1.3.  IL PUNTO  DI  VISTA  TOPICO

E’ un aspetto della teoria freudiana che suppone una differenziazione dell’apparato psichico in parti diverse con funzioni ed attività diverse.

Comprendono due diverse concezioni da Freud elaborate in momenti diversi e denominate, dal punto di vista storico, prima e seconda topica.

1.3.1. PRIMA  TOPICA

Centrata sullo studio dell’inconscio comprende tre sistemi.

a. Conscio. E’ la sede dei processi del pensiero, sia quelli logico-razionali sia quelli della memoria. Registra le informazioni esterne, percepisce le sensazioni interne e controlla la motilità.

b. Preconscio. E’ formato dalla memoria di pensieri, sogni, fantasie, ricordi ecc. accessibili al Conscio. Sono esclusivamente verbali e non visivi (come quelli del sogno) perché prodotti da un processo di razionalizzazione.

c. Inconscio. E’ formato da rappresentazioni psichiche (pensieri, desideri, ricordi) dotate di una forte carica affettiva e prodotte dalle pulsioni e dai desideri infantili. E’ retto non dal principio di realtà ma dal principio di piacere ed è dotato di un’alta quantità di energia libera che tende ad emergere passando da una rappresentazione all’altra.

Il passaggio dal sistema Inconscio a quello Conscio-Preconscio è regolato da una forza di controllo vigile e selettiva chiamata Censura. Essa permette il passaggio solo ad alcune rappresentazioni e ne blocca o deforma altre per renderle meno riconoscibili dal sistema Conscio.

1.3.2. SECONDA  TOPICA

Comprende tre istanze.

a. Es. Corrisponde all’Inconscio ed è il polo pulsionale sconfinante nel somatico. Alla nascita tutta la vita psichica è costituita dell’Es che funziona solo sulla base dei propri desideri non riconoscendo le leggi della logica, dell’etica, dello spazio, del tempo.

b. Io. Si differenzia progressivamente dall’Es per successivi adattamenti alla realtà mediante processi di identificazione con persone di riferimento affettivo che vengono interiorizzate mentalmente. Ha la funzione di assicurare l’unità, l’identità, la stabilità della persona attraverso continui esami di realtà. Assicura una mediazione tra le esigenze dell’Es e quelle della realtà circostante.

c. Super-Io. Nasce dal processo di identificazione alle strutture superegoiche dei genitori, soprattutto del padre. Ha la funzione di fornire la coscienza morale ai cui dettami la persona si sottopone, ed anche un modello ideale cui adeguarsi.

1.4. IL  PUNTO  DI  VISTA  ECONOMICO

Una qualunque rappresentazione mentale o un qualunque pensiero è legato ad una certa quantità di energia psichica proveniente dal mondo delle pulsioni dell’Es.

Con la teoria economica Freud cerca di seguire il destino e l’evoluzione di questa energia prendendone in esame gli investimenti tra i diversi oggetti relazionali. Egli distingue diverse modalità di funzionamento ed i principi regolatori che le reggono.

L’apparato psichico può funzionare sulla base del Processo primario o del Processo secondario.

a. Processo primario. E’ un modo di funzionamento dell’apparato psichico in cui l’energia è allo stato libero e si sposta lungo catene associative da una rappresentazione mentale ad un’altra oppure condensa varie catene associative in un’unica rappresentazione. Il processo primario si manifesta esemplarmente nel sogno ed è basato sul principio di piacere che è quello prevalente nell’Es.

b. Processo secondario. E’ un modo di funzionamento nel quale il soggetto di fronte ad un desiderio esercita una riflessione, considera il contesto e realizza il soddisfacimento in relazione alle esigenze di questo.

I principi che regolano il funzionamento psichico sono il Principio di piacere, il Principio di realtà ed il Principio di costanza.

a. Principio di piacere. E’ la tendenza a cercare il piacere e ad evitare il dispiacere ed è la legge primaria dell’apparato psichico. E’ il principio che regola l’attività dell’Es e si vede in azione nel sogno, nelle fantasie e nel delirio.

b. Principio di realtà. E’ l’adattamento del principio di piacere imposto dalla realtà e dall’esperienza. Consiste nel rinvio del soddisfacimento dei desideri e nella ricerca di strategie adatte alle circostanze. E’ tipico dell’attività dell’Io.

c. Principio di costanza. E’ la tendenza a mantenere l’eccitamento al livello più basso o comunque più costante possibile.

1.5.  IL PUNTO DI VISTA DINAMICO

Questa teoria di Freud è molto complessa ed articolata perché continuamente aggiornata nel corso di tutta la sua vita. Egli pensa che la nostra vita psichica sia il risultato di una combinazione di forze, da lui chiamate pulsioni o anche  istinti, che ci spingono verso determinate direzioni: le due principali sono le pulsioni legate all’istinto sessuale e quelle legate all’istinto di autoconservazione. Queste forze sono collocate al limite tra il somatico e lo psichico, e sono caratteristiche di ogni essere animale. La pulsione sessuale è quella più facile da osservare e da valutare nei suoi cambiamenti e nella sua evoluzione.

All’interno di queste forze possiamo distinguere diversi aspetti.

Spinta. E’ l’essenza stessa della pulsione ed agisce sul movimento della persona (ad esempio la pulsione a mangiare nella fase orale)

Meta. L’azione attraverso la quale si giunge al soddisfacimento della pulsione (ad es. la suzione per la fase orale)

Fonte. La zona del corpo da cui parte la pulsione (es. la bocca per la fase orale).

Oggetto. Ciò per cui la pulsione raggiunge il suo soddisfacimento (ad es. il seno della madre nella fase orale).

Oggetto d’amore. La persona di riferimento affettivo, per un bambino è generalmente la madre o, ancor più in generale, chi si occupa del bambino e con cui questo stabilisce una relazione affettiva privilegiata.

Relazione d’oggetto. E’ il tipo di relazione che la persona stabilisce con l’oggetto d’amore.

All’inizio le pulsioni sono parziali, si rivolgono solo ad una parte della realtà: ad esempio per il lattante il primo legame affettivo non è verso la madre nella sua interezza ma verso il seno materno che lo nutre. Solo successivamente, con la pubertà, si rivolgono ad un oggetto d’amore intero, com’è tipico degli adulti. Nel corso dell’evoluzione si struttura un Io che funziona sulla base del principio di realtà, mentre le pulsioni restano sempre e solo basate sul principio di piacere. Le pulsioni libidiche non sono solo investite su oggetti esterni, siano essi parziali come nel bambino o totali come nell’adulto, ma anche sulla persona stessa. L’energia proveniente dall’Es, da Freud chiamata libido, si investe per prima cosa sull’Io, fornendogli una riserva di energia che viene successivamente investita sugli oggetti d’amore esterni. Questo primo investimento sta all’origine del narcisismo.

Freud distingue un narcisismo primario ed un narcisismo secondario.

Il narcisismo primario è quel sentimento di soddisfazione basale di sé, di pienezza fondamentale di sé, di fiducia basale di sé, che deriva da precocissimi investimenti della libido proveniente dall’Es sui rudimenti di Io all’epoca della prima fase orale. Provoca un progressivo rafforzamento e sviluppo dell’Io che è indispensabile per lo sviluppo ulteriore di quest’ultimo. Alcuni autori hanno ipotizzato l’esistenza di un narcisismo ancora più arcaico attivo durante la vita intrauterina.

Il narcisismo secondario è un investimento libidico sottratto al mondo esterno ed investito invece sulla propria persona, come si trova nelle gravi regressioni, particolarmente nelle regressioni psicotiche.

1.6.  I  MECCANISMI  DI  DIFESA

I meccanismi di difesa sono attività dell’Io che proteggono il soggetto da un troppo forte emergere delle pulsioni. Nate come attività del tutto normali ed anzi utili ai processi di adattamento del soggetto, possono diventare patologiche quando il conflitto tra le istanze o tra le istanze e la realtà diventa troppo forte. In tal caso sono inefficaci, male adattate alla realtà o troppo rigide.

I meccanismi di difesa sono numerosi e richiedono una descrizione particolareggiata. Tuttavia si possono distinguere meccanismi di difesa nevrotici, psicotici, e quelli caratteristici degli stati limite. Si distinguono esaminandone il tipo di conflitto, il tipo di angoscia e lo scopo.

a. Meccanismi di difesa nevrotici.

Il conflitto da cui difendono l’Io è quello tra le pulsioni e la loro proibizione, cioè tra l’Es ed il Super-Io.

L’angoscia da cui l’Io si difende è quella di una gravissima punizione.

Lo scopo è quello di attenuare l’angoscia facilitando la regressione della libido o dell’aggressività verso forme più arcaiche e più controllabili.

b. Meccanismi di difesa psicotici.

Il conflitto in gioco è quello tra l’Io e la realtà.

L’angoscia è quella di frammentazione o per impatto con la realtà o per la perdita del contatto con essa.

Lo scopo è quello di negare la realtà costruendo una neorealtà delirante attraverso un isolamento autistico, tramite lo sviluppo di una stato di narcisismo secondario.

c. Meccanismi di difesa degli stati limite. Sono assai complessi rispetto ai precedenti.

Il conflitto è tra pulsioni sadiche dirette contro l’oggetto amato perché frustrante ed il bisogno che l’oggetto amato ripari le ferite narcisistiche con gratificazioni che permettano di affrontare la situazione edipica.

L’angoscia è quella della perdita d’oggetto.

Le scopo è quello di evitare la perdita dell’oggetto e lo si raggiunge con la scissione tra oggetto buono e cattivo, quest’ultimo immediatamente proiettato all’esterno, e la presentazione di una facciata falsamente ben funzionante ed adattata.

Descriviamo adesso, brevemente, i principali meccanismi di difesa.

Regressione. In una concezione della psiche che ha un senso di sviluppo (come quella descritta al punto 1.2. L’aspetto genetico) regressione significa il ritorno delle modalità di espressione della libido e delle relazioni affettive da uno stadio più evoluto (ad esempio lo stadio edipico) ad uno meno evoluto (come lo stadio fallico, anale, orale). Ciò accade quando il bambino non riesce ad affrontare in modo evoluto una determinata situazione e regredisce a modi di funzionamento più primitivi per evitare l’angoscia. Regressioni si possono avere anche nella vita adulta, sia in situazioni patologiche sia in situazioni della vita normale. Ad esempio durante una situazione affettivamente difficile come un lutto, può crescere la tendenza a mangiare molto più del solito. Si tratta di una regressione orale.

Rimozione. Quando il soggetto cerca di mantenere nell’inconscio delle rappresentazioni mentali (pensieri, ricordi, immagini) legate ad una pulsione il cui emergere provocherebbe dispiacere rispetto ad altre esigenze. E’ presente in tutti gli stati psicopatologici ed anche  nella  norma, ma è soprattutto tipica dell’isteria. Ad esempio la dimenticanza verso il sentimento di innamoramento che il bambino ha provato per il genitore di sesso opposto, normale in tutti gli adulti.

Proiezione.  Operazione nella quale il soggetto espelle da sé e localizza nell’altro esterno da sé pensieri, desideri, sentimenti, caratteristiche, qualità che egli non riconosce o rifiuta ritenendole negative. E’ un meccanismo di difesa molto arcaico tipico della paranoia. Ad esempio: il paziente che nutre sentimenti ostili verso un operatore e che accusa costui di avere sentimenti ostili verso di lui.        

Introiezione. E’ un meccanismo esattamente opposto alla proiezione e consiste nella introduzione fantasmatica dentro di sé di tutto ciò che si ritiene buono. Ad esempio la mamma che dice al suo bambino: “Sei così bello che vorrei mangiarti”. E’ una introiezione anche quella del bambino che assimila comportamenti o modi di pensare del genitore cui è molto legato e cui vuole assomigliare, anche se in senso stretto si dovrebbe definire identificazione.

Scissione dell’oggetto. Meccanismo di difesa descritto da Melanine Klein, che la considera la difesa più primitiva contro l’angoscia. La persona amata viene divisa in un oggetto d’amore buono ed in un oggetto cattivo, il primo verrà accettato mentre il secondo verrà rifiutato. E’ presente nelle forme schizoparanoidi, nelle depressioni melanconiche, negli stati limite.

Conversione nell’opposto. Questo meccanismo di difesa fa coppia in modo quasi inscindibile con quello successivo: la riflessione sulla propria persona. Ambedue sono molto arcaici, secondo Anna Freud i meccanismi di difesa più primitivi. Consiste in un processo nel quale una pulsione si trasforma nel suo opposto. Ad esempio la trasformazione del sadismo, desiderio di far soffrire la persona amata, in masochismo, desiderio di subire sofferenze da parte della persona amata. Ad un livello più comune: la trasformazione dell’amore in odio nel caso di un rifiuto affettivo.

Riflessione sulla propria persona. Anche questo, come il precedente cui è strettamente unito, è un meccanismo molto arcaico. Consiste nel rivolgere su di sé un sentimento originariamente rivolto ad un’altra persona. Ad esempio: il bambino psicotico che, arrabbiato con l’operatore che lo segue che ha risposto negativamente ad una sua richiesta, comincia a picchiarsi dicendo “Cattivo, cattivo!”

Isolamento. Consiste nell’isolare un pensiero o un ricordo angoscioso dal suo contesto affettivo pur mantenendolo nella memoria. E’ tipico delle nevrosi ossessive. Anche la razionalizzazione è una forma di isolamento. Ad esempio: il paziente che racconta episodi molto dolorosi della sua vita in modo del tutto freddo e distaccato come se il racconto non riguardasse lui ma un altro.

Annullamento retroattivo. E’ un meccanismo, caratteristico soprattutto della nevrosi ossessiva, che consiste nel far sì che un pensiero, un’azione, un’espressione verbale non siano avvenuti “annullandoli” per mezzo di pensieri, atti o parole di significato opposto. Ha un contenuto magico perché si pensa che il nuovo atto possa magicamente far scomparire quello precedente. Si forma una coppia di sentimenti opposti, classicamente odio ed amore, nei quali il secondo viene esibito per annullare la presenza del primo. Ad esempio: il paziente che,  sentendosi le mani sporche perché si masturba, si lava continuamente le mani per pulire la sua colpa. Ad un livello più comune: fare gli scongiuri quando si incontra un funerale, un gatto nero  o qualunque entità che si pensa porti sfortuna

Formazione reattiva. Anch’esso tipico delle nevrosi ossessive, consiste in comportamenti opposti a dei desideri che sono stati rimossi; questi comportamenti si costituiscono proprio in reazione ai desideri rimossi che si considerano inammissibili.  Ad esempio: i comportamenti parsimoniosi dell’ossessivo che sono l’opposto del suo desiderio inconscio di spendere; il vergognoso pudore di chi invece desidererebbe tanto esibirsi; il bisogno di pulire in persone che vorrebbero evitare di lavarsi.

Identificazione all’aggressore. Il soggetto di fronte ad un pericolo esterno, tipicamente una critica da parte di una persona affettivamente importante e dotata di potere, si identifica con questa persona adottandone comportamenti, modi di pensare o di parlare. Ad esempio: il bambino con un padre molto autoritario e severo che desidera fare da grande il poliziotto o il giudice.

Sublimazione. Quando il soggetto ha una pulsione sessuale irrealizzabile ne modifica la meta deviandola verso una nuova meta non sessuale. Ad esempio: nel periodo di latenza il bambino rivolge le sue pulsioni edipiche verso lo studio e l’apprendimento, in tal modo neutralizzandole. Ancora: spesso gli adulti sublimano un amore impossibile investendo nella carriera, in un hobby, in altre diverse attività, spesso unite in qualche modo all’amore deluso.