Ogni relazione è un legame. Due o più persone si legano
attraverso la frequentazione, lo scambio solidale, le comuni esperienze,
la quotidianità del rapporto..
I legami hanno anche una base nel futuro. Progetti e sogni condivisi,
aspettative comuni, sono un grande collante della relazione.
Purtroppo, è frequente che la quotidianità si allenti
o sparisca con le vicende della vita. Allo stesso modo, è normale
che la condivisione del futuro si spenga, grazie ad un successo, un
fallimento o un senplice cambiamento delle condizioni. Come può
dunque sussistere la relazione, il legame?
Il collante maggiore della relazione è la memoria, che può
fare a meno del qui ed ora (il presente) e della progettualità
(il futuro). La memoria sopravvive al distacco, al tempo, alle condizioni
di vita. Il presente fugge presto, il futuro è misterioso e
mutevole: solo il passato è per sempre.
1. Coppia e famiglia
Cosa tiene unita una famiglia o una coppia? L'affetto, nei casi migliori.
L'interesse o l'abitudine, spesso. A volte persino i rancori.
All'inizio della coppia prevale il presente, il qui ed ora, lo sguardo,
la passione del momento, lo scambio solidale. Quando arriva la famiglia
è il futuro a dominare: i progetti, le fantasie e i desideri.
Più il tempo passa e più diventa dominante la memoria,
come alimentatore dell'affetto. Continuano ad avere importanza il
presente e il futuro, nei casi più felici. Ma nei casi più
infelici, la memoria resta l'unico collante. Il ricordo dei primi
baci, del fidanzamento, del viaggio di nozze, delle esperienze condivise
per la coppia. Quando i figli diventano adolescenti insopportabili,
non c'è genitore che non vada con la memoria al parto, ai primi
passi, ai giochi infantili da salotto o in giardino, come consolazione
di tutti i guai educativi da affrontare. I figli adulti, anche se
lontani dai genitori, non possono sottrarsi alla memoria di un'infanzia
fra le braccia sicure e affettuose del padre e della madre.
2. I compagni di Classe
I compagni di classe hanno un legame con un forte presente, e uno
scarso futuro. I progetti sono nebbiosi o individuali, e le esperienze
quotidiane presiedono alla qualità del legame. Molti, nel tempo,
si riuniscono periodicamente. Ciò che li muove è un
affetto basato sul passato, sulla memoria, sulla rievocazione di episodi
felici o drammatici, di professori o compagni particolari. Senza che
esistano relazioni nel presente o progetti comuni.
3. Commilitoni
I compagni d'arme vivono una forte relazione emotiva, centrata totalmente
sul presente. Nessun passato e nessun futuro. negli anni, molti rivedono
annualmente i commilitoni. Chi ha condiviso una guerra o un avvenimento
tragico, vuole rivivere la forza del legame emotivo del tempo passato.
Malgrado non esistano scambi nel quotidiano nè progetti condivisi.
Fotografie, gagliardetti, divise vengono tenuti come reliquie che
stimolano la memoria e il senso di appartenenza. E tengono vivo il
legame.
4. Tifosi
I tifosi della stessa squadra sportiva o dello stesso cantante hanno
un legame debole rispetto al presente e inesistente circa il futuro.
La loro relazione è basata sul passato, la rievocazione, la
commemorazione. Il famoso incontro sportivo, il concerto storico,
diventano l'oggetto dello scambio e della relazione, del legame fra
tifosi. Il grande mercato di "memorabilia" è la traduzione
materiale di una spinta psicologica verso un ricordo, che ci fa sentire
parte di qualcosa.
5. L'integrazione è difficile perchè non esiste
una memoria condivisa
Il grande dibattito sull'integrazione fra residenti e immigrati, non
tiene conto di un fattore decisivo: la memoria condivisa.
Gli immigrati si trovano in un mondo estraneo per lingua, costumi,
storia. Anche per questo, quando possono, si radunano fra loro, relegandosi
in veri e propri ghetti. Il loro legame è la soilidarietà
presente, il sogno comune di uscire dalla miseria, ma soprattutto
la memoria storica condivisa.
I cittadini residenti di buona volontà possono facilmente condividere
il presente con gli immigrati, attraverso relazioni umane e sociali,
scambi culturali, comportamenti solidali. Possono anche essere legati
da un futuro comune, come quello di una sana gestione del quartiere,
un progetto politico condiviso, addirittura un cammino produttivo
comune.
Ma è quasi impossibile condividere la memoria. Il (molto) relativo
benessere degli italiani non è stato regalato. E' nato da sudore,
lacrime e sangue.
I vecchi italiani hanno sperimentato due guerre mondiali, separate
dal ventennio fascista. Gli italiani adulti hanno sopportato l'esodo
interno di 6.000.000 di persone dal sud al nord e all'estero; gli
anni di piombo, le grandi battaglie sindacali, il terrorismo rosso
e nero: caratterizzati da rapimenti, omicidi, stragi. Subito dopo
hanno subìto i Gelli, i Sindona, i Calvi, le stragi di mafia,
Mani Pulite, la seconda Repubblica. Non è facile condividere
queste memorie con un cittadino del Mali o del Senegal. Anche per
questo è tanto difficle l'integrazione.
COMMENTO di Margherita Sberna
Mi pare un'eccellente spiegazione delle difficoltà
che incontriamo come esseri umani ad instaurare una relazione interpersonale
significativa con gli "immigrati" in genere. Ma vale anche
per le altre relazioni, salvo forse per quelle interne alla famiglia.
Così non dovrebbe essere impossibile conoscere persone nuove
e un po' per volta, creare una memoria comune. Esperienze piacevoli
non sono così rare, soprattutto fra i minori ed i giovani dei
nostri tempi che frequentano le stesse scuole e spesso anche gli stessi
luoghi per il tempo libero con gli immigrati.
Per gli adulti odierni, in un'epoca caratterizzata dall'omologazione,
credo che la maggiore difficoltà dipenda dalla diversità,
cioè dal rapportarsi con chi riconosciamo diverso da noi
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