La relazione vive in tre tempi di Adamus

Ogni relazione è un legame. Due o più persone si legano attraverso la frequentazione, lo scambio solidale, le comuni esperienze, la quotidianità del rapporto..
I legami hanno anche una base nel futuro. Progetti e sogni condivisi, aspettative comuni, sono un grande collante della relazione.
Purtroppo, è frequente che la quotidianità si allenti o sparisca con le vicende della vita. Allo stesso modo, è normale che la condivisione del futuro si spenga, grazie ad un successo, un fallimento o un senplice cambiamento delle condizioni. Come può dunque sussistere la relazione, il legame?

Il collante maggiore della relazione è la memoria, che può fare a meno del qui ed ora (il presente) e della progettualità (il futuro). La memoria sopravvive al distacco, al tempo, alle condizioni di vita. Il presente fugge presto, il futuro è misterioso e mutevole: solo il passato è per sempre.

1. Coppia e famiglia
Cosa tiene unita una famiglia o una coppia? L'affetto, nei casi migliori. L'interesse o l'abitudine, spesso. A volte persino i rancori.
All'inizio della coppia prevale il presente, il qui ed ora, lo sguardo, la passione del momento, lo scambio solidale. Quando arriva la famiglia è il futuro a dominare: i progetti, le fantasie e i desideri. Più il tempo passa e più diventa dominante la memoria, come alimentatore dell'affetto. Continuano ad avere importanza il presente e il futuro, nei casi più felici. Ma nei casi più infelici, la memoria resta l'unico collante. Il ricordo dei primi baci, del fidanzamento, del viaggio di nozze, delle esperienze condivise per la coppia. Quando i figli diventano adolescenti insopportabili, non c'è genitore che non vada con la memoria al parto, ai primi passi, ai giochi infantili da salotto o in giardino, come consolazione di tutti i guai educativi da affrontare. I figli adulti, anche se lontani dai genitori, non possono sottrarsi alla memoria di un'infanzia fra le braccia sicure e affettuose del padre e della madre.

2. I compagni di Classe
I compagni di classe hanno un legame con un forte presente, e uno scarso futuro. I progetti sono nebbiosi o individuali, e le esperienze quotidiane presiedono alla qualità del legame. Molti, nel tempo, si riuniscono periodicamente. Ciò che li muove è un affetto basato sul passato, sulla memoria, sulla rievocazione di episodi felici o drammatici, di professori o compagni particolari. Senza che esistano relazioni nel presente o progetti comuni.

3. Commilitoni
I compagni d'arme vivono una forte relazione emotiva, centrata totalmente sul presente. Nessun passato e nessun futuro. negli anni, molti rivedono annualmente i commilitoni. Chi ha condiviso una guerra o un avvenimento tragico, vuole rivivere la forza del legame emotivo del tempo passato. Malgrado non esistano scambi nel quotidiano nè progetti condivisi. Fotografie, gagliardetti, divise vengono tenuti come reliquie che stimolano la memoria e il senso di appartenenza. E tengono vivo il legame.

4. Tifosi
I tifosi della stessa squadra sportiva o dello stesso cantante hanno un legame debole rispetto al presente e inesistente circa il futuro. La loro relazione è basata sul passato, la rievocazione, la commemorazione. Il famoso incontro sportivo, il concerto storico, diventano l'oggetto dello scambio e della relazione, del legame fra tifosi. Il grande mercato di "memorabilia" è la traduzione materiale di una spinta psicologica verso un ricordo, che ci fa sentire parte di qualcosa.

5. L'integrazione è difficile perchè non esiste una memoria condivisa
Il grande dibattito sull'integrazione fra residenti e immigrati, non tiene conto di un fattore decisivo: la memoria condivisa.
Gli immigrati si trovano in un mondo estraneo per lingua, costumi, storia. Anche per questo, quando possono, si radunano fra loro, relegandosi in veri e propri ghetti. Il loro legame è la soilidarietà presente, il sogno comune di uscire dalla miseria, ma soprattutto la memoria storica condivisa.

I cittadini residenti di buona volontà possono facilmente condividere il presente con gli immigrati, attraverso relazioni umane e sociali, scambi culturali, comportamenti solidali. Possono anche essere legati da un futuro comune, come quello di una sana gestione del quartiere, un progetto politico condiviso, addirittura un cammino produttivo comune.
Ma è quasi impossibile condividere la memoria. Il (molto) relativo benessere degli italiani non è stato regalato. E' nato da sudore, lacrime e sangue.
I vecchi italiani hanno sperimentato due guerre mondiali, separate dal ventennio fascista. Gli italiani adulti hanno sopportato l'esodo interno di 6.000.000 di persone dal sud al nord e all'estero; gli anni di piombo, le grandi battaglie sindacali, il terrorismo rosso e nero: caratterizzati da rapimenti, omicidi, stragi. Subito dopo hanno subìto i Gelli, i Sindona, i Calvi, le stragi di mafia, Mani Pulite, la seconda Repubblica. Non è facile condividere queste memorie con un cittadino del Mali o del Senegal. Anche per questo è tanto difficle l'integrazione.

COMMENTO di Margherita Sberna

Mi pare un'eccellente spiegazione delle difficoltà che incontriamo come esseri umani ad instaurare una relazione interpersonale significativa con gli "immigrati" in genere. Ma vale anche per le altre relazioni, salvo forse per quelle interne alla famiglia. Così non dovrebbe essere impossibile conoscere persone nuove e un po' per volta, creare una memoria comune. Esperienze piacevoli non sono così rare, soprattutto fra i minori ed i giovani dei nostri tempi che frequentano le stesse scuole e spesso anche gli stessi luoghi per il tempo libero con gli immigrati.
Per gli adulti odierni, in un'epoca caratterizzata dall'omologazione, credo che la maggiore difficoltà dipenda dalla diversità, cioè dal rapportarsi con chi riconosciamo diverso da noi