Colpa, cambiamento, espiazione. La manipolazione in politica (Eva Zenith)

Chi commette un reato deve pagare. Il cambiamento è riconosciuto, solo se accompagnato dall'espiazione. Questo concetto, noto a tutti e condiviso, si basa sul ragionamento che un reato non si estingue con le scuse o con una dichiarazione di pentimento. Non lo farò più, cambierò: non basta. Il cambiamento futuro non estingue il debito delle colpe passate. Espiare significa purificarsi e purgarsi. Purificazione e purga hanno un costo, che è il prezzo da pagare per la colpa.

La colpa non è solo collegata al reato, cioè alla trasgressione di leggi che prevedono la punizione pecuniaria e/o la privazione della libertà. La colpa è un atto di volontà col quale l'uomo offende la morale e le leggi. La colpa morale nei secoli è stata punita con sistemi "morali": la riprovazione sociale, l'emarginazione, l'ostracismo.

Colpa non è solo il dolo, cioè la deliberata volontà di fare del male, ma è anche cagionare danno per difetto di prudenza, vigilanza, o diligenza. Se uno lancia sassi da un cavalcavia è colpevole di mancanza di prudenza, anche se non colpisce nessuno, e merita il biasimo sociale. Se un guardiano notturno dorme in servizio, è colpevole di mancata vigilanza, e merita il licenziamento. Se un medico sbaglia un'operazione o una cura -anche senza causare danni irreparabili-, è colpevole per scarsa diligenza, e merita la disistima dei pazienti.
La colpa risiede anche negli atti passivi. Il non fare niente mentre si assiste ad un reato delinea una complicità; il non denunciare si chiama omertà; il non fare il proprio dovere sul lavoro o non assistere un ferito configura un'omissione. In molti di questi casi ci sono veri e propri reati, in altri si tratta di colpe soggette al biasimo sociale.

Tutto ciò è stato per secoli chiarissmo nei casi dei privati cittadini e nei casi di uomini pubblici, titolari di un incarico politico o amministrativo. Le colpe degli uomini pubblici sono state sempre colpite con una ferocia uguale, ed a volte maggiore, delle colpe dei privati cittadini. La storia è costellata di politici arsi vivi, decapitati, impiccati, fucilati per le loro colpe. Nei casi migliori, di colpe da semplice scarsa diligenza (generali sconfitti in battaglia) si ricorreva all'esilio.

La colpa è sparita invece dal panorama delle democrazie post-belliche, particolarmente in Italia. Non parliamo qui di reati dei quali sono pieni i media nostrani. Teoricamente la giustizia colpisce l'illegalità (quando la cerca e quando la trova). Parliamo dei casi di colpe "morali" per difetto di prudenza, vigilanza o diligenza, nonchè delle colpe di complicità, omertà, omissione.

Di fronte ai ripetuti scandali di corruzione, concussione, appropriazione indebita che hanno costellato la Seconda Repubblica, il ceto politico sta facendo un'operazione di manipolazione mediatica così evidente che difficilmente otterrà il suo scopo.

La manipolazione prevede:

  • una concentrazione dell'attenzione sui capri espiatori, cioè i politici disonesti ma tanto stupidi da farsi prendere con le mani nella marmellata
  • una raffica di dichiarazioni scandalizzate, moraliste e ipocrite su tutti i media fiancheggiatori
  • continui richiami alle "diversità": non tutti i politici sono uguali ("disonesti sono gli altri, non io")
  • generici inviti al cambiamento della classe politica, col sottinteso che il parlante è escluso da questo auspicio
  • qualche ritocchino al quadro normativo, irrilevante, ma comunque attuabile fra 3/4 anni
  • nuovo nome, bandiera, simbolo e inno da dare alla propria banda, pomposamente chiamata partito
  • ...e voilà, siamo pronti a nuove elezioni, rinnovati e nuovissimi !

Questa manipolazione sarà accettata solo da quegli elettori che sono legati alle cordate partitocratiche, i raccomandati, i clientes, i fiancheggiatori: cioè che appartengono alla casta, sia pure nella periferia dei peones.Il problema è che la crisi ha assottigliato le possibilità del ceto politico di mantenere la voracità di una casta troppo allargata.

Le colpe del ceto politico saranno perdonate solo dopo l'espiazione ed a cambiamento verificato. L'espiazione sarà l'esilio di massa (non a Caprera ma magari a Taranto, nel quartiere dell'Ilva), cioè l'esclusione da ogni incarico politico o amministrativo, per lo stesso numero di anni spesi ad ammorbare l'Italia. Dopo 10-20 anni di semplice militanza da cittadino, il politico della seconda Repubblica potrà facilmente dimostrare il proprio avvenuto cambiamento.

Questo ceto politico si è reso colpevole, per oltre vent'anni di complicità, omertà e omissione verso i "mariuoli". Chi ha messo questo Fiorito a capo del suo gruppo consigliare? Chi ha deciso che poteva disporre "sine cura" di milioni di euro? Chi doveva controllarlo? Cosa sapevano i suoi capi, i suoi colleghi di partito, i membri del Consiglio Regionale degli altri partiti? Cosa hanno detto i sindacati dei dipendenti regionali? Quanti articoli d'inchiesta ha fatto la stampa locale? Dove erano il Segretario regionale e quello nazionale del suo partito? Dove erano la Finanza, la Corte dei Conti, la magistratura? Quante inchieste sugli sprechi delle Regioni hanno fatto i media nazionali prima del 2012? E gli elettori di Fiorito, non hanno mai sospettato del suo tenore di vita?

La verità è che dietro ogni Fiorito c'è una intera casta colpevole di connivenza, collusione, complicità, omertà. E se per caso ci fosse un solo politico che non sapeva, dovrebbe espiare la sua stupidità, che è il massimo della colpa per chi vuole rapprersentare il popolo.