Stimolo Autunno 2008
Riflessioni sul Volontariato (by M.Meti)
E' utile definire con precisione i contorni del volontariato perchè troppo spesso, oggi, si fa passare per volontariato il lavoro sottopagato o il lavoro nero; si moltiplicano le organizzazioni che lucrano finanziamenti pubblici sotto la bandiera del volontariato; e sotto questo nome la politica maschera le nuove forme di clientela.
  1. Le aree del Volontariato

Le aree di intervento del volontariato, per evitare fraintendimenti e mistificazioni, devono essere circoscritte ai problemi emergenziali, non affrontabili dallo Stato, e sperimentali.

EMERGENZA
L'area d'elezione del volontariato è quella della straordinarietà, cioè di quegli eventi che i soggetti coinvolti non possono affrontare da soli: catastrofi naturali, attentati, guerre, carestie, epidemie. Un evento emergenziale può richiedere l'aiuto straordinario e temporaneo di volontari che per pura solidarietà, offrono il loro tempo libero e le loro competenze. Questo richiede che nè le organizzazioni nè i singoli ricevano compensi. Se l'organizzazione riceve compensi significa che i singoli volontari sono sfruttati; se i singoli che intervengono ricevono compensi significa che non sono volontari.

PROBLEMI NON AFFRONTABILI DALLO STATO
Una seconda area importante del volontariato è quella dei problemi che realisticamente non è utile o giusto addebitare allo Stato. Per esempio, l'assistenza psicologica in genere (ai malati terminali, alle famiglie di soggetti ospedalizzati, ecc.); il tempo libero di soggetti disabili o anziani; oppure il supporto educativo a famiglie in crisi. Entrano in questa categoria tutte quelle azioni che per il loro grado di immaterialità e non indispensabilità, non è ragionevole mettere in carico allo Stato.
Accanto a queste, anche i problemi di sopravvivenza, istruzione e salute possono legittimamente costituire oggetto di volontariato, ma in quei Paesi che sono oggettivamente poveri. Fornire volontariato a paesi che sono oggettivamente ricchi o benestanti (come la Cina o il Brasile, per citare due casi) significa aiutare gli Stati a spendere i loro soldi in armamenti o auto blu per i burocrati, invece che per i bisogni sociali. Questo ragionamento vale anche per l'Italia, dove certi interventi di volontariato hanno il solo effetto di esonerare lo Stato dall'assumersi le sue responsabilità.

SETTORI SPERIMENTALI
Il volontariato ha per sua natura più sensibilità e agilità dello Stato. Questo consente al volontariato di intercettare i problemi sociali in anticipo e di affrontarli in via sperimentale. Il volontariato può essere l'avanguardia delle politiche sociali dello Stato, ma in quanto tale non deve mai dimenticare il principio di temporaneità. Per esempio, oggi si intravvedono i sintomi di un problema gravissimo quale quello dell'autolesionismo di alcuni giovani. Stanno diffondendosi i casi di giovani che si procurano tagli e bruciature. I casi sono ancora rari e il fenomeno non è ancora ben focalizzato. Non è ovvio aspettarsi che lo Stato si faccia carico di questo problema: e qui il volontariato ha un grande ruolo. Una cosa simile si è verificata oltre quaranta anni fa con la droga. Il fenomeno era nuovo e dunque le prime risposte furono offerte da un meritevole volontariato. Il danno è stato che un intervento sperimetale e temporaneoè diventato stabile. Questo ha trasformato il volontariato per le tossicodipendenze in un business per gli organizzatori e una fonte di lavoro precario o nero per i giovani addetti. Ed ha esonerato lo Stato dal farsi carico del recupero dei tossicodipendenti. Se un fenomeno analogo si fosse sviluppato per le malattie cardiocircolatorie, oggi avremmo comunità di simil-volontariato medico invece che ospedali.

  1. Definizione di Volontariato

Volontariato è ogni prestazione totalmente gratuita che si rivolge a estranei, fornita da chi trae altrove il suo sostentamento. Questa definizione mette in rilievo tre elementi fondamentali del volontariato: gratuità, estraneità e tempo libero. In assenza di uno dei quali non possiamo usasre questo termine.

GRATUITA'
Il carattere della gratuità è necessario per distinguere il volontariato da ogni forma di lavoro atipico, precario, illegale, come anche da ogni forma di apprendistato, studio o addestramento. Chiunque riceva un compenso, anche modesto, per le prestazioni che offre, non può essere considerato volontario. Ogni ambiguità su questo tema nasconde situazioni di sfruttamento.

ESTRANEITA'
Il carattere dell'estraneità serve a distinguere il volontario da chi fornisce prestazioni ai familiari, agli amici, al consorte. Le prestazioni che forniamo agli estranei non nascono da alcun obbligo, nemmeno morale, ma da una scelta, appunto, volontaria. Le prestazioni che forniamo ai limitrofi si fondano su obblighi morali, in molti casi anche giuridici; inoltre queste hanno il carattere della reciprocità. per esempio, mamme che accudiscono a turno i bambini del quartiere, compresi i propri, non fanno volontariato, ma scambi di vicinato. Il volontariato non prevede alcuna reciprocità. Il principio di estraneità richiede anche che il volontario fornisca prestazioni gratuite a terzi, il che esclude la sovrapposizione fra volontariato e associazionismo. Chi fa parte di un'associazione sportiva e partecipa alle attività di questa, magari anche occupandosi dei nuovi soci, non fa volontariato perchè gli utenti non possono considerarsi estranei.

TEMPO LIBERO
E' essenziale che il volontario abbia una fonte di sostentamento diversa da quella in cui presta l'azione volontaria. Nei casi di soggetti volontari che non hanno un lavoro è indispensabile che il volontariato sia riservato a quello che definiamo "tempo libero" dall'occupazione principale. Per esempio, chi studia non deve confondere il volontariato coll'apprendistato o il tirocinio. Uguale distinzione va fatta per i religiosi, i quali svolgono con la loro missione un'azione lavorativa, ancorchè gratuita.

Il Decalogo del Volontariato
  1. Chi riceve una qualsiasi forma di compenso in danaro, in beni o servizi, NON è un volontario (è un lavoratore, magari sfruttato)
  2. Chi fornisce azioni o servizi diretti a familiari ed amici, NON è un volontario (è un soggetto di reciprocità)
  3. Chi presta il suo tempo e le sue energìe ai membri di una associazione di cui è membro, NON è un volontario (è un socio attivo)
  4. Chi fornisce prestazioni per scopi di tirocinio, addestramento, stage, NON è un volontario (è un allievo)
  5. Chi si impegna a tempo pieno, anche gratuitamente, in nome di una missione religiosa, NON è un volontario (è un missionario)
  6. Un'organizzazione che fornisce prestazioni non totalmente gratuite, NON è volontariato (è un'impresa)
  7. Un'organizzazione che fornisce servizi ai propri membri, NON è volontariato (è un'associazione)
  8. Un'organizzazione i cui membri ricevono compensi, NON è volontariato (è un'impresa)
  9. Un'organizzazione che riceve finanziamenti per i progetti che realizza, NON è volontariato (è un'impresa)
  10. Un'organizzazione i cui membri prestano la loro opera come impegno principale, NON è volontariato (è un luogo di lavoro)