Introduzione
La sindrome del burnout nel personale della sanità, considerato
anche la rilevanza sociale del fenomeno, sta riscontrando un notevole
interesse da parte della letteratura psicologica e psichiatrica
(Santinello, 1990; Payne e Firth Cozens, 1999). Gli effetti dello
stress lavorativo sulle condizioni di salute delloperatore
sanitario ed i conseguenti rischi di burnout coinvolgono numerosi
fattori che si sviluppano diversamente in ogni individuo e/o in
ciascuna categoria professionale. Lazione patogena degli
stressors protratti nel tempo, argomento su cui è ormai
disponibile una ampia
casistica sperimentale e clinica (cfr. Pancheri, 1980; Biondi,
1997), anche se originariamente ristretti allambito lavorativo,
può determinare reazioni disadattative che si estendono
alla sfera extralavorativa fino a favorire linsorgenza di
quadri nevrotici o depressivi (Turnipseed, 1998; Baba, Jamal e
Tourigny, 1998). Tale esito sembra essere molto frequente quando
loperatore percepisce una forte discrepanza fra aspirazioni
di carriera e performance effettiva (Glass e McKnight, 1996).
Rimane, tuttavia, ancora poco approfondito il problema delle caratteristiche
personologiche delloperatore predisponenti il burnout e
le strategie di coping impiegate per fronteggiare lo stress nelle
cosiddette helping professions (Pini e Pullerà, 1998).
ll presente contributo si propone di rilevare il fenomeno del
burnout negli operatori del Ser.T, ipotizzando che gli indici
forniti dal noto Inventario di Maslach (MBI) (Esaurimento Emotivo,
Depersonalizzazione, Realizzazione Personale) possano associarsi,
oltre che a specifiche condizioni strutturali del lavoratore e
del compito (sesso, professionalità, anzianità di
servizio, modalità di rapporto con lutenza), alla
presenza di sintomatologia nevrotica a livelli subclinici, misurabile
attraverso lMHQ.
continua
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