Oggi è frequente sentire i gazzettieri che accusano una o
l'altra forza politica di lucrare voti sulla paura, di fomentare l'insicurezza
e spingere a reazioni emotive basata sulle fobìe e i pregiudizi
emotivi. Il centro-destra spinge il popolo alla paura degli immigrati,
e della delinquenza. Il centro-sinistra soffia sul fuoco della paura
verso il neo-fascismo, e basa la sua difesa dell'Unione Europea sulla
catastrofe che deriverebbe da una uscita italiana.
Lo sfruttamento della paura per la propaganda non è una novità.
Nuova semmai è la critica allo sfruttamento della paura. Negli
ultimi 70 anni l'intero pianeta è stato terrorizzato, impaurito,
atterrito e sottomesso con la paura verso pericoli a volte veri, ma
spesso esagerati o immaginari. La ricerca di un nemico da usare come
spauracchio, è l'attitudine più sviluppata dall'Occidente.
1. Guerra fredda, paura del comunismo e dei "musi gialli".
Con l'espressione guerra fredda si indica la contrapposizione politica,
ideologica e militare che venne a crearsi intorno al 1947, tra le
due potenze principali vincitrici dalla seconda guerra mondiale: gli
Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica. La guerra fredda finì
nel 1990 dopo la caduta del muto di Berlino. Si trattava sostanzialmente
della contrapposizione tra due grandi ideologie politico-economiche:
la democrazia-capitalista da una parte e il totalitarismo-comunista
dall'altro, estraneo all'internazionalismo del mercato. La paura dei
"rossi" ha influenzato le menti anche prima, durante tutto
il periodo della crescita del nazismo, aiutato e visto con simpatia
da molti Paesi (Usa e Gran Bretagna campresi) come baluardo anti-comunista.
Alla fine della seconda guerra mondiale, lo scrittore inglese George
Orwell usò il termine "guerra fredda" nel suo saggio
"You and the Atomic Bomb", pubblicato il 19 ottobre 1945
sul quotidiano britannico Tribune. Descrivendo un mondo che vive all'ombra
della minaccia della guerra nucleare.
Dopo la fine della 2° Guerra mondiale, le elezioni italiane si
basavano sulla paura dei "rossi" che "mangiavano i
bambini". La NATO è stata inventata per la paura del "pericolo
rosso" e continua tuttora dopo quasi 30 anni dalla fine del comunismo.
Le guerre di Corea e del Vietnam sono figlie della guerra fredda (piuttosto
calda) fra i due blocchi, e hanno aggiunto la paura dei "musi
gialli" a quella per i"rossi". La successiva rivoluzione
cubana ha esteso la paura dei rossi a tutto il sudamerica e ha giustificato
gli orrori dell'imperialismo in quell'area. La paura del comunismo
ha consentito la proliferazione di basi militari americane, attive
tuttora, in quasi tutti i Paesi dell'area filo-occidentale.
2. Paura della guerra atomica
Nel conflitto strategico tra Stati Uniti d'America e Unione Sovietica,
uno degli elementi principali fu la supremazia tecnologica , tramite
il rafforzamento di armi di distruzione di massa nucleari d'inaudita
potenza.
La guerra fredda si concretizzò di fatto nelle preoccupazioni
riguardanti le armi nucleari; entrambe le parti auspicavano che la
loro semplice esistenza fosse un deterrente sufficiente a impedire
la guerra vera e propria. Questa tensione influì significativamente
non solo sulle relazioni internazionali, ma anche sulla vita delle
persone in tutto il mondo. Migliaia furono i bunkers anti-atomici
costruiti in giardino.
Nel 1966, l'arsenale nucleare statunitense raggiunse il suo massimo
con 32.000 testate disponibili; da allora il numero totale andò
progressivamente calando, fino alle 7.700 testate disponibili alla
fine del 2012.
Nel 1988 l'arsenale sovietico raggiunse il suo massimo con 45.000
testate nucleari, per poi calare progressivamente negli anni seguenti;
con la dissoluzione dell'URSS nel dicembre del 1991, la responsabilità
del rimanente arsenale sovietico è passata alla Federazione
russa, la quale disponeva ancora di 8.500 testate alla fine del 2012.
Aderirono all'ossesssione nucleare anche Regno Unito, Francia, Cina,
Israele, India e Pakistan, sicuramente dotati di armi atomiche. Furono
sedotti dalla paura nucleare anche Paesi che non sono andati fino
in fondo: Sudafrica, Bielorussia, Kazakistan ed Ucraina, Germania,
Giappone, Jugoslavia, Svezia, Svizzera, Egitto, Taiwan, Corea del
Sud, Iraq, Libia, Brasile, Argentina, Romania, Algeria, Spagna, Arabia
Saudita, Iran, Siria. (v. Wikipedia)
3. Terrorismo rosso e nero
Gli anni Settanta e Ottanta sono stati segnati dalla paura del terrorismo
rosso e nero.
Ecco alcune sigle: Brigate Rosse, Ordine Nuovo, Avanguardia nazionale
e NAR in Italia, IRA in Irlanda, RAF in Germania, ETA in Spagna, PKK
in Turchia, OLP in Medio Oriente, Armata Rossa Giapponese, Weather
Underground negli Usa, Fronte di Liberazione del Québec in
Canada, Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale in Nicaragua, Sendero
Luminoso in Perù, M-19 e FARC in Colombia, Montoneros in Argentina,
Tupamaros in Uruguay, Fronte Patriottico Manuel Rodriguez e Forze
Ribelli Popolari Lautaro' in Cile, Esercito di Liberazione Nazionale
in Bolivia, Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale nella regione
messicana del Chiapas, Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru in Perù.
Decine di gruppi terroristici nati localmente ma spesso operanti con
legami internazionali, hanno terrorizzazto il pianeta per almeno due
decenni. Non si trattava di invenzioni, ma i legami fra terroristi,
Stati nazionali e servizi segreti deviati o meno, sono emersi gradualmente
e continuano a insospettire tuttora.
4. AIDS
L'AIDS è stato riconosciuto per la prima volta il 5 giugno
1981. In generale la stampa coniò il termine GRID che stava
per Gay-related immune deficiency. Inizialmente si osservò
che le comunità infette fossero limitate a quelle degli haitiani,
degli omosessuali, degli emofiliaci e degli eroinomani, e si coniò
il termine di "malattia 4H". Tuttavia, dopo aver stabilito
che l'AIDS non era limitato a quelle sole comunità, il termine
AIDS venne introdotto nel 1982.
La lotta all'Aids ha fatto passi enormi dal 1982, anno in cui si manifestò
l'epidemia causata dal virus dell'Hiv. Nel frattempo, però,
sono morte oltre 35 milioni di persone, e nei Paesi a risorse limitate
l'infezione continua a uccidere due milioni di persone ogni anno.
Il problema esiste, ma per due decenni è stato usato come un'arma
terroristica. Se hai l'HIV, morirai di AIDS; sesso promiscuo e droghe
sono la causa dell'AIDS; l'Aids colpisce solo gli omosessuali; l'Hiv
è contagioso: una serie di bugìe tese a creare il panico
verso tutti i comportamenti non conformistici.
5. Terrorismo musulmano
Gli attentati dell'11 settembre 2001 segnano l'avvìo della
paura nel terzo millennio. I componenti del commando furono in maggioranza
sauditi, ben 15 su 19. I restanti quattro provenivano rispettivamente
dagli Emirati Arabi Uniti (2), Libano e Egitto (1 ciascuno). Contro
tutti i Paesi di provenenza degli attentatori l'amicizia dell'Occidente
è rimasta inalterata, quando non rinsaldata. In compenso, si
è allargata la Terza Guerra Mondiale con l'invasione dell'Afghanistan,
la seconda guerra all'Iraq, l'omicidio di Gheddafi, la guerra in Siria
e Yemen e la diffusione del terrorismo in tutto l'Occidente. In parallelo,
l'impero ha alimentato il panico, la paura e l'ostilità verso
tutte le espressioni del mondo islamico, che oggi nutre molto dell'odio
verso i migranti nord-africani. Ed ha giustificato decine di restrizioni
alle libertà e alle tutele democratiche.
6. Clima ed estinzione di 1 milione di specie
La più recente paura fomentata nella gente è quella
per la crisi climatica e la possibile estinzione di un milione di
specie animali. Il rapporto sui limiti dello sviluppo, meglio noto
come Rapporto Meadows, fu pubblicato nel 1972, ma venne accantonato
come catastrofista: bastavano le paure della guerra fredda, del terrorismo
rosso e nero, dell'AIDS. I partiti "verdi" hanno avuto qualche
successo negli anni ottanta, ma ora hanno 44 seggi su 764 in Europa,
e non sono al governo in nessun Paese.
Ora arriva la piccola Greta e staremo a vedere, ma è evidente
che la paura dei cambiamenti climatici sta diventando più un
sistema di controllo della gente, che dei comportamenti politici.
Tutte le conferenze internazionali sul clima sono state, finora, vistosi
fallimenti.
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