Tre riflessioni sulla dialettica sicurezza-libertà di Guido Contessa
1. L'altalena sicurezza - libertà
2. Psicoma fra sicurezza e libertà
3. La variante dell'osservatore
3 - La variante dell'osservatore di Guido Contessa

Alan Turing, in un saggio del 1950, Macchine calcolatrici ed intelligenza, anticipava questo concetto: "lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza".

"Natura non facit saltus" È stata usata da Leibniz, poiché egli negava l'esistenza degli atomi, cioè di quantità discrete indivisibili.

Il dilemma che tutte le scienze affrontano (dalla fisica alla psicologia) cioè quello fra continuum e catastrofe, è risolvibile solo tenendo conto dell'osservatore. La scoperta della doppia natura della luce, corpuscolare e ondulatoria insieme, conferma la centralità del ruolo e dello scopo dell'osservatore. E' l'osservatore che determina arbitrariamente l'osservazione e l'interpretazione. La matematica fuzzy e la fisica quantistica spiegano come la natura sia un insieme di infiniti, le cui cesure sono fatte dall'uomo. La geometria dei frattali lo ha confermato: la determinazione della misura dipende dal punto di vista dell'osservatore. Continuum e catastrofe, ordine e disordine, ripetizione e differenza, sicurezza e rischio sono polarità di un insieme infinito la cui lettura dipende dal bisogno di sicurezza e dal bisogno di libertà dell'osservatore. L'osservatore è parte dell'osservato, entra nella trama di esso e ne altera i valori.

Il battito d'ali di una farfalla può determinare un uragano, ma cosa determina il battito d'ali? L'individuo compie libere scelte e influenza l'ambiente o è l'ambiente che vincola le scelte dell'individuo e ne condiziona le scelte? Nessuno è in grado di stabilire quale atto o fatto ha determinato la caduta del muro di Berlino.

Il concetto di continuum risponde al bisogno di sicurezza; l'idea di catastrofe risponde al bisogno di libertà. L'idea del tutto, dell'insieme, della circolarità è più consono alla sfera religiosa, mistica, dell'essere inteso olisticamente, del pensare al mondo. L'idea dell'individuo, della parte, della frammentazione è più utile nel campo pratico, operativo, dell'esistere come unicità, dell'azione nel e sul mondo. Il concetto di catastrofe corrisponde al bisogno di libertà.

Se l'osservatore ha bisogno di rassicurazione è propenso a pensare e vedere la continuità, l'insieme, la ripetizione. Se l'osservatore ha bisogno di libertà è propenso a pensare e vedere le catastrofi, le cesure, le interruzioni, i salti.

Il soggetto osservatore dunque determina la lettura del mondo, ma questa è una interpretazione "catastrofica". Cosa determina infatti il soggetto osservatore? Il suo psicoma, cioè il continuum che lega il soggetto alla sua famiglia e alle sue esperienze di vita.