Primavera 2006
Orientamento al Lavoro prossimo futuro (Appunti di EvaZenith per giovani ed educatori)

Da tempo il dibattito sull'orientamento al lavoro sembra fermo. I metodi ed i professionisti continuano a riprodurre la situazione degli Anni Ottanta e Novanta, come se nessuno si fosse accorto dei cambiameno della società e del lavoro di questa soglia di millennio. Chissà perchè, nessuno scrive o dice quello che leggerete sotto, anche se molti lo sanno e molti lo fanno già. Giovani che dovete scegliere un curriculum, giovani che state entrando nel lavoro, giovani cercate con fatica di emanciparvi dal precariato, ma anche insegnanti, educatori, genitori ed orientatori professionisti, leggete questi appunti e poi scrivete le Vostre reazioni in basso.

  • Niente più ascese di classe
    Per decenni ci siamo illusi che fosse finalmente possibile accedere a ceti e classi superiori, e che non fosse ineluttabile il destino di restare per l'intera vita nella condizione sociale della nascita. Ci hanno detto che l'educazione e la formazione erano una grande opportunità di ascesa sociale. La cattiva notizia è che non è più così: l'ascesa di classe è sempre meno possibile. La buona notizia è che la "discesa di classe" è sempre più facile anche per i ceti superiori. Le posizioni sociali elevate e d'èlite sono sempre più chiuse, corporative, ereditarie. Tutti abbiamo ampie possibilità di morire più poveri di quando siamo nati, e sempre meno sono quelli che muoiono più ricchi.
  • Identità slegata al lavoro
    Siamo cresciuti con l'idea che la nostra identità fosse data dal lavoro: eravamo il lavoro che facevamo. Non è più così. Ora, in grande maggioranza, siamo chi siamo a prescindere dal lavoro che facciamo. Quando iniziavamo a lavorare da bambini anche 10 ore al giorno e morivamo giovani, passando una vita senza week-ends e senza vacanze, il lavoro era la gran parte della nostra esistenza. Oggi iniziamo a lavorare tardi, lavoriamo un numero di ore giornaliere, settimanali ed annue inferiori a quello dei nostri nonni, andiamo in pensione in anticipo e moriamo molto più vecchi: il lavoro -quando c'è-occupa solo un quarto o un quinto della nostra vita.
  • Lavoro precario/saltuario come stabile
    Abbiamo in mente l'idea che il lavoro saltuario e precario sia transitorio. Finora l'abbiamo fatto "in attesa " del lavoro stabile e continuativo. Oggi dobbiamo iniziare a pensare che la stabilità sia proprio il lavoro saltuario e precario, segnato da intervalli di disoccupazione. Non importa chi vincerà le elezioni. Il lavoro sarà sempre più saltuario e precario per il semplice motivo che l'economia italiana ed europea sono uscite dall'onda del progresso e sono entrate in quella del regresso. Imprese precarie non possono che offrire lavoro precario. L'impero celeste, l'impero egizio, l'impero romano sono tramontati: le civiltà invecchiano come gli esseri umani, e l'Occidente è entrato nella quarta età. Il XXI secolo sarà dell'Oriente.
  • Nessun nesso fra formazione e lavoro
    Nell'orientarci, abbiamo creduto (e per decenni è stato vero) che esistesse un nesso fra educazione-formazione-curriculum e lavoro. Non è più così, se non per modeste minoranze. Puoi laurearti in archeologia e pagare l'affitto facendo il pizzaiolo. Puoi diplomarti in ragioneria e fare la commessa, saltuaria. Puoi fare il taxista, tenendo sul cruscotto una laurea in filosofia. La prima buona notizia è che puoi scegliere di studiare quello che ti piace senza pensare a quello che serve sul mercato del lavoro. Studieremo tutti solo perchè ne avremo voglia, e non per fare carriera. La seconda buona notizia è che la maggior parte dei futuri lavori che ti offriranno, potrai farli senza avere alcuna preparazione: la poca che ti servirà, te la forniranno sul posto di lavoro. La cattiva notizia è che avrai a disposizione solo lavori senza altro senso che quello di pagarti due pasti al giorno.

Se le cose stanno così, esistono consigli per orientarti nelle scelte per lavorare e per vivere in questo secolo? Non esistono ricette, ma qualche spunto di riflessione, posso dartelo. Se non sei nato ricco, non hai parenti potenti e non riesci a sposarti con qualcuno del ceto dominante, comincia a pensare a queste suggestioni:

  • Emigrare?
    Il futuro è ad Oriente. Qualcuno segnala il BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) come l'impero prossimo venturo. In generale, ci sono molti Paesi
    con una maggioranza di popolazione giovanile, che hanno davanti uno sviluppo garantito. Se vuoi fare carriera in base ai tuoi meriti, se ami il rischio e la libertà, emigra. Tieni presente che sono decine i Paesi nei quali puoi fare una vita decorosa, quasi abbiente, con la stessa somma che ti passa la famiglia per vivere in un monolocale della più squallida periferia italiana. Paesi nei quali spariscono le esigenze di spendere e puoi guadagnare qualcosa con l'esperienza che ti viene dalle tue radici. Potrai sempre tornare in Italia come turista, per goderne solo i lati migliori.
  • Abìtuati alla parsimonia
    Se vuoi continuare a vivere in Italia, inventati uno stile di vita parsimonioso. Ricordati che tuo padre è vissuto felice senza telefonino e tuo nonno è invecchiato senza automobile. Per secoli i tuoi antenati hanno vissuto con l'intera tribù nella stessa fattoria, e con una famiglia di 8-10 persone in una sola stanza (con bagno all'aperto). Vale ancora la pena che tu spenda la tua vita alla ricerca di un lavoro impossibile, e magari insensato, per pagare il mutuo di un bilocale tutto tuo? E' ora che tu pensi a nuove forme di coabitazione fra amici o famiglie allargate: vivere in comunità ha vantaggi e svantaggi, come vivere nella famiglia nucleare. Fino a un secolo fa, turismo voleva dire cavallo e ospitalità presso amici, parenti e conventi: forse non lo sai, ma anche oggi puoi girare il mondo senza pagare nè aerei nè alberghi.
  • Creati un'identità a prescindere dal lavoro
    Smetti di presentarti come Maria Rossi, insegnante o Flavio Neri, geometra. Comincia a pensare a te stesso come essere umano con interessi, hobbies, passioni, credenze personali interessanti, ed al lavoro come un'attività che svolgi o per pura passione (quindi anche gratis) o per sbarcare il lunario (perciò senza farne un distintivo). Interessati a qualcosa che ti piace senza pensare a quanto può rendere. Impegnati in qualcosa che potrai fare anche da disoccupato o in pensione. Studia solo se e quello che ti appassiona.
  • Il diritto alla casa ed al salario minimo garantiti
    Non perdere tempo a lottare per ottenere un lavoro stabile e garantito. Hai pochissime possibilità di averlo e potresti averne uno che ti rende infelice. Non credere ai politici che danno ricette per il lavoro stabile: l'unico lavoro stabile cui pensano è il loro. Se proprio vuoi lottare fallo per sancire il tuo diritto, come essere umano, di avere un tetto e due pasti al giorno garantiti. Lo Stato te li deve garantire perchè è lo Stato che ha fatto in modo che tu non possa più trovarteli da solo. E' lo Stato che ti proibisce di piantare una tenda dove vuoi e di coltivare un orto per le tue cene. Se non riesce a garantirti questo diritto naturale, ha il dovere di darti una casa ed un salario minimio garantito.
  • Competenze personali
    Dedica molto tempo alla creazione ed all'abbellimento di una "statua di te stesso". Fai di te un essere umano onesto, forte e felice: è questa la bellezza. Ciò che veramente devi "imparare" sono le competenze personali, il saper essere, le capacità che porti con te, ovunque vivrai ed qualsiasi lavoro farai. Fra queste competenze le principali sono la capacità di gestire l'insicurezza e la libertà, la capacità di imparare, la capacità di esplorare e rischiare, la capacità di darti regole e rispettarle, la capacità di essere accogliente e complice, l'apertura verso gli altri e le novità. Migliora ogni giorno queste capacità e non morirai mai di fame.