TURBARE L'ANIMA.
L'esperienza fatta nella Scuola Popolare ci dice che quando
un giovane operaio o contadino ha raggiunto un sufficiente livello
di istruzione civile, non occorre fargli lezione di religione
per assicurargli l'istruzione religiosa. Il problema si riduce
a turbargli l'anima verso i problemi religiosi. E questo, col
lungo contatto assicuratoci dalla scuola, ci è risultato
estremamente Iacile. (pag.51)
EDUCARE CON L'ESEMPIO.
Il babbo mostra al bambino un alto concetto dell'Eucarestia solo
col cercarla lui per sè prima di ogni altra
cosa e non con lo spendere 100.000 su quella del bambino (pag.69).
BASTA CON LE FESTE.
E allora, se decideremo che il nostro popolo non è ancora "iniziato"
ai misteri del cristianesimo, dovremo pensare a iniziarvelo
e scegliere gli strumenti più adatti a questa iniziazione.
Scarteremo allora l'intera liturgia che nella sua qualità
di alta meditazione o al massimo di catechesi superiore non
s'adatta alla catechesi iniziale. Scartare la liturgia come mezzo
catechistico significa scartare anche l'anno liturgico
e quindi le feste liturgiche, cioè "le Feste".
(pag. 81)
FINI SVILITI.
Il prete sa bene che quelle povere figliole hanno speso davanti allo
specchio la sera della predica l'identica cura che nella
sera del veglione. Perchè prediche del giovedi santo e
Veglionissimo dell'Unità hanno un denominatore comune,
l'unico che valga ai loro occhi: ritrovo di persone.
(pag. 85)
CULTURA COME BASE DELLA FEDE.
Fondamento della preghiera liturgica è il possesso
della Dottrina. Fondamento della Dottrina è (a mio avviso)
quel minimo di padronanza del linguaggio che dovrebbe distinguere
l'uomo dalla bestia, ma che manca invece a gran parte di
questo popolo. Lssciatemi dunque il tempo di fare le cose per
benino, rifacendomi cioè dalla grammatica italiana
e su su nel giro di 20 anni vi riempirò di nuovo la chiesta.
(pag. 88)
IGNORANZA E MANIPOLAZIONE.
Nell'anno 1951-52 non ci fu vera scuola perchè stetti
malato. Quando ripresi la scuola nel 1952-53 avevo ormai superato
ogni interiore esitazione: la scuola era il bene della classe
operaia, la ricreazione era la rovina della classe operaia. Con le
buone o con le cattive bisognava dunque che tutti i giovani
operai capissero questo contrasto e si schierassero dalla
parte giusta. Mi perfezionai allora nell 'arte di far scoprire
ai giovani le gioie intrinseche della cultura e del pensiero
e smisi di far la corte si giovani che non venivano. Non
perdevo anzi l'occasione di umiliarli e offenderli. Per esempio
capitava che andando in paese a telefonare trovassi uno di
loro nel bar a arrabattarsi coll'elenco telefonico. Se mi chiedeva
di aiutarlo, invece di contentarlo alzavo la voce e lo infamavo:
"Se avessi avuto a fare io la figura che hai fatto te
ora, di doverti raccomandare a un prete, te operaio, sarei stato a'
patti di non dover mangiare e non dormire e di non conoscere
domeniche nè ferie finchè non ce l'avessi sfangata
da me. Gli operai come te sono proprio come li vogliono i
signori. Non lo vedi che organizzano apposta il Giro d'Italia
e il cine per imbambolarti e tenerti lontano dalla scuola e dal sindacato?
Ma loro la Gazzetta non la leggono e badano a star dietro
al loro sindacato e a mandare i loro figlioli all'università
e poi ridono alle tue spalle .... " E via di seguito per un 'ora
finchè l'avevo fatto verde. (pag. 129)
RICREAZIONE COME FRIVOLEZZA.
Si può infine fare anche un'altra questione: se anche si
dovesse concedere che la ricreazione sia per l'uomo una
necessità fisiologica, resterebbe ancora da provare
che si addice al prete occuparsene. Se i ragazzi hanno bisogno fisiologico
di un'ora di pallone dopo mangiato, se la prendano pure.
Ma più lontano possibile dagli occhi del prete. Come
fanno di ogni altra loro necessità fisiologica.....
IL PRETE NON E' TUTTO.
Non si può esigere la supervisione su tutti gli aspetti della
vita del nostro popolo. Supervisione su tutto solo per dame
un giudizio morale, non per assumersi di tutto la responsabilità
e la organizzazione. Che il prete sia l'uomo che ha avuto la missione
più alta non significa che essa riassuma tutte le
altre fino a potersi a tutte sostituire. Dire così non │
è fede nel sacerdozio, ma superbia volgare. Del sacerdote
la fede ci dice solo che è latore dei sacramenti.
Solo per quelli è insostituibile. Per tutto il resto in genere
un laico può fare come lui, anzi molto meglio di lui.
PORNOGRAFIA.
Distinguiamo ora le attività ricreative in quattro categorie:
1 - Ricreazioni con malizia propria oltre a quella della sterilità;
2 - Ricreazioni cattive solo perchè sterili;
3 - Ricreazioni buone solo per la salute fisica;
4 - Ricreazioni buone perchè istruttive.
Per quest'ultime (recite e pellicole scelte, commentate e discusse,
gite istruttive, ecc .) non avrei naturalmente obiezioni
da fare. Le catalogherei senz'altro sotto il capitolo scuola e
ne sarei entusiasta. Purtroppo però anche con la miglior
buona volontà verso i miei vicini d'ambo i colori,
son costretto a constatare che il criterio della istruttività
non ha presieduto alle loro scelte in fatto di mete turistiche
o di spettacoli. Prova ne sia che, dopo le loro manifestazioni, la
domanda di rito è: "Vi siete divertiti?".
A San Donato oggi una domanda del genere viene considerata poco meno
che pornografica.
MASS MEDIA.
Del resto l'immoralità di certi spettacoli non è
molto piu immorale di quel che non lo sia la stupidità
di altri classificati per buoni. Ora è noto che il libriccino
delle segnalazioni non prende in considerazione la maggiore
o minore stupidità di un film. Ma la nostra veste è
di maestri e un maestro che insegna per ore ai giovani cose
stupide e inutili pecca gravemente. E del resto si poteva
fare anche un discorso preconcetto: cinema e televisione dipendono
ambedue per loro natura da organizzazioni molto costose.
Era fatale dunque che dovessero cadere in mano a dirigenti
la cui unica preoccupazione fosse quella di contentare gli spettatori.
Ma è appunto qui che si distingueil maestro dal commerciante.
Dicesi commerciante colui che cerca di contentare i gusti dei suoi
clienti. Dicesi maestro colui che cerca di contraddire e
mutare i gusti dei suoi clienti. Lo schierarsi di qua o di là
di questa barriera è per l prete decisione ben grave.
(pagg.135-136-137-138)
VALORI E MEZZI.
Questa affannosa ricerca di ingenti fondi (comune anche ai comunisti)
non fa poi che avvalorare nelle menti I'assioma pagano
e tanto diffuso che senza denaro al mondo non si fa nulla.
La Scuola Popolare, col suo non costar nulla (vedi pag. 234) è
invece una testimonianza viventi che al mondo i valori piùgrandi
si raggiungono col minimo di mezzi. (pag. 141)
PORTARE LA PESTE.
Io al mio popolo gli ho tolto la pace. Non ho seminato che contrasti,
discussioni, contrapposti schieramenti di pensiero. Ho sempre
affrontato le anime e le situazioni con la durezza che si
addice al maestro. Non ho avuto nè educazione, nè
riguardo, nè tatto. Mi sono attirato contro un mucchio d'odio,
ma non si può negare che tutto questo ha elevato il livello
degli argomenti di conversazione e di passione del mio popolo.
(pag. 146)
FUTILITA'.
Non si può parlare per mesi con passione del Giro d'Italia
e poi cogliere un momento di confidenza per dire:
"Sai a me interessa una cosa sola, cioè la salvezza della
mia e della tua anima". Una delle due: o la passione
per il Giro era una frode e allora fa schifo come ogni altra frode;
o era passione reale e allora è segno di mancanza
della fede più elementare nell'unica gerarchia di valori
che si addice a un prete. (pag. 147)
VELOCITA' DEI MASS MEDIA.
Ma poi c'è tant'altro male d'altri generi, male
che ognuno vede, ma che pochi afferrano. perchè il
veleno dei mezzi moderni è nel correre incalzante. Lo
spettatore è sempre guidato per mano a velocità
vertiginosa, senza che abbia mai il tempo di prender respiro. S'abitua
a intendere fulmineamente e si disabitua a riflettere. (pag. 154)
IPOCRISIA DEI MEDIA. E la RAI? La RAI ha un
codice di parole sudice che non permette d'usare. Il
male vi appare sempre sotto forma di illusione ed è infinitamente
più disgregatore proprio per questo suo esprimersi
con parole fini. Domina nelle commedie e negli scherzi un 'immoralità
sottile mascherata sotto l'orpello di un pudore formale.
Meglio sarebbe se non ci fosse censura nè
per lei nè per il cinema e che qualche spudorata schiettezza
facesse sobbalzare i preti dai loro pacifici seggioloni e li costringesse
e vendere in serata proiettore, radio e televisione. (pag.
155)
LA FUGA DELLO SVAGO.
E infine c'è il male intrinseco più profondo di
tutti. Cine e televisione (così come ora sono) si
propongono lo svago come fine supremo. Esistono quasi solo in
funzione del divertimento di milioni d'uomini che vogliono perder
tempo, vogliono distrarsi. Milioni d'uomini che non sentono
su di sè la chiamata imperiosa a usarlo bene questo breve tempo
d'esame che Dio ci ha dato. (pag. 156)
MONASTERO. Bisogna che la nostra canonica non abbia
più assolutamente nulla in comune con la Casa del
Popolo. Quasi tutto in comune con un monastero benedettino. Quando
si pensi che un 'affermazione cosi ovvia farà
sorridere molti lettori che la qualificheranno di paradossale si ha
un 'immagine del secolo in cui viviamo. (pag. 220)
UGUAGLIANZA.
Non si tratta infatti di fare di ogni operaio un ingegnere e d'ogni
ingegnere un operaio. Ma solo di far sì che l'essere
ingegnere non implichi automaticamente anche l'essere più
uomo. (pag. 221)
RISULTATI SENZA COSTO.
In conclusione la scuola ha raggiunto le età più difficili
e più interessanti. Ha raggiunto la gran maggioranza
dei giovani e ciascuno di essi per diversi anni. A partire
dalla classe 1935-36 (e in futuro quindi per tutte le classi successive)
ha gi¢ raggiunto il traguardo del 100%. Ha
raggiiunto i lontani non meno che i vicini. Il suo costo
di impianto e d'esercizio è stato il seguente:
- 1 barattolo di vemice nera per trsformare in lavagna delle
vecchie assi di legno Lire 100
- 1 bustina con la quale si fa un fiasco d'inchiostro Lire
30
- Il gesso ce l'ha portato in regalo un allievo che lavora
in un magazzino.
- Quademi e penne se li sono portati i ragazzi da sè ed
è stata la loro unica spesa.
I parroci e i comunisti che impiantano e gestiscono ricreatori
parlano solo di numeri a 6 o 7 o anche 8 cifre (tali che
per procurarsele sono costretti spesso ad acrobazie e importunità
che assorbono gran parte della loro tensione mentale e forse
anche del loro ascendente). l nostri sono dunque risultati
maggiori con mezzi minori. E' dunque ormai dimostrata con largo
margine la nostra tesi che la gioventù d'oggi
sa correre al sacrificio con altrettanta facilitàche
al divertimento. O meglio: preferisce sacrificarsi per qualsiasi scopo
nobile che divertirsi sterilmente. O meglio ancora: preferisce
divertirsi nel sacrificio fruttuoso che annoiarsi nel divertimento
sfrenato e sterile.
PRETE E MAESTRO.
Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini cui ho fatto
scuola. Quello che loro credevano di stare imparando da me,
sono io che l'ho imparato da loro. Io ho insegnato loro
soltanto a esprimersi mentre loro mi hanno insegnato a vivere. Sono
loro che mi hanno avviato a pensare le cose che sono scritte
in questo libro. Sui libri delle scuole io non le avevo trovate.
Le ho imparate mentre le scrivevo perchèloro me le hanno messe
nel cuore. Sono loro che hanno fatto di me quel prete dal
quale vanno volentieri a scuola, del quale si fidano più
che dei loro capi politici, per il quale fanno qualsiasi sacrificio,
dal quale si confessano a ogni peccato senza aspettare che
sia festa.
Io non ero così e perciò non potrò mai dimenticare
quel che ho avuto da loro. Eppure, con tutto questo, loro
mi sono grati come se li avessi generati. Quando mi occorre
qualcosa in prestito o di regalo o quando voglio che un operaio faccia
delle giornate per me, io non dico perpiacere nè grazie.
Quando voglio dir male della Casa del Popolo lo dico. E i comunisti
non mi si allontanano per questo, anzi sono costretti a darmi
ragione, perchè io non ho un ricreatorio che svirilizza
i poveri come l 'hanno loro, ho una scuola che fa il bene dei
poveri e loro non l 'hanno. Quando voglio offendere
o umiliare un giovane che dice una mezza parola che non mi piace lo
offendo e lo umilio come se fosse mio di casa. E domani tornerà
egualmente, anche se mi vorrà male, perch│ ormai
ha bisogno di me e della mia scuola come della casa e del pane. (pag.
234-235)
NON SI PUO' DARE CHE QUEL CHE SI HA.
E' tanto difficile che uno cerchi Dio se non ha sete di conoscere.
Quando con la Scuola avremo risvegliato nei nostri giovani operai
e contadini .... Saranno simili a noi: potranno vibrare di tutto ciò
che noi favibrare. Ecco toccato Il tasto più dolente:
vibrare noi per cose alte. Tutto il problema si riduce qui, perchè
non si puòdare quel che non si ha. E non parola qualsiasi
di conversazione banale, di quella che non impegna nulla
di chi la dice e non serve a nulla in chi l'ascolta. Non parola
come riempitivo di tempo, ma Parola scuola, parola che arricchisce
..... Allora la scuola è, a differenza del gioco e
anche delle materie più umili, ininterrotto comunicare
pensiero .
MAESTRO E' L'ESEMPIO.
In sette anni di scuola popolare non ho mai giudicato che ci fosse
bisogno di farci anche dottrina. E neanche mi sono preoccupato
di far discorsi particolarmente pii o edificanti. Ho badato
solo a non dir stupidaggini, a non lasciarle dire e a non perder tempo.
Poi ho badato a edificare me stesso, a essere io come avrei
voluto che diventassero loro. A aver io un pensiero impregnato
di religione. Quando ci si affanna a cercare apposta l'occasione
di infilar la fede nei discorsi, si mostra di averne poca,
di pensare che la fede sia qualcosa di artificiale aggiunto
alla vita e non invece modo di vivere e di pensare. Ma quando
questa occasione non si cerca, purchè si faccia scuola e scuola
severa, si presenterà da sè sarà anzi
sempre presente e nei modi piùimpensati e meno coscienti. Lungo
l'anno i giovani ci vedranno agire, reagire, pensare,
rispondere in mille occasioni diverse, sempre uguali a noi stessi,
sempre e senza sforzo presenti alla nostra visione della vita.
(pagg. 237-238)
COME BISOGNA ESSERE.
Non si può aspettarsi che riescano le cose con cui non si crede
con tutta l'anima. Accanto alla stanzuccia messa
a disposizione per l'inglese, il pievano ne aveva un'altra
enorme per il televisore e un po' più in là
un cine e un po' più in là un campo sportivo costato
11.000.000. Quei dischi Invece costano 30.000 lire.
Ci vuoI poco a capire che quel prete non è tutto preso
dall'idea che propone. E se non ne è preso lui,
come può pretendere che ne siano presi dei poveri figlioli?
Spesso gli amici mi chiedono come taccio a far scuola e come
taccio ad averla piena. Insistono perchè io scriva
per loro un metodo, che io precisi i programmi, le materie, la tecnica
didattica. Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi
di come bisogna fare per fare scuola, ma solo di come bisogna
essere per poter far scuola. . GERARCHIA DI VALORI.
Bisogna saper fare un' onesta gerarchia di valori: se ha lasciato
per esempio il comunismo attivo (o del partito o del sindacato)
e ora viene a giocare a carte dal prete o a ricevervi sollecitazioni
carnali al suo cine, s'è degradato non s'è innalzato.
Il comunismo porta in sè i fondamentali errori ideologici
che tutti sappiamo, ma porta, come ogni altra cosa, anche un
fondo di verità e di generosità per esempio la preoccupazione
del prossimo, l'amore per l'oppresso ecc ...
E dedicarsi al prossimo, sia pure nell'errore, è sempre
più cristiano che buttar via la vita a badare a divertir
se stessi, sia pure sotto le ali del prete . E dalle associazioni
cattoliche non è ancor uscito un santo di quelli che rivoltolano
un secolo. Non c'è da farsene meraviglia. Per
esemplari si propongono le biografiec di certi buoni giovani che
andavano in montagna a sciare per trovare Dio. Che trattavano
le loro persone di servizio con tanta umiltà. E all'Università
pigliavano sempre la lode. E non mettevano mai un piede in un cine
(escluso quello parrocchiale s'intende). E non davano
noia a nessuno e tutti dicevano bene di loro. E il loro funerale
fu un trionfo e tutti piansero e nessuno tiròun sospiro di
sollievo. Non si puòpretendere che scoppino fuori
i doni più profondi dell'anima operaia per poste così
meschine e così estranee alla pagina di storia che si sta
voltando in questi anni.. .... non vedremo sbocciare dei
santi finchè non ci saremo costruiti dei giovani che vibrino
di dolore e di fede pensando all'ingiustizia sociale.
AUTORITRATTO.
Eppure io non splendo di santità. E neanche sono un prete simpatico.
Ho anzi tutto quello che occorre per allontanare la gente.
Anche nel fare scuola sono pignolo, intollerante, spietato.
Non ho retto i giovani con doni speciali di attrazione. Sono stato
solo furbo. Ho saputo toccare il tasto che ha fatto scattare
i loro più intimi doni. lo ricchezze non ne avevo.
Erano loro che ne traboccavano e nessuno lo sapeva.
COSA HO FATTO?.
Ho toccato il loro amor proprio, la loro naturale generosità,
l'ansia sociale che è nell'aria nel nostro
secolo e quindi nel fondo del loro cuore, l'istinto di ribellione
dell'uomo, di affermazione della sua dignità di
servo di Dio e di nessun altro. Non era mica vero che i nostri
giovani si divertissero quando si facevano martirizzare nel fango
intorno al campo sportivo. Era tutta un 'immensa frode
.... E che i più erano lì solo per non restare
isolati. Il terrore di chi non ha istruzione è quello e per
quello rinuncia anche alla sua personalità. .....
I preti dei ricreatori e i comunisti delle Case del Popolo
non hanno stima della gioventù operaia e così
pur di non perdersela non han saputo far meglio che accarezzare le
sue passioni.
NON AVERE PAURA DELLA DIVERSITA'.
Non hanno avuto paura di restare isolati, non si sono dovuti
far puntellare da un 'organizzazione per non cascare, perchè
i1 loro isolamento era popolato di idee chiare, della gioia
di vivere e di combattere, di non dover correre sempre affannosamente
nella scia di avanguardie non cristiane, ma di precedere sempre i1
secolo, di trascinarselo dietro come un garzoncello intimidito
.
SVALUTAZIONE DEI GIOVANI.
Avete supposto a priori che i giovani sono pecore e che si
sarebbero buttati dalla parte più numerosa e vincente. Ed ecco
i vostri manifesti elettorali che esaltano le vittorie e
le maggioranze raggiunte. Ecco le adunanze oceaniche, le feste, le
processioni, i cortei oceanici. Io ho supposto a priori che
i giovani sono generosi e si fanno ammazzare più volentieri
per il debole che per il forte, per il soccombente che per il trionfatore.
CEDIMENTI.
Avete notato che i ragazzi divorano fumetti malsani. Li stimate cosi
poco che non avete pensato ad altro che a stampare altrettanti
fumetti altrettanto malsani, ma cattolici. Avete visto il
mondo impazzire dietro il cine e la televisione conditi di procacità.
Siete corsi a cristianizzsre questi due mezzi di corruzione
e le stesse procacità. Tra poco cristianizzerete anche
le sale da ballo. Ho sentito dire che all'estero il progresso
è giàgiunto a questo bel traguardo. (pagg.
239-240-241-242--243-244)
SCEMI COME ME.
Non mi sarebbe meritato di raccontare questo episodio perchè
ci passo anche da scemo, ma sopporterò questa umiliazione
pur di aver il diritto di insinuare un sospetto: fra i ragazzi
cui il giornaletto viene dato in pasto ce ne sarà diversi scemi
come me. E ce ne sarà alcuni anche più scemi
di me. Ebbene: ubriacare gli scemi è un brutto delitto. (pag.
246)
I NON UTENTI.
E nessuno osserva che i ragazzi a 15 anni ti van via per sempre e
non li ristierri proprio negli anni più importanti
della loro vita. E nessuno nota che non hai affrontato il problema
centrale, che non hai adempiuto il tuo obbligo di portare
i Sacramenti e il Vangelo agli adulti, ai lontani, ai nove
decimi del tuo popolo. E nessuno trova a ridire se tu, che sei padre
di 5.000 anime, ti dedichi a fare il catechismo a 100 vecchierelle
e a curare i1 piccolo gregge dei santi che non han bisogno
di medico, lasciando fuori i 4.900 abbandonati alla tempesta. E ognuno
si contenta della tua povera scusa: "Non vengono, non
ci posso fare nulla. Io sono qui ad ettenderli, i1 catechismo lo
insegno, se non vengono è colpa del comunismo': (pag.
468)
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