Basta capirsi!
In questo periodo mi capita di pensare alla
diversità delle persone che conosco. Durante la giornata si frequentano
ambienti differenti, cambiano le espressioni, la capacità di intendersi.
A volte capirsi diventa difficile, si parla tutti insieme (e a volte anche
da soli), ognuno dice la sua, in teoria non è male, ma allunga i tempi se
si deve lavorare insieme. Ultimamente mi capita di parlare con persone straniere,
e lì un po' la situazione si complica. Ci si intende su molte cose, ma inaspettatamente
si rimane sbalorditi da un comportamento, da un modo di fare, ci si accorge
così delle diversità culturali, dei pesi dati alle cose. Aumenta l'interesse.
Penso che il confronto culturale offra stimoli e apra la mente. Ritengo
che la mediazione culturale e linguistica sia una buona strada per aumentare
la qualità degli scambi e delle relazioni; è necessario sostenerla per permettere
agli italiani e agli stranieri che attualmente vivono in Italia (sia gli
uni che gli altri non è detto che passino tutta la vita in
questo paese) di fruire il più possibile dei servizi offerti. Molti stranieri,
ad esempio, diffidano del nostro sistema sanitario (i cui metodi di cura
sono differenti da quelli dei paesi di origine) e vi si rivolgono solo in
caso di seria necessità, escludendo così le possibilità preventive; pochi
giovani extracomuntari continuano gli studi superiori e l'Università, questo
sia per difficoltà economiche che di inserimento. Credo che la mediazione
culturale si debba occupare sia del disagio forte che della promozione:
mediazione culturale per il lavoro (che cosa gli italiani chiedono al lavoratore
straniero, come si può negoziare e come varia il potere contrattuale, come
funziona il mercato del lavoro nel nostro paese), mediazione finanziaria
(agevolare i rapporti con le banche), mediazione del vivere quotidiano.
Mi piacerebbe conoscere le posizioni e le idee di chi lavora in questo settore.
Brazel
Brazel
I mediatori sono parassiti
L'idea di una "mediazione" culturale non è nuova, ma per fortuna
non ha ancora fatto strada nel nostro Paese. Ogni mediatore - peraltro messo
in campo dal piu' forte- è sempre un parassita manipolativo e asservito
al dominante. Il conflitto va mediato semmai dopo che si e' espresso e per
ora non vedo conflitto ma solo sfruttamento del Nord Ovets sul Sud Est.
Gli sfruttati devono emanciparsi da soli e ci riescono meglio se non hanno
a che fare con sedicenti mediatori
Intervento sulla
questione: I mediatori sono parassiti
tutti gli operatori del sociale dono parassiti
Si puo' estendere il ragionamento a tutti gli operatori del sociale.
Ma lo sostenevano anche negli anni '70.
...che servivano solo da "vaselina".
Sei uno Zapatista?
Intervento sulla
questione: tutti gli operatori del sociale dono parassiti
Forse sì, perche' no ?
Forse sono zapatista. Cosa hai contro gli zapatisti? Potrei chiederTi se
sei un frate missionario (esperto in mediazioni religiose) o un sindacalista
(esperto in mediazioni sindacali) o l'assistente della Ministra degli esteri
USA (esperta in mediazioni coi Balcani)...ma non lo faro'. Ribadisco solo
che pensare a dei mediatori per gli immigrati significa trattarli da scimmie,
da tenere lontane con benevoli guardiani; significa pensare a dei "guanti"
sterilizzati (stavo per dire preservativi) che prevengano il contatto/contagio.
Intervento sulla
questione: Forse sì, perche' no ?
Adoro gli zapatisti
Hasta Siempre comandante!
Intervento
sulla questione: Forse sì, perche' no ?
Ma chi lo dice?
dipende dai punti di vista, se tutti fossimo intelligenti, istruiti, svegli,
furbi probabilmente non ci sarebbe bisogno di mediazioni, credo invece che
dei molti immigrati in Italia tanti non sappiano nemmeno come funzionano
le cose qui, certo col tempo... A volte però capita che non usufruiscono
di servizi che gli spettano o interpretino male atteggiamenti e situazioni
per noi cariche di altro valore. Credo che un paese al passo coi tempi debba
valorizzare le differenze e essere aperto all'accoglienza.Andare incontro
non vuol dire sottovalutare. Perchè aspettare che una situazione degeneri?
C'è la voglia di assistere ad una battaglia combattuta da altri? Vorrei
sapere qualcosa da chi ha avuto esperienze in questo settore (mediazione
culturale)