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L'economia del buon padre di famiglia (Eva Zenith) | ||
Nessun padre di famiglia, nello sfamare i propri figli, si chiede
a cosa deve rinunciare per farlo. Cerca di farlo in ogni modo perchè,
per il solo fatto di averli generati, deve garantire loro l'alimentazione,
un tetto, la salute, un' istruzione. Questi sono bisogni e diritti
irrinunciabili per ogni essere umano, che vanno soddisfatti a prescindere
da ogni altra considerazione. Ci sono padri che arrivano a rubare
o uccidere per essi. Quando le entrate vanno bene, il reddito è stabile o crescente e consente risparmi o investimenti, il buon padre di famiglia può cambiare la macchina ogni anno; cenare ogni sera con caviale e aragosta; assumere una colf e un giardiniere; comprare la casa al mare; iscriversi al club del golf; versare cospicue donazioni alla Chiesa o altri entri benefici; fare una crociera ogni mese. Può vivere soddisfacendo tutti i bisogni secondari che può permettersi. Quando le entrate diminuiscono, il reddito diventa variabile o decrescente, fino a rendere impossibile risparmiare o investire, il buon padre di famiglia si guarda bene dal tagliare sul vitto, l'alloggio, la salute o l'istruzione. Fa fronte ai costi di questi bisogni primari e, se avanza qualcosa, lo distribuisce fra i bisogni secondari. A quel punto può porsi una scelta relativa a dove spendere la parte residua del bilancio. Ma avendo chiaro che vitto, alloggio, salute e istruzione sono diritti senza contropartita e fuori da ogni competizione coi bisogni secondari. Lo Stato, per il solo fatto che un individuo è suo cittadino
deve garantirgli vitto, alloggio, salute e istruzione. Questi diritti
possono essere soddisfatti col lavoro, col sussidio, col prestito,
coll'esenzione, ma sono inalienabili e ineludibili. Non è pensabile
che uno Stato si ponga di fronte ad una scelta fra garantire il pane
ai cittadini oppure.....Ogni volta che uno Stato si messo nella condizione
di scegliere fra il pane o la casa e qualcos'altro, è finita
in un bagno di sangue. Quando un politico qualsiasi propone di dare qualcosa ai cittadini, c'è sempre l'idiota che domanda a cosa si dovrà rinunciare. La risposta dovrebbe essere quella del padre di famiglia. Soddisfo i bisogni essenziali della mia famiglia e rinuncio a tutto quello che non posso permettermi col restante. Senza fare debiti e senza illudermi che il mio stipendio aumenterà ogni mese. Lo Stato può creare le condizioni affinchè i cittadini provvedano ai loro bisogni primari col lavoro. Ma se non è grado di fare questo, allora deve provvedere in altro modo. Ma comunque garantendo ad ogni cittadino un'alimentazione, un tetto con relative utenze, cure e medicinali, nonchè istruzione. Senza fare debiti e senza illudersi di poter aumentare le entrate all'infinito. Può darsi che garantire i bisogni primari di ogni cittadino sia molto costoso e richieda la metà del bilancio dello Stato. Vuol dire che si aprira' un dibattito su dove investire la metà restante. |