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LA CREATIVITA’ (Margherita Sberna)

E’ questo un argomento sul quale non si possono dare indicazioni definitive assolute fondamentalmente perché le ricerche in questo ambito sono piuttosto recenti (un lavoro sistematico in questo senso è iniziato negli USA in seguito alla pubblicazione de “Il pensiero produttivo” di Wertheimer avvenuta nel ’45). Inoltre, non si è ancora in grado di definire con sicurezza le caratteristiche essenziali che determinano lo sviluppo di una personalità creativa né di individuare senza possbilità di dubbio gli steps percorsi nel processo creativo.

Attualmente le teorie che cercano di “spiegare”il fenomeno “creatività” vanno da quelle a carattere fisiologico-neurologico (competenze del cervello destro e del cervello sinistro, per es.), a quelle più nettamente psicologiche, basate sullo studio della personalità dell’individuo creativo, a quelle di derivazione dalla psicanalisi. Trattandosi di creatività, probabilmente questo modo di procedere può essere considerato molto in linea con il tema in oggetto.

Il punto di vista di base delle considerazioni seguenti si fonda in particolare sulla teoria  di J.P.Guilford , il quale sostiene che la creatività è connessa cpon l’intelligenza, la cultura e la personalità individuali. In questo senso la creatività può essere definita come una capacità complessa di pensare, agire, produrre cose nuove o di strutturare in modo nuovo il già esistente.

Le due caratteristiche fondamentali sono dunque la novità e l’utilità. Non si può pensare, dunque, che la creatività sia completamente sconnessa dalla realtà. In questo essa si distingue dalla fantasia, che fondamentalmente non tiene in nessun conto le possibilità di realizzazione del prodotto ottenuto.

In genere, quindi, la creatività viene giudicata e verificata soprattutto in base ai risultati ottenuti e risulta ancora problematico determinare con certezza quali sono le persone dotate di tale caratteristica. Si sono, però, individuate una serie di qualità che sono pesenti in personalità creative. Per quanto riguarda l’intelligenza si è, per esempio, verificato che un alto Quoziente Intellettuale non è determinante e sufficiente a garantire capacità creative, ma certamente è un elemento necessario, anche se non occorre che esso sia sempre presente al massimo livello. Sono, inoltre, di importanza fondamentale:

  • la capacità di fare analisi
  • la capacità di simbolizzare
  • la capacità di sintetizzare
  • la fluidità sia verbale, cioè connessa al linguaggio, sia ideativi
  • la capacità di memorizzare anche in base a connessioni/associazioni molto lontane fra loro e non immediatamente evidenti
  • la precisione delle osservazioni
  • la capacità di fare analogie con campi il più possibile diversi e lontani da quello preso in esame
  • la capacità di associazione in senso logico
  • l’intuizione

Dal punto di vista culturale, più ricche sono le informazioni di cui dispone una persona, più alte sono le probabilità che abbia successo nella produzione creativa.

Ci sono, poi, le caratteristiche della personalità che, influenzando anche le altre componenti, sono determinanti perché un individuo sia creativo. Fra esse le più importanti sono:

  • la disponibilità
  • la libertà da inibizioni
  • la motivazione al successo e al lavoro che si svolge
  • l’amore per il rischio
  • la capacità di sopportare le delusioni e dei reagire ai fallimenti senza deprimersi
  • l’apertura mentale
  • una buona capacità affettiva, cioè di relazionarsi agli altri
  • la tolleranza

Tutte queste caratteristiche possono essere un patrimonio proprio dell’individuo, ma possono anche essere acquisite attraverso lavori specifici su di sé. Certamente l’aspetto psicologico della personalità è quello su cui più pesano l’ambiente di vita e l’educazione ricevuta. Per questo occorrerebbe intervenire in modo corretto fin dalla più tenera età. La scuola, come del resto la famiglia e tutte le altre agenzie educative, educano al conformismo piuttosto che alla divergenza e alla creatività!

Un ultimo aspetto della creatività è connesso alla situazione ottimale nella quale essa si verifica. Anche in questo senso non si hanno risposte precise ed univoche: alcuni trovano che la dimensione ideale per lavori che richiedono la creatività sia l’individuo; altri il gruppo; altri ancora accettano sia l’una che l’altra cosa specificando che la scelta deve essere fatta in base alle situazioni.

A nostro parere, sulla scorta anche delle recenti ricerche e dei risultati ottenuti, la dimensione collettiva è quella che più garantisce la ricchezza di possibilità creative.

Anche le tecniche che attualmente vengono usate e che sembrano facilitare l’espressione del pensiero divergente, si esprimono a favore di questa scelta. Più teste producono già normalmente più idee: tanto più se il gruppo è al massimo eterogeneo e, cioè, se riunisce individui creativi e con competenze specifiche diversificate fra loro.

ALCUNE TECNICHE DEL PENSARE CREATIVO

Anche dal punto di vista tecnico, i procedimenti attualmente più usati per ottenere soluzioni creative sono vari. Fra i più usati in modo efficace si sono i metodi seguenti:

-          metodo creativo universale: è fondamentalmente derivato dal metodo della ricerca scientifica; prevede:

1°- definizione del problema (in modo che sia compreso a fondo da tutti)

2°- raccolta di informazioni da più fonti (possono esistere soluzioni già date, o prospettive diverse da cui analizzare un certo problema) e riflessione su di esse

3°- analisi del problema e ricerca di tutte le soluzioni possibili

4°- procedimento per prove ed errori

5°- eventuale suddivisione del grande problema in più piccoli problemi da risolvere separatamenteed  eventualmente da riunire alla fine

6°- critica alle soluzioni trovate e verifica fino all’individuazione di quella migliore

-          Braistorming: è una tecnica che prevede di sottostare ad alcune regole:

1°- si deve lavorare in una situazione collettiva

2°- deve esserci libertà di esprimersi

3°- è più importante la qualità di idee piuttosto che la loro qualità

4°- è altamente incentivata la rielaborazione-modificazione delle idee altrui

5°- non è assolutamente consentita la critica nella fase produttiva.

In seguito, ogni soluzione e idea viene analizzata fino ad arrivare, attraverso una selezione progressiva, alla idea più funzionale e realizzabile.

-          Phillips 66: è un metodo di gruppo che prevede il sottoporre un problema a gruppi dalle stesse persone raggruppate in modo diverso. In tal modo le angolazioni utilizzate per l’analisi del problema e per suggerire idee risolutive si arricchiscono di più contributi e stimoli che possono suggerire ulteriori possibilità.

-          Associazione di qualità: si tratta di fare un elenco di proprietà/qualità di un oggetto e di variarle successivamente indipendentemente le une dalle altre. Ciò serve per fornire punti di vista diversi rispetto al problema in esame e, quindi, può facilitare l’intuizione di soluzioni alternative. L’efficacia di questo metodo è connessa al tipo di problema da risolvere.

- Sinettica: è uno dei metodi più recenti, ma sembra essere il più riccol di possibilità. Dopo una ricca analisi del problema è necessario:

1°- trasporre il problema in termini analogici in un altro campo (in genere questo secondo è ilbiologico, ma  può essere anche diverso) ed elaborare soluzioni

2°- trovare varie idee, trasportarle nuovamente nel campo originario, sviluppando le intuizioni in  kodo che possano essere effettivamente realizzabili (spesso sorgono nuovi problemi che devono essere a loro volta risolti).

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