Detenuti finiti in carcere per dei reati che non hanno mai commesso, e dal quali sono stati assolti dalle corti di giustizia che li aveva erroneamente condannati.
Italia e Usa: follìe simili (Fonte)
ITALIA
USA

Mirko Eros Turco, 35enne di Gela condannato all’ergastolo, perché era stato accusato da sette pentiti, dei quali si sono poi accusati due collaboratori di giustizia, scagionandolo definitivamente, favorendo così la sua assoluzione, e tornando quindi in libertà.

Silvio Scaglia ex dirigente di Fastweb, arrestato dalla Procura di Roma nel febbraio del 2010 con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, dalla quale è stato poi assolto, che ha scontato tre mesi di carcere a Rebibbia, più altri nove agli arresti domiciliari.

Giuseppe Gulotta, condannato all’ergastolo nel 1990 per l’uccisione di due carabinieri nel 1976 assolto poi con formula piena dopo avere scontato 22 anni di prigione, che ha ottenuto un risarcimento da 56 milioni di euro.

F.C. ex imprenditore, ora responsabile vendite di alcune grandi aziende in Italia, marito felice e papà, che ha scontato 40 anni di ingiusta detenzione nel carcere di San Vittore.

Mustafa al-Aziz al-Shamiri, miliziano Yemenita di 37 anni che combatteva in Afghanistan e che non era un personaggio, che è stato imprigionato erroneamente per 13 anni a Guantanamo, a causa di uno scambio di identità, il cui errore carcerario è stato ammesso dal Pentagono.

Ricky Jackson, afroamericano, accusato di omicidio nel 1975 sulla base di una falsa testimonianza, condannato a morte e scagionato dopo 39 anni di carcere.

Albert Woodfox condannato per l’omicidio di una guardia carceraria, detenuto in carcere dove ha passato 43 anni di isolamento, e poi assolto.

Glenn Ford, 64 anni, condannato in Louisiana alla sedia elettrica nel 1984, dichiaratosi sempre innocente, scarcerato dopo 30 anni nel braccio della morte.

Iwao Hakamada, 79 anni, ex pugile condannato per l’omicidio del suo ex capo e della sua famiglia, dopo una confessione poi ritrattata, per 46 anni nel braccio della morte, viene scarcerato, perché scagionato dalle prove che dimostrano la sua innocenza.


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