Spunti per una
riflessione
Vorrei, nella continuazione di uno
stimolo da più parti avviato, impostare in un contesto metacomunicativo
la riflessione su ciò che ognuno di noi intende per comunità
e, riferendomi al "qui" e all"ora", vorrei
incentivare un dialogo costruttivo che ambisca a definire il senso
che ognuno di noi da a "Psicopolis".
Luca Giuliano nel momento in cui
parla della "Computer-mediated communication" (CMC) dichiara:
"La comunicazione avviene in un vuoto sociale in cui le parole
sono lunica realtà di riferimento. Le parole non sono
soltanto informazione ma anche azione in un mondo fatto esclusivamente
di parole". E ovvio che le parole in questo contesto
hanno un peso di grande rilevanza dunque. Se pensiamo in oltre che
tra i lati positivi che questo mezzo ci offre vi è la maggiore
possibilità di partecipazione e una generale "democratizzazione"
delle relazioni sociali a favore di gruppi minoritari, non possiamo
però dimenticare che da più parti ( Kiesler e Sproull,
1991; Rice, 1989) vennero evidenziati pure i limiti: "Sul versante
negativo della comunicazione elettronica vengono rilevate le difficoltà
e le lentezze nel prendere le decisioni, nel raggiungere gli obiettivi
previsti e nella formazione del consenso."
Come si può vedere, già
agli esordi alcuni studiosi riuscivano ad intuire i limiti di un
mezzo il quale seppur offra nuove opportunità aggiuntive
e renda la comunicazione non gerarchizzata e reticolare esplicandosi
principalmente su di un piano orizzontale, poi sul piano fattivo
il limite del mezzo si è individuato paradossalmente nella
sua risorsa non pienamente od efficacemente usata. La parola, lagire
quindi, è poco usata cosi come sono scarse le interazioni
tanto da generare tempi di reazione che oserei definire geologici.
"Gli eventi nel ciberspazio
sono atti linguistici. Il ciberspazio nasce come metafora dello
spazio, già ancora prima di diventare uno spazio condiviso."
Luca Giulianio, Comunità nel Ciberspazio
Le Comunità che nascono nel
Ciberspazio, "WELL" fu forse la più importante
nata nel 1986, non possono sottrarsi ad una regola che le spinge
ad una similitudine con le aggregazioni sociali già note
nel momento in cui riflettono su loro stesse. La metafora diviene
spesso in questo contesto, come tra laltro in quello reale,
uno strumento di conoscenza e genera quindi una distinzione. In
oltre va rimarcato che, il senso di appartenenza è rafforzato
da unità organizzative che allinterno della comunità
definiscono compiti e responsabilità. Una comunità
virtuale può trarre linfa solo dallinterazione tra
gli utenti. Se la cibernetica è quella scienza che studia
i sistemi artificiali dotati di autoregolazione, il cyborg è
lunione di macchina e organismo. Mi pare che in questa accezione
vi sia una visibilità acclarata del macchinico, ma stenti
a decollare lelemento organico che tende a conservare un disassemblamento
egoistico non essendo orientato ad una ricerca attraverso connessioni
che possano darne considerazione nel suo insieme. Manca a mio parere
una fase progettuale che possa identificare un fondamentale obiettivo
comune e che riesca a garantire un senso alla comunità che
pre-supponga dei valori condivisi. Le mancate pretese di rivendicazioni
delle istanze ad esempio, vanno viste a mio parere come incapacità
degli iscritti alla comunità di investire in una fase progettuale
che veda la compenetrazione dei vari saperi. Tra i miei intendimenti
ad esempio vi sarebbe quello di godere delle competenze istanziali
che caratterizzano Psicopolis. Radunare attorno ad un progetto differenti
letture di una problematica, ad esempio Agenda21, potrebbe essere
un punto di partenza che si augura lavvio di un corpo unico.
Questa sorta di spazio antropologico,
Pierre Lévy lo definisce "Spazio del sapere" ed
è un non luogo, è una tendenza, una potenzialità.
"Lo Spazio del sapere non si sovrappone agli altri spazi, ma
ne è condizionato". Lo spazio del sapere non è
soltanto competenza tecnica e scientifica, ma è un complesso
spazio semiotico fatto di emozioni, apprendimento, condivisione
di esperienze, conoscenze ed affetti, è lo spazio in cui
si formano e vivono le comunità virtuali, comunità
che sono della stessa sostanza di cui sono fatti i segni.
Mirco Marchetti (Primo Akkademico 2002-2003)
Stimolo Autunno 2002- Primo Akkademico Mirco Marchetti
"
Innanzi tutto rivolgo un saluto a tutta la comunità degli
accademici, sperando che il futuro ci riservi uno spazio di migliore
fruizione per una maggiore interattività e collaborazione.
Problemi tecnici in primis, ma anche,
spesso, il timore ingiustificato di esporsi, rendono questi contesti
spesso vuoti di contenuti. L'approccio ad internet, come già
è stato sottolineato, è più di tipo predatorio.
Si prende ciò di cui si ha bisogno, senza dare nulla in cambio.
Voglio quindi partire con il sottoporvi
un'idea.
Molti di noi, educatori, formatori,
liberi pensatori o folosofi tout court, hanno vissuto esperienze
sul campo uniche ed irripetibili, considerando il fatto che pure
i fatti più ovvi, e forse soprattutto quelli, vanno indagati
per essere assunti nella loro problematicità, l'invito che
rivolgo è: postare interventi
di qualsiasi tipo, di esperienze di vita, inerenti a riflessioni
sul proprio operato, pensieri alternativi, umoristici, satirici,
cattedratici, formativi...tutto ciò che insomma ritenete
possa dare un maggior contributo alla comprensione dell'umano agire.
Tutto ovviamente nel rispetto di una netiquette fondamentale.
Chiedo altresi la collaborazione
di due o tre accademici che mi aiutino nella successiva selezione
dei brani che possano rivestire un maggior interesse per la "linea
editoriale" che si pensa di impostare, delineando obiettivi
e scopi che rientrino in detta fase di progettazione. Allo scopo
mi si contatti all'indirizzo e-mail su indicato.
Chiederò, per questo, formalmente
a psicopolis uno spazio all'interno della comunità per una
"rivista", a cadenza mensile ad esempio, che raccolga
gli interventi più interessanti postati dagli accademici.
La rivista potrebbe intitolarsi ad
esempio, "L'uovo e la gallina", cosa da me improvvisata
e proposta ma che può essere rivista, il titolo mi da già
l'idea di un rimando riflessivo, ma vedremo........
Alla fine del mio mandato avrei
pure l'idea di creare un libretto cartaceo, a limitata tiratura,
che dia conto dell'operato degli accademici nel corso dell'anno
2002-2003, che raccolga tutti gli interventi di maggiore interesse.Ovviamente
questa idea, partorita da me, come si dice, su due piedi, non vuol
essere esaustiva né ultima, per questo aspetto da voi, consigli,
collaborazione ed aiuto. Credo, o meglio, spero che questa idea
serva da stimolo ulteriore che vi induca allo scrivere ed al condividere
le vostre preziose, personali, esperienze di vita. Un abbraccio,
Mirco Marchetti (Primo Akkademico 2002-2003)
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