Il lavoro e l'occupazione sono la questione centrale della crisi. Senza lavoro non ci sono consumi nè risparmi. Non ci sono imvestimenti e sviluppo. Non servono ritocchi marginali o piccole riforme. Oggi serve una rivoluzione culturale e normativa per il lavoro. Ecco alcune idee.

Aree "franche", nel meridione
Le imprese che chiudono o che non nascono, non pagano tasse. Occorre individuare le aree a più alta disoccupazione del Meridione e renderle "franche" da ogni tassazione per almeno dieci anni, per ogni nuova impresa non delocalizzata da altre aree nazionali.

Esenzioni per nuove imprese che assumono
Tutte le nuove assunzioni a tempo indeterminato (non derivate da licenziamenti), devono essere esentate da ogni costo del lavoro che resta a carico dello Stato. Il datore di lavoro paga la sola retribuzione.

Regolazione mercato del lavoro badanti, colf e simili
Tutti i lavori fino ad oggi riservati agli immigrati perchè rifiiutati dagli italiani, vanno regolati, organizzati e supportati da apposite agenzie pubbliche o cooperative private. In tal modo l'immigrazione sarà contenuta e questi lavori torneranno ad essere attraenti anche per gli italiani.

Impresa individuale/familiare di sussistenza
Ogni individuo o famiglia in senso stretto (genitori e figli) può avviare una qualsiasi impresa che, fino al fatturato di sussistenza, è esente iva, tasse, licenze.

Salario di cittadinanza
Ogni disoccupato riceve un salario mensile, in cambio di un lavoro socialmente utile.