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Le badanti e l'incompetenza dello Stato di Guglielmo Colombi


Il fenomeno delle badanti è la prova più clamorosa dell'incompetenza dello Stato e della sua totale latitanza nelle politiche del lavoro. Dalla fine degli anni Ottanta, il fenomeno è cresciuto esponenzialmente in risposta alla necessità delle famiglie di avere un aiuto per la cura di anziani e/o malati. Dopo oltre vent'anni si contano oltre un milione di badanti, quasi tutte donne e quasi tutte di nazionalità straniera.
Costoro non hanno alcuna responsabilità, al contrario hanno il merito di aver dato una risposta a bisogni diffusi che lo Stato italiano ha trascurato per oltre vent'anni. Il fenomeno tuttavia implica la perdita di quasi un milione di posti di lavoro per i cittadini italiani, pesanti costi sociali dello Stato a favore dei lavoratori stranieri, servizi alla persona spesso scadenti quando non dannosi, ed una montagna di euro che escono dall'Italia come rimesse degli immigrati ai loro Paesi d'origine. Come siamo arrivati a questa situazione ?

Il lavoro di badante
1. Il primo carattere del lavoro è la sua precarietà. Le badanti sono addette ad anziani molto anziani e spesso malati e non autosufficienti. Questo rende l'orizzonte temporale del lavoro piuttosto limitato.

2. Almeno nei primi dieci anni della sua storia, il lavoro di badante era "nero", cioè senza alcuna regolamentazione, sia per scelta dei datori di lavoro sia per necessità delle immigrate raramente regolari. Oggi la situazione è molto migliorata, e la maggioranza delle badanti hanno un contratto di lavoro regolare. Ciononostante le condizioni di lavoro sono spesso inaccettabili. A parte le situazioni nelle quali le badanti assumono il ruolo di "aguzzino" dell'anziano (fortunatamente minoritarie, ma ci sono), non è raro che l'anziano, o meglio la sua famiglia, sfruttino la badante con orari fuori norma, ferie o riposi negati, trattamenti indecorosi. Solo lavoratori disperati possono accettare condizioni di lavoro "grigio" di questo tipo.

3. Il carattere distintivo del lavoro di badante è la residenzialità. La badante quasi sempre vive nella casa dell'utente. Per i lavoratori stranieri questo è un beneficio, perchè evita il reperimento ed il costo dell'alloggio. Per un lavoratore italiano si tratta di una sorta di emigrazione coatta.

4. Quello di badante è un ruolo piuttosto complesso, se gestito bene. Comprende le capacità di collaboratrice familiare, di operatore socio-sanitario, di economo domestico e di dama di compagnia. La badante deve saper tenere in ordine e pulita la casa, deve saper prendersi cura del corpo dell'utente (sollevamento, deambulazione, igiene, alimentazione e dieta, somministrazione farmaci, medicazioni, ecc.), deve tenere i contatti con i servizi all'abitazione (acquisti alimentari, bollette, riparatori, ecc), deve infine avere buone capacità relazionali per ottimizzare il rapporto con l'utente, con familiari spesso invadenti, col quartiere. Le lavoratrici straniere sono raramente in possesso di queste capacità (a volte nemmeno della lingua italiana) e le sostituiscono con un generico insieme di buon senso e buona volontà, ma è pur vero che badanti italiane non offrirebbero di più, vista la totale assenza di servizi di formazione mirati.

5. La badante fa un lavoro produttore di stress e burn-out. I fattori di rischio sono molteplici:

  • la oggettiva complessità della mansione, unita al senso di inadeguatezza dovuto all'impreparazione
  • il disagio derivante dal dolore cui il lavoro espone (disabilità, malattie, morte)
  • la responsabilità della salute e spesso della vita dell'utente
  • la fatica delle dinamiche relazionali con l'utente, la sua famiglia ed il contesto
  • la difficoltà delle relazioni extra-lavorative, causata dalla dovrapposizione fra luogo di lavoro e residenza

6. Infine, carattere del lavoro di badante è lo squilibrio fra richiesta di prestazioni delicate e complesse e retribuzione da manovale semplice.

L'assenza dello Stato
Il lavoro di badante è stato preso da lavoratrici straniere desiderose di sfuggire alla povertà del loro Paese, e quindi disposte ad accettare ogni tipo di condizione lavorativa. Il fatto è che queste condizioni disagiate sono state consentite dalla totale assenza dello Stato nel settore.

Già negli anni ottanta era noto che la popolazione italiana stava invecchiando, ed era facile constatare che i servizi per anziani erano insufficienti. Ma lo Stato non se ne è accorto.

Quanto al lavoro nero o grigio, è tragico che uno Stato multa i bambini senza lo scontrino del lecca-lecca, ma non si accorge che centinaia di anziani e famiglie tengono una schiava in casa. Se fin dall'inizio del fenomeno lo Stato avesse reso il lavoro di badante simile, per garanzie, a quello del metalmeccanico, forse più italiani l'avrebbero scelto.

Ma i lavoratori italiani non diventano badanti anche per la difficoltà e delicatezza del ruolo, non sostenuta da alcuna formazione. Le Regioni promuovono corsi per disc jockeys, ma non per badanti. Per avere un carrettinio di caldarroste devi seguire un corso e avere una licenza, per fare la badante (e gestire la vita di un anziano disabile), non è richiesto alcunchè.

I caratteri della precarietà, della residenzialità coatta, dello stress correlato, sono acuiti dalla solitudine della badante che lavora isolata, come singolo. Questi problemi potevano essere affrontati e contenuti, con la creazione di imprese o cooperative di servizi alla persona, promosse, incentivate e controllate dalle Regioni o dallo Stato. Una badante inserita in una organizzazione non perde il lavoro se il suo utente decede; non è obbligata a vivere nella casa dove lavora, perchè può fare turni con altre colleghe; gode di uno scudo per lo stress, dato dal sostegno e dalla mediazione dell'impresa cui appartiene. Una impresa di servizi alla persona darebbe anche un aiuto agli utenti ed alle loro famiglie facilitando il reclutamento e le sostituzioni per ferie; offrendo garanzìe di competenza e moralità; fornendo soluzioni nei casi di conflitto.

Naturalmente, un lavoro di badante regolare inserito in un'impresa di servizi alla persona, deve essere retribuito meglio, cioè più di quello di un infermiere di corsìa, visto che è più complesso. E' possibile che molte famiglie debbano poter godere di un aiuto per la retribuzione. Lo Stato avrebbe dovuto investire per integrare la retribuzione delle badanti: ma questo è un costo che le finanze pubbliche non hanno voluto accollarsi.

Ora gli anziani hanno servizi molto lacunosi, le badanti svolgono un lavoro disagiato, e le finanze pubbliche si accollano i costi di un milione di italiani disoccupati, nonchè i costi sociali di un milioni di immigrati. Bell'affare!