Psicosi di massa e dominio della chimica (Mircea Meti)

Vengono abbattute le Torri Gemelle con circa 3.000 morti e gli Usa attaccano Afghanistan e Iraq provocando oltre 150.000 morti , di cui quasi 5.000 americani. I Palestinesi rapisono due militari israeliani e Israele spiana due intere vallate con gli abitanti dentro. A scuola non mi capiscono? Mitra e bombe a mano in classe sono la risposta che appare appropriata al giovane criminale americano.

Artisti scrivono libri, disegnano vignette, fanno film che ci sembrano irriverenti? Decapitiamoli, dicono i "puri" dell'Islam.

Non è da meno la cronaca nostrana, di questi giorni. Il bambino piangeva, e mi impediva di dormire: sterminata una famiglia. I cani abbaiano troppo: venti coltellate alla padrona. La bottiglia di plastica non si mette lì....tu non sai chi sono io... due uomini schiacciati da un pulmino che per due volte le travolge. Il tuo sguardo sulla mia ragazza non mi piace: vado a prendere un coltello a casa e ti ammazzo. Due squadre calcistiche si sfidano per un derby siciliano: mettiamo a ferro e fuoco la città e, se capita, accoppiamo un poliziotto.

Quello che lascia esterrefatti di questi tempi non è tanto la violenza, che è sempre esistita, ma il rapporto fra violenza e motivazioni. Capiamo, anche se non giustifichiamo, quando un marito spara alla moglie sorpresa a fare l'amore con l'amico; quando, durante una rapina, scappa un colpo d'arma da fuoco; quando, durante una rissa, salta fuori un coltello; persino quando un padre uccide un figlio drogato che vessa la famiglia, o quando un figlio uccide il padre-padrone che picchia la madre. Si tratta di casi da punire, magari anche con l'ergastolo, ma che mantengono un legame comprensibile fra offesa e vendetta, motivazione e crimine oppure che si spiegano con la perdita momentanea del controllo, del "lume della ragione". Nei casi esposti sopra siamo invece di fronte a omicidi, individuali o di massa, premeditati, preparati con cura, protratti nel tempo, e spesso anche giustificati da qualcuno. Nei casi i cui gli assassini sono gli Stati o le religioni, metà del mondo arriva addirittura a teorizzarne la "giusta causa". Tornano di moda le faide, non più solo tra famiglie, ma anche fra individui singoli, tifoserie, sette, addirittura Stati.

Riemergono dagli abissi della memoria i concetti di "occhio per occhio" e di "decimazione" (un nazista morto= dieci partigiani fucilati), che credevamo ingenuamente superati dalla modernizzazione della civiltà. Ciò che sembrano smarrite, in questo terzo millennio, sono la proporzione fra pena e ritorsione, la capacità di trovare soluzioni simboliche ai problemi, la volontà di affrontarli parlando e negoziando. Domina la negazione del legame con la realtà: in termini psicologici, è evidente una crisi psicotica di massa a livello planetario.

Una psicosi di massa che si esprime con una violenza diffusa e incontrollabile, priva di legami con la realtà. Ma che si esprime anche, su un piano meno eclatante, con una sottomissione dell'intero Occidente al dominio della chimica. Come un folle che deve essere sedato dai farmaci, se non si vuole che diventi violento, il mondo cosiddetto avanzato è sepolto da una coltre di polvere bianca, chiamata droga, e cammina su un tappeto di pillole colorate, chiamate farmaci. Si trova droga in Parlamento e nelle fogne delle grandi città. Il sistema della droga, comprendente produttori, venditori, sistemi di repressione e di cura è certamente l' industria col maggior fatturato del mondo. Cui segue da vicino la sua variante "benevola", che è il sistema dei farmaci. Prendiamo farmaci per dormire, per svegliarci, per fare l'amore, per irrobustire i muscoli, per aumentare le performances atletiche (anche negli sport di quartiere), per digerire, per dimagrire, e per contrastare la depressione che viene anche da un mondo psicotico, oscillante fra violenza fisica e violenza chimica.