PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELL'ORGANIZZAZIONE PER LA SALUTE (Guido Contessa)

1. PREMESSA.

La Psicologia del Lavoro e dell'Organizzazione e la terza fra  le tradizionali  branche della psicologia, insieme  alla  Psicologia della Percezione e alla Psicoanalisi. Nel secolo a cavallo del '900 (1850-1950), il concetto di  lavoro e  di organizzazione erano legati ai processi materiali: forza  e  fatica fisiche, trasformazione della materia in prodotto, primato del compenso monetizzato. La psicologia ha studiato per quasi  un secolo   in  quali  modi  l'elemento  immateriale   (il   sistema percettivo,   il  mondo  interno,  le  relazioni  affettive,   la appartenenza, ecc.) interferisse sui processi materiali.Intorno   agli  Anni  Cinquanta,  al  culmine  del  processo   di produzione  industriale,  si  presentava alla  ribalta  un  nuovo concetto  di  lavoro  e di  organizzazione,  legato  ai  processi immateriali.  L'avvento  della  televisione e  dei  computers  ha segnato  il  punto  di svolta fra l'Eta  di  Vulcano  (dio  della trasformazione materiale) e l'Eta di Iperion(dio della Luce, cioe dei processi immateriali). Alla  centralita  della  forza  e  della  fatica  fisiche,  si  e sostituita  quella  della  energia e  dello  stress  mentali;  la trasformazione della materia e diventata meno cruciale di  quella dell'informazione;   il  primato  del  compenso   monetizzato   e attenuato da quello del compenso psicologico. Oggi la  Psicologia del Lavoro e dell'Organizzazione si pone il problema dei rapporti fra due mondi immateriali: quello psichico e quello produttivo.

2. LAVORO, ORGANIZZAZIONE, STATO ASSISTENZIALE.

La  traduzione italiana del concetto di Welfare State (Stato  del Benessere) e stata quella di Stato Assistenziale. In sostanza  si e  trattato della sostituzione di una definizione  per  obiettivi (il benessere come risultato da raggiungere) ad una per metodi  e procedure (lo Stato come grande madre assistenziale).Questo  slittamento  semantico affonda le radici in  una  cultura agricola  pre-industriale dove il risultato e dovuto non tanto  a sforzi  organizzati  quanto  alla  benevolenza  del  tempo,   del Principe o della divina Provvidenza. L'organizzazione   sanitaria  non  era  concepita  come   impresa vincolata   alla  produzione  della  salute,  quanto  come   ente erogatore di benefici concessi dallo Stato "buono". Gli operatori socio-sanitari  non  erano lavoratori ma generosi  missionari.  I cittadini utenti non erano soggetti di diritti, ma "clientes" col dovere della gratitudine. Questa  concezione,  che  negava il  collegamento  fra  sanita  e lavoro-organizzazione, di fatto rendeva estraneo l'apporto  della Psicologia del Lavoro e della Organizzazione. L'unica  psicologia che  e  entrata  nel  settore  sanitario  e  stata  quella  della relazione    medico-paziente   (es.gruppi   Balint)   e    quella psicoterapeutica,  cioe della cura e della presa in carico.  Come se  la  salute  fosse  tutt'al  piu  una  questione  privata  fra benefattori e beneficiati.

3. LA SANITA' COME IMPRESA.

La  crisi del Welfare State, inteso come Stato Assistenziale,  ha avuto  due  cause.  La prima di  carattere  economico:  gli  Anni Ottanta,  segnando l'esplosione della spesa, hanno reso  visibile la  impossibilita di un' impostazione a "elemosina infinita".  La seconda  di  carattere  culturale:  e  stata  svelata  la  natura intrinsecamente  autoritaria  di una  sanita  "benefattrice".  Lo Stato nutrice ha mostrato sempre piu chiaro il suo volto di Stato vampiro. Gli  Anni  Novanta sanciscono il concetto, sommerso in  tutto  il decennio   precedente,  della  sanita  come  impresa  legata   ai principi  dell'economia e dei risultati. Il D.L.  n.502  dispiega questa  impostazione  parlando  di  garantire  la  qualita  delle prestazioni e dell'assistenza, e i diritti degli utenti.L'organizzazione  sanitaria  e  dunque una impresa  a  tutti  gli effetti, i cui utenti vanno considerati come  clienti-consumatori ed il cui prodotto e il benessere (stare bene) immateriale.

4. OGGETTIVISMO E SOGGETTIVISMO NELL'IMPRESA.

L'organizzazione  industriale  moderna si fonda su una  sorta  di "oggettivismo ingenuo", per i quali le strutture, i capitali,  le norme, i materiali sono piu importanti dei processi, del  fattore umano, delle relazioni interpersonali.La Psicologia del Lavoro e dell'Organizzazione ha lavorato  quasi cento  anni,  e  con  successo, per  segnalare  che  i  risultati dell'impresa  dipendono  almeno  in pari  misura  dagli  elementi oggettivi e soggettivi.L'organizzazione   produttiva  post-moderna  e   centrata   sulla elaborazione  delle informazioni, prima che della materia; e  piu qualificata dal lavoro tecnico ed intellettuale che dai capitali; prospera sulla negozialita e la motivazione, piu che sulle  norme e  gli organigrammi. Essa mette al centro il  cliente-consumatore anziche l'organizzazione ed il prodotto; vive sulla  flessibilita invece che sulla rigidita; privilegia la qualita dei risultati  e non la precisione delle procedure.Sembra  paradossale constatare oggi una maggiore attenzione  agli elementi  immateriali  del lavoro e  della  organizzazione  nelle imprese  orientate  al profitto economico,  piuttosto  che  nella impresa  sanitaria la cui missione e la produzione del  benessere immateriale.   E  la  continua  ricerca  da  parte   dell'impresa sanitaria  di risposte ai suoi problemi basate  sull'oggettivismo ingenuo  delle normative, dei capitali, dell'hardware  testimonia di un ritardo culturale non piu accettabile.

5. L'IMPRESA SANITARIA VERSO LA QUALITA'.

L'organizzazione  sanitaria  e ormai concepita  come  una  tipica impresa post-moderna che deve produrre, ai minori costi umani  ed economici, il risultato del massimo benessere.Il  concetto  di Qualita applicato  all'organizzazione  sanitaria implica  la centralita dell'utente ed  il massimo di  salute  sia nei processi che nei prodotti.Il prodotto "salute" e legato ai processi di prevenzione, cura  e riabilitazione  del  disagio psicofisico, nei quali  gli  aspetti materiali   (corpo,  igiene,  alimentazione)  sono   strettamente intrecciati   a  quelli  immateriali   (equilibrio   psicologico, sicurezza, relazioni interpersonali e sociali). Non a caso  l'OMS definisce  la  salute non solo come assenza di malattia  ma  come stato di benessere psicofisico. La salute dei cittadini affonda le sue radici nella soggettivita, che e una difesa dalla malattia, funge da filtro nella percezione del   malessere,  e  il  principale  supporto  ai   processi   di guarigione.  E' ormai acquisito che non esistono  quadri  clinici nei quali il fattore soggettivo non abbia alcun ruolo. Il  prodotto dell'organizzazione sanitaria non puo  dunque  avere qualita  se l'utente non gode di sensazioni di soddisfazione,  di stima  e fiducia verso di se e verso l'ente sanitario,  di  buone relazioni  con  gli  operatori. Possiamo  dire  che  il  prodotto sanitario corrisponde in buona misura col processo di produzione.L'impresa sanitaria di qualita eroga un servizio o prodotto che e in  parte  corrispondente a se stessa. Questo e il  carattere  di tutte  le imprese post-moderne dell'immmateriale. Le  imprese  di  produzione di beni materiali  dispongono  di  un magazzino  e di una rete di vendita, che separano il  consumatore dal produttore, talche costui guarda essenzialmente al prezzo  ed alla   qualita  del  prodotto  senza  interessarsi  al  modo   di produzione.  Al  contrario  le  imprese  di  produzione  di  beni e  servizi immateriali (informazione, spettacolo,  arte,  turismo ecc.) o misti (noleggio, manutenzione, ristorazione, moda,  ecc.) vivono su una bassa o nulla separazione fra prodotto e consumo.Queste  imprese  vendono  qualcosa, ma  anche  e  soprattutto  se stesse, la propria immagine, il modo con cui sono organizzate, la relazione che instaurano col cliente.L'impresa sanitaria che vuole produrre benessere di qualita  deve avere  un'organizzazione  che valorizza la  qualita  del  proprio benessere. Essa deve porre al centro il cliente come  consumatore portatore   di  diritti,  ma  simultaneamente  porre  al   centro l'operatore e l'organizzazione del lavoro come elementi  cruciali per la qualita dei risultati.

6. LA  PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELL'ORGANIZZAZIONE  PER  L'IMPRESA SANITARIA DI QUALITA'.

In un'ottica come quella sopra presentata, la psicologia,  intesa come  scienza e pratica della soggettivita, puo essere un  grande aiuto per l'impresa sanitaria di qualità. La  Psicologia  del  Lavoro  e  dell'Organizzazione  puo  fornire efficaci  contributi  relativamente  a  ciascuno  dei  lati   del triangolo della qualita: l'utente, l'operatore, l'organizzazione.La psicologia puo indagare e stimolare i vissuti di soddisfazione e  i comportamenti di cooperazione degli utenti  verso  l'impresa sanitaria;  puo offrire contributi diagnostici e terapeutici  che arricchiscano quelli di tipo medico; puo indagare e  interpretare i  bisogni  dei  pazienti e  contribuire  a  progettare  risposte adeguate; puo estendere l'intervento sanitario alla famiglia o al contesto   del  paziente;  infine  puo  stimolare   processi   di partecipazione ed enpowerment degli utenti.Sul fronte della organizzazione sanitaria, la psicologia e pronta ad   offrire   cento  anni  di  ricerche  ed   esperienze   sulla organizzazione del lavoro, la formazione delle equipes, gli stili manageriali,  la comunicazione interna ed esterna,  le  relazioni interfunzionali,  il  monitoraggio  del  "clima",  i  metodi   di incentivazione, la sicurezza ambientale.Infine, verso gli operatori, la psicologia puo fornire contributi circa  i  processi di selezione e motivazione del  personale,  la formazione permanente "on the job", la gestione dei conflitti fra ruoli  e funzioni, la negoziazione, la prevenzione e  la  terapia delle malattie professionali.In  merito a quest'ultimo delicato problema, una ulteriore  prova della concezione della Sanità come "assistenza di benefattori"  e data dalla scarsa attenzione che l'organizzazione sanitaria  pone verso   la  salute  degli  operatori:  il  benefattore  non   puo ammalarsi a causa della sua azione salvifica. La  psicologia ha individuato dal 1975 la sindrome  del  burn-out come specificamente a carico di tutte le professioni  dell'aiuto. Una   malattia   professionale   i  cui   esiti   infausti   sono essenzialmente   tre,   a   volte   anche   compresenti:   totale disaffezione   al   lavoro,   auto-distruttivita   dell'operatore (malattie psicosomatiche, disturbi psicologici, propensione  agli incidenti,   diminuzione   delle   difese   immunitarie,   ecc.), atteggiamenti sadici versi i pazienti.