Il metodo proposto dallEditoriale, ed esemplificato con i termini
che più spesso compaiono nella descrizione delle dinamiche
sociali, se applicato a parole che utilizziamo nellambito della
psicologia e della psichiatria, ci permetterà di capire meglio
gli equivoci che caratterizzano attualmente il dibattito intorno alla
cura dei disturbi psichici. Il rovesciamento semantico che porta da
riforma a riformismo, da libertà
a liberismo, è reso possibile da unambiguità
delle parole originarie che esplode nel momento in cui si cancella
ogni riferimento a una certa concretezza storica.
Mi chiedo se lo stesso accada in altri ambiti e in particolare in
quello di cui mi occupo professionalmente.
Innanzi tutto può essere suggestivo citare, a integrazione
del discorso sulle cause di distorsione del significato, una recensione
di S. Freud del 1910 sul Significato opposto delle parole primordiali
1.
Egli cita un lavoro di glottologia in cui si sostiene che nella lingua
egizia ununica parola poteva essere usata con un significato
ma anche con il suo opposto. Ad esempio: una certa parola poteva significare
tanto forte che debole, unaltra giovane e vecchio: la scelta
tra gli opposti significati avveniva non attraverso la fonetica, ma
attraverso la gestica, anticipata nella scrittura da immagini che
indicano il senso e non sono destinate alla pronunzia. Secondo lo
studioso citato da Freud è nelle radici più antiche
che si osserva il fenomeno del duplice significato antitetico. Altri
esempi possono essere più illuminanti: il latino altus conduce
al significato di alto, ma anche a quello di profondo, sacer significa
sia sacro che sacrilego; fino a giungere alla controversa etimologia
di Varrone su lucus (bosco) a non lucendo (luogo dove non penetra
la luce).
Freud vede in questo fenomeno un imprevisto parallelismo tra il linguaggio
più antico e la comunicazione che compare nel sogno, in cui
una immagine o una parola possono rimandare a due significati opposti.
In ciò egli trova una conferma del carattere regressivo,
arcaico, dellespressione del pensiero nel sogno. Aggiunge
che gli interpreti di sogni dellantichità sembrano
aver fatto il più ampio uso del presupposto che nel sogno una
cosa può significare il suo contrario.
Potevano le parole della psicologia e della psichiatria, che si pongono
al limite tra il mondo degli oggetti e quello delle facoltà
mentali che su quegli oggetti agiscono, essere immuni dagli equivoci
che colpiscono le parole di altri ambiti di conoscenza? Potevano esse
sottrarsi alle ambiguità che derivano dalla natura del linguaggio,
dalle dinamiche della storia, dalle logiche del potere? E
poteva lambito operativo definito da quelle parole essere salvo
dagli effetti distorcenti di un uso contraddittorio dei termini?
La distorsione: passaggio dal soggetto alloggetto
Che ciò avvenga non ci sorprenderà. Ci sorprenderà
invece trovare qui unaltra modalità di distorsione del
significato che potremmo chiamare, in prima istanza e in modo approssimato,
passaggio non dichiarato dal soggetto alloggetto.
Affrontiamo la parola psicoterapia. È una parola composta e
litaliano è una lingua da sempre poco benevola nei confronti
dei composti; ma il risultato sarebbe lo stesso se la esaminassimo
in una qualunque delle grandi lingue europee. Partiamo da una definizione
classica, che è quella di Freud in un lavoro del 1890, intitolato
Trattamento psichico (trattamento dellanima)2.
Psiche è una parola greca e significa, tradotta, anima.
Trattamento psichico vuol quindi dire trattamento dell'anima,
e si potrebbe dunque pensare che con esso si intenda: trattamento
dei fenomeni patologici della vita dell'anima. Ma non è questo
il significato dell'espressione. Trattamento psichico indica piuttosto:
trattamento a partire dall'anima, trattamento di disturbi psichici
o somatici con mezzi che agiscono in primo luogo e immediatamente
sulla psiche dell'uomo. Un tale mezzo è soprattutto la parola,
e le parole sono anche lo strumento essenziale del trattamento psichico.
È qui affrontato per la prima volta, a quanto mi è dato
sapere, il doppio significato presente nelletimologia del termine.
Psiche si presenta come oggetto: oggetto della terapia, come avviene
nellaltro composto, psichiatria (letteralmente, medicina che
ha per oggetto la psiche). Nello stesso tempo vi compare come soggetto
dellazione terapeutica, e cioè terapia mediante
la psiche. Questa possibilità di significato trova riscontro
in altri composti che, appartenenti allo stesso ambito semantico,
non ne hanno tuttavia ereditato lambiguità. Ad esempio
farmaco-terapia significa terapia mediante il farmaco
e non potrebbe significare altro. Ma nel super composto psico-farmaco-terapia,
la radice psico riassume il valore di oggetto e il termine sta ad
indicare la terapia della psiche mediante i farmaci. Se volessimo
essere inutilmente pignoli potremmo sempre utilizzare composti multipli
e specificare che parliamo di psico-psico-terapia per
indicare la terapia della psiche con mezzi puramente psicologici.
1. in Opere di Sigmund Freud vol. 6, pag. 185. Boringhieri
editore 1974.
2. In Opere di Sigmund Freud, vol. 1, pag. 93. Boringhieri editore,
1967.
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