Nientificazione e narcisismo di Guido Contessa, 2022

La società è arrivata allo zenith della nientificazione. Sembra che la sua unica vera funzione sia quella di ripetere che l'individuo non esiste, non vale e non conta nulla, non è interessante. L'individuo, messo al centro della Storia dal Rinascimento e dall'Illuminismo, è costantemente azzerato, annichilito, svalutato, dalla società moderna e post-moderna in tutte le sue articolazioni.

La retorica dell'impero d'Occidente è una continua ripetizione del valore delle donne, degli anziani, dei disabili, dei giovani, dei minori, dei lavoratori, dei migranti, dell'istruzione, della cultura, della ricerca, della sanità, della giustizia, dei "diversi", dell'individuo, della persona. La realtà è totalmente opposta.

Le donne vengono perseguitate, violentate, vendute, uccise senza che lo Stato sia interessato a creare una legislazione efficace.
Gli anziani vengono segregati in lagers privi di controllo, affidati a badanti incompetenti, trattati come scarti fastidiosi ("vecchio" è diventato un insulto).
I disabili sono assistiti con finanziamenti miserabili, servizi che funzionano a singhizzo, ostacolati da barriere architettoniche mai rimosse.
I giovani sono abbandonati alla strada, senza alcuna politica educativa o preventiva, senza futuro o con un futuro schiacciato dal debito nazionale.
I minori vengono idolatrati a parole, ma privati dei servizi essenziali per il tempo libero, l'educazione, la socialità.
I lavoratori, che continuano da 30 anni a morire in 3 al giorno, non godono di un salario minimo nè di vere tutele sindacali.
I migranti vengono accolti da palate di retorica, ma poi lasciati a vivere e lavorare come gli schiavi dei campi di cotone americani del '700.
La cultura e la ricerca vedono ogni anno diminuire la presenza dello Stato, e la sanità vede diminuire gli investimenti.
I "diversi" sono accolti con applausi, ma solo se non esprimono idee diverse. Se la "diversità" è solo sessuale passa, ma se è ideologica arrivano i roghi.
La giustizia è talmente nientificatrice che ben 3 persone al giorno vengono incarcerate ingiustamente, e rilasciate con rimborso dopo mesi.

In ospedale nessuno è una persona, ma solo una malattia. Alla posta e in banca siamo solo numeretti in coda. Gli enti pubblici ci considerano meri servi della burocrazia. Mandate una lettera al Sindaco, a un dirigente comunale, ad un alto funzionario: non avrete mai una risposta. Al supermercato, in aeroporto, in un cinema o teatro siamo solo clienti che devono uniformarsi alle regole, non persone. I fornitori di servizi luce e gas ci usano come vacche da mungere senza controlli. I giganti del web, i Social, i fornitori di telefonià non ci considerano persone o clienti, ma solo fonti di dati da commerciare.

La situazione dovrebbe migliorare nelle relazioni interpersonali. Invece no. Amori che si interrompono con un SMS. Messaggi e-mail cui nessuno risponde. Genitori che si dimenticano dei figli e figli che si dimenticano dei genitori. Matrimoni che durano un semestre. "Amici" che ti usano per ascoltare ore di loro sproloqui, ma non ti domandano mai come stai. Accarezzi un bambino in un parco? Sei un pedofilo. Fai un complimento a una donna? Sei un molestatore. Puoi essere tutto, fuorchè una persona.
Qualsiasi cosa un essere umano faccia, raramente qualcuno gli chiede "Cosa fai?"oppure "Posso aiutarti?" o ancora "Interessante quello che stai facendo", o "Non sono d'accordo, possiamo parlarne?" o "Posso far girare la voce?". La sostanza è che, per gli altri, non esistiamo.

I mass media sono gli esecutori dell'annientamento. Continuano pervicacemente a svalutare l'intelligenza delle persone propalando idee contradditorie quanto arbitrarie. In occasione della pandemia lo slogan è stato "Per la salute è giusto coartare la libertà". Subito dopo arriva la guerra in Ucraina e lo slogan diventa "Per la libertà è giusto affrontare i massacri". In entrambi i casi l'individuo è considerato irrilevante.

La vita è costellata di messaggi annichilanti, nientificatori, svalutanti, che la società manda a ripetizione continua, praticamente a tutti. I mass media si propongo solo di insegnarti a vivere, ma soprattutto a consumare.

Quali reazioni produce questo costante azzeramento del valore dell'individuo?

La prima e forse più diffusa reazione è la de-sensibilizzazione. Le persone non si accorgono di essere annichilite, azzerate, maltrattate, anzi, spesso giustificano la nientificazione con esigenze legislative, burocratiche, di razionalità economica, di ordine e coesistenza pacifica.
La seconda è il ricorso ai farmaci, l'alcol, le droghe. La dipendenza può portare alla tomba ma almeno offre il riconoscimento di un ruolo. La vittima che deve essere aiutata acquista una debole forma di personificazione. In aggiunta, lo "sballo" consente l'evasione dal deserto dell'annichilimento.
La terza reazione è l'ipersensibilizzazione. Ogni critica è considerata violenza. Il dibattito, il confronto, la discussione sono banditi come atti di guerra. Addirittura l'attacco via Social, di soggetti anonimi, avatar inventati, finti amici di altri continenti viene considerato un motivo per prendere in considerazione il suicidio. La quarta reazione è la violenza. Nelle case, nelle strade, nei Pronto Soccorso, negli stadi basta un nonnulla per registrare pestaggi, ferimenti, omicidi. Se tutta la società è impegnata a nientificarci, la violenza offre una possibile identità e uno sfogo.

A fianco di queste reazioni ne esiste un'altra diffusissima: il narcisismo. Se il mondo non ci da importanza, ce la diamo da soli. Il narcisista è quello che si sente al centro del mondo; che considera se stesso come l'unico argomento interessante; che affoga coi suoi problemi e le sue idee chiunque gli arrivi a tiro; che riesce a parlare per ore senza interruzioni; che non mostra alcun interesse verso chi gli è vicino; che si offende se non ti ricordi del suo compleanno, ma nemmeno conosce il tuo; che dice "non ti fai mai sentire!" a qualcuno cui non ha mai telefonato; che ripete di continuo episodi memorabili della sua vita, senza nemmeno chiedere all'interlocutore che lavoro fa; che si guarda bene dal rispondere alle telefonate o alle mail (è troppo occupato), ma chi non risponde alle sue diventa subito un cafone maleducato.

Il narcisista arriva a riempirti di regalini, ma non ne accetta mai uno. Ti invita ripetutamente a casa sua, ma si guarda bene dal venire da te. Non sopporta che non noti un suo abito, una sua nuova acconciatura, ma se ti presenti con una fasciatura non ti chiede mai "cosa ti è successo?". Per il narcisista, nessuno ha valore, tranne se stesso. Il narcisista si lamenta spesso di non essere abbastanza amato, ma non fa cenno a quanto ha amato. Il massimo affronto per il narcisista? Criticare qualcosa che fa o dice. Accetta solo complimenti, consensi, attenzioni.

I Social e il mondo dello spettacolo sono le prove più evidenti del dilagare del narcisismo. Sui Social, tutto il mondo dovrebbe essere interessatissimo al narcisista che sta sul divano col suo gatto, che mangia una lasagna, che si trova a Riondello di Sotto con la nonna. Se qualcuno osa scrivere che il divano non ha un bel colore, che la lasagna non è ben cotta o che Riondello è un paesaccio di 4 case, scoppia una guerra di insulti, cancellazioni, ritorsioni. Il narcisista urla di essere vittima di molestie, diffamazione, stalking....tutto, pur di ottenere attenzione.
Il mondo dello spettacolo è diventato il nuovo luogo dei sogni giovanili. Tutti vogliono diventare stars del ballo, del canto, della musica, della recitazione, della comicità. Perchè lo spettacolo è l'apoteosi del narcisismo: tutti ti guardano, ti ascoltano, ti ammirano (anche solo per il breve tempo dello show).