Untitled Document
Curriculum esteso

Servizi on Line

 

SERVIZI

ON

LINE

consulenza e supervisione per Operatori Sociali

 

 

 

 

 

Il MedioEvo del Sociale

(operai sociali tra controllo ed emancipazione)

Foucault ha situato le società disciplinari tra il XVIII e XIX secolo; esse raggiungono l'apogeo all'inizio del XX secolo, procedendo all'organizzazione dei grandi ambienti di internamento: concentrare, ripartire nello spazio, ordinare nel tempo sono le procedure disciplinari. "Controllo" è il nome che Burroughs propone per designare il mostro societario che Foucault aveva già prefigurato e che Paul Virilio designa come agente "ultrarapido di controllo all'aria aperta" che sostituisce la vecchia disciplina operante nella durata di un sistema chiuso. I tradizionali ambienti di internamento si sono trasformati: l'ospedale, la prigione, la scuola, la fabbrica hanno inventato nuove modalità di controllo (le pene sostitutive, il day hospital, la formazione permanente, la nuova "impresa" ) che aprono i luoghi chiusi di provenienza all'aria aperta….. et voilà la società di controllo. La transizione da Società disciplinare a Società di controllo è stata accompagnata (favorita) da una trasformazione di una società a prevalenza materiale ad una a prevalenza immateriale. Segni, simboli, idee, comunicazioni hanno assunto (e stanno assumendo) la posizione centrale che in passato era occupata da materie prime, merci, beni solidi. Il settore trainante e ad "espansione illimitata" è il cosiddetto Terzo Settore: i servizi che lo Stato attribuisce al privato seguono un andamento di gran lunga superiore di quelli che tratterà per sé, il mercato del lavoro immateriale è in crescita accelerata, la valenza politica sociale che assumono cooperative, associazioni, agenzie sta competendo con le più antiche lobbies.

ALCUNE DOMANDE

Come può il settore immateriale chiamarsi fuori dalle dinamiche sociali attraverso le quali la società esercita il suo controllo. A fronte di scarso reddito, basso status, scarsa visibilità, il ruolo degli "operai sociali" in quali comportamenti si sostanzia: collusività, sottrazione, conflittualità, estraneità, etc., in relazione alla dinamica sociale in atto? Fino a qualche anno fa, la pratica sociale era orientata all'emancipazione dell'utente ed era governata da "parole d'ordine" quali autonomia, indipendenza, pensiero critico, socialità, responsabilità, solidarietà. Oggi il campo semantico di riferimento è rimasto tale? O sta cambiando e come sta cambiando? Quali sono i rischi e le opportunità di tener fede alle radici, in un contesto a "controllo diffuso" dove gli utenti devono rimanere dipendenti, acritici, irresponsabili, conformisti…?

 

 

invia le tue riflessioni su questo tema ad Alberto Raviola

   

Segnala ad amico