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M.K.Gandhi, L'istruzione dei bambini

Questo testo del 1929 è una delle sintesi più efficaci del pensiero di Gandhi sull'educazione.  L'aspetto che più colpisce è la scarsa considerazione che il Mahatma sembra avere per la formazione letteraria, che è al centro del nostro sistema educativo.  Per Gandhi leggere e scrivere è solo una delle capacità che fanno un uomo; un'altra, fondamentale, è la capacità di lavorare manualmente; più importante di tutte, però, è la formazione morale. Quella di Gandhi è, per dirla con Pestalozzi, un'educazione del cuore, della mano e della mente.

L'istruzione dei bambini normalmente dovrebbe essere la più facile delle cose; ma in qualche modo è diventata, o è stata resa, la più difficile delle cose. L'esperienza mostra che i bambini imparano sempre qualcosa, che ce ne accorgiamo o no, e sia quello che imparano buono o cattivo. Ciò potrà sembrare strano a molti lettori. Ma se consideriamo attentamente cos'è un bambino, cos'è l'educazione e chi è maggiormente qualificato per insegnare ad un bambino l'osservazione non sembrerà strana ma del tutto corretta.
Per bambini intendiamo ragazzini e ragazzine di non più di dieci anni di età. Inoltre, educazione non vuol dire solo conoscenza delle lettere – la capacità di leggere e scrivere. La conoscenza delle lettere è solo uno dei mezzi dell'educazione. Rettamente parlando, l'educazione consiste nell'usare nel modo giusto tutti gli organi sensoriali, inclusa la mente. In altre parole, il bambino deve sapere come usare i suoi organi d'azione come le mani, i piedi ecc., ed anche i suoi organi di conoscenza, come il naso, gli occhi ecc. Un ragazzo che sa che non deve usare le sue mani per rubare cose o uccidere mosche, o picchiare i fratelli più piccoli, le sorelle e i compagni, ha già iniziato bene il suo cammino educativo. Lo stesso si può dire del ragazzino che comprende che deve tenere puliti i suoi denti, la lingua, le orecchie, gli occhi, le unghie eccetera ed agisce di conseguenza. Un ragazzo che non fa scherzi quando mangia o beve, che ha imparato a mangiare e bere nel giusto modo, sia da solo che in compagnia, che conosce la differenza tra cibo sano e malsano e sceglie il primo, che non mangia troppo, che non chiede ogni cosa nuova che vede e che resta calmo quando la chiede e non la ottiene, si può dire che ha fatto grandi progressi nella sua educazione. Quello la cui pronuncia è buona, che è in grado di parlare della storia e della geografia della sua regione – anche se non conosce questi termini -, che conosce il significato di patria, ha fatto un bel po' di cammino sulla via dell'educazione. Lo stesso si può dire di colui che ha imparato a distinguere il vero dal falso, il bene dal male e che sceglie invariabilmente il vero ed il bene, non è necessario che sviluppi ulteriormente il punto. Il lettore può completare da sé l'immagine. Devo chiarire solo una cosa: non c'è bisogno di saper leggere e scrivere per imparare le cose di cui ho parlato prima.

L'alfabeto

Spingere i ragazzi ad imparare l'alfabeto vuol dire porre un peso eccessivo sulle loro giovani menti ed abusare dei loro occhi e delle loro mani. Un ragazzo ben educato impara a leggere e scrivere quasi senza sforzo e, soprattutto, gradualmente ed al momento opportuno. Attualmente, tuttavia, questa cosa diventa una peso pesante su di lui. Molto tempo prezioso che potrebbe essere usato per altre cose va perduto e, alla fine, invece di produrre lettere ben proporzionate e di acquisire una pronuncia ben articolata si ottengono lettere deformate e si coltiva una pessima grafia. Quanto alla lettura, leggono molte cose che sarebbe meglio non leggere, e le leggono indifferentemente, senza alcun senso della pronuncia. Chiamare ciò educazione significa abusare di questo termine augusto. I ragazzi devono ottenere l'educazione elementare prima di imparare a leggere e scrivere. Se si farà così, il nostro povero paese risparmierà molte spese inutili in manuali e testi per l'infanzia e molti altri mali. Se i manuali sono necessari, essi dovrebbero essere scritti per gli insegnanti e non per i ragazzi, secondo me. Ma poiché stiamo andando alla deriva nella moda corrente, queste cose dovrebbero essere chiare come la luce per noi.

L'educazione famigliare

I ragazzi possono ricevere l'educazione di cui ho parlato a casa e soltanto dalla madre. In un certo senso, tutti i ragazzi ricevono una educazione simile dalla madre. Ma considerando che la famiglia è disintegrata, per così dire, e vedendo che molti genitori sono inadatti al compito, i ragazzi dovrebbero essere collocati nei dintorni, dove troveranno la stessa atmosfera della loro casa. Dal momento che la madre è la persona più competente ad intraprendere il compito di educare i bambini, questo compito particolare dovrebbe essere svolto solo da donne.
In generale, gli uomini sono molto inferiori alle donne per quanto riguarda amore e pazienza. Se questo è vero, la questione dell'educazione dei bambini non può essere risolta fino a quando non si faranno simultaneamente sforzi per trovare una soluzione al problema dell'educazione delle donne. Non esito a dire che, fino a quando non avremo delle madri-insegnanti in grado di impartire con successo l'educazione ai loro figli, essi resteranno non educati, anche se andranno a scuola.

Linee essenziali dell'educazione infantile

Lasciatemi proporre, in breve, le linee essenziali dell'educazione infantile. Supponiamo che ad una madre-insegnante siano affidati cinque bambini. Questi bambini non sono stati formati alle buone maniere. Non parlano distintamente. Non sanno come camminare o sedersi in modo corretto. Il naso, gli occhi, le orecchie e le unghie sono sporchi. Se gli si chiede di sedersi allungano le gambe, e se gli si chiede di parlare, borbottano. Non conoscono le direzioni. I vestiti sono sciatti e le tasche sono piene di caramelle sporche, che prendono di continuo e mettono in bocca. Il bordo del berretto che hanno in testa è diventato nero e appiccicoso, e puzza. Ora, l'insegnante in questione può formarlo solo se ha il cuore di una madre. La prima lezione che deve impartire loro è quella della pulizia. Li inonderà con il suo amore e li divertirà in vari modi, come solo una madre sa fare, e come fece Kaushalya con il suo Rama, e e li legherà con legami di amore, e così sarà in condizione di assicurarsi che faranno tutto ciò che vorrà. Non conoscerà riposo fino a quando questi ragazzini non avranno imparato ad essere puliti ed ordinati, fino a quando i loro denti, le orecchie, le mani ed i piedi non saranno puliti; fino a quando non impareranno ad avere cura dei loro vestiti e non avranno migliorato la loro pronuncia.
Fatto questo, per prima cosa insegnerà il Ramanama – il nome del Signore Dio. Egli ha molti nomi e non importa con quale viene chiamato. Seconda in importanza, dopo il Dharma, viene Artha, cioè la conoscenza temporale. Così, comincerà a insegnare loro l'aritmetica. Farà imparare loro le tabelline, l'addizione e la sottrazione – fin quanto si può insegnare oralmente. I ragazzini devono conoscere il posto in cui vivono. Così, parlerà loro dei fiumi e dei ruscelli, delle colline, degli edifici degni di nota eccetera, e, nel frattempo, farà loro conoscere le direzioni. Migliorerà le sue stesse conoscenze per i bambini. Secondo questo metodo, la storia e la geografia non vanno trattate come argomenti separati. Entrambi saranno insegnati attraverso le storie. Tuttavia non si accontenterà di questo. Una madre hindu deve recitare fin dall'infanzia dei versi sanscriti ai suoi figli, in modo che essi imparino a pronunciare parole sanscrite. Così farà loro imparare dei versi sanscriti in lode di Dio. Una padre patriottica, naturalmente, insegnerà loro anche l'hindi. Quindi converserà con loro in hindi. Leggerò loro passi scelti da libri hindu, ed in questo modo li renderà bilingui.
Non insegnerà loro ancora l'alfabeto, ma certamente darà loro un pennello. Farà tracciare loro le figure geometriche – per disegnare linee rette e cerchi. Un ragazzino che non sa disegnare un fiore o una brocca d'acqua o un triangolo, non si può definire istruito. Inoltre li introdurrà alla buona musica. Non tollererà che i bambini siano incapaci si cantare all'unisono le canzoni nazionali o gli inni eccetera. Insegnerà loro a cantare seguendo il tempo dell'accompagnamento. Se possibile, darà loro l'ektara o lo jhanjh. Per prepararli fisicamente gli farà fare esercizi fisici, come correre e saltare. Quindi bisognerebbe insegnare ai ragazzini l'amore per il servizio e le varie abilità. Pertanto insegnerà loro a filare, con tutti i procedimenti connessi, a cominciare dalla raccolta dei baccelli del cotone. E questi ragazzini fileranno per almeno mezz'ora al giorno.

Libri di testo

Molti dei libri di testo che abbiamo oggi sono inadatti al loro scopo. La madre-insegnante, quindi, ne troverà o ne produrrà di nuovi, ed il suo amore per i bambini l'aiuterà in questo compito. Ogni villaggio ha la sua storia e la sua geografia; naturalmente, avrà i suoi libri di storia e di geografia. Anche gli esercizi di aritmetica saranno nuovi. La madre-insegnante preparerà da sé le lezioni che vuole impartire ai ragazzi ogni giorno. Creerà nuovi calcoli ed avrà sempre cose nuove da dire ai ragazzi – che annoterà nel bloc-notes quando prepara le lezioni. Le sue lezioni in classe non saranno performances meccaniche, ma qualcosa di vivo e creativo.

Il programma

Il programma varierà secondo il progresso dei bambini. Dovrebbe quindi essere elaborato ogni tre mesi. I ragazzi che compongono la classe provengono da famiglie differenti – ognuno ha il suo diverso ambiente educativo. Non possiamo, quindi, avere lo stesso programma per tutti. A volte può anche essere necessario indurli a disimparare ciò che hanno imparato. Per esempio, se un bambino di sei p sette anni ha imparato a tracciare le lettere in modo sciatto, o ha preso l'abitudine di leggere senza capire cosa legge, la madre-insegnante farà in modo che dimentichi tutto ciò. Deve abbandonare l'illusione che il bambino possa acquisire conoscenza solo attraverso la lettura. È abbastanza facile capire che chi non ha mai imparato a leggere può essere saggio.

Madre-insegnante”

Non ho usato la parola insegnante in questo articolo; al suo posto ho sempre usato la parola “madre-insegnante”, perché l'insegnante deve realmente essere una madre per i bambini cui insegna. Chi non vuol assumere il ruolo di madre non può essere insegnante. Il bambino non dovrebbe mai accorgersi che sta insegnando. Dovrà semplicemente porre lo sguardo su di lui e guidarlo. Un bambino che passi sei ore a scuola è possibile che sprechi il suo tempo, mentre il primo imparerà una cosa o l'altra per tutto il tempo, in termini di vera educazione.
È probabile che non possiamo avere buone donne-insegnanti nelle attuali condizioni. Stando così le cose, possiamo usare degli uomini per questo scopo. In questo caso, questi uomini insegnanti dovranno prendere il posto della madre. Ma, alla fine, dovrà essere la madre ad assumersi questo computo. Se io ho ragione, ogni madre che ami i bambini può facilmente prepararsi per questo. E può anche preparare i bambini mentre prepara se stessa.

 

Navajivan, 2 giugno 1929.

Da: M. K. Gandhi, My Views on Education, Bharatiya Vidya Bhavan-Manibhavan Gandhi Sangrahalaya-Gandhi Smriti & Darshan Samiti, Mumbai-New Delhi 1988, pp. 71 segg. Traduzione di Antonio Vigilante.