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Strutturalismo e individualismo in politica di Eva Zenith

In politica esistono due grandi categorie di analisi.

La più popolare è l'analisi individualistica. Un leader politico è buono o cattivo, a prescindere. Se fa cose buone il merito è tutto suo e passa alla storia come un santo. Se fa cose cattive è cattivo e passa alla storia come un diavolo. L'idea è che sono i grandi uomini a fare la storia. Spesso il giudizio è aprioristico, e le azioni del leader vengono considerate buone o cattive in base al pre-giudizio verso di lui.

L'ipotesi più raffinata è quella strutturalista. Un leader politico è espressione del popolo, della società o delle élites dominanti che rappresenta. Nei casi che non presentano grandi azioni politiche, il leader viene considerato una vittima del sistema che, avendolo espresso, lo ricatta e lo suborna. Se fa cose buone è perchè la situazione socio-economica contingente è favorevole. Se fa cose cattive non è per colpa sua, ma per il sistema che lo imbriglia.

Queste due categorie hanno la loro radice nel bisogno delle anime semplici di separare nettamente il bene dal male, e di credere a priori nella bontà del leader in cui si identificano. Credere in un leader buono, significa essere buoni. Anche opporsi a un leader considerato a priori cattivo, fa sentire buoni. Non si tratta di categorie analitiche false, ma solo parzialmente vere. Essendo basate su una separazione arbitraria, è sicuro che entrambe le parti separate abbiano una parte di verità, sia pure di diversa grandezza.

Lo strutturalismo e l'individualismo sono utilizzati come categoria di analisi anche nel casi di corruzione, di malasanità, e malagiustizia. L'Assessore regionale ruba? Per gli strutturalisti è la espressione di un sistema politico corrotto; per gli individualisti è una mela marcia, che getta un'ombra su un'istituzione sana. Se il chirurgo dimentica una garza nell'addome del paziente, può essere un criminale incompetente o la vittima-complice di una sanità malata. Il magistrato che persegue un innocente, può essere definito un sadico in malafede, o il membro di una casta privilegiata e faziosa.

Si pone però un problema quando le due categorie di analisi vengono tirate in ballo a secondo dei giudizi a priori, dalle stesse persone e nello stesso tempo. Lo stesso soggetto giura che Papa Benedetto era grande, ma è stato vittima dei veleni vaticani; che Obama è buono, solo che subisce i condizionamenti dei signori della guerra (asserzioni strutturaliste). Subito dopo si dichiara certo che Gheddafi era cattivo, e il popolo dei suoi linciatori ha fatto solo una buona rivoluzione; che Hitler era cattivissimo, e le folle del popolo tedesco che lo inneggiavano erano solo ignari cittadini in buona fede. (asserzioni individualiste). La stessa persona che giustifica il politico corrotto in nome del sistema (strutturalista), è pronta a crocifiggere il giudice che sbaglia come una "mela marcia" (individualista). La stessa che chiede l'impiccagione per il medico che uccide il paziente (individualista), è pronto ad assolvere il funzionario pubblico corrotto o l'imprenditore corruttore perchè immersi in un sistema generalizzato di corruzione (strutturalista).

La conclusione è che le cosiddette analisi sono condizionate dalle ideologie, ma anche più dalle emozioni.

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