L'archetipo dell'Uovo è stato spesso usato per rappresentare
l'Universo e la Cosmogenesi (famoso è l'Uovo
di Brahma della tradizione indù), richiama infatti la figura
perfetta della sfera, ma inserisce in più un elemento
di dinamicità e mutevolezza - rispetto all'immobilità trascendente
della Sfera - che ben si inserisce nella dimensione dinamica
ed esperenziale dell'Universo creato (inoltre l'Uovo ispira il
senso del mistero della fertilità e della nascita).
Nel rappresentare l'essere umano come un microcosmo lo psicologo
italiano Roberto Assagioli (1888
- 1974), fondatore della Psicosintesi, ha ritenuto valido attingere
a questa figura archetipale per illustrare i contenuti coscienti e
inconsci dell'essere umano; ne è risultato il cosiddetto Uovo di Assagioli, utilissima bussola
di riferimento per la conoscenza di sé. Di seguito ne esaminiamo le
varie parti.
CAMPO DELLA COSCIENZA ORDINARIA - CONSCIO
L'Ovoide assagioliano è, in pratica, una rappresentazione schematica della costituzione biopsichica dell'essere
umano, che è contenuto nella sfera illimitata dell'inconscio
collettivo. Il punto centrale rappresenta
l'Io (o Ego)
e la stella al vertice indica il Sé.
Tutte le linee delimitanti sono tratteggiate per indicare la costante
possibilità di comunicazione tra le varie componenti della psiche.
La porzione centrale è detta coscienza attiva o conscio ed è quella
parte della nostra psiche che in questo momento sta pensando, parlando,
leggendo, ricordando. Alcuni la considerano essere la quasi
totalità della psiche, ma in realtà il conscio ne è solo una piccolissima
frazione; Assagioli lo paragona ad un palcoscenico su cui si avvicendano
i vari personaggi che provengono dal retroscena a cui poi ritornano.
INCONSCIO MEDIO - SUBCONSCIO
Subito intorno al conscio risiede il subconscio o inconscio medio,
è un luogo della coscienza facilmente accessibile
tramite un'operazione volontaria di richiamo dei contenuti che qui
sono riposti (ad es. possiamo più o meno facilmente ricordarci
la capitale di uno stato, cosa abbiamo mangiato ieri, il colore delle
pareti di casa, anche se in questo momento non sono nel nostro campo
di coscienza). Secondo Assagioli, è la zona dove avvengono le
elaborazioni delle esperienze e gran parte del lavoro
intellettuale, immaginativo e creativo; corrisponderebbe inoltre al
"grande archivio della memoria'. Questa è l'unica
zona che è in diretto contatto con il conscio, tutto il resto è lontano
dalla parte consapevole centrale della coscienza e che per potervi
arrivare sono necessari dei passaggi intermedi.
INCONSCIO INFERIORE o PROFONDO
L'inconscio inferiore è la parte più antica e primitiva
dell'essere umano, è il luogo della coscienza dove vengono
memorizzate tutte le esperienze che abbiamo rimosso,
perché giudicate non integrabili per l'idea che abbiamo della nostra
personalità. Secondo Assagioli fanno parte di quest'area: 1.
le attività psichiche, elementari ma mirabili, che presiedono alla
vita organica; 2. Le tendenze agli impulsi primitivi;
3. Molti 'complessi psichici' a forte tonalità emotiva;
4. Sogni ed attività immaginative di tipo elementare
e inferiore; 5. Varie manifestazioni morbose, quali
fobie, idee ed impulsi ossessivi, deliri paranoici; 6.
Certe facoltà parapsicologiche spontanee.
Negli insegnamenti connessi alla Scienza Unitaria dell'Intra-universo
quest'area corrisponde al "sistema di potenza". Tutto ciò che non ci piace degli
altri (per il fenomeno dello specchio) fa parte di questa zona, così
come tutto ciò che più ammiriamo negli altri fa parte dell'inconscio
superiore.
INCONSCIO SUPERIORE - SUPERCONSCIO
Quest'area della psiche era stata completamente ignorata dalla Psicologia
accademica prima che arrivasse il contributo della cosiddetta Psicologia Transpersonale,
grazie ad importanti autori quali Ken Wilber, Stanislav
Grov e lo stesso Assagioli. Il superconscio
è quella zona della psiche dove risiedono le più
elevate qualità dell'animo umano, da esso provengono le intuizioni
e le ispirazioni superiori, artistiche, filosofiche e scientifiche,
ma anche gli slanci altruistici e gli stati di illuminazione e di
estasi. Non essendo questa zona direttamente comunicante con il conscio,
il singolo individuo può non essere consapevole
dei moltissimi talenti che sono qui racchiusi - che tutti abbiamo
- e tenderà ad ammirare all'esteriore di sé (in virtù del "meccanismo
dello specchio") coloro che li manifestano nella propria personalità.
INCONSCIO COLLETTIVO
L'inconscio collettivo - così definito da Jung - è quel mare
energetico, emozionale e mentale in cui è immersa la nostra psiche
e che ci mette in comunicazione con tutti gli altri esseri della nostra
razza. La delimitazione dell'inconscio collettivo è tratteggiata (come
anche le altre delimitazioni) perché funziona come la membrana
semipermeabile di una cellula, permettendo
lo scambio di umori ed impressioni; ad ogni istante avvengono
fenomeni di osmosi tra gli esseri umani e con l'ambiente esterno.
Secondo Assagioli: 'Gli esseri umani non sono isolati, (') possono
talvolta sentirsi psicologicamente 'soli', separati, ma la concezione
esistenzialistica estrema della invalicabile 'solitudine' dell'individuo
non è vera né psicologicamente né spiritualmente'. A causa della
nostra immersione nell'inconscio collettivo dell'umanità risentiamo
delle fluttuazioni emozionali planetarie (come in casi di calamità
o di guerre che abbiamo una rilevanza internazionale marcata, per
le quali saremo ansiosi anche se lontane da noi geograficamente).
IO CENTRALE
L'Io è colui che sente, che prova, che pensa, che vede, che sperimenta
i vari stati della psiche. Nei primi anni di vita, quando dormiamo
o anche in molti momenti di veglia la coscienza dell'io può essere
molto confusa. Anche quando il senso dell'io è presente, non
è affatto unitario ma composto da tante voci con esigenze
differenti e contrastanti (subpersonalità egoiche). Quasi mai l'io è centrato
come appare in figura.
SE SUPERIORE
Si deduce l'esistenza di un'essenza sovra-egoica
(il Sé) poiché il senso di identità personale a volte sembra sparire
(come ad es. nel sonno), per poi riemergere successivamente, deve
quindi esistere un "Centro permanente, il
vero Io o Sé' al di là dell'io cosciente. Il Sé
è per sua natura immutabile: 'esiste in una sfera di realtà
diversa da quella del fluire della 'corrente' dei fenomeni psichici
e da quella della vita organica, e non può venire da queste influenzata,
mentre il suo influsso può modificare profondamente le nostre condizioni
psicofisiche'.
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