Akkademia

Educazione e responsabilità
(di Guglielmo Colombi)
Pedofilìa, giochi mortali, droga, bullismo ed Io debole


Navigo in Rete da qualche decennio e non è mai capitato di imbattermi casualmente in un sito di pedofilìa, di blue whales o blockout, di vendita di droga, di cyberbullismo. Questo mi fa pensare che le vittime di questi siti li cercano volontariamente.
Chi è tossicodipendente è un malato da aiutare perchè la sua volontà è minata dalla dipendenza. Tuttavia, chi inizia a drogarsi lo fa per libera scelta. Per non parlare dei drogati "ricreativi" che consumano droghe varie saltuariamente e che scelgono ogni volta di farlo.
Chi fa cyber-bullismo lo fa scientemente e chi ne è vittima sceglie di liberamente di sottostarvi.

Ogni volta che la morte di un adolescente viene alla ribalta dei media, non manca chi chiede a gran voce un impegno specifico della scuola: seminari sui pedofili reali o virtauli, corsi contro i giochi pericolosi e mortali, conferenze sulle droghe e il cyber-bullismo.

Nessuno segnala che questi comportamenti dilaganti fra giovani e giovanissimi sono il segno di una crisi del sistema educativo, della proliferazione di Io minimi e deboli e della sparizione del concetto di responsabilità.

Crisi del sistema educativo
Il ruolo educativo della famiglia è stato gradualmente indebolito da una legislazione che sottolinea i diritti ma non i doveri dei minori; da una sistema sociale e culturale che sottopone la discrezionalità dei genitori ai diktat del mercato; dalla violenza mass-mediatica che impone modelli spacciati come libere scelte.
Chi ha più di mezzo secolo è stato educato da genitori che si limitavano a imporre poche regole:

  • non parlare con gli sconosciuti
  • non fare azioni che mettano a rischio la tua sicurezza fisica (non attraversare col rosso, non saltare dal primo piano, ecc.)
  • non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te
  • non fare come gli altri, tu sei tu

Chi trasgrediva non veniva giustificato, ma punito.

Il ruolo educativo della scuola è stato minato da una legislazione che impedisce di punire i comportamenti scorretti degli allievi; che ha fatto sparire le istituzioni correzionali; che ha reso impossibile il controllo dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.
Chi ha più di mezzo secolo è stato educato da insegnanti che si limitavano a imporre poche regole:

  • se maltratti un compagno, vai dal Preside; e se ci vai più di tre volte, vieni cacciato dalla scuola
  • se ti vesti in modo non consono all'istituzione, non entri in classe
  • se non ottemperi all'obbligo scolastico, i carabinieri ti arrivano in casa
  • non copiare da nessuno: noi premiamo l'originalità

Nella maggioranza dei casi, i genitori non ricorrevano alla Magistratura, ma ringraziavano.

Il ruolo educativo di tutte le aggregazioni giovanili (Oratorio, boy scouts, associazioni, ecc) e della comunità è crollato insieme alla sparizione sia delle aggregazioni giovanili sia delle comunità.
Chi ha più di mezzo secolo ha passato infanzia e adolescenza in luoghi controllati da educatori, professionali o volontari, che rafforzavano i messaggi educativi della famiglia e della scuola. Nelle organizzazioni giovanili c'erano anche più regole che in famiglia, e nella comunità c'erano le "vedette". Il fruttivendolo, il panettiere e il vigile urbano erano sempre pronti a chiamare la famiglia quando vedevano comportamenti giovanili scorretti per le strade. E venivano ringraziati, non invitati a farsi gli affari loro.

La proliferazione di Io minimi
Il più evidente risultato della crisi del sistema educativo è la proliferazione di Io minimi. Il termine "adolescente" è stato elevato ai 20 anni. La definizione di "adulto" non viene assegnata prima dei 40 anni. L'appellativo di "giovane" una volta vissuto come insulto, oggi sembra l'elogio più ambito.
Gli adolscenti e i giovani intrattengono relazioni con bit informatici che scambiano per persone vere. Partecipano a giochi masochistici, per il semplice fatto che qualcuno, che non sanno chi sia, li invita a farlo. Non cancellano i Social che li maltrattano, ma arrivano a suicidarsi a causa loro. L'imperativo categorico non è differenziarsi, ma fare come tutti, o almeno uniformarsi a un gruppo.
Le vittime di bullismo scolastico, non corrono a denunciare il fatto al Preside ma seguono la regola dell'omertà. Provano droghe perchè gliele offre un amico: non importa se così finanziano la mafia. Poi marciano contro le mafie e invitano i negozianti a denunciare le estorsioni.
Per non parlare dei bambini che chiamano il telefono azzurro, se non hanno un tablet; dei poverini che a 16 anni progettano interventi di chirurgìa estetica; dei giovani che vanno a scuola in canottiera, jeans stracciati e sandali o delle giovani che indossano minigonne ascellari....perchè è di moda.
Il paradosso è che gli Io minimi sono accompagnati da un esasperato narcisismo. Parliamo di me, prestatemi attenzioni speciali, non criticatemi mai, trattatemi come un idolo.

Sparizione del concetto di responsabilità
La crisi dell'educazione e la proliferazione di Io minimi hanno come conseguenza la sparizione del concetto di responsabilità.
L'infantilizazione e la soggezione agli slogan retorici dei mass media sono generali. Nessun bambino o adolescente è responsabile di un reato. I giovani che trasgrediscono ottengono il plauso dell'opinione pubblica. L'obbligo di mantenimento dei figli dura fino ai 35 anni ed oltre. Chi non studia è perchè non è compreso. Chi non lavora è perchè non trova occupazione. Chi trasgredisce è influenzato dalle "cattive compagnie".
Chi crea o partecipa a risse violente, è perchè imita la violenza verbale dei politici. Chi si rovina con il gioco d'azzardo non ha colpe: è un ludo-dipendente malato. Chi si uccide con la cirrosi non ha responsabilità: soffre di alcol-dipendenza. Chi si droga è sempre un malato di tossico-dipendenza. Essere dipendenti è come avere il cancro.
Se nelle istituzioni si delinque non sono responsabili le gerarchie ma le "mele marce". Poi anche le "mele marce" non sono responsabili, perchè le colpe sono del "sistema". I politici in carica non sono mai responsabili: la colpa è sempre dei predecessori, che hanno creato i problemi.
I genitori non sono responsabili perchè hanno perso ogni autortà. Gli insegnanti non sono responsabili perchè le leggi li hanno imbrigliati. I giudici non sono responsabili perchè si limitano ad applicare le leggi. La casta non è responsabile di voracità, perchè gli emolumenti che si assegnano sono del tutto legali.