LE RADICI DELL’ANARCHIA
Di Giampietro Nico Berti (Fonte)
Sono sei i teorici «classici» del pensiero anarchico: William Godwin, Max Stirner, Pierre- Joseph Proudhon, Michail Bakunin, Pëtr Kropotkin ed Errico Malatesta. Sei personaggi molto diversi tra loro, eppure legati da un filo «rosso-nero» che ha confezionato quell’idea radicale della libertà, dell’eguaglianza e della diversità che conosciamo con il nome di anarchia. Una teoria composita, ma al tempo stesso unitaria, che tende alla liberazione completa del genere umano. Ognuno di questi pensatori ha apportato alla teoria anarchica elementi specifici che possiamo leggere come parti di un unico disegno: la costruzione della scienza della libertà.
Ed è quello che ci propone Giampietro Nico Berti analizzando e problematizzando le idee più importanti che i «classici» dell’anarchismo hanno elaborato Berti, docente di storia dei
partiti politici all’università di Trieste, è autore, tra l’altro di Il pensiero anarchico dal Settecento al Novecento (1998), Un’idea esagerata di libertà (1994), Francesco Saverio Merlino.Dall’anarchismo socialista al socialismo liberale (1993)
Qui vengono delineate le strutture portanti del pensiero anarchico «classico». Esse mettono in luce il suo carattere pluralistico inteso come un insieme di sequenze teoriche ognuna delle quali concorre a completare il nucleo profondo dell’argomentare anarchico. Si vuole, quindi, cogliere le ragioni messe in campo dall’anarchismo per giustificarsi come pensiero e come azione.