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GLI "STILI" NELLA CONDUZIONE DEI GRUPPI 
Guido Contessa

Parliamo di "stile" o modo di conduzione per indicare quel complesso di  atteggiamenti,  discorsi  o  comportamenti  che  il   formatore-conduttore usa quando è in gruppo, nel suo ruolo specifico. Esiste   praticamente   uno  "stile"   personale,   radicato   nella personalità  dell'operatore, che tuttavia dovrebbe essere  in  parte modificato  ed  in  parte  controllato,  per  divenire  uno  "stile" funzionale  all'obiettivo prefissato o alle esigenze del gruppo.  La professionalità  del  formatore  si  misura  soprattutto  dalla  sua capacità  mimetica  e dalla flessibilità con cui sa  adottare  stili diversi nelle diverse situazioni. Possiamo  indicare  tre  determinanti  dello  stile:  la   direzione dell'intervento, che  indica   a   chi   si    rivolge    l'intervento prioritariamente;  l'area da colpire, indica il luogo che  si  vuole raggiunto dall'intervento; il tipo di intervento indica il contenuto ed il modo.

DIREZIONE DELL'INTERVENTO

  • individuo  (il  formatore vuole arrivare  al  singolo;  parla  in termini di "io" o di "tu")
  • relazionale (il formatore intende arrivare alla coppia, parla  ditermini di "due")
  • gruppale (il formatore si rivolge ad un gruppo e parla in  termini di "noi")
  • sociale-istituzionale (il bersaglio  è un'entità più  grande  del gruppo, i termini sono "noi" e "loro")

AREE DA COLPIRE

  • inconscia  ("saper  essere",  emozioni,   vissuti,   sentimenti, atteggiamenti, modi di essere, ecc.)
  • culturale  ("sapere",  idee,  informazioni,  concetti,   teorie, ideologie, modi di pensare, ecc.)
  • comportamentale ("saper fare", modi di esprimersi e di fare,  area del corpo, tecniche, strumenti, ecc.)

TIPI DI INTERVENTO

  • Prevalentemente direttivo  (cioe il formatore "dirige",  orienta,  porta, decide, ecc.)
    • punitivo (giudicante, moralista, "si  deve",  e bene, ecc.)
    • correttivo  (evidenzia errori e  suggerisce  il "modo migliore")
    • supportivo (conforta,  sorride,   appoggia, sostiene, incoraggia,  tira, indirizza)
    • strutturato (impone o "rifila" attivita da  fare in tempi e modi  prefissati)
  • Prevelentemente  attivo (cioè il formatore  stimola,  propone,  si propone come  esempio,  lavora   "con", ecc.)
    • interrogativo (fa domande che orientano)
    • informativo (chiede e da informazioni)
    • riassuntivo (riassume e ripete gli interventi, sintetizza, ecc.)
    • chiarificativo (chiarisce, suggerisce,  traduce per chiarire, esemplifica, ecc.)
    • propositivo (suggerisce, impone, indica, espone idee, ecc.)
    • correttivo (corregge, mostra come si fa, ecc.)
  • Prevalentemente proiettivo o non-direttivo (il formatore si pone come"schermo grigio")
    • provocatorio (parla oscuramente, per  simboli, "agisce", ecc.)
    • silente (non parla, non risponde, ecc.)
    • interrogativo  (maieutico,  pone  dubbi, si interroga,  ecc.
    • interpretativo (decodifica, traduce, cerca  di far chiaro l'oscuro)