Intervento sulla questione: Tratto da Internet & Networking
buona idea!
Sveltire le procedure che consentono la soluzione di una lite o di un
contrasto mi pare possa configurarsi come un miracolo, dal momento che,
in particolare nel settore civile, una causa in un normale tribunale
può durare anche più di 10 anni. Dovrebbe esserci una considerazione
rispetto al "contenuto" che possa consentire di concludere
più velocemente il dissidio. La prospettiva presentata in questo contributo
mi pare ragionevole e credo che potrebbe produrre anche una velocizzazione
nella trattazione delle diverse "cause". Speriamo che gli
italiani non operino anche in questo campo, un seppellimento di una
buona idea attraverso la burocrazia.
Maga Magò
Mi interessa affrontare in questa bacheca il riconoscimento
sociale ed economico che viene assegnato agli operatori sociali. Educatori,
animatori, ausiliari socio assistenziali svolgono lavori di indiscusso
interesse e complessità, sono figure professionali spesso a contatto
con il disagio, chiamate a dare indicazioni, supporto, a coinvolgere
e alleviare, cioè sovraccariche di richieste. Ciò nonostante le condizioni
di lavoro che vengono loro offerte sono spesso precarie e mal retribuite.
Io penso che la riuscita di un intervento sociale dipenda totalmente
dalle persone che lo attuano, a monte di un successo si colloca quindi
la professionalità degli operatori. Diventa importante dare maggiori
garanzie ai lavoratori del terzo settore, mi chiedo se non sia giusto
favorire le organizzazioni, le cooperative e le associazioni che offrono
maggiori garanzie e attenzioni rivolte agli operatori sociali (questa
potrebbe diventare una condizione richiesta anche a livello di gare
d?appalto); d?altra parte in questo modo
si possono ostacolare le organizzazioni più giovani che non hanno ancora
stabili standard qualitativi? In questo modo si ridurrebbe la flessibilità
del mercato sociale?
Vorrei confrontarmi in questo spazio sulle possibilità di riconoscimento
che la realtà ci può offrire.
Silvia
silvia grignani
Sono sostanzialmente d'accordo con la posizione espressa, se non fosse
per qualche dettaglio che cerco di segnalare telegraficamente.
1- effettivamente le gare di appalto sono significativi punti di riferimento
perchè in molti casi indicano il compenso orario -di solito povero-
che va ulteriormente ribassato -se si vuol vincere- e che deve consentire
anche un ricarico per l'organizzazione se vuol sopravvivere
2- le strade per i professionisti indicati sono a mio parere 3: a- da
dipendenti in un ente pubblico; b- come dipendente di una organizzazione
privata; c- come "libero professionista" individuale o all'interno
di strutture private;
3- nei primi due casi la prospettiva di "carriera" è praticamente
nulla e la "fossilizzazione" umana e professionale è garantita;
nell'ultimo caso è richiesto spirito di adattamento, il che significa
in alcuni casi "tirare la cinghia" e in altri casi accettare
di svolgere mansioni e compiti anche in aree più operative e di "line".
A me pare che spesso gli operatori sociali vogliano "cose"
fra loro contradditorie.
Antonia
Da qualche giorno, negli altri organismi, sta avvenendo un dibattito sui criteri impliciti o espliciti per accettare nuovi cittadini in Psicopolis. Penso che, come Arbitri, dovremmo confrontarci su questo tema. Vi invito, quindi, come Primo cittadino ad esporre le vostre idee in merito. Grazie
M. Vittoria
Sardella
Voglio sottoporre alla Corte di Equità un caso astratto,
che riguarda le citazioni e le bibliografie dei libri pubblicati nel
settore sociale. È frequente leggere testi che portano bibliografie
vistosamente parziali. È diffusa l'abitudine di citare nelle bibliografie
solo alcuni titoli, omettendone altri notoriamente basilari per l'argomento
trattato.
Quando ancora l'università insegnava a fare ricerca nelle scienze sociali,
cioè prima che la ricerca si identificasse ?tout court? con la statistica,
la prima ossessione era la "ricerca delle fonti". Il ricercatore
aveva l'obbligo preliminare di passare in una o più biblioteche per
leggere la bibliografia sul tema e magari leggere i libri più citati
sul tema. Poi le biblioteche hanno smesso di essere aggiornate (è raro
trovarvi titoli con meno di cinque anni di anzianità) e allora l'imperativo
era il ricorso alle librerie specializzate, non solo per guardare gli
scaffali (che ormai tengono solo i titoli del trimestre in corso), ma
anche per effettuare ricerche, sui cataloghi, delle pubblicazioni più
recenti.
Oggi tutto questo sembra superfluo. Si scrivono libri a partire da quelli
del proprio mentore o, al massimo, con un occhio agli amici. I più pignoli
si buttano su elenchi sterminati di pubblicazioni anglosassoni, che
nessun italiano può veramente controllare. I risultati sono che ci sono
libri con bibliografie del tutto prive di testi fondamentali.
I motivi di questo fenomeno sono diversi: in qualche caso è vera ignoranza,
in altri casi si tratta di deliberata ostilità verso qualche autore
(come se le bibliografie dovessero essere fatte solo dai libri di pensatori
"omogenei" all'autore). In altri casi ancora può essere la
scelta deliberata di ridurre l'arco di tempo storico preso in considerazione:
un odierno libro sulla psicologia del sogno, deve segnalare Freud? Oppure
un problema di notorietà della casa editrice: i testi di Feltrinelli
hanno più diritti di citazione di quelli di Ponte alle Grazie?
La questione che sottopongo alla Corte è la seguente: è giusto, e in
quali casi e con quali criteri, "mettere alla gogna" (in modo
simbolico, non giuridico) quegli scritti che presentano bibliografie
vistosamente lacunose? Se la Corte di Equità trovasse una risposta alla
domanda, potremmo aprire a PSICOPOLIS uno spazio sui libri da non comprare,
per manifesta incompletezza delle fonti. In attesa, saluto cordialmente.
Eva Zenith
Io non starei tanto a pormi il problema delle bibliografie: libri antologici
o introduttivi che ci forniscono
i titoli dei tesi di base o più importanti ne troviamo quanti ne vogliamo
e anche più.
Mi concentrerei, invece, sui contenuti di gran parte dei libri pubblicati:
e il fenomeno non è solo italiano.
Avete idea di quante puttanate vengono stampate e pubblicate sotto forma
di saggio scientifico o monografia
specialistica? Va bene il profitto, ma certi editori si rendono conto
di quello che stanno pubblicando e di ciò
che stanno facendo mettendo sul mercato certe porchrie infondate, ascientifiche,
stupide e disinformative?
Dove è finita la famosa "controinformazione" di qualche decennio
fa? Perché esistono editori come
Castelvecchi che pubblicano solo porcate terrificanti e disinformanti?
Pensiamo ai contenuti, anziché alambiccarsi sul fatto che manchi un
titolo invece di un altro!
mArIA
La tua opinione va bene per la Pagina INKAZZATURE di Artificia. La corte
tratta casi su cui esprimere sentenze e giudizi. (Eva
Zenith)
Il clima sociale in Italia e' sempre piu' simile a
quello seicentesco della caccia agli untori, da mandare al rogo: pedofili
considerati tutti assassini; scafisti di cui si propone quasi il taglio
delle mani; spacciatori per i quali viene ventilata la pena di morte.
Non c'è piu' aluna differenza fra costoro e i killer seriali, anzi.
Questi ultimi vengono solitamente rilasciati e mantenuti dalla Stato.
Siamo al punto che non ha piu' senso violentare una donna o masturbare
un bambino, costa molto meno, penalmente, fare una strage di donne e
bambini in associazione con altri, per poi denunciarli e "collaborare".
Ogni delitto va punito con la giusta severita' ma in proporzione alla
gravita' dello stesso. E credo che l'omicidio sia il delitto che resta
amcora il piu' grave. Perche' la Corte di Equita' non emana un verdetto
simbolico che evidenzi una "scala" equa di pene? Per esempio,
esiste una differenza fra scambiarsi foto di bambini nudi e ammazzarne
uno? Se non esiste, come giudichiamo quella pubblicità che p
oche settimane fa mostrava un gruppo di bambini impegnati in uno strip
di fronte a una folla di bambine urlanti?
Eva Zenith
quando il giudice.....
sottopongo alla corte di equità la seguente situazione.
quando un giudice italiano di una corte cosiddetta reale, che deve decidere
su una causa civile (di pochi milioni di lire) perde il relativo fascicolo
e lo ritrova solo dopo che il cittadino lo ha sollecitato per avere
una risposta, come dovrebbe comportarsi il cittadino?
tre ipotesi: tacere; rivolgersi al livello superiore (CSM); denunciarlo.
aspetto indicazioni.
logos
Per questione ammissioni ha messo un contributo nel Forum ARIPS: chi è interessato ad un dibattito serio è invitato a continuare là
adamus
solo ora scopro l'opportunità della CORTE DI EQUITA'
perplessità 1 - perchè VITTORIA SARDELLA
perplessità 2 - il limite morale lo pone ilprimo arbitro o la giuria
popololare
perplessità 3 - il giudizoo potrebbe diventare inequo se le parti sono
riconoscibili (Viola)
Non so se ho capito le Tue obiezioni. Sardella perchè è membro del gruppo
dei promotori di Psicopolis: fra un anno vedremo chi sarà sorteggiato
al suo posto. Era difficile fare un sorteggio fra sei fondatori. Se
le persone sono riconoscibili......e' normale, avviene anche nei Tribunali
di tutto il mondo. La seconda non l'ho capita. Il fatto e' che per capire
bene il nostro Organismo abbiamo bisogo di una "vera" causa....speriamo
presto!
Mi rendoi conto che il problema sia "di basso profilo", ma
sarei grata per un po' di attenzione e magari un supporto o un consiglio.
In breve, la vecchia casa di campagna dove vivo ha un altro ospite-affittuario
che gestisce un negozio da macellaio e che abusa della situazione non
solo vantando, ma agendo comportamenti che sono anche dannosi per me.
Fra l'altro in quest'ultimo anno ha danneggiato, oltre alla mia, altre
3 auto parcheggiate nell'area di mia proprietà dove da anni parcheggia
anche i suoi mezzi senza averne diritto. Dal momento che il macellaio
si dichiarava estraneo all'accaduto e incolpava di ciò estranei a loro
volta abusivi trispetto alla proprietà privata, ho fatto risistemare
il cancello mantenendolo chiuso ma senza luchetti o chiavi che impedissero
al macellaio stesso di andare e venire.
Risultati:
1- ha ripreso a mettere i cavalli "open air"
2- a 6 giorni dall'operazione, il cancello è rotto ed è stato strappato
il cartello "proprietà privata".
Cosa posso fare per "ridurlo alla ragione" e cioè al rispetto
delle minime norme di convivenza.
Riconoscente per qualsiasi suggerimento utile. (francesca
pontello)
1. Nella prima pag della corte di equità c'è scritto che il primo cittaino
sono io per sorteggio
2. nel mio intervento del 10/10 chiedevo ai membri di pronunciarsi in
merito ai criteri, ma nessuno l'ha fatto
3. quando ci sarà un problema vedremo come affrontarlo (M.Vittoria
Sardella)