Prima della rivoluzione industriale, la produzione era affidata
a botteghe, laboratori, officine o fabbriche che detenevano il ciclo
completo: dalla materia prima alla merce. Dieci unità produttive
diverse producevano la stessa merce. Se una di queste smetteva di
produrre, le altre nove continuavano a farlo. Non mancavano le crisi,
spesso dovute al reperimento delle materie prime, ma la flessibilità
restava un punto di forza. La produzione della filiera, basata sulla
pluralità, era poco efficiente, ma stabile.
La rivoluzione industriale ha portato molte innovazioni, più
efficienza e più redditività. La aggregazione di piccole
unità è accelerata dalla "catena di montaggio"
efficientissima, quanto instabile. Ogni guasto ferma l'intera produzione.
Ogni sabotaggio o sciopero operaio blocca la fabbrica.
La complessità dell'industrialesimo contiene in sè
la sua maggiore fragilità. Più un sistema si complessifica
più è fragile. Il singolare è più debole
del plurale: l'impresa piramide è più efficiente ma
più fragile. L'impresa arcipelago è meno efficiante
ma più solida. Non è un caso se le organizzazioni
terroristiche si declinano in nuclei separati ed autonomi.
Stati nazionali e imperi al tramonto
I Parlamenti degli Usa e del Brasile vengono assaltati. Proliferano
i movimenti autonomisti in tutto l'Occidente. Francia, Inghilterra,
Italia, Grecia, Israele sono percorse da scioperi o manifestazioni
violente, quasi in perpetuo. Gli Stati e gli Imperi hanno rappresentato
la riduzione al singolare della pluralità di sovranità
locali piccole o medie, ma oggi stanno mostrando crepe vistose e
segni di decadenza. Berlusconi, Lula, Sarkozy, Netanyau, Trump,
Putin, Johnson sono solo alcuni dei capi di governo indagati, processati
o carcerati. Senza dimenticare Gandhi, Kennedy, Rabin, Ceausescu,
Saddam Hussei, Gheddafi uccisi o giustiziati.
Incredibilmente, prosperano Stati minuscoli come Monaco, Lussemburgo,
Liechtenstein, Andorra e San Marino. In Oriente Hong Kong, Taiwan
e Singapore sono schegge autonome di successo. L'ex-Jugoslavia è
stata unita per meno di 20 anni. Poi è diventata confederale
aggregando Slovenia, Croazia, Serbia, Macedonia e Bosnia. Dopo circa
mezzo secolo, non solo gli Stati confederati si sono separati, ma
al loro interno ci sono altre realtà autonomiste, come il
Kosovo. I cechi e gli slovacchi sono separati formando due Stati
indipendenti.
Fu la Confederazione ateniese a sconfiggere l'impero persiano di
Dario a Maratona. Nel 1176 le truppe della Lega Lombarda sconfissero
l'esercito di Federico Barbarossa (Sacro Romano Impero) nella battaglia
di Legnano. La Confederazione svizzera è nata dal 1291. Gli
Unionisti del nord e i Confederati del sud si sono scontrati creando
oltre 600.000 morti, per costruire gli Stati Uniti, nei quali tuttora
vivono forze confederate ostili allo Stato. Ogni Stato nazionale
ed ogni Impero è nato sul sangue, i massacri e le razzìe,
elevando a un livello industriale la violenza che è sempre
esistita.
Le dittature sono riduzioni ad uno della complessità democratica,
ma la loro fragilità è storicamente evidente. L'impero
è solido ma fragile. L'arcipelago è flessibile e adattabile.
L'Unione Europea nasce con una grave malattia genetica e in ritardo
con la Storia.
Globalizzazione e rischiosità
La globalizzazione è una delle forme di riduzione ad uno
e di negazione della pluralità. Le ricchezze locali dipendono
sempre più dai fattori globali. le economia locali non devono
più solo affrontare i rischi locali. Il rischio non deriva
più solo dagli eventi critici locali, ma da ogni fenomeno
naturale, sociale o politico che si verifica in ogni parte del pianeta.
La teoria del caos si esprime sempre più su scala planetaria.
Alan Turing, in un saggio del 1950, anticipava il concetto dell'effetto
Farfalla di Lorenz del 1962: «Lo spostamento di un singolo
elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato,
potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi,
come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga,
o la sua salvezza.» Una guerra in Ucraina provoca la fame
in Africa. La ridotta produzione di chips in Cina, ferma i computer
in Spagna.
La iattura del mercato al singolare
E' alla base dell'economia il principio secondo il quale avere un
solo fornitore e/o un solo compratore porta al fallimento. L'idea
che occorre passare totalmente alla mobilità elettrica per
sottrarci alla dipendenza dai carburanti fossili, non serve nè
all'economia nè all'ambiente. La creazione, la gestione e
lo smaltimento delle batterie è inquinante come l'estrazione,
la gestione e lo smaltimento delle fonti di energìa fossile.
Inoltre, sottrarsi alla dipendenza dal petrolio e del gas russi
non ha senso se significa dipendere dalle materia prime cinesi o
africane. Il GNL (Gas Naturale Liquefatto) che deve liberarci dalla
sudditanza dalla Russia è più costoso del 50% e ci
mette in stato di servitù verso gli Usa.
Infine, il prezzo dell'elettricità è suscettibile
ai rincari tanto quanto il prezzo degli idrocarburi. Il mercato
dell'energìa deve essere plurale e basarsi su un insieme
di fonti diverse: rinnovabili e non, fossili ed elettriche.
Un'umanità elettrificata e informatizzata
Dallo spazzolino da denti a tutti gli "elettro"-domestici,
dall'automobile alle smart cities: tutto va con l'elettricità
e con l'elettronica. Questo ci rende dipendenti dai black-out, come
abbiamo visto recentemente in Venezuela e in Ucraina. Un bomba o
un hackeraggio a una centrale e si ferma un'intera Provincia o la
metà di uno Stato. La meccanica è sostituita dall'elettronica,
e questo ci rende dipendenti dai supertenici per la manutenzione
o per la riparazione, nonchè dai Paesi produttori di chips
e detentori di materie prime rare.
La sottomissione della vita alla sovranità informatica, invece
che a fonti plurali di tecnologia ed energìa, rende la società
progressivamente più fragile. Ogni malfunzionamento diventa
problematico, ogni sabotaggio tragico.
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