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Sistemi etici a confronto
Capitolo 2
Tutte le religioni si chiedono come sia possibile per gli esseri umani di porre fine alla sofferenza (propria e altrui) e le risposte variano a seconda delle diverse concezioni della salvezza, della redenzione, e della liberazione. In generale, le vie indicate per raggiungere la salvezza dell'anima sono tre:
 •  la via degli atti: ciascuna religione prescrive determinati comportamenti ai propri fedeli e pone a essi una serie di divieti e di interdizioni;
 •  la via della fede: alcune religioni insistono sul fatto che, per ottenere la vera salvezza, occorra stabilire con Dio un rapporto di fiducia, di sottomissione, di amore e di devozione;
 •  la via della conoscenza: secondo alcune tradizioni religiose, la conoscenza (lo studio, la meditazione, ecc.) permette all'individuo di guardare oltre l'apparenza ingannevole delle cose e di avvicinarsi così alla sfera divina.
Parlando di sistemi etici, ci riferiamo qui soprattutto al primo punto (la via degli atti): quali sono i comportamenti giusti da seguire?
 
    
Il nucleo etico dell' Ebraismo è costituito dai Dieci Comandamenti che, secondo la Bibbia (Esodo), Mosé ricevette da Dio sul monte Sinai.
Oltre ai dieci comandamenti, gli ebrei praticanti sono tenuti a osservare le 613 mitzvot (365 divieti e 248 prescrizioni) registrate nella tradizione talmudica, che comprendono leggi relative a ogni aspetto della vita sociale, dal matrimonio alle procedure cerimoniali, nonché diverse regole e divieti alimentari.
Gli ebrei ortodossi sono più rigorosi rispetto agli ebrei liberali nell'applicazione delle mitzvot. Vi sono inoltre molti ebrei che, pur essendo laici, scelgono di rispettare alcune delle mitzvot per onorare la propria tradizione. (Vai alla lettura: Dieci Comandamenti)
 
    
L'etica cristiana si fonda sui dieci comandamenti biblici e sugli ideali trasmessi da Gesù nel Sermone della Montagna: perdonare le offese, dire la verità, praticare la giustizia, dedicarsi al prossimo.
Sulle questioni etiche più specifiche le diverse chiese hanno spesso assunto - e tuttora assumono - posizioni diverse fra loro. Ad esempio, vi è disaccordo tra la Chiesa cattolica e le Chiese anglicane e protestanti per quanto riguarda il sacerdozio femminile, la contraccezione e la posizione nei confronti degli omosessuali.
(Vai alla lettura: Sermone della Montagna)
 
    
Un buon musulmano è tenuto a rispettare i "cinque pilastri" dell'ISLAM:
1) La professione di fede: deve credere e rendere testimonianza del fatto che esiste un solo Dio e che Maometto e il suo profeta;
2) La preghiera: deve recitarla cinque volte al giorno;
3) L'elemosina rituale: deve devolvere una parte dei suoi introiti in beneficenza;
4) Il digiuno: deve osservare il digiuno del Ramadan;
5) Il pellegrinaggio alla Mecca: se può permetterselo, deve recarsi alla città santa della Mecca almeno una volta nella vita.
Oltre a ciò, vi sono varie prescrizioni e divieti di tipo alimentare e numerose regole di comportamento che, come sempre accade, vengono interpretate e applicate in modi diversi - e più o meno restrittivi - di paese in paese.
 
    
Nei testi sacri dell' Induismo (in particolare, nella Bhagavad-gita e nelle Upanishad) si trovano alcuni insegnamenti etici fondamentali: uno dei concetti ricorrenti è quello della bhakti, che si riferisce al rapporto di amore e di partecipazione che unisce il devoto alla divinità. Un passo molto importante della Bhagavad-gita (dodicesima lettura, intitolata "la bhakti") delinea il ritratto ideale del devoto caro a Vishnu-Krishna: le virtù che il dio tiene in maggiore considerazione sono l'equanimità, la benevolenza, la pazienza, la compassione, la contentezza, il controllo di sé e la purezza.
Nella vita pratica, la posizione castale determina diversi obblighi e divieti comportamentali: ad esempio, un induista può sposarsi e può sedere a tavola solo con chi appartiene alla propria casta. (Vai alla lettura: Bhagavad-gita)
 
    
L'etica buddhista è espressa nella quarta Nobile Verità, in cui il Buddha identifica la via della liberazione con la "via di mezzo" (tra la ricerca del piacere e la mortificazione della carne) costituita dal nobile ottuplice sentiero: retta visione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retto modo di vita, retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione (dove "retto" significa conforme agli insegnamenti buddhisti).
La condotta morale dei buddhisti è inoltre regolata da cinque precetti, o panchasila (non uccidere esseri viventi, non rubare, non commettere atti impuri, non mentire, non consumare bevande inebrianti), a cui si aggiungono altri cinque precetti che valgono soprattutto per i monaci (non mangiare cibo nei tempi non dovuti, astenersi dal canto, non usare sedili alti e lussuosi, non adoperare letti grandi e confortevoli, non commerciare cose d'oro e d'argento).(Vai alla lettura: Dhammacakkappavattana-sutta)
 
    
Il giainista è tenuto a rispettare cinque voti:
1) Ahimsa: rispettare ogni forma di vita
2) Satya: dire la verità
3) Asteya: non rubare
4) Brahmacharya: per i monaci, questo è il voto di castità; per i laici, si tratta di un voto di monogamia
5) Aparigraha: non acquisire più di ciò che è necessario per sopravvivere giorno per giorno (questo voto vale solo per i monaci).
 
    
Per i confuciani, i doveri dell'uomo consistono soprattutto nella pratica di cinque virtù: l'umanità (ren), la rettitudine (yi), la coscienziosità (zhong), l'altruismo (shu), il giusto comportamento (li), e la pietà filiale (xiao).
L'umanità (ren), che consiste nella capacità di amare il prossimo, si può attuare in due modi (zhong e shu): uno positivo (fare agli altri quello che si vorrebbe che venisse fatto a noi stessi) e uno negativo (non fare agli altri quello che non si vorrebbe che venisse fatto a noi stessi).
La rettitudine (yi) consiste nell'osservare i doveri derivanti dalla propria posizione sociale (li). Il concetto di li (l'ordine generale del mondo in tutti i suoi aspetti) sta alla base dell'etica confuciana, la quale si articola in alcuni ambiti principali:
 •  La pietà filiale (xiao): il figlio deve al padre rispetto, obbedienza, deferenza e sostegno nella vecchiaia e anche dopo la morte;
 •  La lealtà verso il sovrano e verso lo stato (il sovrano, da parte sua, deve fornire il buon esempio ai suoi sudditi);
 •  La benevolenza tra fratello maggiore e fratello minore;
 •  La benevolenza tra amico maggiore amico minore;
 •  L'amore tra marito e moglie (e l'obbedienza della moglie nei confronti del marito).
(Vai alla lettura: Mencio)
 
   
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