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LA CREATIVITA’
E’ questo un argomento sul quale non si possono dare indicazioni definitive assolute fondamentalmente perché le ricerche in questo ambito sono piuttosto recenti (un lavoro sistematico in questo senso è iniziato negli USA in seguito alla pubblicazione de “Il pensiero produttivo” di Wertheimer avvenuta nel ’45). Inoltre, non si è ancora in grado di definire con sicurezza le caratteristiche essenziali che determinano lo sviluppo di una personalità creativa né di individuare senza possbilità di dubbio gli steps percorsi nel processo creativo.
Attualmente le teorie che cercano di “spiegare”il fenomeno “creatività” vanno da quelle a carattere fisiologico-neurologico (competenze del cervello destro e del cervello sinistro, per es.), a quelle più nettamente psicologiche, basate sullo studio della personalità dell’individuo creativo, a quelle di derivazione dalla psicanalisi. Trattandosi di creatività, probabilmente questo modo di procedere può essere considerato molto in linea con il tema in oggetto.
Il punto di vista di base delle considerazioni seguenti si fonda in particolare sulla teoria di J.P.Guilford , il quale sostiene che la creatività è connessa cpon l’intelligenza, la cultura e la personalità individuali. In questo senso la creatività può essere definita come una capacità complessa di pensare, agire, produrre cose nuove o di strutturare in modo nuovo il già esistente.
Le due caratteristiche fondamentali sono dunque la novità e l’utilità. Non si può pensare, dunque, che la creatività sia completamente sconnessa dalla realtà. In questo essa si distingue dalla fantasia, che fondamentalmente non tiene in nessun conto le possibilità di realizzazione del prodotto ottenuto.
In genere, quindi, la creatività viene giudicata e verificata soprattutto in base ai risultati ottenuti e risulta ancora problematico determinare con certezza quali sono le persone dotate di tale caratteristica. Si sono, però, individuate una serie di qualità che sono pesenti in personalità creative. Per quanto riguarda l’intelligenza si è, per esempio, verificato che un alto Quoziente Intellettuale non è determinante e sufficiente a garantire capacità creative, ma certamente è un elemento necessario, anche se non occorre che esso sia sempre presente al massimo livello. Sono, inoltre, di importanza fondamentale:
Tutte queste caratteristiche possono essere un patrimonio proprio dell’individuo, ma possono anche essere acquisite attraverso lavori specifici su di sé. Certamente l’aspetto psicologico della personalità è quello su cui più pesano l’ambiente di vita e l’educazione ricevuta. Per questo occorrerebbe intervenire in modo corretto fin dalla più tenera età. La scuola, come del resto la famiglia e tutte le altre agenzie educative, educano al conformismo piuttosto che alla divergenza e alla creatività!
Un ultimo aspetto della creatività è connesso alla situazione ottimale nella quale essa si verifica. Anche in questo senso non si hanno risposte precise ed univoche: alcuni trovano che la dimensione ideale per lavori che richiedono la creatività sia l’individuo; altri il gruppo; altri ancora accettano sia l’una che l’altra cosa specificando che la scelta deve essere fatta in base alle situazioni.
A nostro parere, sulla scorta anche delle recenti ricerche e dei risultati ottenuti, la dimensione collettiva è quella che più garantisce la ricchezza di possibilità creative.
Anche le tecniche che attualmente vengono usate e che sembrano facilitare l’espressione del pensiero divergente, si esprimono a favore di questa scelta. Più teste producono già normalmente più idee: tanto più se il gruppo è al massimo eterogeneo e, cioè, se riunisce individui creativi e con competenze specifiche diversificate fra loro.
Anche dal punto di vista tecnico, i procedimenti attualmente più usati per ottenere soluzioni creative sono vari. Fra i più usati in modo efficace si sono i metodi seguenti:
- Metodo creativo universale: è fondamentalmente derivato dal metodo della ricerca scientifica; prevede:
- Braistorming: è una tecnica che prevede di sottostare ad alcune regole:
In seguito, ogni soluzione e idea viene analizzata fino ad arrivare, attraverso una selezione progressiva, alla idea più funzionale e realizzabile.
- Phillips 66: è un metodo di gruppo che prevede il sottoporre un problema a gruppi dalle stesse persone raggruppate in modo diverso. In tal modo le angolazioni utilizzate per l’analisi del problema e per suggerire idee risolutive si arricchiscono di più contributi e stimoli che possono suggerire ulteriori possibilità.
- Associazione di qualità: si tratta di fare un elenco di proprietà/qualità
di un oggetto e di variarle successivamente indipendentemente le une dalle
altre. Ciò serve per fornire punti di vista diversi rispetto al problema
in esame e, quindi, può facilitare l’intuizione di soluzioni alternative.
L’efficacia di questo metodo è connessa al tipo di problema da risolvere.
- Sinettica: è uno dei metodi più recenti, ma sembra essere il più riccol di possibilità. Dopo una ricca analisi del problema è necessario:
1°- trasporre il problema in termini analogici in un altro campo (in genere questo secondo è il biologico, ma può essere anche diverso) ed elaborare soluzioni
2°- trovare varie idee, trasportarle nuovamente nel campo originario, sviluppando le intuizioni in kodo che possano essere effettivamente realizzabili (spesso sorgono nuovi problemi che devono essere a loro volta risolti).