Iakov Levi e Luigi Previdi
La società apollinea e il suo confronto con il dionisiaco Pubblicato in TEORIE E MODELLI. Rivista di storia e metodologia della psicologia, a cura di Giuseppe Mucciarelli, V.3.2000, Pitagora Editrice, Bologna 2001. L'articolo riassume i capitoli I, III e VIII di Occidente e Oriente nello specchio di Dioniso e di Apollo |
Riassunto In questo lavoro, ci concentriamo sullequivalenza dei concetti di Es e Io, descritti da Freud, con quelli di Dionisiaco e Apollineo, descritti da Nietzsche. Seguendo questi pensatori, mostriamo come sia possibile giungere a una migliore comprensione delle diverse società umane, le loro evoluzioni, sentimenti e il loro modus. In particolare, la storia della società occidentale viene vista come una continua lotta tra queste due istanze: proponiamo una spiegazione dellantisemitismo, come una deficienza caratteriale della società occidentale, quando questa sperimenta una regressione verso il modus arcaico-dionisiaco, e una critica delle opinioni di Freud sul cristianesimo come continuazione del giudaismo, che risulta piuttosto una cultura rimasta legata al modo dionisiaco, mentre il cristianesimo elaborò una sintesi tra elementi apollinei e dionisiaci della stessa civiltà greco-ellenistica, senza alcun riferimento al contesto giudaico. |
AllEs ci avviciniamo con paragoni: lo chiamiamo un caos. Un crogiolo di eccitamenti ribollenti. Ce lo rappresentiamo come aperto alle estremità verso il somatico, da cui accoglie i bisogni pulsionali, i quali trovano dunque nellEs la loro espressione psichica, non sappiamo però in quale substrato. Attingendo alle pulsioni, lEs si riempe di energia, ma non possiede unorganizzazione, non esprime una volontà unitaria, ma solo lo sforzo di ottenere soddisfacimento per i bisogni pulsionali nellosservanza del principio di piacere. Le leggi del pensiero logico non valgono per i processi dellEs, soprattutto non vale il principio di contraddizione. Impulsi contrari sussistono uno accanto allaltro, senza annullarsi o diminuirsi a vicenda; tuttal più, sotto la dominante costrizione economica di scaricare energia, convergono in formazioni di compromesso, non conosce né giudizi di valore, né il bene e il male, né la moralità. Il fattore economico o, se volete, quantitativo, strettamente connesso al principio di piacere, domina ivi tutti i processi. Investimenti pulsionali che esigono la scarica: a parer nostro nellEs non cè altro (3).Se ritorniamo alle parole di Nietzsche: Nello stato dionisiaco per contro lintero sistema degli affetti è eccitato e potenziato, in modo che questo scarica in una volta tutti i suoi mezzi espressivi (4), pare proprio che entrambi stiano parlando della stessa cosa. Il non esprime una volontà unitaria di Freud era stato per contro: un sentimento mistico di unità per il primo, ma la volontà unitaria di Freud, dal resto del contesto, va intesa come unitaria nel senso della psiche nel suo complesso, ovvero lEs non tende alla coerenza con le altre istanze psichiche descritte, lIo e il Super- Io (5). Per quello che riguarda la meta delle pulsioni provenienti da questa provincia psichica, quella della scarica, lEs freudiano ci pare molto coerente nel suo scopo. Se riesce a prescindere dalla funzione inibitoria delle altre istanze psichiche con cui deve condividere il dominio della personalità, una volta ottenuta la scarica il senso mistico di unità nietzschiano è esattamente quello che viene raggiunto: questo infatti è il momento dellorgasmo, apice del fine dellEs. Nella figura di Dioniso si condensano gli aspetti più arcaici e primitivi della psiche umana e della struttura stessa della società. Il dio rappresenta i primordi, il punto di partenza, dell organizzazione mentale e sociale umana. Come Freud ci ha mostrato, il primo parricidio fu la fonte del senso di colpa, della moralità e dellevoluzione sociale. Nel mito orfico dello sbranamento del dio da parte dei Titani, possiamo ritrovare le tracce del più antico rito: il pasto totemico che fu la rappresentazione della ripetizione dellatto stesso: I Titani arrivarono come morti dagli Inferi, dove Zeus li aveva relegati, colsero di sorpresa il bambino che giocava, lo lacerarono, lo tagliarono in sette pezzi e li gettarono in una caldaia che stava in un tripode. Quando la carne fu cotta, essi incominciarono ad arrostirla su sette piedi. Secondo una delle versioni le membra cotte del dio furono sepolte e da esse nacque la vite. Anche i seguaci di Orfeo dicevano che lultimo dono di Dioniso sarebbe stato il vino e chiamavano lui stesso Eno, vino (6) .Più tardi risorse, con laiuto di Demetra che ne raccolse i pezzi. Questo mito ricorda in tutto i riti del pasto totemico tribale (7), in cui viene ripetuta la cerimonia di uccisione del totem, la sua incorporazione, attraverso il pasto totemico, e la sua resurrezione. Nei riti della pubertà liniziato condensa in sé sia la figura del padre, che viene simbolicamente ucciso, sia quella delluccisore che ne espia la pena. Dalla morte simbolica risusciterà purificato (8). I Greci divinizzarono quindi sia la sfrenatezza del dio, ovvero la freudiana dominante costrizione economica di scaricare energia che linevitabile espiazione. Invece di rimuovere le pulsioni antisociali, (la scarica dellEs), davano loro piena espressione nella fantasia e nel mito, accettando anche il dolore che questo implicava. Così il mito di Dioniso condensa sia le pulsioni erotiche più primarie e sfrenate, sia la passione dellespiazione, ricalcando i contenuti mentali degli arcaici riti tribali del pasto totemico e diniziazione puberale. Il primo parricidio, e latto cannibalistico che ne era conseguito, furono infatti la prima scarica orgiastica, dopo che la presenza inibitrice del padre dellorda era stata rimossa (9). Nella tragedia primordiale, prima che il senso di colpa ristabilisse la presenza del Padre come Super Io, le pulsioni dellEs avevano trovato piena espressione. Come ha rilevato Baudrillard (10), ricalcando suo malgrado lintuizione di Freud (11) , gli antichi, come le tribù primitive prima di loro e dei giorni nostri, concepivano lesistenza come unequazione, in cui gli opposti si fondono in ununica equivalenza, e non a modo nostro, come una dialettica di concetti che si escludono a vicenda. Apollo non era, allinizio, il contrario di Dioniso, bensì laltro aspetto, e questi due dei, insieme, davano espressione alla realtà esistenziale percepita dai Greci. Le pulsioni incontrollate, personificate da Dioniso, non rappresentavano un polo morale, o meglio, come si direbbe oggi, immorale, bensì erano accettate per quello che sono: una parte del proprio sé. In breve: Dioniso era laltra faccia della moneta di Apollo. La scissione di un unico concetto, sintesi di questa realtà esistenziale in due parametri divergenti fino allantitesi, è loggetto di studio del presente lavoro. Le società che si strutturarono a Polis sentirono conseguentemente il bisogno di cancellare dallimmagine della propria auto-identità laspetto dionisiaco-bestiale, ora rimuovendolo violentemente, ora sublimandolo nelle conquiste apollinee, ma laspetto rimosso, laltra faccia della moneta, riemergerà sempre, durante tutta la storia occidentale nella figura di un alter che diventerà il poison container e il capro espiatorio dei contenuti rimossi. Nella prima metà del primo millennio a.C., presso i greci, Dioniso e Apollo si contesero il primato: la società fu fecondata, e poté arrivare agli apici della sua creatività per merito della tensione onnipresente fra queste due divinità, che già ora possiamo definire istanze psichiche, proiezioni esterne di contenuti affettivi collettivi la cui sorgente è la psiche individuale, ma la cui foce è il gruppo e la struttura sociale. Dalla metà del quinto secolo a.C. cominciò a delinearsi una preferenza per la soluzione apollinea e si innescò un processo di repressione e rimozione delle pulsioni dionisiache che portarono al primato di Apollo come unico detentore della verità greca. Come culmine della grande vittoria di Apollo ci vengono presentate in arte le grandi opere di scultura e di architettura della grecità classica, nonché la purificazione della musica dagli elementi orgiastici, per mezzo dellintroduzione degli elementi strutturali, larmonia e la teoria musicale. Nella vita sociale lespressione della vittoria di Apollo fu la costituzione della Polis con le sue istituzioni urbane e democratiche. Il fenomeno della cultura greca, che dora in poi chiameremo apollinea, infatti, non è limitato alle espressioni di arte plastica. Il mondo, o meglio il modus, apollineo è una struttura mentale, la cui espressione sociale è antitetica a quella tribale, e intorno alla quale viene organizzata, non solo lespressività artistica, ma anche tutta la vita sociale e politica dei Greci. Se le pulsioni dionisiache rappresentano un mondo barbaro e titanico, dove queste pulsioni possono venire dominate solo dalla repressione e dalla rimozione, la soluzione apollinea è la canalizzazione di queste pulsioni e il loro incivilimento attraverso la sublimazione dellarte plastica. Abbiamo visto come alla figura di Dioniso e ai suoi contenuti nellambito della psicologia sociale corrisponda unistanza psichica ben definita. Vediamo ora quali sono i contenuti che ci riflette lo specchio dellimmagine di Apollo. Caratterizzando lIo Freud dice: Questo sistema è rivolto verso il mondo esterno, fa da intermediario alle percezioni che ne provengono, e in esso sorge, nel corso del funzionamento, il fenomeno della coscienza. E lorgano sensorio dellintero apparato, ricettivo del resto non solo agli eccitamenti provenienti dallesterno, ma anche a quelli che provengono dallinterno della vita psichica. La concezione secondo cui lIo è quella parte dellEs che è stata modificata dalla vicinanza e dallinflusso del mondo esterno, non ha quasi bisogno di essere giustificata: è questa la parte predisposta per la ricezione degli stimoli e per la protezione dagli stessi, paragonabile allo strato corticale di cui si circonda il grumo di materia vivente. Il rapporto con il mondo esterno è diventato decisivo per lIo, il quale si è assunto il compito di rappresentarlo presso lEs (12).Se confrontiamo la descrizione data da Nietzsche riconosciamo facilmente i contenuti della figura del dio delfico con quelli dellistanza psichica descritta da Freud: il dio che è un organo sensorio, locchio che tutto vede quello che succede al di fuori di sé e lo comunica allinterno, e che proietta i contenuti psichici interni sullo schermo delle percezioni esterne. NellIo la pulsione si trasforma in rappresentazione (13), la media e sublimandola può trasformarla in arte. Ed ecco lebbrezza, che lo stesso Nietzsche aveva infine concesso anche ad Apollo e non più solo a Dioniso (14). Le stesse energie pulsionali che procuravano levisioni e allucinazioni che si comunicavano a intere comunità, a intere adunanze cultuali menzionate parlando del dio caprino, e invero lallucinazione appartiene alla sfera dellEs (15), mediate e censurate dallIo si tramutano in sogni e il sogno, a differenza dellallucinazione, appartiene ad Apollo (16). Anche nel contesto delle istanze psichiche vediamo dunque che i due dei erano stati allinizio uno solo: Chiamiamo Es la più antica di queste province o istanze psichiche: suo contenuto è tutto ciò che ereditato, presente fin dalla nascita, stabilito per costituzione, innanzi tutto dunque le pulsioni che traggono origine dallorganizzazione corporea e che trovano qui in forme che non conosciamo una prima espressione psichica. Sotto linflusso del mondo esterno reale che ci circonda una parte dellEs ha subito unevoluzione particolare. Da quello che era in origine lo strato corticale munito degli organi per la ricezione degli stimoli, nonché dei dispositivi che fungono da scudo protettivo contro gli stimoli, si è sviluppata una particolare organizzazione che media da allora in poi fra Es e mondo esterno. Questa regione della nostra vita psichica labbiamo chiamata Io (17) .La tragedia eschilea, che era stata il prodotto sublime della fusione tra il dionisiaco e lapollineo, è anche lapice dellespressione dionisiaca. Larte, sotto locchio vigile di Apollo, non uscirà mai più di controllo. Le esuberanti energie dionisiache o furono rimosse e represse o furono canalizzate al servizio dellespressione figurativa plastica e, in questa loro subordinazione allapollineo, trovarono la propria sublimazione(18) . Ma questa prevalenza dellapollineo non fu limitata allarte. Si svolse parallelamente una scelta esistenziale, il cui contenuto fu il superamento dei legami di sangue e della fedeltà tribale, in favore di unorganizzazione sociale e mentale più ampia. La società arcaica è legata alla Legge del Padre. I capi vengono scelti sulla base dei legami di sangue e questi sono anche lunica base degli interessi comuni. Il senso di colpa verso il padre cementa lunione dei fratelli ed è un blocco che inibisce qualsiasi ulteriore sviluppo sociale. I Greci, riuscendo a superare questo blocco mentale, sgombrarono la strada verso una miriade di possibilità diverse che invece rimasero precluse ai loro vicini orientali. Liberi dai legami di una fedeltà a priori, i Greci poterono compiere delle scelte, organizzarsi in gruppi, indipendenti dal legame familiare, e formare i primi partiti politici. Così nacque la politica. La Polis prese il posto della tribù, e le lotte tra i diversi partiti politici il posto delle faide tra i clan. L'evoluzione permise la nascita della democrazia (19), mentre il superamento del rito tribale permise la nascita della filosofia, della metafisica e della scienza (20). Locchio di Apollo accompagnerà dora in poi i Greci anche al di là della loro particolarità nazionale e il dio divenne il simbolo della cultura greca quando, in epoca ellenista, questa si trasformò in ecumenica. Vediamo quindi che, mentre Dioniso rimase il dio della tribalismo greco preapollineo, delle orge e dei lutti, della sofferenza e della resurrezione, Apollo, dio del sole, rappresenterà il comun denominatore dellecumene panellenica: il culto della bellezza ideale e dellarte figurativa plastica. Inoltre, dal momento che il sole rappresenta le aspirazioni universaliste (21), in contrasto a quelle settariali e monolatriche (22), poiché illumina tutto il mondo e con il suo occhio tutto vede, sarà anche il simbolo di un dio comune a tutta lecumene ellenica, quando questa verrà percepita come soluzione culturale cosmica. Parallelamente, i riti legati a Dioniso continuarono a venire festeggiati, come nelle dionisiache rurali e cittadine, e persino vi era una città sacra denominata Dionysia dove ogni sorta di svaghi e orge venivano celebrate allinsegna del dio. In epoca ellenista un teatro fu edificato in suo onore sullAcropoli di Atene, ma quella che ai tempi di Eschilo era ancora una tragedia divenne commedia e in questo teatro si festeggiava sempre meno la sacralità e sempre di più la scurrilità del dio. La gente non andava più a teatro per esperimentare sulle proprie membra la passione del pasto totemico nel tremore dellidentificazione e della catarsi, bensì per svagarsi: le commedie dei satiri, un cabaret parallelo ad ogni società in decadenza, e le rappresentazioni teatrali allinsegna di Dioniso prosperavano come i nigth-clubs di Parigi o della Berlino tra le due guerre. Questi divenne un dio della fertilità, come quelli semiti celebrati in tutto loriente ellenizzato: Attis, Adonis, Tammuz. Diventò improvvisamente anche un dio orientale, come quelli che morivano alla fine della primavera per risuscitare in autunno, quando nel Medio Oriente le prime piogge riportano alla vita la natura, che era rimasta arida sotto il solleone estivo. Dalla metà del V secolo in poi divenne un dio con il quale lanima greca avrà sempre più difficoltà a identificarsi. Sempre meno dio e sempre più satiro, nel senso volgare della parola. La morte sociale di Dioniso trascinerà con se anche lagonia di Apollo. Il dio defico senza unequivalenza antitetica perderà esso stesso di intensità vitale. La sua massima espressione, la saggezza comunicata per enigmi, transustanziazione dellarcaica conoscenza comunicata ai giovani attraverso il rito iniziatico puberale, diventa attraverso la razionalizzazione della filosofia, verità ideale(23). Priva dellapporto energetico delle energie provenienti dallEs, in concomitanza con il processo di rimozione, gradualmente anche il volto di Apollo era impallidito. Larte occidentale, dopo essere arrivata ai suoi apici nella fusione delle energie dionisiache con il medium visivo del dio delfico, dal IV secolo in poi comincia a decadere. Il regno di Fidia e di Prassitele viene sostituito da quello di Platone e di Aristotele. La filosofia viene al posto dellarte come strumento di rimozione e di razionalizzazione: Apollo aveva vinto, ma era molto, molto stanco. Il processo era stato lento ma letale. Se il modus mentale apollineo aveva portato alla democrazia della polis greca come sviluppo naturale del bisogno di libertà ispirato da Apollo come conseguenza del superamento del rito tribale e della Legge del Padre, ecco che Platone vuole codificare delle regole assolute, vuole farne una repubblica ideale, e introdurre così dalla porta posteriore una censura e una regolamentazione che sono proprio lantitesi dello spirito di libertà della polis greca. Come già per Platone, il bello era stato il parametro per costruire i suoi schemi filosofici, il passo successivo sarà per essi diventare una fede. Quando nella Grecia arcaica il dio delfico dallinterno del suo tempio si pronunciava per enigmi, le sue sentenze oscure alludevano che solo i degni, gli iniziati alla vera essenza del dio avrebbero potuto decodificarne i significati: si era ancora ben lungi dalla filosofia platonica con le sue catene di sillogismi. Apollo infatti era stato il dio che aveva iniziato le tribù achee sotto le mura di Troia terrorrizando lorda fraterna con il suo arco e le sue frecce e minacciandola di morte, come nelle tribù selvagge lo stregone minaccia di morte i giovani novizi emarginati ai limiti dellaccampamento (24). Da lì, nei secoli seguenti aveva passato un processo di distillazione ed era diventato il dio degli enigmi e della sapienza: Linsegnamento e lammonimento venivano impartiti non più attraverso il trauma del rito iniziatico puberale bensì attraverso i responsa del dio, e la sua educazione attraverso la musica e la ginnastica, che a sua volta presero il posto della danza orgiastica come strumento di scarica energetica. Con Platone lo schema è pronto: Apollo traduce la sua arcaica sapienza pre-socratica in razionalizzazione e in filosofia. Attraverso la bellezza e larmonia ideale delle forme si arriva alla verità. Il filosofo, ispiratosi al bello, che come abbiamo visto è lantitetico del brutto, il capro, filosoferà su quello che è buono o malvagio, giusto o ingiusto. Il filosofo diventa così il nuovo sacerdote di Apollo. La sua aspirazione è tradurre i suoi postulati filosofici in articoli di fede: siamo già alle soglie del dogma. Se Platone sa di poter distinguere tra il bene e il male, teme però che non tutti riceveranno i suoi postulati, e non si accontenta di diffondere la sua scienza, vuole imporla come unico schema politico. I filosofi della sua Repubblica non sono più dunque come loracolo di Apollo, che viene consultato volontariamente da chi vuole essere illuminato attraverso il medium della sacralità del dio, bensì una classe politica detentrice della verità assoluta. Platone dunque e non Pietro è la pietra su cui verrà edificata la Chiesa. La morte sociale di Dioniso porterà con sé anche la definitiva rimozione del dionisiaco. Ma, come in ogni rimozione, il dionisiaco, ovvero lo strapotere dellEs, rimarrà perennemente in agguato e lOccidente vivrà la propria storia con grande ambivalenza verso tutto quanto lo rimanderà al dio degli impulsi sfrenati. L'ambivalenza sfocerà spesso in fobia e odio cieco verso tutto quello che verrà percepito come dionisiaco, e questo termine diventerà sinonimo di diverso. Conquiste e rinunce Lequilibrio
apollineo è laspirazione delluomo occidentale:
armonia plastica, democrazia, e liberta sessuale rappresentano
i parametri ideali. Appena il greco raggiunse la sua meta subito
cominciò a degenerare. Prima perse la libertà, poi
la permissività sessuale e infine rinunciò a esprimersi
plasticamente. Da allora lotta per raggiungere questi ideali, che
fanno parte della sua struttura psichica. Per lunghissimi periodi
sembra dimenticarsene, ma ogni tanto almeno uno di questi
aspetti riemerge, talvolta con vitalità ed esuberanza inaspettate.
Allinizio di questo millennio, dopo sette secoli di repressione
si organizzarono i liberi Comuni. Il 400 fu il secolo in cui
Fidia e Prassitele non solo risorsero ma furono persino superati,
e il nostro secolo ci ha riportato, almeno momentaneamente, quella
libertà sessuale di cui non godevamo dal crollo del mondo
antico. Ogni volta, e ci sono segni che per quello che riguarda
la libertà sessuale stia già per esserci un ripensamento,
luomo occidentale afferra con tutte due le mani la propria
rinnovata conquista, solo per mollare subito la presa. È
come se le onnipresenti correnti sotterranee dionisiache non possano
venire represse, altro che per periodi molto brevi. Rimosse, ma
sempre attive, premono perennemente per un riconoscimento: una specie
di richiamo della giungla. E quando emergono, la reazione mentale
della società occidentale è una stretta di vite, un
nuovo controinvestimento energetico diretto verso la repressione.
Oriente dionisiaco Per lOriente,
il dionisiaco è la condizione naturale, poiché non
si sviluppò mai una soluzione apollinea alternativa. Monoteismo ebraico e cristianesimo Freud ci ha
mostrato come il monoteismo ebraico fosse in realtà quello
di Ekhnaton. Indubbiamente fu così. Il crescente senso di
colpa che gli Ebrei sentivano per luccisione di Mosè,
che cominciò a emergere sempre più pressante ai tempi
del ritorno dallesilio babilonese, dopo un periodo di latenza
di sette secoli (26), fece sì che qualsiasi forma di idolatria
fu esclusa definitivamente dalle alternative possibili nellambito
della cultura ebraica. Se prima dellesilio (586 a.C.), insieme
al culto di Jahvè venivano praticati culti di Baal e Astarti
locali in ogni villaggio israelita, con il ritorno settantanni
dopo, il popolo ebraico si trincerò in un monoteismo esclusivo
e intransigente (27). Dora in poi chiunque tollererà
culti estranei a Jahvé si estranierà dallebraismo,
e questo stesso diventerà sinonimo di monoteismo. Nessun altro brano della storia religiosa ci è diventato così perspicuo come linizio del monoteismo nel giudaismo e la sua continuazione nel cristianesimo, a prescindere dallevoluzione, ugualmente intelligibile senza soluzione di continuità, dal totem animale al dio umano col suo inmancabile compagno (ciascuno dei quattro evangelisti cristiani ha ancora il suo animale favorito)... la reintegrazione del padre primigenio nei suoi diritti storici fu un grande progresso, ma non poteva essere lultimo. Anche gli altri pezzi della tragedia preistorica premevano per un riconoscimento...Non è facile discernere che cosa mise in moto questo processo. Si direbbe che un crescente senso di colpa si impadronì del popolo ebraico, e forse dellintero mondo civile di allora, precorrendo il ritorno del materiale rimosso. Da ultimo un uomo venuto da questo popolo ebraico...fornì loccasione che provocò il distacco di una nuova religione, quella cristiana, dallebraismo. Paolo, un ebreo romano di Tarso, ricuperò questo senso di colpa riconducendolo correttamente alla sua fonte storica. Chiamò questa il peccato originale; si trattava di un delitto contro Dio, che solo con la morte poteva venire espiato. Con il peccato originale la morte venne al mondo. In effetti questo delitto meritevole di morte era stato luccisione del padre primigenio, successivamente deificato...Abbiamo già detto che la cerimonia cristiana della Santa Comunione, in cui il credente sincorpora corpo e sangue del Salvatore, ripete il contenuto dellantico pasto totemico, ma solo nel suo senso di tenerezza, esprimente la venerazione, e non in quello aggressivo. Tuttavia lambivalenza che domina il rapporto con il padre si mostrò chiaramente nel risultato finale dellinnovazione religiosa. Volta apparentemente alla riconciliazione col Dio Padre, finì col detronizzarlo e sopprimerlo. Il giudaismo era stata una religione del Padre, il cristianesimo diventò una religione del Figlio...Paolo, il continuatore del giudaismo, fu anche il suo distruttore...Paolo rinunciò a credere che il suo popolo fosse leletto e dovesse recarne il segno visibile, la circoncisione, così che la nuova religione poté diventare universale e abbracciare tutti gli uomini...veniva così ristabilito un carattere dellantica religione di Aton...non era più strettamente monoteistica, assunse dai popoli circostanti numerosi riti simbolici, ripristinò la grande divinità materna e trovò spazio ove collocare, seppure in posizione subordinata, molte figure divine del politeismo. Soprattutto non escluse, come invece la religione di Aton e quella mosaica che venne subito dopo, la penetrazione di elementi superstiziosi magici e mistici...Il trionfo del cristianesimo fu una nuova vittoria dei sacerdoti di Ammone sul dio di Ekhnaton dopo un intervallo di millecinquecento anni(28).Abbiamo riportato qui alcuni brani del saggio di Freud per analizzarli e discernere quello che secondo noi rappresenta unanalisi corretta, da quello che non lo è. Freud, come lui stesso aveva confessato, fu un pessimo lettore di Nietzsche (29) e, quindi, non percepì lovvio parallelismo tra le istanze psichiche da lui isolate e i contenuti mentali della figura dei due dei greci come erano stati analizzati dal filosofo tedesco: le correnti apollinee e dionisiache, che percorrono sommerse le diverse culture, come traduzione a livello sociale degli istinti del singolo e la loro elaborazione in un modus sociale. Se il mondo greco era stato caratterizato da una distillazione dei contenuti dionisiaci in apollinei, con il Cristianesimo avvenne una regressione esistenziale al rito tribale dionisiaco, e la Crocifissione ripropose il sacrificio del giovane dio Dioniso e la sua resurrezione, non solo come culto della fertilità, ma come riallacciamento al rito puberale iniziatico. La figura di Cristo rappresenta infatti la sintesi delle caratteristiche dei due dei: Dioniso, il capro, dio-padre e tenero fanciullo in ununica sintesi, come Kerenyi rileva: nella maggior parte dei racconti Dioniso ha la parte del tenero fanciullo, figlio di sua madre, che però scomparve subito per essere sostituita da nutrici affettuose. Si riconoscono i due volti che anche Zeus mostrava: il volto del padre e dello sposo da un lato, quello del figlio e del bambino divino dallaltro. Non soltanto Zeus e Dioniso avevano questo doppio volto nella nostra mitologia, ma nessun altro dio sembrava quanto Dioniso un secondo Zeus (30).E Apollo, simbolo del sole, locchio che regna su tutta lecumene per mezzo della sua epifania di luce e di verità, che da Platone e attraverso il Cristianesimo, venne tradotta in fede. I contenuti apollinei di secoli di civilizazione non andarono persi, ma furono incorporati in ununica sintesi. Per capire il motivo che spinse il mondo Greco-Romano a rinnegare la natura olimpica del Cristo e a preferire una origine giudaica per il giovane dio che muore e risorge, dobbiamo risalire alla situazione psico- sociale del primo secolo della nostra era. La crisi esistenziale che colpì il mondo greco romano produsse un bisogno di ridifinirsi. Il sincretismo culturale tra Occidente e Oriente e la crisi sociale, limpoverimento delle masse e il latifondo, avevano messo in dubbio lautoidentità di questa ecumene ormai amorfa. La conquista dellOriente da parte delle falangi di Alessandro, aveva convertito il primo ai parametri occidentali, ma lassorbimento della nuova cultura era rimasto epidermico: un modello culturale che pretende di essere valido per tutti perde necessariamente di vigore e intensità: il generale infatti e nemico non solo del particolare, ma soprattutto dellautentico. Gli antichi dei erano oramai solo le caricature di loro stessi. Così, il mondo greco romano cercava la soluzione alla propria inquietudine nel sincretismo culturale e nei culti della fertilità, comuni, anche se sotto nomi diversi, a tutta lecumene panellenica, in cui un giovane dio moriva in primavera per risorgere alla fine dellestate. Solo i Giudei erano rimasti ferocemente attaccati alle loro tradizioni tribali, e per questo venivano considerati barbari e nella lingua di Tacito gente che odia lumanità (31). Lasciamo che il grande storico latino dia liberamente espressione alla sua foga antisemita: Le altre pratiche (degli Ebrei, N.d.R.) sono perverse e infami e si sono imposte per la loro depravazione. Infatti la peggior feccia di questo mondo, dopo aver rinnegato le religioni patrie(32) , portava lì tributi e denaro: in questo modo la potenza dei Giudei crebbe, anche perché tra di loro sono sempre molto leali e molto disponibili al mutuo soccorso, mentre riserbano il loro odio più aspro a tutti gli altri. Siedono a mensa separati e, ancora separati, dormono: ma sono uomini di sfrenata libidine, abituati a non avere rapporti sessuali con donne di altri popoli e a considerare invece, tutto lecito tra di loro. Hanno istituito lusanza della circoncisione, per riconoscersi tra di loro da questo segno distintivo. Coloro che hanno accettato di condividerne le abitudini, seguono la stessa pratica e come prima conseguenza imparano a disprezzare gli dei, a rinnegare la loro patria, a non tenere in alcun conto i rapporti di paternità, di figliolanza e fraternità. I Giudei tengono comunque molto a che il loro numero si incrementi: è proibito infatti, uccidere uno qualsiasi dei figli in soprannumero (Hist.,V.5).
Da Tacito... Come abbiamo
visto dalle parole di Tacito, il mondo ellenista, a cui anche i
Romani si ispiravano, nutriva questo radicato antisemitismo, come
mezzo di autodifesa da una riattivazione di impulsi dionisiaci rimossi:
Apollo, dopo aver trionfato su Dioniso, temeva la sua rivincita.
...A Sartre Nella storia
dellOccidente, particolarmente dallIlluminismo in poi,
non mancarono uomini di buona volontà, che cercarono di porre
resistenza ai bisogni oscuri della stessa propria psiche, e che
cercarono di trovare una soluzione a quello che sempre di più,
negli ultimi due secoli, viene percepito come un problema
ebraico. Gli Ebrei che ci circondano hanno con la loro religione appena un rapporto di cerimonia e di cortesia. Domandai ad uno di loro perché aveva fatto circoncidere suo figlio. Mi rispose: Perché faceva piacere a mia madre, e poi perché è più igienico'. E vostra madre, perché ci teneva?. Per via dei suoi amici e dei suoi vicini. Comprendo che queste spiegazioni troppo razionali nascondono un segreto e profondo bisogno di riattaccarsi alle tradizioni e di abbarbicarsi, in mancanza di un passato nazionale, a un passato di riti e consuetudini.(42).Non potrebbe esserci equivoco più stridente. Un Ebreo laico, emancipato, e persino ateo, ha tuttaltro che un rapporto di cerimonia e di cortesia con la propria religione. Ha un rapporto di pudore, verso se stesso e i Gentili che lo circondano, poiché ripete, malgrado la propria irreligiosità, dei riti che conservano una vitalità razionalmente inspiegabile. Un Israeliano moderno, laico e ateo, non contemplerebbe, neppure lontanamente,lidea di non circoncidere suo figlio, poiché non vede nella circoncisione unespressione di fede religiosa, bensì un segno di identificazione nazionale. Il passato di riti e consuetudini è il passato nazionale, e non viene al posto di esso. I riti e le consuetudini sono il motore e lessenza dellesistenza ebraica, più simile a un sintomo nevrotico coercitivo, cioè a qualcosa che abbia una sua indomabile energia propria, che a una consuetudine dalle sembianze passive. Le risposte che Sartre riceve alle domande sulla circoncisione sono simili alle razionalizzazioni che danno i selvaggi africani o gli aborigeni australiani, quando sono interrogati dagli antropologi occidentali sui propri riti: sono le razionalizzazioni, che sono addotte a spiegare qualsiasi rito primitivo, il vero senso del quale è stato rimosso. I motivi veri sono relegati al subconscio comune del gruppo, ma proprio per questo conservano unenergia indomabile che li rende indistruttibili. Questi riti, e quello che veramente rappresentano, sono il passato nazionale che distingue la peculiarità del gruppo. I miti e le razionalizzazioni vengono creati e le risposte qualunquiste date, per nascondere i motivi veri e rimossi a chi cerchi di carpirne il significato, per difendere i segreti, i tabù del clan, talmente irrivelabili ad orecchie non iniziate che sono stati relegati al subconscio. La risposta qualunquista è più igienico o per via degli amici, mascherandosi dietro una parvenza di innocuità, depista interrogante e interrogato, dalla immensa vitalità del rito, essenza vitale e magica della vita della nazione. Lo stress esistenziale, che ha portato lOccidente ad adottare determinate soluzioni, lo ha anche condannato a rimanere prigioniero di queste. La soluzione apollinea, messa alle strette dai limiti del proprio stesso equilibrio, esclude, così, violentemente e con determinazione, le soluzioni alternative rimosse. Ma lesistenza stessa non ha bisogno di una giustificazione metafisica per essere. Sartre, che è considerato lideologo dellesistenzialismo, ha abbandonato qualsiasi pensiero trascendentale solo per inciampare nella metafisica. Quando dice che in una società senza classi non esisterebbe lantisemitismo(43), non capisce che la divisione in classi sociali è il risultato inevitabile dellabbandono dei legami del clan e della coesione del gruppo, poiché una società che abbia abbandonato questi legami e abbia costituito un ordine sociale in cui questi sono stati superati, si è auto-condannata a uno stato di cose in cui si formano gruppi di uomini, accomunati da un altro genere di interessi e fedeltà. Gli uomini, la cui appartenenza a una tribù viene proibita o diventa irrilevante, si riuniscono per tutelare i propri interessi sotto lombrello dellappartenenza a una stessa classe. Nella società occidentale la lotta di classe diventa così inevitabile. Nei paesi socialisti le classi erano state eliminate solo in apparenza, poiché una classe di burocrati di partito aveva in realtà sostituito la classe dirigente delle società capitaliste, creando un nuovo tipo di divergenza dallinteresse comune e introducendo, così, il seme dellinevitabile contro - rivoluzione. Alla stessa maniera, lunica cementazione che tiene unite tutte le diverse classi, sotto il tetto di una passione comune, è lodio per quel gruppo che ha conservato la struttura mentale pre-apollinea, con i suoi affetti e la sua coesione interna, e che viene, quindi, considerato una minaccia allincolumità delle soluzioni e degli equilibri, faticosamente raggiunti in migliaia di anni di elaborazione. Non a caso lantisemitismo esplode virulento in periodi di crisi sociali, di depressione economica e di lotte di classe. Quando lequilibrio sociale di una società è in pericolo e si affaccia la prospettiva di regredire alle soluzioni abbandonate, quando la fame, la disuguaglianza tra ricchi e poveri, lestraniazione reciproca e le crisi sociali mettono in dubbio la validità dello stato come alternativa alle vecchie fedeltà arcaiche rimosse, luomo occidentale si trova periodicamente davanti a una mangiatoia rotta: la tazza che usava per bere si è rotta, e non ne ha unaltra che funga da alternativa. Gli Ebrei vengono, allora, accusati di essere la causa di questa rottura, poiché rappresentano una tentazione a tornare a quella che viene considerata, in Occidente, una regressione mentale e sociale. Quindi lantisemitismo,nella società occidentale, è inevitabile: è il prezzo che il Greco prima, il Romano poi e, ora, lEuropeo, hanno dovuto pagare per essere riusciti a superare gli arcaici legami affettivi. A livello di società lOccidente non potrà mai rinunciare a questa forma di difesa dal proprio richiamo della giungla, quando questo si fa sentire impellente, in momenti di crisi didentità. Lantisemitismo non è altro, quindi, che un meccanismo di auto - difesa dalle proprie tentazioni. Soprattutto a questo livello, il tanto descritto problema ebraico, non è altro che una deficienza caratteriale occidentale. E Shakespeare Mentre i filosofi
si sono sempre preoccupati di trovare soluzioni al problema
ebraico, nel Mercante di Venezia, Shakespeare denuncia sulla
scena lantisemitismo come un problema caratteriale della evoluta
società occidentale. Antisemitismo apollineo e antisemitismo dionisiaco Come abbiamo
visto nei capitoli precedenti, lantisemitismo, di cui è
permeato lOccidente dai tempi dellecumene ellenista
e fino ai nostri giorni, è una fobia, verso quella soluzione
alternativa rimossa che rischia di riemergere e di mettere in dubbio
le soluzioni mentali faticosamente conquistate. non dimentichiamoci che tutti questi popoli che oggi eccellono nellodio contro gli Ebrei sono diventati cristiani solo in epoca tarda, spesso spinti da sanguinosa coercizione. Si potrebbe dire che sono tutti battezzati male e che sotto una sottile verniciatura di cristianesimo sono rimasti quello che erano i loro antenati, i quali professavano il barbaro politeismo. Non avendo superato il rancore contro la nuova religione che è stata loro imposta, lhanno però spostato sulla fonte donde viene il cristianesimo loro pervenuto. Il fatto che i Vangeli narrano una storia che si svolge tra Ebrei e tratta propriamente solo di Ebrei ha facilitato questo spostamento. Il loro odio per gli Ebrei è in fondo odio per i cristiani, e non vi è di che meravigliarsi se nella rivoluzione nazionalsocialista tedesca questa intima relazione tra le due religioni monoteistiche trova così chiara espressione nel trattamento ostile riservato a entrambi (50).È vero, che i popoli al di là delle Alpi sono battezzati male, ma questo non significa che sono stati battezzati male al Cristianesimo, come continuazione dellEbraismo, ma bensì significa coercizzati entro il mondo apollineo greco - romano e le sue soluzioni. Quindi lodio è verso il mondo romano - ellenista che li ha coercizzati a lasciare il loro modus tradizionale tribale, colorato da un politeismo della foresta, come descritto nelle fiabe dei fratelli Grimm, con i suoi folletti e i suoi spiriti, per presentare loro un mondo di statue e di espressione plastica che non risponde alle loro esigenze esistenziali. Il modus tribale è antiplastico, e tende allinibizione pulsionale,piuttosto che al suo sfogo. Presso le tribù, il totem si evolve a Grande Spirito(51), senza passare per lo sfogo pulsionale che è nellespressione plastica, come era successo alla cultura apollinea. Gli Indiani dAmerica adorano Manitù, il Grande Spirito invisibile, e così tutti i popoli, che sono rimasti attaccati ad una struttura mentale simile. Quindi, più che di barbaro politeismo, Freud avrebbe dovuto parlate di barbara monolatria che è certo più vicina,come direzione generale, alle radici della religione ebraica, ed è incompatibile con il sofisticato e civilissimo politeismo proposto dal mondo greco - romano, nella sua continuazione che è il cristianesimo. La prova è che con la Riforma, mille anni dopo essere stati convertiti al cristianesimo, i barbari doltralpe hanno rigettato il mondo panellenico-cattolico, con le sue statue e suoi santi, ma hanno conservato la figura del Cristo crocifisso, trasfigurazione di un Dioniso, ucciso e poi risorto, poiché questo li riallaccia al proprio passato tribale e al pasto totemico. I greci avevano superato questo passato attraverso lelaborazione apollinea ma, con la crisi del mondo antico e la rottura, vi erano ritornati. Gli dei olimpici avevano trovato la loro trasfigurazione nei Santi, e questi furono rigettati da quei cristiani che nulla volevano più sapere del mondo olimpico a loro imposto. Le Indulgenze e la corruzione della Chiesa furono loccasione, che aspettavano da mille anni, ma la rottura non avvenne solo con lautorità papale, bensì con tutto un modus mentale che non erano riusciti ad assorbire. Nella stessa occasione ripristinarono il divorzio, simbolo di una poligamia che meglio si accordava al loro passato tribale, e rifiutarono la mediazione, simbolo di un vicariato, incompatibile con il rapporto diretto, che ha il primitivo con il suo Dio. Il padre cattolico fu cacciato, e si scelsero un pastore che pascolasse le loro greggi, riattivazione di arcaiche reminiscenze, di quando vagavano come pastori seminomadi che sono sempre strutturati sul modello del modus mentale e sociale tribale. Le tribù germaniche rifiutarono poi le imposizioni della chiesa cattolica, e tornarono a essere fratelli sotto la guida di un pastore, primo ma uguale tra pari. Sulle orme dellarcaica orda primitiva che si poneva sotto la guida del prescelto tra i fratelli. La Chiesa si era arrogata lautorità sulle anime, come lecumenismo apollineo pan-ellenico si era arrogato lautorità culturale di quello che è civile e quello che è barbaro. Il mistero, il dogma, i Sacramenti e soprattutto lautorità sul libro e alle sue vie dinterpretazione. Questo era il :non plus ultra dellincompatibile con la percezione tribale di parità tra tutti i membri sotto la guida di uno tra i pari. Laffinità, che lega tedeschi ed Ebrei, è molto maggiore, in un certo verso, della diversità. Si dice che la filosofia sia tedesca, come lelaborazione mentale e il rimuginamento talmudico sono ebraici. Entrambi condividono lavversione iconoclastica per le immagini, il plasticismo e le arti figurative, al punto che Calvino si scagliò veementemente contro luso cattolico di adorare le immagini. Entrambi eccellono nella musica, che è la forma di espressione non-mediata, che risucchia direttamente dagli strati dionisiaci della psiche. La differenza consiste nel fatto che i tedeschi non sperimentarono millenni di sublimazione e di trasfigurazione, come gli Ebrei. Inoltre la cultura tedesca, con la sua filosofia e la sua musica rimase il retaggio di pochi, e non fece mai da comun denominatore per la sublimazione di unintera nazione . Questo li ha lasciati privi della capacità di riempire di contenuti spirituali sublimati il vas del modus mentale tribale, in cui si trovano. A contatto con la cultura greco - romana si trovarono sopraffatti e nellimpossibilitàdi contrapporre una cultura alternativa soddisfacente, che succhiasse dalle radici del proprio modus mentale. Il risultato fu lodio e linvidia per la cultura classica, diversa, irraggiungibile ed inassorbibile, da una parte, e una fobia per gli Ebrei che ricordavano loro, con la loro stessa presenza, il proprio modus mentale arcaico. La sublimazione e la spiritualizzazione che gli Ebrei avevano fatto delle proprie radici tribali, non poteva che aumentare lodio e linvidia per questi. Se lOccidente aveva trovato la sua espressione nellarte plastica e nelledificazione di grandiose cattedrali, e il proprio sfogo pulsionale in quello che si tocca, si vede e si costruisce con le proprie mani, gli Ebrei avevano trovato la sublimazione dei propri contenuti mentali nello studio delle Scritture e nelledificazione di elaborazione mentali super sofisticate. Il Talmud è per questi quello che le cattedrali sono per i cattolici. Le tribù germaniche, nellimpossibilità di sublimare il proprio, cercarono di copiare quello degli altri, in questo caso le forme di espressione della cultura classica, di cui cercano, inutilmente di fare parte. Ma lidea platonica del bello non poteva coabitare nella psiche teutonica insieme a contenuti ben diversi: quale differenza tra le Vergini dipinte dagli artisti fiorentini e quelle raffigurate nelle chiese doltralpe, tra il Cristo nudo del Brunelleschi o di Michelangelo e quello che si contorce sulle croci tedesche! Per questo motivo il Rinascimento non riuscì mai a valicare le Alpi. Solo in periodi di rigurgiti dionisiaci in Italia, con la loro espressione coloristica, come durante il periodo gotico e quello barocco, le tribù europee poterono trovare unespressione artistica comune a quella del mondo apollineo, forse proprio perché era questultimo che, in periodi di crisi, si lasciava ispirare dal contatto con le tribù dOltralpe. Al di là delle Alpi non tentarono mai di costruire un palazzo Strozzi e nemmeno un S. Lorenzo fiorentino. Quattro secoli prima unEuropa ancora reminiscente della romanità aveva potuto assorbire e interpretare le volte a botte e i possenti muri delle cattedrali romaniche, ma la seconda più articolata ondata di fusione tra ellenismo e romanità, condita di un pizzico di dionisismo autentico etrusco, rappresentata dal Rinascimento, era abortita in Val Padana: le cattedrali spagnole, francesi e tedesche continuarono a riprodurre in pietra le foreste in cui scorrazzavano gli antichi Goti, Galli e Germani. Quindi vediamo che, se lodio del mondo cattolico occidentale per gli Ebrei è lodio per il diverso, lodio di questi battezzati male è, dunque, lodio per il simile. Come abbiamo potuto, purtroppo, constatare, questodio si è rivelato molto più immediato e feroce. Quindi, contrariamente a quello che dice Freud, lodio dei tedeschi per il cattolicesimo (e non per il cristianesimo) e per lebraismo, anche se concomitante, è di natura completamente diversa. Come abbiamo visto, in entrambi i casi si tratta di fobia verso un proprio aspetto rimosso, ma la differenza consiste nel livello della repressione e nella canalizzazione delle energie verso una soluzione alternativa. La società apollinea rimosse il proprio aspetto dionisiaco, ma le energie di questultimo, che abbiamo paragonato a quelle dellEs freudiano, trovarono una sublimazione attraverso la mediazione dellIo, rappresentato da Apollo. Scartata lesplosione orgiastica del rito tribale, la canalizzazione avvenne attraverso locchio di Apollo: larte e la filosofia, le istituzioni sociali e il convivere civile. Più Apollo arriva allebrezza attraverso la canalizzazione e la sublimazione delle energie dionisiache, meno la soluzione alternativa scartata ha bisogno di essere compressa. Come più le energie dellEs vengono canalizzate dallIo verso la sublimazione, meno vengono percepite come minacciose e più è possibile la tolleranza verso la soluzione alternativa, rappresentata dalla figura dellEbreo. Come abbiamo visto sopra, per i Tedeschi limmagine del proprio passato tribale e il richiamo della giungla erano ancora a fior di pelle. Limmagine del capro non era stata mediata da una lunga canalizazione apollinea. Il Luteranesimo stesso aveva rifiutato la mediazione di Apollo ed era ritornato al Cristo dionisiaco. I Tedeschi, dal tempo della Riforma, avevano depurato dalla propria religione quelli elementi del Cristianesimo che erano estranei al proprio modus mentale, esacerbando i contenuti del rito della pubertà tribale che trovano espressione nella Crocifissione. Il luteranismo aveva rotto i ponti con il mondo greco-romano, lecumene apollinea e il cattolicesimo, che era stato il compromesso tra la religione del padre e quella del figlio. Dioniso ed Apollo erano arrivati a un compromesso nella figura del Cristo cattolico crocifisso. La religione del figlio aveva trionfato nella consustanziazione Cristo-Apollo, ma questo dio figlio rappresentava anche il trionfo della sublimazione e del regno dellIo. I Tedeschi, rifiutato il compromesso proposto da Apollo, si trovarono davanti la figura minacciosa di Dioniso, come trasfigurazione di tutte le energie prorompenti dallEs, senza nessuna mediazione che ne mitighi la violenza. A questo punto tutto era pronto per lesplosione. I nazisti e il capro Per un'analisi particolareggiata del giudaismo come religione del Padre, in contrasto al cristianesimo come religione del Figlio, vedi Pinocchio. Il rito iniziatico di un burattino
(1) Nietzsche (1873), pp.21 2 (par.1). (2) Ibidem, p.26. Abbiamo delle riserve ad associare anche a Dioniso il concetto di ebbrezza, che a nostro parere è un attributo apollineo, in quanto è la traduzione della sublimazione delle pulsioni dellEs, che sono loggetto propriamente dionisiaco, attraverso un medium che inibisce la scarica pulsionale attraverso lorgasmo. Torneremo più avanti su questo punto. (3) Freud (1938a), pp 185-6. (4) Nietzsche (1889), par.10. (5) Per il Super Io vedi il riassunto finale di Freud in Freud (1938b). Per una descrizione particolareggiata delle tre istanze psichiche vedi: Freud (1923) (6) Kerenyi (1962), p. 210. (7) Freud spiega il dilaniamento di Dioniso bambino e il suo divoramento come la condensazione del pasto totemico sul corpo del padre primigenio e della sua espiazione attraverso il corpo del figlio (Dioniso sbranato infatti è un bambino). (Freud (1912), p.157). Questo spiega il motivo per cui gli Ebrei nel rito pasquale e il quello delle Pentecoste sacrificavano un agnello e non un ariete. Anche qui lagnello era la condensazione del corpo del padre e quello del figlio. Il totem ebraico infatti era un ariete, ma il rito viene consumato sul corpo del figlio. Il fatto che sia gli antichi Ebrei, sia i greci abbiano avuto lo stesso Totem va derivato dal fatto che entrambi, allinizio erano tribu di pastori. Secondo noi non bisogna leggere di più in questa somiglianza. Anche il Cristianesimo torna sul motivo dellagnello, ma, secondo noi, su ispirazione ellenista e non ebraica. Solo per fare un esempio, infatti, fin dalla nascita di Gesù sono condensati nella sua figura elementi esplicitamente dionisiaci: il Natale, come è rappresentato dal Presepe, è una autentica fiaba pastorale ellenistica. In questo quadro, inoltre, Gesù viene fatto nascere in una mangiatoia, trasparente allusione al divoramento di Dioniso bambino. (8) Per come i riti iniziatici della puberta ricalchino anche il pasto totemico vedi Reik (1949), pp.123-6. (9) Freud (1912), pp.154-7. Freud descrive il parricidio e latto cannibalistico come lesplosione di tutti gli istinti sadico-orali, omosessuali ed eterosessuali, che erano stati repressi dalla tirannia paterna. (10) A proposito dellidea dellequivalenza e del simbolo, come espressione di questa, cfr. Baudrillard (1973) pp.137 - 154. Il simbolico è ciò che mette fine al codice della disgiunzione e ai suoi termini separati... Nelloperazione simbolica, i due termini perdono il loro principio di realtà. Ma questo principio di realtà non è mai che limmaginario dellaltro termine (p.146). (11) Per il doppio significato delle parole nelle lingue antiche vedi Freud (1905) pp. 185-191 (12) Ibidem, pp.186-7. (13) Ibidem, p. 186. (14) Nietzsche (1889), par. 10. (15) Per lallucinazione come recessione dal principio di realta al servizio dei bisogni dellEs, vedi: Freud (1924), p. 39; e Freud (1938b), pp. 588-9. (16) Lallucinazione e simile al sogno ( Freud (1923b), p. 613), ma la differenza e che la prima avviene in stato di veglia, ovvero la persona si libera cosi dalla funzione inibitoria che fa parte dellIo per scaricarsi rimanendo indifferente al principio di realta, mentre il sogno avviene in stato di sonno, mentre lIo ha allentato le sue difese, ma e attraverso la funzione della censura onirica. Se la pulsione si fa troppo minacciosa e rischia di uscire di controllo, lIo puo sempre reagire provocando il risveglio. Lallucinazione e quindi sempre il risultato dello strapotere dellEs (lo chiameremo Dioniso?), che in stato di veglia riesce a liberarsi dalla sovranita dellIo. (17) Freud (1938b), pp. 572-3. (18) Lesempio più felice di arte figurativa apollinea, che succhia le sue energie dagli strati della vitalità dionisiaca, sono le opere di Donatello e in particolare il pulpito al Museo dellOpera del Duomo a Firenze, il pulpito esterno del duomo di Prato, e le porte nella Sagrestia Vecchia a Firenze. I putti dei pulpiti sembrano invasati dionisiaci e i santi delle porte della Sagrestia Vecchia sembrano, per dirla col Vasari, lottatori. Cfr. pp. 6 - 7. (19) Per capire fino a che punto la democrazia sia una peculiarità occidentale basta pensare con quale disprezzo viene considerata da tutti i leaders dei paesi asiatici e africani. Pochi anni fa, in unintervista televisiva, re Hussein di Giordania, incalzato dallintervistatrice di una rete televisiva occidentale su questo argomento disse: Che senso avrebbero le elezioni?! In ogni caso io sono il capo della tribù più numerosa, ovviamente verrò eletto io! Per i capi arabi la democrazia è una bizzarria occidentale, come si espresse a suo tempo anche un principe saudita. Gli Inglesi lasciarono in tutti I loro paesi ex - coloniali delle democrazie sul loro modello, che diventarono subito farse, e crollarono sotto le lotte fra le varie fazioni tribali. (20) Gli antichi egizi, e molti altri popoli mediterranei che avevano raggiunto un alto livello empirico di conoscenze scientifiche e tecnologiche, non conoscevano il metodo dimostrativo. Il criterio di validità scientifica, codificato per esempio nel Papiro di Rhind, è quello di attenersi scrupolosamente a una procedura collaudata per condurre le costruzioni geometriche, e in ultima analisi, di affidarsi allautorità del redattore. Un atteggiamento mentale perfettamente calzante per un popolo ancora legato alla legge del padre. Solo i Greci, che avevano superato la legge del padre, poterono istituire un criterio di verità scientifica basato sulluso di dimostrazioni matematiche. (21) Anche Freud ha accentuato il legame tra il culto del sole e luniversalismo religioso: Freud (1938c), pp.349 - 351. Secondo Freud il culto del sole, che era considerato dagli antichi un astro onnipotente e onnipresente, che tutto vede, portò al monoteismo. Noi ci accontentiamo, per ora, di accentuare laspetto universalistico del sole, che rappresentando lonnipresenza, divenne il dio che illumina tutta lecumene greca. (22) Monolatria, o henoteismo, è la credenza in un solo dio, che è il dio particolare e protettore della tribù. Da non confondersi con monoteismo, che è la credenza che vi sia un unico dio. La religione degli Israeliti primitivi, per esempio era monolatrica, ma non monoteista. Questa concezione ha lasciato le sue tracce, tra laltro, nel racconto di Mosè e Aronne, che si presentano davanti al Faraone e fanno i primi miracoli. Mosè e Aronne tramutano il bastone in serpente e tramutano le acque del Nilo in sangue, ma gli stregoni del Faraone riescono a fare lo stesso, come a significare che esistono altri dei oltre a Jahve, solo che questi è più forte degli altri e i figli dIsraele adoreranno solo lui. Il concetto che il dio dei padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, fosse stato lunico dio è un concetto anacronistico, che appare nelle storie della Genesi e fu inserito solo con la redazione finale del testo non prima del ritorno dallesilio babilonese (sesto secolo a.C.). Residui di monolatria esistono anche nel Cristianesimo dove il santo patrono della città o della corporazione rappresenta il dio di un particolare gruppo, malgrado lesistenza di Cristo come Dio di tutti. Evidentemente lesistenza di un dio comune a tutta lumanità non soddisfa il bisogno di avere da parte del dio unattenzione particolare. Lamore di Dio verso tutti diluisce, nella percezione popolare, lefficacia di questo amore e crea il bisogno di un dio meno universalista e più particolare. (23) E illuminante il caso di Eraclito, il filosofo greco più legato alla sostanza del discorso apollineo più arcaico, quando Dioniso e Apollo erano ununità. Lultimo sapiente che si espresse per enigmi, divenne presto il filosofo oscuro, (cioè dionisiaco, in quanto Dioniso è il dio notturno par excellance incomprensibile e inquietante, contrapposto alla solarità apollinea dei filsofi classici Platone e Aristotele). (24) Reik (1949). (25) Unosservazione superficiale di tutte le culture che non hanno passato nella loro evoluzione uno stadio apollineo, e sono queste quasi la totalità delle società umane, ci porta alla conclusione che tutte abbiano la stessa repulsione naturale per lesposizione pubblica del nudo. Quello che sembra confutare questa tesi, come per esempio i lottatori Sumo giapponesi, che lottano quasi completamente nudi, non fa che confermarla: quelle masse di carne umana sono allinizio dei giovani come tutti gli altri, e come parte del loro allenamento viene imposto loro un regime dietetico tale da farli ingrassare fino a perdere ogni armonia delle forme. In altre parole, prima di esporre il loro corpo alla visione del pubblico, I lottatore giapponesi deformano intenzionalmente il proprio corpo, di modo da non esporre quella che definiremmo La versione apollinea del corpo umano. Quello che espongono alla vista del pubblico diventa così lantitesi del nudo, lidea del brutto al posto dellidea greca del bello e dellarmonia delle forme. (26) Freud (1938c), pp. 390 - 406 (27) Sul cambiamento che avvenne nella religione ebraica dopo lesilio babilonese vedi: Robertson Smith (1889) pp.215 - 6. (28) Freud (1938c), pp. 407 - 413. (29)
Con le sue stesse parole: Mi sono interdetto lalto godimento
delle opere di Nietzsche con il deliberato obbiettivo di non essere
ostacolato da nessun tipo di rappresentazione anticipatoria nella
mia elaborazione delle impressioni psicoanalitiche (Freud
(1914), p. 389.). (30) Kerenyi (1962), pp. 207 - 8 (31) Tacito, Storie, V, 5. Riportiamo alcune righe da questo scrittore che avrebbero fatto onore a Goebbels, il ministro della propaganda di Hitler. (32) Lo storico latino ci conferma, con le sue parole, che a cavallo del primo secolo, cera un forte movimento di conversione al giudaismo da parte delle popolazioni semitiche del Medio Oriente, che erano state convertite alla cultura panellenica con la penetrazione dellellenismo dal terzo secolo A.C. in poi, ma che si sentivano estraniate dai contenuti decadenti di questa cultura e cercavano una nuova identità nel clima culturale compatto dellebraismo. In queste masse estraniate il cristianesimo troverà i primi adepti. (33) Tacito, Ibidem. (34) Alla fine del secolo scorso un capitano ebreo dellesercito francese, Dreyfuss, fu pubblicamente accusato di tradimento, condannato e degradato. Alla fine fu assolto da qualsiasi colpa, ma nel frattempo la folla parigina era irrotta per le strade gridando : Morte agli Ebrei!, e si era verificata una violenta esplosione di antisemitismo, di cui la condanna di Dreyfuss era stata, ovviamente, il pretesto, non la causa. (35) Il motivo della sessualita sfrenata degli ebrei e il pericolo che essi rappresentano per la purezza = linnocenza delle fanciulle ariane, era uno dei cavalli principali della propaganda nazista, e rappresentava un messaggio inconscio che si riallaccia allidea dello sfogo sfrenato delle pulsioni dellEs, rappresentato dal capro. (36) In un pamphlet antisemita apparso anonimo a Berlino nel 1803 si legge: Possono mangiar lardo di Sabato per distinguersi dagli altri (Ebrei), ma restano indistinguibili, peggio di quelli che indossano il caffettano nero. (Citato da Caliman (1996), p.353). (37) Cfr. Shakespeare, Il mercante di Venezia, I, iii. La battuta di Antonio: il diavolo sa citare le scritture ai suoi fini. Unanima malvagia che adduce sacre prove è come una canaglia dal volto sorridente, una bella mela marcia dentro. Oh, che bellaspetto ha la falsità! Lantisemita Antonio fa esplicitamente sua lequazione ebreo=Dioniso (attraverso limmagine del diavolo) e non riesce a trattenere il suo disgusto, nel sentire Shylock citare un episodio scandaloso della Bibbia. Lironia shakesepariana si rivela qui tagliente nei confronti del cristiano Antonio, perché, contrariamente a quello che crede, Shylock non pretende affatto di appropriarsi di una tradizione altrui, visto che, ovviamente, attinge dalla propria cultura. In questa battuta del Mercante è quindi condensata, da un lato, la percezione di Antonio della minaccia che rappresenta lebreo travestito, ma dallaltro, lottusità e la violenza della società cristiana di sentire il bisogno di espropriare gli Ebrei della loro stessa identità, come poi effettivamente accadrà alla fine del dramma (38) Sartre (1954). (39) Sartre (1954), p. 61 (40) Per il rito del suono dello Shofar come rappresentazione del muggito del capro ucciso e imitazione della voce del totem delle tribu ebraiche vedi: T. Reik, Lo Shofarin Reik (1949), pp. 230-359. Per il Kippur, come penitenza per larcaico atto cannibalistico vedi Kol Nidre sempre in Reik (1949). Per la Benedizione dei Sacerdoti (birkat hacohanim), in cui il popolo viene benedetto da un rappresentante dei figli di Aronne nelle sinagoghe nelle festivita più importanti, vedi Reik (1964), pp. 137-151. In questa benedizione il Sacerdote si copre completamente con lo scialle rituale che rappresenta la pelle del capro, dio-padre. Il sacerdote mima la voce e i movimenti del totem in quella che e la rappresentazione teatrale del pasto totemico. Per la festa della Capanne (Sukkot), vedi sempre Reik (1964), pp. 19-26 e per i fatti del Sinai, Reik (1959). (41) Sartre (1954), p.61 (42) Sartre (1954), p.60. (43) Sartre (1954), pp. 120 - 1 (44) La parola tribù torna con molta insistenza nelle battute di Shylock, per esempio: Sia maledetta la mia tribù, se gli perdono! (I, iii); Perché la sofferenza è linsegna della nostra tribù (I, iii); Tubal, un ricco ebreo della mia tribù (I, iii). Anche i veneziani si riferiscono alla tribalità ebraica di Shylock: ecco che arriva un altro della tribù (III, i). Il conflitto Ebrei cristiani viene posto immediatamente da Shakespeare nellottica, esatta, dello scontro tra Polis e società tribale (45) Atto I, i, Antonio: In verità non so perché sono così triste e Porzia, I,ii.: Parola mia, Nerissa, il mio piccolo corpo è stanco di questo grande mondo (46) Non è forse senza ragioni che Shakespeare abbia ambientato lopera a Venezia, non solo per la presenza di un importante ghetto ebraico, ma anche perché Venezia, ancora florida allinizio del 500, perse, nel corso di questo secolo, buona parte del suo enorme peso politico, e si avviò a una inarrestabile decadenza, magnificamente espressa nellarte di Tintoretto e Tiziano. Più in generale, Venezia, che aveva da sempre intrattenuto rapporti più stretti con lOriente che non con il resto dellOccidente, era esposta allinflusso delle correnti dionisiache in maniera certo più rilevante di qualsiasi altra città italiana, cosa che si riflette in tutta larte veneziana, molto più vicina, per spirito e gusto allarte coloristica bizantina e orientale, che al plasticismo lombardo - emiliano e di tutto il resto dellentroterra lombardo veneto. La stessa musica veneziana risente di queste influenze: il magnifico Vespro della Beata Vergine di Monteverdi (1643) risente in più parti di influenze musicali orientali. (47) Shylock, in I, iii, 104/127. (48) Shylock, in I, iii, 108. (49) Al termine di una recente rappresentazione teatrale del Mercante di Venezia, capitò di ascoltare i commenti del pubblico, sui personaggi del dramma. Il commento ascoltato fu di unanime condanna nei confronti della crudeltà del cattivo Shylock, e di partecipazione per il buono Antonio, sebbene molti consideravano il finale, in cui Shylock viene umiliato e travolto, come una nota stonata, che non corrisponde allidea che ci si fa del buono. In realtà molte persone, anche di grande cultura, che considerano il Mercante di Venezia unopera antisemita, hanno nei confronti di questo lavoro un atteggiamento simile, in quanto pensano che rappresentare un ebreo come crudele, tribale necessariamente unespressione di antisemitismo. Invece, nel quadro che abbiamo delineato, appare chiaro che questi spettatori trovano solo una conferma dellidea a priori che essi hanno dellebreo, e, come per Antonio, gli risulta completamente irrilevante la giustificazione shakespeariana di questa crudeltà, e non possono comprendere la presa di posizione di Shakespeare, piena di empatia nei confronti dellEbreo Shylock. Evidentemente, qui non si tratta di mancanza di cultura o intelligenza, ma di una mancanza che nasce dalla rimozione delle pulsioni dionisiache, qui rappresentate dallebreo crudele e tribale. (50) Freud (1938c), pp. 412 - 3 (51) Su come
le tribù selvagge e i primitivi abbiano la tendenza a forme
di monoteismo primitivo cfr.: Schmidt (1912-1955), (1931), (1933),
come pure Reik (1959), p.53. Bibliografia Assoun P.L.
(1980), Freud e Nietzsche, Giovanni Fioriti Editore, Roma 1998.
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