Figure dell'Alterità e formazione di gruppo (Adamus)

L'essere umano nasce come frattale del mondo. I.Matte Blanco afferma che "l'inconscio è un insieme di infiniti". L'Alterità è, alla nascita, dentro il sè come potenziale infinito.

L'educazione è la continua riduzione del mondo a quella che chiamiamo "personalità": un fittizio e mobile, ma rassicurante, centro di gravità. Un'illusione e una convenzione per la tregua con se stessi. Al termine di un processo educativo l'Alterità è tutto ciò che è fuori dal sè. L'Altro, da interno, diventa il mondo esterno.

La formazione di gruppo è il tentativo di ripristino dell'infinito interno, attraverso un'esperienza forte di Alterità. Ciò che è stato ridotto con l'educazione, viene espanso con la formazione. Il possibile, rimosso nel processo di costruzione della personalità, viene illuminato; il potenziale tende a diventare potere; l'Alterità esterna fa risuonare quella interna.

  • L'Altro come limite
    Nel corso del processo di selezione del mondo mirato alla costruzione della personalità, l'Alterità espunta, allontanata e negata, assume gradualmente il significato di "limite". Ciò che viene "messo fuori" diventa "messo contro". L'Altro differente viene considerato ostacolo, barriera, confine. Il mondo una jungla infida. Gli altri dei barbari minacciosi. L'incontro assume spesso i contorni del pericolo. Il contatto ha le sfumature del contagio. L'avvicinamento alimenta il fantasma dell'aggressione. In linea generale l'Altro è il nemico, con cui spesso si è costretti a fare i conti.

  • L'Altro come concorrente
    Quando ci si sente costretti a fare i conti col nemico, l'atteggiamento si concentra sull'utilità dello scambio. L'Alterità diventa un'entità con cui negoziare. L'Altro è il partner di uno scambio che speriamo sia a nostro vantaggio. Nel casi migliori lo scambio è un "do ut des"; nei peggiori si fonda sull'"io vinco tu perdi". L'Altro è da assimilare, colonizzare, controllare, conquistare, annientare alla stregua di un "mercato" o di un concorrente commerciale. Se va bene, la relazione diventa un contratto; gli scambi sono contabilizzati; il profitto è il frutto dell'inganno. Se va male, uno vince sull'altro, ma la vittoria assomiglia alla sconfitta perchè il territorio conquistato è un cumulo di macerie, ciò che è assimilato, colonizzato, controllato perde il suo carattere di Alterità. E il possibile che era in noi sprofonda nella dimensione del rifiuto.

  • L'Altro come origine e destino
    Conoscere è riconoscere. L'Altro, espunto nel corso del lungo processo educativo dal nostro interno infinito, si ripresenta al momento dell'incontro. L'esterno irrompe e, se ci consentiamo di riconoscerlo, mostra la sua natura di radice e di meta. L'Alterità ci appartiene alla nascita e ci costruisce giorno per giorno, fino alla fine. Essa non è a fianco ma dentro il soggetto, che è sempre e solo le sue relazioni col mondo. Il soggetto non è mai individuale, ma sempre plurale. Non è l'io che si incontra con l'Altro. E' l'incontro che costruisce l'io e l'Altro, come due dimensioni dello stesso universo. Nessuno pensa e poi comunica: ognuno pensa attraverso la comunicazione. Siamo e diventiamo mediante le relazioni con l'Altro.