Animazione, Anziani e Case di riposo

Innanzi tutto colgo l'occasione per ringraziare, coloro che hanno consentito il mio accesso a questa particolare comunità. Bene, ora veniamo al nocciolo della questione che, in questa sede, mi preme sollevare. Opero in una casa di riposo, in qualità di animatore socioculturale, da circa un anno. L'obbiettivo che si prefigge un'animatore in tal contesto è ovviamente il benessere dell'ospite, animare significa, animare i bisogni degli anziani, e il processo animativo parte da una semplice carezza, fino ad arrivare a tecniche più complesse e raffinate ma che comunque prescindono da un volere espresso, o non palesemente esplicitato ma colto tra le righe dell'anziano ospite. Compito primo quindi del percorso animativo è quello di trasformare ciò che è "istituto" in una vera "Casa", introdurre l'elemento affettivo quindi, è il primo compito che un buon animatore deve affrontare. Mi rendo conto, avendolo esperimentato sulla mia pelle, delle difficoltà che spesso si incontrano nel far conciliare la professionalità con l'elemento affettivo, spesso ritenute non coincidenti. Eppure è proprio grazie all'elemento affettivo, ad una certa innata predisposizione dell'animatore a lavorare assecondando certe premesse, che si visualizzano i risultati più soddisfacenti. L'ospite manifesta spesso il "bisogno" di essere ascoltato, e l'animatore deve lavorare "per" l'ospite, mai "sul"l'ospite, quindi l'ascolto empatico è doveroso quanto necessario per un buon iniziale svolgimento del compito stesso. Quando si lavora in case di riposo, ci si rende conto che non tutti hanno come obbiettivo il benessere dell'ospite, i politici chiederanno, senza voler ovviamente andare nel generico, cose tangibili che possano dar lustro alla loro immagine, essi lavoreranno cosi facendo sull'ospite, assecondando i "loro" bisogni che non sono quegli degli anziani, quindi chiederanno, mostre, gite, disegni, etc. senza chiedersi se, coloro di cui si occupano hanno veramente bisogno di mostrare, girare, dipingere, è pur vero che vanno stimolati, accompagnati verso una qualche attività, che però non va mai loro imposta, ma, suggerita amorevolmente. Pure il personale di servizio, le assistenti, spesso non si muovono con la stessa modalità di intenti dell'animatore, e ciò può essere più o meno comprensibile, e un animatore che non mettesse ciò in preventivo rischierebbe il fatidico Burn aut, ciò non toglie che tra i compiti dell'animatore non vi sia anche quello di accompagnare il personale interno verso una maggior comprensione al mondo dell'anziano e alle problematiche ad esso legate. Quindi sarebbe cosa gradita che l'animatore espliciti, magari in maniera formale, con un comunicato scritto, oppure attraverso una riunione, quelli che sono gli obbiettivi da raggiungere. Si richiede altresi all'animatore un lavoro interdisciplinare, che lo vede confrontarsi col o coi medici per avere un soddisfacente quadro clinico dei loro assistiti, un confronto col fisioterapista e con tutte le figure professionali che possono dare notizie preziose riguardanti le persone di cui cisi occupa. Per il momento mi fermo qui, sperando di sollecitare tread interessanti riguardo una figura professionale, quella dell'animatore per l'appunto, tanto poco conosciuta quanto poco visibile, ed entrare in quella realtà "ai margini" qual'è per l'appunto la Casa di riposo.
Saluti,
Mirco

Mirco