverito è più radioattivo di quello impoverito (DU), ed è accusato a sua volta di aver provocato, negli ultimi dieci anni, varie forme tumorali e gravi malformazioni congenite nella popolazione irachena, in particolare tra i bambini. Duemila tonnellate di uranio radioattivo sono state sganciate sull'Iraq nel solo 2003. La polvere d'uranio sarà presente nei corpi degli uomini delle nostre forze armate di ritorno a casa.
Nove soldati del 442° della Polizia Militare di stanza in Iraq sono stati sottoposti a esami per verificarne la contaminazione da uranio impoverito nel dicembre 2003. I test, condotti su richiesta del Daily News dal momento che il governo degli Stati Uniti considera proibitivo
il costo di 1.000 dollari per ogni soldato interessato, hanno rivelato che quattro dei nove uomini erano contaminati da livelli elevati di DU, probabilmente causati dall'inalazione di polveri provenienti da proiettili all'uranio impoverito sparati dalle truppe statunitensi.
Diversi uomini presentavano tracce di un altro isotopo dell'uranio, l'U-236, che si produce esclusivamente in un processo di reazione nucleare.
La maggior parte delle armi americane (missili, bombe intelligenti, bombe stupide, proiettili, granate anticarro, missili Cruise, ecc.) contengono quantità elevate di uranio radioattivo. Impoverite o non impoverite, le armi di questo tipo, al momento della detonazione,
rilasciano una polvere radioattiva che, se inalata, penetra nell'organismo e vi resta stabilmente perché ha un'emivita (intervallo di tempo necessario affinché il livello di una data trasformazione fisica si riduca a metà del suo valore originario) di quattro miliardi e
mezzo di anni. Fondamentalmente, si tratta di un contaminante disponibile in modo permanente, distribuito nell'ambiente, e tempeste di polvere o un qualunque corso d'acqua possono disperderlo. Una volta ingerito, rilascia particelle subatomiche che penetrano nel DNA.
L'equipe dell'UMRC sul campo ha trovato varie centinaia di civili afgani con sintomi acuti di avvelenamento da radiazioni accanto a sintomi cronici di contaminazione interna da uranio, compresi problemi congeniti nei neonati. I civili locali riferivano di grandi e dense nuvole di polvere e pennacchi di fumo che si levavano dal punto dell'impatto, un odore acre, seguito da bruciore dei condotti nasali, della gola e delle vie respiratorie superiori. Soggetti di ogni parte presentavano una sintomatologia e una cronologia identiche. Le vittime riferivano sintomi che comprendevano dolori alla cervicale, alle spalle e alla nuca; dolori lombari e renali; debolezza dei muscoli e delle giunture; difficoltà a dormire; cefalee; problemi di memoria e disorientamento.
Alla Conferenza sulle Armi all'Uranio tenutasi ad Amburgo nell'ottobre 2003, scienziati indipendenti di tutto il mondo hanno attestato l'enorme aumento di malformazioni congenite e di tumori ovunque si siano impiegate armi all'uranio impoverito e non impoverito. Il professor Katsuma Yagasaki, uno scienziato dell'Università Ryukyus di Okinawa, ha calcolato che le 800 tonnellate di uranio impoverito utilizzate in Afghanistan equivalgono per radioattività a 250.000 bombe come quella sganciata su Nagasaki.
Alla Conferenza sulle Armi all'Uranio, l'oncologo Jawad Al-Ali, che si è formato in Gran Bretagna, ha mostrato fotografie di malformazioni congenite e di tumori che ha osservato all'Ospedale Universitario Saddam di Bassora subito prima della guerra del 2003. L'incidenza di tumori è aumentata drammaticamente durante i quindici anni precedenti. Nel 1989
c'erano 11 anomalie ogni 100.000 nati; nel 2001 ce n'erano 116 ogni 100.000: un aumento di oltre il 1.000%. Nel 1989, 34 persone erano morte di cancro; nel 2001 i morti erano 603. La guerra del 2003 ha fatto aumentare queste cifre in modo esponenziale.
A una riunione del Tribunale Criminale Internazionale per l'Afghanistan tenutasi a Tokyo nel dicembre 2003, gli Stati Uniti sono stati incriminati per molteplici crimini di guerra in Afghanistan, tra cui l'uso di uranio impoverito. Leuren Moret, presidente di Scientists for Indigenous People e commissario ambientale per la città di Berkeley, ha attestato che, siccome i contaminanti radioattivi derivanti dalle armi all'uranio viaggiano attraverso l'aria, l'acqua e gli alimenti, gli effetti del loro utilizzo in Afghanistan da parte degli Usa si faranno sentire anche in Iran, Pakistan, Turchia, Turkmenistan, Uzbekistan, Russia, Georgia, Azerbaigian, Kazakistan, Cina e India. I paesi interessati dall'uso delle armi all'uranio in Iraq comprendono l'Arabia Saudita, la Siria, il Libano, la Palestina, Israele, la Turchia e l'Iran.


Aggiornamento di Bob Nichols


In tutto il mondo è nota la soluzione della "pistola fumante" tanto cara agli scrittori di gialli. Molti pensano che una volta trovata la prova schiacciante in una storia, i "cattivi" non possano che arrendersi. Vorrei tanto che fosse così.
Qui le pistole fumanti sono i sergenti Hector Vega, Ray Ramos, Augustin Matos e il caporale Anthony Yonnone della 442° Unità della Guardia di New York; sono i primi casi confermati di contaminazione per inalazione all'ossido di uranio nell'attuale conflitto iracheno. I test diagnostici li ha condotti il dottor Asaf Durokovic, professore di medicina nucleare presso l'Uranium Medical Research Centre, www.umrc.net/. La notizia è stata pubblicata il 3 aprile 2004 sul Daily News di New York www.nydailynews.com/front/story/180333p-156685c.html.
Non esistono cure. Leuren Moret riferisce: "nella mia ricerca sull'uranio impoverito nel corso degli ultimi cinque anni, la notizia più inquietante riguarda l'impatto sui bambini non ancora nati e sulle generazioni future, figli dei soldati che hanno prestato servizio nelle guerre in cui si è utilizzato uranio impoverito e dei civili che devono vivere nelle regioni contaminate in modo permanente dalla radioattività. Oggi oltre 240.000 veterani della Guerra del Golfo presentano un'invalidità medica permanente e più di 11.000 sono morti. Dal 1991 si sono visti negare esami clinici, cure mediche e risarcimenti per l'esposizione all'uranio
impoverito e le malattie connesse".
Moret prosegue: "e, cosa ancora peggiore, l'hanno riportato a casa nei loro corpi. In alcune famiglie, i bambini nati prima della Guerra del Golfo sono i soli membri sani. Le mogli e le compagne di veterani della Guerra del Golfo hanno riferito una condizione nota come 'sindrome del seme bruciante' e sono ora contaminate internamente dall'uranio impoverito presente nel seme dei veterani esposti a esso. Molte riferiscono disturbi riproduttivi come l'endometriosi. In uno studio del governo statunitense, condotto dal Department of Veterans Affairs su bambini nati dopo la Guerra del Golfo, nel 67% dei casi
esaminati si sono riscontrati gravi difetti congeniti o malattie gravi. Ce ne sono di nati senza occhi, senza orecchie, privi di alcuni organi, di gambe e braccia, con le dita attaccate insieme, o con malformazioni della tiroide o di altri organi" (vedi Life Photo Essay su: www.life.com/Life/essay/gulfwar/gulf01.html).
Moret conclude: "In Iraq è ancora peggio: i bambini nascono senza cervello, gli organi sono all'esterno del corpo o le donne partoriscono pezzi di carne. Nei bambini nati in Iraq nel 2002 l'incidenza di neonati senza occhi era di 250.000 volte maggiore (20 casi su 4000 nati) di quanto avviene in natura, uno su cinquanta milioni di neonati. Le fotografie di Takashi Morizumi su www.savewarchildren.org/ testimoniano la tragedia in Iraq".


Aggiornamento di Tedd Weyman

L'UMRC ha riscontrato la presenza di uranio artificiale nei crateri delle bombe, intorno ai corsi d'acqua e nei corpi dei civili esposti al bombardamento dell'Afghanistan da parte della coalizione capeggiata dagli Usa. I civili sottoposti a esami presentavano i sintomi classici
della contaminazione interna da uranio, iniziati dopo l'esposizione ai bombardamenti. La presenza di uranio artificiale nei campioni ambientali e biologici indica che le testate in grado di penetrare nei bunker impiegate in Afghanistan sono fatte di uranio.
L'uranio è un elemento tossico dal punto di vista chimico e radiologico ed è dimostrato clinicamente essere causa di diversi tipi di tumori e malformazioni congenite. La contaminazione interna da uranio è responsabile di vari problemi sistemici e organici che non sono mai stati considerati o studiati dal Dipartimento della Difesa o dai programmi sanitari per veterani come possibile causa della Sindrome della Guerra del Golfo. I sintomi della contaminazione interna da uranio in civili iracheni e afgani sono identici a quelli accusati dai veterani statunitensi e della coalizione che lamentano la Sindrome della Guerra
del Golfo.
Il Pentagono e il Dipartimento della Difesa hanno ostacolato la pubblicazione degli studi dell'UMRC mediante un progressivo e persistente programma di disinformazione a mezzo stampa e hanno usato il loro controllo sulle borse di studio per la ricerca per respingere le scoperte dell'UMRC e distruggere la reputazione dello staff scientifico, dei medici e dei laboratori del Centro. L'UMRC è stata la prima organizzazione indipendente di ricerca a stabilire la presenza di uranio impoverito nei corpi di veterani statunitensi, britannici e canadesi della prima Guerra del Golfo. In seguito, dopo l'Operazione Iraqi Freedom, ha rinvenuto l'uranio impoverito nell'acqua, nel terreno e nell'atmosfera dell'Iraq, nonché in campioni biologici offerti da civili iracheni.
Gli Stati Uniti e molti dei loro partner della coalizione e alleati della NATO hanno utilizzato sui campi di battaglia metalli pesanti chimicamente tossici e radioattivi e li hanno sperimentati in proiettili, bombe e testate nucleari sin dall'inizio degli anni '70.
Una volta mescolata con prodotti di scarto e combustibile esaurito di reattori nucleari, la polvere d'uranio è prelevata dal ciclo di ritrattamento del combustibile nucleare per rifornire l'industria delle armi non fissili.
L'uranio è preferito ad altri metalli "balistici" (come il piombo, il ferro e il tungsteno) perché offre un insieme unico di proprietà metallurgiche: è un metallo estremamente denso eppure duttile (non è friabile); è piroforico (la polvere d'uranio brucia spontaneamente a temperatura ambiente) e il metallo d'uranio solido prende fuoco da solo a 77°C.
Il metallo di uranio ha una proprietà insolita non disponibile in nessun altro metallo: è "auto-affilante", il che significa che quando colpisce un bersaglio ad alta velocità (1km/sec.), si consuma e si frantuma in modo tale da continuare a riaffilare la propria punta. La punta di tutte le altre testate realizzate con metalli diversi si appiattisce o si schiaccia a fungo in queste condizioni. Tali proprietà consentono all'uranio prestazioni superiori come lega per testate penetranti in grado di perforare l'armatura più dura e spessa, conservando le stesse capacità di penetrazione a distanze maggiori e velocità inferiori del 15% rispetto all'altro metallo più comunemente usato, il tungsteno.
L'uranio che brucia è difficile da spegnere e se irrorato d'acqua esplode. L'uranio impiegato in speciali proiettili penetranti ad alta velocità in metallo liquido può perforare bunker in cemento super-armato spessi 6 metri ed è utilizzato in armi segrete definite "cariche
sagomate" e "proiettili penetranti dalla forma esplosiva". Le caratteristiche di durezza (densità), resilienza (duttilità) e pesantezza (resistenza all'impatto) dell'uranio ne fanno anche la scelta ottimale per le testate di bombe resistenti in grado di penetrare nel terreno per colpire obiettivi sotterrati o in caverne.
La stampa ufficiale negli Usa e in Canada non ha mostrato interesse per la notizia né tanto meno l'ha approfondita. La stampa ufficiale europea è maggiormente interessata e segue gli sviluppi chiave. Il Daily News di New York (5 aprile 2004) si è occupato dei risultati degli studi condotti dall'UMRC sui veterani statunitensi della seconda Guerra del Golfo. Il Dipartimento della Difesa ha mentito e fuorviato il pubblico e i veterani nel tentativo di sminuire l'importanza della notizia, che è invece ampiamente trattata dalla stampa alternativa e su Internet.
La notizia è comunemente presentata come un dibattito tra il governo e gli esperti indipendenti in cui l'interesse pubblico è stimolato polarizzando le problematiche anziché rivelare la verità medico-scientifica. Le questioni sono sistematicamente confuse e travisate dal governo, dagli enti regolamentatori dell'Onu - Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), il Dipartimento dell'Energia (DOE), ecc. - e dal settore della difesa (forze armate e progettisti e fabbricanti di armi).


Aggiornamento di Stephanie Hiller

Quando venni a sapere che gli Stati Uniti usavano armi all'uranio non impoverito in Afghanistan rimasi sconvolta. Ho amici a Kabul. Dietro il nobile nome di Operation Enduring Freedom (Operazione Pace Duratura) - intendevano forse radiazioni durature? - gli Stati Uniti hanno condannato il fiero popolo di questa nazione tormentata, sopravvissuto a 24 anni di guerra, a un male incurabile e al deterioramento genetico per generazioni.
Capii ben presto che l'uso dell'uranio impoverito è una condanna a morte per la gente dell'intera regione. Sebbene queste armi nucleari non siano bombe atomiche, diffondono radiazioni letali tra la popolazione civile.
È un crimine di guerra di proporzioni terrificanti. Il protrarsi delle ricerche ha dimostrato che siamo stati tutti irradiati qui negli Stati Uniti, con un costo enorme per la salute pubblica. Già solo l'incidenza dei tumori dimostra che il mutamento genetico è cresciuto rapidamente da
quando è stata testata la prima bomba nel 1945. Gli effetti dei bassi livelli di radiazioni sono stati sistematicamente nascosti all'opinione pubblica.
L'articolo del Daily News sui veterani della recente guerra in Iraq ha attirato l'attenzione della senatrice democratica di New York Hillary Clinton, che ha tenuto una teleconferenza dalla quale erano però esclusi Durakovic e la Moret! Il silenzio dei media sull'uso di queste armi nonché sulla contaminazione qui in patria è sbalorditivo. La gente si recherà in quella regione senza sapere che sarà esposta alle radiazioni. Neppure i nostri soldati ne sono informati. Durakovic ha pubblicato un monito alle ONG sul suo sito web. È stato intervistato da Amy Goodman a Democracy Now!. La BBC e il Seattle Post-Intelligencer hanno trattato la notizia, ma per il resto non c'è stata copertura da parte dei grandi media.

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.