Alienazione e inconsapevolezza: Matrix e Tafazzi di Guglielmo Colombi

“Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico”. L'uomo a una dimensione di H. Marcuse


"Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici." (Aldous Huxley)

Il termine "alienazione" ha diverse accezioni ma per la psicologia significa un'uscita da sè, non volontaria nè consapevole. Il vero alienato è caratterizzato dalla piena inconsapevolezza di esserlo. Lo schiavo è soggiogato, ma lo sa ed è infelice. L'alienato è soggiogato, ma non lo sa ed è felice. L'alienazione consente di vivere in condizioni disumane, senza disagi e nella piena convinzione che siano normali.

Il mondo che Neo abita dalla nascita in realtà è Matrix, un'illusoria realtà simulata (una "neuro-simulazione interattiva") costruita su modello del mondo del 1999, sviluppata dalle macchine per poter tenere sotto controllo la popolazione umana. Neo non si rende conto di nulla e vive una vita "normale", fino a quando non incontra Morpheus. « Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. » dice Morpheus a Neo.

La situazione in cui vive il suddito in Occidente, e particolarmente in Italia, non è Matrix, ma vi assomiglia molto. Siamo costantemente controllati da sistemi di spionaggio satellitare, telematico, televisivo e telefonico. Siamo sommersi da leggi che regolano ogni minuzioso aspetto della vita quotidiana. Non esiste praticamente nessuna attività umana che non sia normata da uno Stato onnipresente, pervasivo, ipertrofico. Nè lo Stato sovietico, nè quello nazista erano arrivati a tanto. In altre epoche questo sarebbe bastato per creare sommosse, rivolte o rivoluzioni. La storia si è evoluta con cataclismi politici causati da motivi molto meno gravi. Invece no. L'uomo occidentale medio ha talmente intrioettato il suo ruolo di suddito di un impero totalitario che considera tutto normale e per il suo bene (sommo fornitore di salute e sicurezza).

Le tasse, contro le quali si sono fatte le più famose rivolte e rivoluzioni, sono una cosa ottima. Il proibizionismo, che causa molti più morti del permissivismo, è fatto per la salute dei sudditi. Il divieto di fumare quasi ovunque, salva la vita peraltro minacciata dal traffico, dalle discariche abusive, dai fumi delle fabbriche. Le ore passate negli aeroporti sono per la sicurezza. I disagi creati dalla raccolta differenziata (peraltro costosissima) salvano il pianeta. Le mostruosità burocratiche nel lavoro, nel commercio e nella produzione sono per evitare il disordine da Far West. Persino le guerre, cioè gli omicidi di massa, vengono giustificate per il bene dell'umanità. Ogni volta che si verifica un disastro naturale, un incidente, un delitto si leva in coro di voci che chiedono più leggi e normative. In nome della salute e della sicurezza (che poi non vede nemmeno da lontano) l'Occidente è diposto a rinunciare a qualunque libertà, dignità o moralità.

La maschera della nostra epoca è il Tafazzi. Una macchietta di tre famosi comici che sintetizza lo spirito del terzo millennio. Il Tafazzi passa il tempo a colpirsi il basso ventre con una grossa mazza, ma ha un'espressione felice. Il Tafazzi è la vera maschera dell'uomo post-moderno: alienato e contento.