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GIOCHI CARNEVALESCHI (proposti da Claudia: )

Il capo branco

Si invita un membro del gruppo ad uscire dalla stanza. Dopo essersi assicurati che non possa sentire nulla, si spiega agli altri che dovranno interpretare un branco di gorilla, all'interno del quale ci sarà un capo branco. Quando il "prescelto" rientrerà, tutti imiteranno il verso e i gesti dei gorilla con la loro massima potenza di voce e la "cavia" dovrà indovinare chi è il capo-branco, che, ovviamente dovrà agitarsi ed urlare più degli altri. Chi gioca avrà a disposizione tre tentativi. Ma, dove sta il vero inganno??? Il conduttore prenderà accordi con il gruppo: chiunque verrà indicato al terzo tentativo ammetterà di essere il capo-branco ed uscirà dalla stanza per affrontare la stessa prova. Si deciderà, quindi, che la prima "vittima", che ha brillantemente individuato il capo-branco, sarà, meritevolmente, il nuovo capo. Ma, quando entrerà il compagno, il branco farà versi e si agiterà solo per due volte, mentre alla terza tutti staranno zitti, permettendo al capo-branco di manifestare tutta la sua potenza vocale!
N.B. Si possono attuare variazioni rispetto al branco di animali (es.: mucche, leoni, etc.).

Mah… Cosa ho detto???

Si invitano tre o quattro membri del gruppo ad uscire dalla stanza in modo che non possano sentire nulla e si dice loro di rientrare uno alla volta per avere la spiegazione del gioco.
In realtà, è vero che rientreranno uno alla volta, ma troveranno il resto delle persone in una situazione di silenzio assoluto. Nel gruppo ci sarà un membro incaricato di annotare cosa diranno una ad una le "cavie". E' importante che si trovi una sistemazione tale che permetta a chi annota di non essere visto. Ciò che ogni partecipante dirà, sarà la risposta a quattro domande/frasi fisse:

  • "la prima cosa che ho detto quando sono nato…"
  • "di solito, mentre faccio pipì, penso…"
  • "quando sudo e puzzo, mi giustifico dicendo…"
  • "se mi scoprono a dire una bugia, rispondo…"


Quando sono state completate tutte le frasi del primo, gli si dice di sedersi e di stare in silenzio; si prosegue così fino a che tutte le "vittime" hanno partecipato. Alla fine si spiega il gioco e si leggono le frasi completate.

Siamo tutti professori

Con l'aiuto di un sottofondo musicale, ci si fa passare una palla che ha la funzione di "bomba". Quando la musica si interrompe, chi sarà in possesso della palla, dovrà alzarsi e portarla al conduttore. La penitenza consiste nel pescare un biglietto sul quale si troverà un termine, di cui difficilmente il soggetto conoscerà il significato. Chi pesca deve dare una spiegazione del termine. La fantasia crea nuovi animali, professioni, luoghi, oggetti…spesso migliori e più divertenti dei reali!

L'amico Beppe

Ci si mette in cerchio e si inizia a contare, dicendo un numero a testa, con la regola che al posto del 3, dei multipli di 3 e dei numeri contenenti il 3 (es. 31) bisogna dire BEPPE! chi sbaglia paga pegno.


Morto o vivo?

Si dice ad una persona di uscire dalla stanza. Si sistema un'altra persona coricata a terra e la si copre in modo che nessuna parte del corpo sia visibile (le si sistema sui piedi un bel cappello e si mettono vicino alla testa due scarpe in modo che tutto sia il più realista possibile). Si fa rientrare la vera "vittima" e le si spiega che quello a terra è un morto, ma che esiste ancora una possibilità di riportarlo in vita. Non va assolutamente toccato o scoperto, ma è necessario parlargli con molta sensibilità, gentilezza e amore per fargli tornare la voglia di vivere. L'atmosfera deve essere adeguata: luci soffuse, silenzio, armonia. Il "salvatore" inizierà a parlare rivolto verso il cappello e, dopo qualche minuto, il finto morto tornerà a vivere, ma si alzerà con uno scatto improvviso alle spalle di chi, con tanta enfasi, stava cercando di riportarlo in vita…con successo, per altro!

La magia delle sedie

In questo gioco tutto il gruppo sarà spettatore. I due conduttori si mettono d'accordo sull'ordine delle sedie posizionate al centro della stanza. Chi fa il mago deve dimostrare di individuare la sedia scelta da un membro del gruppo, senza vedere o sentire. Il collega, una volta che la sedia è stata scelta, chiamerà:
¨ "Mago" (se la sedia è la I);
¨ "Vieni mago" (se la sedia è la II);
¨ "Dai vieni mago" (se la sedia è la III);
¨ "Vieni pure avanti mago" (se la sedia è la IV);
¨ "Dai vieni pure avanti mago" (se la sedia è la V);
E così via a seconda del numero delle sedie.
A numero di parole utilizzate, corrisponde la sedia scelta.

Il signor Rossi

Si tratta di una scenetta i cui ruoli sono: un narratore, il signor Rossi, la moglie del signor Rossi, l'assassino, l'ambulanza (due persone), il prete, il regista e il cameraman.
La storia narrata è: "Come ogni mattina il signor Rossi si reca al parco, si siede sulla solita panchina e legge il giornale. Ma ecco che, alle sue spalle, compare un losco individuo che estrae un coltello e lo uccide. La moglie del signor Rossi, che assiste al fatto dalla finestra, scende disperata a piangere sul corpo del marito. Sopraggiunge l'ambulanza, ma ormai è troppo tardi e il prete dà l'estrema unzione…". A questo punto il regista interrompe la scena e si lamenta della recitazione degli attori e chiede che la ripetano in maniera più frivola, arrabbiata, divertente, disperata, truzza, sensuale, ecc. ecc. Le scene vengono ripetute più volte in maniera esasperata rispetto alla richiesta del regista, al quale non va mai bene, finché, finalmente la recitano in modo perfetto; peccato, però, che il cameraman non si rende conto di non aver inserito la pellicola e fa la fine del Signor Rossi!

E' ora?

Sette o otto persone si coricano tutte girate su un fianco, dandosi le spalle. L'ultimo chiama chi ha davanti e gli chiede: "E' ora?", la domanda viene ripetuta fino ad arrivare al primo che risponde che non è ancora ora. La situazione si ripete per più volte, finché, alla risposta: "Sì, è ora!", tutti si girano contemporaneamente sull'altro fianco.

Un limone, mezzo limone…

Ci si sistema in cerchio e ci si dà un numero associato ad un limone (1 limone, 2 limoni, 3 limoni, ecc.). Ci si passa la parola con la formula: "2 limoni, mezzo limone, 7 limoni", e così via. Chi sbaglia la formula è eliminato e non può più essere chiamato perché causerebbe l'eliminazione di chi lo chiama.