Salute e sicurezza vs. libertà (M.Meti)

Il motivo per cui l'Italia e l'Europa, ma forse l'intero Occidente, non usciranno dalla crisi per decenni non è finanziario, nè economico, nè politico ma psicologico. L'Occidente ha subìto dal dopoguerra una progressiva mutazione culturale: ha sostituito la sua tradizione di libertà con i nuovi valori della salute e della sicurezza. Dopo avere sconfitto i due totalitarismi del Novecento, ha ereditato il loro nucleo peculiare, cioè il concetto di Stato come fornitore di benessere fisico e di sicurezza garantita. I valori di libertà individuale, rischio, avventura, diversità, fantasia che hanno presieduto lo sviluppo della civiltà occidentale e in particolare la sua modernità, sono stati gradualmente sostituiti dai valori del controllo, della sicurezza, della iper-regolamentazione, dell'omologazione e del conformismo.

Ormai non è più questione di buoni statisti, di destra, di centro o di sinistra, di cattolici o laici, di autonomisti o centralisti: i ceti politici sono lo specchio dei loro elettori. E' cambiata la mentalità dei popoli di Occidente, e nessuno potrà farla cambiare. Ecco la cultura che ci siamo dati e che ci conduce a un irreversibile declino:

  • Si preferisce condannare un innocente che lasciare libero un colpevole.
  • Si preferisce rinunciare ai meriti piuttosto che accettare le responsabilità per i demeriti.
  • La salute e la vita sono considerate più importanti della vitalità.
  • Tutto viene regolamentato, con costi altissimi per la maggioranza, per evitare che una minoranza trasgredisca.
  • I giovani scelgono un posto di lavoro anche umiliante, purchè sicuro.
  • Appena si profila un problema, la soluzione invocata è una nuova legge.
  • Per la sicurezza, tutti accettano di essere osservati, spiati, intercettati, filmati, registrati.
  • I condomini e i quartieri scelgono l'estetica dell'uniformità, invece dell'estetica della varietà.
  • Meglio nessun lavoro e nessuna attività produttiva, che un lavoro o un'attività senza tutti i crismi legali.
  • Meglio che i poveri vivano in macchina piuttosto che in baracche fuori norma.
  • Le garanzie sono di gran lunga preferite alle opportunità.
  • Se un settore della vita non è regolamentato, viene definito "selvaggio" non libero.
  • I sindacati tutelano le uguaglianze, non le differenze.
  • Il nuovo non è uno squarcio di futuro, ma una minaccia.
  • La cultura viene considerata noiosa ed arrogante; l'ignoranza viene esaltata dai mass media.
  • Alla possibile prepotenza dei genitori viene preferita la prepotenza dello Stato.
  • Non esiste in pratica un'attività umana che non richieda (per la sicurezza) licenza, patente, nullaosta, attestato, diploma.
  • Tutti difendono gli occupati, nessuno ha a cuore l'occupazione.
  • Il futuro è uscito dallo sguardo e dalla mente, se non come possibile catastrofe.
  • Il "politicamente corretto" (un misto di perbenismo, pietismo e moralismo) ha sostituito la spontaneità.
  • La paura è il sentimento dominante.