Brani tratti da Goleman D. INTELLIGENZA EMOTIVA , BUR, Milano, 1996

BUON SENSO AZIENDALE E QI DEL GRUPPO

.....Alla fine del secolo, un terzo della forza lavoro americana sarà; costituito da knowledge workers, persone la cui produttivitàe; sarà caratterizzata dalla grande importanza attribuita all’informazione- cioè: analisti del mercato, scrittori, o programmatori di computer. Peter Drukers che coniò; per primo questa espressione afferma che la competenza di questi lavoratori è altamente specializzata e che la loro produttività dipende dal coordinamento degli sforzi dei singoli come parte di un gruppo organizzato: gli scrittori non sono editori; i programmatori di computer non sono distributori di software. Sebbene le persono abbiano lavorato in tandem, osserva Drucker, nel caso del lavoro imperniato sulla conoscenza e l’informazione , " i gruppi diventano l’unità di lavoro al posto dell’individuo". Questo spiega perchè l’intelligenza emotiva - ossia l’insieme delle capacità che aiutano le persone ad interagire armoniosamente – dovrebbe acquistare sempre maggior valore negli anni a venire, rappresentando un vero e proprio asso nella manica di cui avvalersi sul luogo di lavoro. (Pag.193)

.....L’analisi delle reti informali dimostra come il solo fatto che alcuni individui lavorino insieme dalla mattina alla sera non significhi che debbano confidarsi informazioni delicate (come il desiderio di cambiare lavoro o il risentimento per il comportamento di un superiore o di un collega), nè che si debbano interpellare reciprocamente nei momenti di crisi. (Pag. 196 e 197)

....Ma praticamente non c’è alcunarelazione fra l’essere un esperto e l’essere considerato una persona alla quale poter confidare i segreti, i dubbi e punti deboli che ci assillano. Pur essendo molto competenti, un meschino capufficio tiranno o un micromanager possono ispirare talmente poca fiducia da essere esclusi dalle reti informali e veder compromesse le proprie capacità come dirigenti. Le "stelle " di un’organizzazione sono spesso coloro che hanno forti legami su tutte le reti, siano esse di comunicazione, di competenza o di fiducia.....Oltre alla padronanza di queste reti essenziali, altre forme di buon senso aziendale che le "stelle" dei Bell Labs avevano dimostrato di possedere, comprendevano le seguenti capacità:

  • coordinare in modo efficace i propri sforzi nel lavoro di gruppo;
  • assumersi la leadership nella costruzione del consenso;
  • essere in grado di vedere le cose nella prospettiva degli altri, ad esempio dei clienti o degli altri membri di un gruppo di lavoro;
  • ancora, questi individui possedevano capacità di persuazione...
  • ...e sapevano promuovere la cooperazione evitando conflitti.

Tutte queste abilità fanno riferimento a capacità della sfera sociale; le "stelle", però mostravano anche un altro tipo di capacità erano cioò in grado di prendere l’iniziativa – in altre parole, erano abbastanza motivati da assumersi responsabilità anche al di là del lavoro assegnato – e sapevano autogestire proficuamente il proprio tempo e i propri impegni di lavoro. Tutte queste abilità, naturalmente, sono aspetti dell’intelligenza emotiva. Ci sono forti segnali del fatto che ciò che vale ai Bell Labs sia importante per il futuro di tutte le altre aziende, in un domani in cui le abilità fondamentali dell’intelligenza emotiva saranno sempre più importanti nel lavoro di squadra, nella cooperazione e nell’aiutare i singoli ad apprendere insieme modalità di lavoro improntate ad una maggiore efficienza. Poichè i servizi basati sulla conoscenza e l’informazione come pure le risorse intellettuali diventano sempre più importanti per le aziende, il miglioramento della cooperazione fra individui sarà uno dei modi principali per mettere a frutto le risorse intellettuali a disposizione, a tutto beneficio della propria competività.. Per prosperare, se non anche per sopravvivere, le aziende farebbero bene a potenziare la propria intelligenza emotiva di gruppo. (Pag.197)