Torna a Indice
Strumenti ARIPS

Questi strumenti sono liberamente usabili, col solo obbligo di citare la fonte

 

NOZIONI BASE PER IL LAVORO CON GLI ANZIANI
Adattamento di Massimo Manganaro da "WHAT PRACTITIONERS SHOULD KNOW ABOUT WOKING WITH OLDER ADULTS" di N. Abeles, APA, dicembre 1997
PENSIERI COMUNI SUGLI ANZIANI

MITI

La maggior parte degli anziani sono simili
Generalmente sono soli e solitari
Essi sono malati, deboli e dipendenti da altri
Spesso la loro competenza cognitiva è danneggiata
Diventano più difficili e rigidi con il passare degli anni
Sono depressi
Non riescono ad affrontare l’inevitabile declino che avviene con il passare degli anni

REALTÀ

Essi appartengono a una diversa fascia di età
La maggior parte di essi mantiene stretti contatti con la propria famiglia
La maggior parte degli anziani sono indipendenti
Per la maggior parte degli anziani, se esiste un declino nelle loro facoltà intellettuali non è così grave da causare danni nella vita di ogni giorno
La personalità rimane relativamente costante durante tutto il ciclo vitale
Nei centri anziani si sono diagnosticati minori casi di depressione che nei più giovani adulti
La maggior parte degli anziani riesce ad affrontare con successo le sfide dell’età.

LE REALTA’ DELL’INVECCHIAMENTO DEGLI ANZIANI NEGLI USA

Cos’è realmente l’invecchiamento in America? Quali sono i parametri americani di invecchiamento, educazione, produttività, benessere economico, realtà sociali, abilità cognitive, benessere fisico ecc.? Le risposte alle domande che seguono ne danno un’ampia diagnosi.

Esiste un parametro per l’invecchiamento "normale"?

Come per gli adulti più giovani, le prestazioni normali tra gli anziani rappresentano una serie, più che un valore specifico.
L’informazione emerge da due tipi di invecchiamento "normale":

  • invecchiamento "ottimale" o "salutare" di individui che non presentano malattie fisiche,
  • invecchiamento "tipico" di individui che presentano condizioni mediche comuni nella terza età.

A che punto è la preparazione scolastica degli anziani?

La cultura tra la popolazione anziana è migliorata significativamente. Nel 1993, il 34% della popolazione di oltre 65 anni di età era diplomata e il 12% laureata, o avente ulteriori dottorati.
Nel 2030, l’83% degli ultra 65enni avranno completato le scuole superiori e il 24% saranno, per lo meno, laureati.

Gli anziani sono produttivi?

  • Nel 1993, il 16% degli uomini anziani e l’8% delle donne anziane rappresentavano una forza lavoro attiva. Più della metà degli anziani che lavorano lo fanno part-time. Mentre gli anziani maschi, oggi, sono meno propensi a continuare a essere forza lavoro, le donne anziane lo sono di più.
  • Più di un terzo degli anziani prestano lavoro nel volontariato, sia questo formalmente o meno.

Qual è il benessere economico degli anziani di oggi?

La situazione economica globale degli anziani è migliorata significativamente dal 1970 e, in generale, essi sono proprietari di più beni che i giovani adulti. Nel 1992, il 13% degli anziani, come gruppo, erano poveri (comparandoli al 15% degli ultra 65enni), anche se la percentuale di povertà era maggiore negli anziani Afro-americani (33%), Ispanici (22%) e persone oltre gli 85 anni di età (20%).
Il guadagno medio di un uomo anziano era di $ 15.276 e di $8.579 per le donne anziane. La pensione sociale è la maggiore risorsa degli introiti monetari. È interessante una ricerca dell’APA Donne Anziane dalla quale appare che le psicologhe anziane erano finanziariamente più sicure degli anziani psicologi.

Quali sono le circostanze sociali e il benessere sociale degli anziani?

La famiglia e gli amici sono la chiave del supporto sociale di molti adulti. I dati che seguono si riferiscono ad anziani non domiciliati in luoghi istituzionalizzati, se non dove è menzionato.

  • Nel 1993, il 64% degli anziani tra i 65 e i 74 anni era sposato e viveva con il proprio compagno. Tra quelli con 85 anni e più, il 24% viveva con il proprio compagno, mentre il 48% viveva da solo. Gli uomini anziani conviventi con la propria moglie erano quasi il doppio delle donne. La metà delle donne ultra 65enni erano vedove. Le donne anziane si adattano di più degli uomini a vivere da sole.
  • Tra gli anziani con figli viventi, quasi la metà (48%) aveva contatti quotidiani con loro e l’86% aveva, almeno, contatti settimanali.
  • Moltissimi anziani provvedono ad aiutare le nuove generazioni, anche se si tratta di un aiuto morale. (Prendersi cura dei nipoti, fornire un posto dove vivere o fare regali monetari o prestiti).
  • Una moglie anziana è più disposta a dare aiuto che un anziano single. Le donne sono coloro che aiutano maggiormente la comunità.
  • Quattro o cinque adulti affermano di avere uno o più confidenti. Generalmente le donne hanno più interazioni con gli amici di quante ne abbiano gli uomini.
  • Nel 1990, circa l’1,4% degli adulti dai 65 ai 74 anni viveva in una casa di cura, in confronto al 6% degli anziani tra i 75 e gli 84 anni, e il 24% degli ultra 85enni. Nelle case di cura per anziani, una su tre è una donna ultra 85enne.
  • I fattori di rischio salienti, per le istituzioni assistenziali, includono: età sopra i 75 anni, il vivere da solo, demenza, immobilità.

Quali sono gli interessi sociali e del tempo libero degli anziani?

Anche se tra gli anziani variano molto gli interessi e le esperienze di vita passata, c’è una continuità nelle attività del tempo libero durante il corso della vita. La maggior parte del loro tempo libero non è speso in programmi di sviluppo evolutivo.
L’affiliazione religiosa è la forma più comune di partecipazione organizzata tra gli anziani, con il 50% di loro che si occupa settimanalmente in partecipazione attiva.
Gli anziani sono attivi politicamente, con i due terzi di partecipanti al voto nel 1992 (in confronto a quasi la metà degli adulti più giovani).
Meno del 25% degli anziani frequenta i centri diurni per anziani.
Con il passare degli anni, gli anziani prediligono attività più sedentarie e solitarie, come visitare la famiglia, guardare la TV e leggere.

Quali sono i più comuni cambiamenti fisici associati all’avanzare dell’età?

I normali cambiamenti avvengono gradualmente con l’età.

  • Il peggioramento dell’udito è solitamente moderato, ma molto diffuso. Nel 1990, il 48% degli uomini ultra 75enni e il 37% delle donne avevano problemi di udito.
  • Cambiamenti visibili includono problemi con la velocità di lettura, problemi di vista in una luce incerta, problemi di lettura su video a cambio veloce, lettura di caratteri piccoli e la localizzazione di oggetti.
  • I tempi di reazione diventano tipicamente più lunghi negli anziani, soprattutto per compiti complessi.
  • La probabilità di riportare condizioni di salute croniche aumenta con l’età. Le sindromi più comuni sono: artrite, ipertensione, cataratte, diabete, problemi al cuore e osteoporosi.
  • Anche se le percentuali sono variabili, la proporzione di anziani aventi bisogno di assistenza nelle mansioni quotidiane aumenta con gli anni (ad esempio, si tratta del 9% per gli anziani dai 65 ai 69 anni e arriva al 50% per gli ultra 85enni). Dopo i 65 anni una maggior percentuale di donne piuttosto che di uomini diventa disabile.
  • A parte le più diffuse difficoltà fisiche, i tre quarti degli anziani domiciliati in case di riposo tra i 65 e i 74 anni, presenta salute buona, molto buona o eccellente, comparata a quelli domiciliati nelle proprie abitazioni di oltre 75 anni.
  • Le cinque maggiori cause di mortalità tra gli anziani sono: problemi cardiaci, cancro, malattie cardiovascolari, polmonite o influenza, o problemi cronici di ostruzione polmonare.

Quali sono i cambi di capacità cognitive associate all’invecchiamento?

Alcune capacità cognitive diminuiscono, altre aumentano, e alcune subiscono lievi cambiamenti. Questi mutamenti differiscono da persona a persona e variano anche in una sola persona in relazione ai differenti aspetti della capacità cognitiva in oggetto. Ad esempio, la creatività può continuare fino alla nona decade di vita.
Per quanto riguarda, invece, le facoltà che subiscono un declino, il loro cambiamento non è così forte da influenzare le occupazioni quotidiane o sociali, come invece accade per malattie di demenza o per il morbo di Alzheimer. Si tratta di:

  • Il processo di velocità di informazione subisce un declino durante gli anni; ciò può risultare nell’apprendere meno velocemente, o nell’avere bisogno che il nuovo concetto venga ripetuto più volte.
  • L’attenzione divisa in due obiettivi simultanei mostra il declino relazionato all’avanzare degli anni; ad esempio, prestare attenzione a più inputs simultaneamente, mentre il prestare attenzione a inputs visivi simultanei non cambia con il passare degli anni. I livelli di mantenimento dell’attenzione, o di vigilanza, appaiono ridursi con l’età, così come il filtrare informazioni irrilevanti da quelle importanti.
  • La memoria a breve non sembra avere un forte declino.
  • La memoria di fatti accaduti a maggiore distanza di tempo presenta un maggiore deterioramento, così come il richiamare alla memoria risulta più difficile del riconoscimento e necessita un’imbeccata.
  • La maggior parte degli aspetti della capacità di linguaggio rimane inalterata, così come l’accento, la congruenza delle frasi e la comprensione; alcuni aspetti possono addirittura continuare a migliorare con il passare degli anni, come il vocabolario. In ogni caso, la capacità di trovare le parole adatte, di menzionare una lista di nominativi o di parole, risulta decadere.
  • Una serie di compiti visivi o di spazio, mostra il declino delle capacità durante l’invecchiamento; come il disegno o la costruzione tridimensionale.
  • La capacità di astrarre e la flessibilità mentale mostrano, anch’esse, il declino durante l’invecchiamento.
  • L’accumulo di esperienze pratiche o di buonsenso continua fino alla fine della vita.

E per quanto riguarda la sanità mentale degli anziani?

  • La popolazione anziana presenta minori disturbi psichiatrici evidenti delle persone più giovani, a eccezione dei problemi cognitivi, che sono gli unici associati all’avanzamento dell’età.
  • La soddisfazione della vita, in generale, è simile, se non migliore, degli altri gruppi di età. La soddisfazione di vita è associata alla qualità della salute, un guadagno adeguato, una adeguata relazione con gli altri e il self-control di ognuno per la propria vita.
  • Gli anziani solitamente cercano di avere un buon aspetto e, per questo, cercano di fare attività fisica (anche sessuale) soddisfacente, esercizio, studiare nuove materie, viaggiare.

Quanto è affetta la personalità dall’invecchiamento?

Una varietà considerevole di studi mostra una considerevole stabilità nei tratti personali, come nevrosi, estroversione e perdita di controllo.
La stabilità si mostra più ferrata nella seconda metà della vita che nella prima.

Come riescono ad affrontare l’avanzamento dell’età gli anziani?

A parte il declino cognitivo o psicologico, molti anziani sviluppano capacità di affrontare l’avanzare dell’età, sia spontaneamente che grazie a istruzioni esterne.

  • "O lo usi o lo perdi": usare la memoria, o altre strategie cognitive, tramite schemi di parole incrociate, giocando a bridge o cimentandosi in altre attività mentali.
  • Facendo liste o note da ricordare.
  • Training in facoltà mnemoniche, come associazioni semantiche o uso interattivo delle figurazioni verbali
  • Partecipare a seminari sull’umore e la memoria.
  • Modificando l’ambiente, o gli obiettivi, per venire incontro ai cambiamenti psicologici.
  • Cercando di attingere dalla forza personale e coltivando creatività, ottimismo e speranza.
  • Cercando aiuto dalla famiglia, dagli amici, vicini o gruppi di coetanei.
  • PROBLEMI PSICOLOGICI DATI DALL’ESPERIENZA DI ALCUNI ANZIANI

Gli anziani possono avere un ampio dispiegamento di disordini psicologici, inclusi quasi tutti quelli che affliggono i più giovani. Questi possono essere effetti delle loro esperienze giovanili, o possono riguardare problemi insorti da poco dovuti a neuropatologie o stress sviluppati.
Per esempio, un individuo può essere affetto da disordini mentali come una depressione maggiore, o disordini comportamentali, o abuso di farmaci. I problemi medici sono molto più comuni negli adulti e sintomi, o sindromi, psicologici sono spesso correlati a malattie psicologiche. Inoltre, la classica manifestazione di disagio non è, a volte, così evidente, oppure si manifesta in modi atipici (come l’anoressia o il cadere spesso).
Ancora, spesso gli anziani ricevono differenti cure per i loro problemi medici e, spesso, molti problemi sono dovuti all’interazione tra diversi farmaci o gli effetti di rigetto degli stessi.
Il capire lo stato mentale, o le disfunzioni mediche, è l’obiettivo centrale per assestare e curare i problemi psicologici negli anziani.

Ansietà

  • Uno sguardo sulla popolazione di base, trova il 6% degli anziani con problemi di ansietà. Siccome tali problemi, spesso, coesistono con problemi affettivi, o medici, o anche di demenza, questa percentuale potrebbe essere maggiore.
  • La diagnosi più comune tra gli anziani è generalmente chiamata "disfunzione di ansietà".
  • Un buon numero di condizioni mediche sono generalmente chiamate, in modo errato, ansietà, poiché la mancanza di respiro e l’ansia sono sintomi da non prendere in considerazione così presto.
  • Sintomi ossessivi-coattivi possono crescere, o affievolirsi, durante il corso della vita e possono essere un problema primario, o secondario, della depressione.
  • Manifestazioni di panico si presentano raramente nella fase avanzata della vita e, nei soggetti in cui sono presenti tali indizi durante la giovinezza, solitamente recedono nella maturità. Sebbene alcuni anziani abbiano riportato episodi di panico, essi sono generalmente da attribuire a sintomi di depressione o di malattie fisiche.
  • Alcune fobie colpiscono gli anziani, ma normalmente si presentano durante l’età meno avanzata.
  • Stress post-traumatici compaiono a ogni età e sono molto comuni negli ex-combattenti e negli ex-prigionieri di guerra.

Malattie croniche

  • Finora la patologia più diffusa tra gli anziani è l’artrite ossea.
  • La diagnosi e la cura delle varie patologie sono tipicamente più complicate negli anziani che nei giovani. È, comunque, importante valutare le condizioni, poiché alcune potrebbero mascherare cause depressive più gravi.
  • Atteggiamenti che indicano disfunzioni possono essere inavvertitamente rafforzati da individui (familiari o amici) che prestano molta attenzione alla persona in oggetto, anche quando non si presentano dolori fisici.
  • La depressione è, spesso, associata a una malattia cronica. Questo è particolarmente vero negli anziani in cui coesistono e interagiscono entrambe.

Delirio (acuto stato confusionale)

  • Rapidi cambiamenti di stati mentali possono rappresentare delirio o acuto stato confusionale. Il delirio, connesso all’agitazione o alla confusione, è solitamente accentuato nella parte terminale della giornata (è perciò chiamato "tramonto").
  • Fattori di predisposizione al delirio includono età avanzata, disturbi nel metabolismo, infezioni, anestesia, assunzione di diversi farmaci, fratture all’anca, condizioni ambientali circostanti, che causano la perdita della routine quotidiana, iper o ipo-stimolazioni sensoriali, cambiamento delle abitudini di riposo, una manifestazione di demenza o di lesione cerebrale e un ragguardevole numero di altri portatori di stress, sia esso fisico o psicologico.
  • Il delirio solitamente recede quando i fattori che lo hanno generato sono soppressi o curati.

Demenza

  • Da una ricerca sulla popolazione è risultato che la prevalenza della demenza aumenta drammaticamente con l’età, stimando che dal 5% al 7% degli ultra 65enni e quasi il 30% degli ultra 85enni ne soffrono. Più del 20% dei pazienti soffre di una forma in parte, o completamente, reversibile.
  • La forma più comune di demenza associata all’avanzamento dell’età è quella causata dal morbo di Alzheimer o da patologie celebro-vascolari (tra cui la più comune è chiamata demenza vascolare). Alcuni pazienti anziani presentano entrambe le patologie.
  • A differenza di problemi cognitivi associati all’avanzare dell’età, l’associazione della patologia della demenza con l’invecchiamento può causare significanti riduzioni nello svolgimento delle funzioni occupazionali e sociali.
  • Persone con patologie di demenza progressiva, spesso, presentano sintomi psicologici coesistenti, come depressione, ansietà, paranoia e disturbi comportamentali.
  • Oltre al normale bisogno di attenzioni da parte degli anziani, le famiglie, o chi si occupa di loro, fanno fatica a capire e affrontare i differenti atteggiamenti portati dalla demenza.
  • La demenza è un fattore di rischio per il delirio e le due patologie, spesso, coesistono.
  • La depressione può essere, di solito, associata a problemi di memoria e cognitivi. Anziani con gravi problemi di depressione ossono avere effetti sulle loro capacità cognitive maggiori di coloro nei quali questa non è presente. È una patologia reversibile, comunemente chiamata pseudodemenza.

Problemi di cambiamenti di umore

  • Gravi problemi di depressione colpiscono l’1% degli anziani e la dysthymia quasi il 2%. Ultimamente sono questi i più comuni fattori che causano l’insorgenza di problemi psicologici.
  • La Mania affligge gli anziani soprattutto per l’assenza di solerti cure mediche. Comunque, non si sa abbastanza sui disagi "bipolari" negli anziani; una delle ragioni potrebbe essere la mancanza di diagnosi negli ultra 60enni.
  • Problemi di cambiamento di umore si rivelano in modo differente nei giovani e negli anziani. Per esempio, negli anziani, a differenza degli adulti più giovani, la depressione si manifesta come ansietà, agitazione, problemi di memoria e dolori fisici. Gli anziani si lamentano meno di problemi depressivi o tristezza. Il sentirsi senza speranza è più un atteggiamento che si riscontra negli anziani.
  • Circa il 20% degli anziani che vivono nei centri specializzati presenta sintomi di depressione clinica, che però non raggiunge i criteri per una diagnosi di problemi di umore. Rientrano nella categoria di alterazioni dysthymiche, o alterazioni di assestamento con configurazioni depressive. Alcuni gruppi di anziani ad "alto rischio" hanno una prevalenza di sintomi e sindromi depressive, sia che essi siano pazienti ricoverati o no.
  • La maggiore percentuale di suicidi si riscontra negli anziani; al primo posto gli uomini abitanti del Caucaso che vivono soli, per i quali tali atti hanno un drammatico incremento a partire dai 65 anni.

Disturbi psicotici

  • La schizofrenia si registra molto raramente nella prima parte della vecchiaia. Solo il 10% della popolazione che soffre di questo disturbo ha avuto i primi sintomi dopo i 40 anni. Di conseguenza, gli anziani con problemi di schizofrenia, spesso, presentano sintomi di psicosi cronica. L’invecchiamento sembra essere connesso alla diminuzione, in frequenza e in potenza, dei sintomi cosiddetti "positivi", come allucinazioni, fissazioni, manie. Comunque, a causa degli altri sintomi della schizofrenia, come apatia e astinenza, gli anziani afflitti da essa si rivelano ad alto rischio per quanto riguarda l’isolamento sociale o il rigetto nel sistema di salute mentale.
  • La più comune forma di psicosi negli anziani è la paranoia. La perdita dell’udito può essere un fattore molto significativo per lo sviluppo della paranoia nell’invecchiamento. Altri rischi sono l’isolamento sociale, i disturbi di lunga durata nella personalità, la demenza e il delirio.
  • La paranoia negli anziani tende a essere caratterizzata dalla credenza che sia meno strana e bizzarra di quella riportata negli adulti più giovani. Le persone sembrano reagire adeguatamente e le loro funzioni cognitive appaiono normali. Sfortunatamente, poiché negli anziani affetti da paranoia questa si manifesta con fissazioni e manie verso parenti, amici o chiunque si prenda cura di loro. Possiamo concludere che la causa, e l’effetto, preponderante di essa sia l’isolamento sociale.

Disfunzioni sessuali

I normali cambiamenti dati dall’avanzare degli anni nell’attività sessuale possono essere descritti con una diminuzione in ogni passo del circolo di stimolazioni. Questi cambiamenti non significano comunque la perdita del desiderio, dell’attività sessuale, né dell’orgasmo.

  • L’incidenza di disfunzioni sessuali aumenta con gli anni sia nelle donne che negli uomini; per lo più a causa della maggior assunzione di farmaci, poiché la salute diminuisce.
  • I farmaci, infatti, sono speso causa di danneggiamento delle funzioni sessuali. Citiamo particolarmente il caso di calmanti, ansiolitici e farmaci per disturbi cardiaci.
  • Anche gli stessi disturbi di salute possono danneggiare le funzioni sessuali. Più del 50% di uomini affetti da diabete presentano difficoltà di erezione e le donne che ne sono affette presentano disfunzioni sessuali. Molti uomini anziani si sottopongono a interventi chirurgici alla prostata (TURP). Dopo questo tipo di operazione i rischi di difficoltà sessuali aumenta.
  • Disfunzioni neurologiche sono spesso annesse al declino delle funzioni sessuali, come il morbo di Parkinson, quello di Alzheimer, la sclerosi multipla e l’infarto.

Disturbi del sonno

  • Esistono molti cambiamenti nel modo di riposare relativi all’età. L’ammontare dei sogni declina del 40%, rispetto all’adolescenza, nel 25% dei 70enni. Nell’età adulta capita più frequentemente di svegliarsi durante la notte e gli anziani fanno più fatica a prendere sonno durante questi risvegli notturni. Questi ultimi impiegano, comunque, all’incirca 5 minuti in più degli altri adulti per prendere sonno. Anche il russare aumenta con l’avanzare dell’età e, in genere, al risveglio, gli anziani non si sentono così riposati come i più giovani.
  • I problemi di insonnia incrementano con l’età e circa la metà degli ultra 80enni si lamenta di avere problemi di insonnia. Questo è un disturbo diffuso negli anziani, mentre non lo è l’"iperinsonnia". L’"iperinsonnia" è caratterizzata da eccessivi periodi di sonnolenza durante il giorno. Ciò non si riferisce ai sonnellini giornalieri che gli anziani sono soliti fare.
  • Poiché gli anziani non amano aderire a schemi prestabiliti di vita giornaliera, è per loro più facile avere problemi di sonno. Queste disfunzioni includono la mancanza di sincronia tra l’essere sveglio e il dormire e l’effettivo ritmo naturale del corpo.
  • La cosiddetta "Apnea dormitiva", ovvero episodi in cui il respiro si arresta durante il sonno, aumenta con il passare degli anni ed è un fenomeno molto comune nella vecchiaia. L’apnea pesante può essere seriamente rischiosa e provocare l’alterazione del ritmo cardiaco, portando all’aumento della pressione arteriosa e avere risultati negativi nelle funzioni cognitive.
  • Periodiche contrazioni delle gambe possono essere un’altra causa di disturbi al sonno nell’età avanzata. Queste contrazioni si presentano solitamente nella prima parte della notte e possono durare da pochi minuti a qualche ora e la reazione, chiaramente, è il risveglio e l’abbandono del letto, in modo da alleviare il disturbo con la posizione eretta.

Disturbi psicosomatici

L’ipocondria è il disturbo più facilmente riscontrabile nell’invecchiamento. Dal 10 al 15% degli anziani presentano una stima esagerata riguardo il loro stato di salute e il loro peggioramento fisico. L’ipocondria si può presentare sola o annessa ad altre disfunzioni, quali ansietà, depressione e demenza.
Gli anziani affetti da ipocondria possono risultare ad alto rischio, in quanto non presi in adeguata considerazione da parte dei medici per i reali sintomi di disfunzioni fisiche. Coloro che sono affetti da disturbi psicosomatici sono soliti assumere troppi medicinali e procedere a cure e operazioni eccessive, che portano a rischi e morbosità non necessarie.

Uso e abuso di sostanze

  • La prevalenza di abuso di alcool negli ultra 65enni raggiunge il 2-5% negli uomini e l’1% nelle donne.
  • I fattori di rischio, che causano l’abuso di alcool in tutti gli adulti, includono: essere maschio, avere un’educazione relativamente bassa, pochi introiti e un’anamnesi di disturbi psichiatrici (in primo luogo la depressione).
  • Situazioni di stress contribuiscono molto più ad aumentare l’uso di alcool e medicinali nell’età avanzata piuttosto che nell’età adulta. I più comuni sono la vedovanza o morte di familiari molto vicini, il pensionamento (mancanza di lavoro e di sentirsi utili), conflitti con la famiglia, problemi finanziari e di salute fisica.
  • Le vedove sono coloro che hanno la percentuale massima di abuso di alcool tra gli anziani.
  • I regolari consumatori di alcool possono essere soggetti a ulteriori problemi fisici, connessi all’abuso, con il passare degli anni. Il maggiore tra questi è la malnutrizione, poiché essi facilmente falsano una dieta bilanciata, consona al loro stato di salute.
  • L’eccessivo consumo di alcool può causare cirrosi epatica, una delle 8 maggiori cause di mortalità nell’età avanzata.
  • Un altro effetto può essere l’osteoporosi "osteomalacia", ovvero l’indebolimento delle ossa.
  • L’abuso di alcool può inoltre causare l’indebolimento dello stomaco nell’assunzione di cibo.
  • Il problema maggiore, e più frequente, negli alcolisti cronici è il peggioramento delle funzioni cognitive: porta a un notevole declino della memoria.
  • Tanti anni di alcolismo portano disturbi fisici e cognitivi; lo stesso accade a coloro che cominciano a bere pesantemente anche in tarda età.
  • L’abuso di droghe, negli anziani, solitamente riguarda le medicine, sedativi e tranquillanti. Un quarto delle prescrizioni mediche (in USA) è rivolto agli ultra 65enni, siano queste ricette mediche o "finte" ricette. I più usati sono i tranquillanti e i sedativi.
  • Con l’età aumenta anche la tossicità dei farmaci.
  • Il mix alcool–farmaci (soprattutto sedativi e tranquillanti) è molto pericoloso, poiché può provocare gravi forme di depressione nel sistema nervoso centrale.

Altri disturbi che possono affliggere gli anziani

  • Problemi di adattamento

Il fattore più comune di stress che porta a problemi di adattamento nella tarda età è la malattia. Altri, che precipitano la situazione della perdita della capacità motoria possono essere, ad esempio, il pensionamento, i problemi finanziari e le permanenze prolungate in ospedale.

  • Disfunzioni alla personalità (PDs)

Le maggiori disfunzioni alla personalità (PDs), particolarmente quelle denominate "gruppo B" (narcisismo, istrionismo, antisocializzazione in casi limite), declinano la frequenza e l’intensità con il passare degli anni. Comunque, i loro effetti possono avere forme modificate e, queste, conosciute come "varianti geriatriche", sono spesso associate a difficoltà nelle funzioni mentali e a trattamenti psicoterapeutici. Per esempio, i comportamenti antisociali degli anziani non si manifestano con illegalità che causano la carcerazione (come avviene nei giovani), però possono essere manifestati in forma di egoismo, soprattutto verso gli operatori sociali che si occupano di loro, con il risultato dell’abbandono dell’anziano in questione.

  • Lutto

La maggior parte degli anziani hanno avuto l’esperienza della perdita del convivente, di un familiare o di un amico. Mentre il lutto è una normale reazione alla perdita, l’afflizione patologica che si sviluppa,. i cui sintomi sono bene o male gli stessi degli adulti, comporta senso di colpa, una sviluppata paura della morte, un senso di inutilità che causa, anche, problemi motori marcati e disfunzioni mentali. Il periodo di lutto è determinato anche dalle circostanze della morte: negli Stati Uniti, il periodo di lutto si aggira sui 2 anni, ma il fattore esponenziale è molto variabile.

  • Abuso sugli anziani

Alcuni anziani sono vulnerabili a maltrattamenti da parte dei figli, dei nipoti e delle mogli o da parte di chi si occupa di loro. Questo accade soprattutto quando si tratta di anziani con problemi cognitivi gravi. Da un recente studio, appare che il 3% degli anziani residenti in case di cura hanno subito abusi fisici, maltrattamenti, incuria e aggressioni verbali croniche. Questa percentuale è, probabilmente, al di sotto della media, poiché gli anziani sono restii a denunciare gli abusi subiti in casa. Gli abusi sessuali sono quelli meno riportati.
Poiché gli esperti in medicina potrebbero trascurare alcuni segni di abusi fisici (ammaccature o altro), oppure presumere che essi siano stati causati da cadute, è importante chiedersi quali siano le cause reali di determinati danni fisici.
La maggior parte dei rapporti denuncia abusi commessi tra coniugi, a volte causati da rivalse di abusi subiti nel corso della vita condotta insieme. Questo tipo di abusi sono, spesso, seguiti da ingiurie da parte dei figli, già adulti, nei confronti di un genitore.
Mettendo a confronto i dati rilevati su individui più giovani, i mariti anziani subiscono abusi due volte più spesso delle anziane mogli e coloro che abusano del/della partner sono, di solito, dipendenti finanziariamente da esso/a.
Gli anziani colpiti dal morbo di Alzheimer, o da altri casi di demenza, sono quelli a più alto rischio.
Gli abusi tra coniugi anziani (sia da colui che abusa, che da colui che è ne oggetto) sono da mettere in relazione con il loro contenuto essenziale e con le psicopatologie che affliggono i soggetti.
Ingiurie e abusi nella tarda età si presentano in famiglie di ogni classe sociale o livello economico. Quando queste azioni accadono in casa, il rapporto viene redatto e distribuito alla sicurezza sociale, agli ospedali e a tutti i professionisti che ne sono coinvolti, anche indirettamente, nello Stato statunitense in cui sono accadute.
Quando, invece, ciò accade in un luogo diverso (ovvero case di riposo ecc.) il rapporto redatto è richiesto da tutti gli Stati (della confederazione).
Gli psicologi che lavorano con gli anziani dovrebbero essere a conoscenza delle leggi e delle punizioni applicabili agli abusi nei confronti di una persona anziana.

  • Declino cognitivo in relazione all’età

Il DSM-IV riporta questa categoria (cod. 780.9) come "Altre condizioni che possono essere focalizzate dall’attenzione clinica". Si riferisce a un declino oggettivo nelle azioni cognitive di una persona che, entro certi limiti, può essere attribuito al normale processo di invecchiamento e non si può quindi definire come una specifica malattia mentale o neurologica.